C'era per tutti un
riferimento, un luogo, una scuola non ufficiale ma ugualmente una scuola vera,
gli allievi vi riconoscevano la vita, e nella vita le cose che contano,
l'amicizia, il rispetto, l'amore per il lavoro, e così una semplice matita
dava una possibilità, segnava una differenza, era anzi il segno di una
crescita, e i colori diventavano una ricerca e ognuno seguiva una strada
sua, personalissima, e le piccole cose incidevano nella vita di ognuno
tanto da renderle singolari... tutto questo e altro, fu per quindici
anni la scuola di pittura collocata in quel d'Induno... e all'inizio, è
ovvio, il primo contatto è stato per tutti la figura, e alla figura
Luciano Bernocchi è rimasto fedele come il poeta alla propria musa e,
amante di nature morte, ci incanta con paesaggi e distese di neve, ma
anche con quelle figure di donna che fatica ad esporre, e il suo casosi
direbbe, è quello classico dell'allievo al di là del maestro... e poi Roberto
Cozzi, autodidatta, che per anni ha raccontato la bellezza dei
colori della nostra terra, per lui invece a un certo punto un qualcosa
si è mosso dentro, ha alterato le viscere e ha urlato la voglia,
l'esigenza anzi di andare oltre, di dimostrare... e infine Enrico
Milesi che viene dai colori e dalla luce del Sud e che ha coltivato
un pensiero originale, quello di liberarsi di ciò che per noi finora è
stato, e così da un forte espressionismo, dopo una lunga stasi, ha
scoperto una vena nuova, più dolce, bisognosa di affetto ma che sa
anche porre una denuncia sociale, e cercare, in sintonia con gli amici Luciano
e Roberto, quella comunicazione autentica che solo l'arte può
dare.