Eisenman
saggio su Eisenman
 


Eisenman
ha detto di Terragni "ha spostato l'architettura fuori dall'egemonia del visibile, fuori dalla metafisica della presenza".





"Le nuove complessità sono sempre esistite, nascoste all'interno delle convenzioni preesistenti. Allo stesso tempo, le attuali potenzialità forniteci dal computer esprimono e nascondono simultaneamente anche altre possibilità operative. Diventa compito di noi architetti costruire i nuovi strumenti e i nuovi algoritmi capaci di produrre i complessi ambienti necessari alla nostra attuale condizione."
(Peter Eisenman da: Carta di Zurigo)


 

 

 

HOUSE II, 1970

Le case che realizza e progetta sono riflessioni sui meccanismi generativi della forma. Eisenman è molto interessato all'architettura razionalista di Terragni. Studia con attenzione la Casa del Fascio, fa una operazione di estrazione delle parti da un volume unitario e la casa Giuliani Frigerio nella quale realizza una operazione di esplosione dall'interno verso l'esterno.Nel progetto per la HOUSE II realizza entrambe le operazioni; ne deriva l'implosione (cioè lo slittamento dei volumi verso l'interno).Le proporzioni sono dimensionate sulla Casa del Fascio.

 
HOUSE X, 1975
 

.E' divisa dal paesaggio naturale in quattro quadranti che costituiscono degli elementi individuali rinunciando così all'unità compositiva.

 

HOUSE XI

 

E' formata dalla concatenazione di 3 elementi tridimensionali.
Il primo è troppo piccolo per essere una vera casa ( un modello?).
Il secondo elemento che contiene quello più piccolo (e quindi non abitabile).
Il terzo che è esattamente il doppio del corpo intermedio.

 
IBA a Berlino
  Eisenman lavora nel contesto delle tracce stratificate e nascoste nel tempo. Un suo metodo architettonico è lo strumento del palinsesto che asocia il sito all'idea di una carta sulla quale si può cancellare e scivere all'infinito, ma con la limitazione di non riuscire a cancellare mai completamente tutto, rimane sempre qualche traccia della quale si deve tenere conto. Nascono secondo questa linea metodologica alcuni progetti: gli edifici per abitazione dell'IBA a Berlino, Parc de la Villette a Parigi. Questi progetti si basano sulla sovrapposizione di carte storiche che mostrano analogie e relazioni tra differenti epoche: presenti, passate e a volte future.
 
Parc de la Villette, Parigi
 
 
Biocentro a Francoforte sul Meno, 1987
  La tecnica del dislocamento consiste nel far interagire sistemi divergenti del pensiero per allargare le possibilità percettive e progettuali. In questo lavoro si hanno molteplici possibilità di flessibilità e di espansione.
 
Wexener Center University dell'Ohio
  La tecnica del betwenn, consiste nell'iserire il progetto in contesti preesistenti per vedere cosa succede nei punti di contatto.
 
Concorso per Cannareggio a Venezia, 1987
  In questo lavoro è anticipato il concetto di stratificazione, di layer per inserire il progetto in un sistema che tenga conto di vari fattori.
 
gehry
Guggenheim Museum of Bilbao

 

  La prima cosa che colpisce è il centro formativo dell'opera di Gehry, è fare una scultura di ambiente: "urbatettura". Egli capisce fino in fondo la parola "traiettoria".
Le direttrici protese nello spazio, sono sì rettilinee, ma nella tensione a fendere l'aria si deformano. La retta diventa arco, parabola, appunto traiettoria. La sua opera è tanto forte all'esterno quanto all'interno; è uno spazio assolutamente incredibili, aperto alla luce e ai flussi. Da queto si dipartono i corpi: spazi per la gente tanto fuori che dentro.