Attacchi terroristici
dell'11 settembre 2001: NOI NON VI CREDIAMO! Di Oliver
Janich, redattore di Focus Money. Tratto da www.focus.de.
Un numero sempre maggiore di persone dubita della teoria ufficiale
dell'11 settembre. Tra questi più di 400 scienziati.
È la sua
ultima battaglia, ma
forse la più importante. Jesse Ventura ha combattuto in
Vietnam
nell'UDT (Underwater Demolition Team), una squadra che eseguiva
attacchi esplosivi sott'acqua che più tardi sarebbe
confluita
nei celebri Navy SEALs. In seguito, ha proseguito la sua lotta sul ring
come wrestler, fino a quando non ha deciso di entrare nell'agone
politico. Dal 1999 al 2003 Ventura è stato governatore dello
stato americano del Minnesota. Oggi non riesce a spiegarsi come,
all'epoca in cui era governatore, abbia potuto credere alla versione
ufficiale sugli attentati terroristici dell'11 settembre, nonostante
possedesse già approfondite conoscenze sugli esplosivi. "Mi
sono preso a calci da solo per non averlo capito subito quando
è
successo. Il fatto è che ero sconvolto che una cosa del
genere
potesse mai accadere e oggi mi devo scusare di non essere stato
più attento all'epoca", racconta al conduttore
radiofonico statunitense Alex Jones. Oggi lotta per portare alla luce
la verità con una serie autoprodotta per il canale via cavo
TruTV. Il titolo è: "Teoria della cospirazione".
Sempre più
persone la pensano come Jesse Ventura negli Stati Uniti. Stando a una
serie di sondaggi,
la maggioranza degli americani non crede più alla teoria
ufficiale, secondo cui terroristi islamici guidati da Osama Bin Laden
sarebbero i responsabili degli attacchi. In base ai dati dell'ultimo
grande sondaggio effettuato nell'agosto 2007 da Zogby, uno dei
principali istituti di ricerca demoscopica, il 67% degli intervistati
ha dichiarato, ad esempio, che la commissione sul 9/11 avrebbe dovuto
indagare anche sul crollo del World Trade Center 7 (WTC 7). Il fatto
che non lo abbiano fatto alimenta i loro dubbi.
Il sito Web www.patriotsquestion911.com
conta tra i propri utenti circa 2.000 tra docenti universitari,
militari, piloti, poliziotti, architetti, ingegneri, fisici, esperti di
intelligence, magistrati e personaggi famosi (tra cui 400 scienziati),
senza per questo prendere direttamente posizione. Oltre a Francesco
Cossiga, ex Presidente della Repubblica italiana, anche lo scrittore e
vincitore di un premio Nobel Dario Fo ha dubbi sulla teoria ufficiale
di George W. Bush. Forse tutte queste persone, alle quali viene
riconosciuto un elevato grado di credibilità nelle
rispettive
professioni e a cui, in parte, sono affidate anche vite umane, sono
tutti impazziti? Che cosa li distingue fondamentalmente da coloro che
considerano folli teorici della cospirazione tutti coloro che non
credono alla versione ufficiale? Che i primi hanno analizzato i fatti,
cosa che i media tradizionali quasi mai hanno fatto.
La terza legge di Newton
afferma che "la
massa segue sempre il percorso di minore resistenza",
come aveva scoperto il famoso fisico già più di
300 anni
fa. E non è neppure possibile schiacciare un fiammifero dal
basso verso il basso. Esso si piega invece nel punto che cede per
primo. Così come un albero cade di lato quando viene
intaccato
con un colpo d'ascia. Che cosa significa questo? Che qualunque sia il
punto in cui l'acciaio ha ceduto prima per effetto dell'impatto
dell'aereo, l'edificio
avrebbe dovuto cadere da quella parte, e non in perfetta verticale.
"Fatevi
una domanda molto semplice: Perché il blocco inferiore
dell'edificio non ha opposto alcuna resistenza alla parte superiore,
che pure era di gran lunga più piccola?", si
chiede l'architetto Richard Gage.
"Le torri sono venute giù senza interruzione alla
velocità di caduta libera, in modo lineare e simmetrico,
come se
i 90 piani sottostanti non esistessero proprio. L'unico modo perchè
ciò sia possibile è che vi sia stata una
demolizione controllata".
L'agenzia governativa NIST, responsabile per l'indagine sui crolli, non
ha però neppure preso in considerazione la
possibilità di
una demolizione controllata. La motivazione è curiosa: le
demolizioni controllate iniziano di solito dal basso, ossia dai piani
interrati. E infatti il portiere William Rodriguez ha testimoniato
in diverse occasioni di aver udito proprio queste esplosioni nei piani
interrati, tra l'altro anche nella serie diretta da Jesse Ventura.
Lo stesso Ventura ha
cambiato idea solo dopo che il figlio lo ha convito a guardare il film "Loose Change", che
nel frattempo era stato scaricato dal Web oltre 100 milioni di volte.
Film come "Zero"
dell'eurodeputato italiano Giulietto Chiesa o "911 Mysteries" sono
andati in onda anche su ORF o su Vox. La serie di Ventura "Conspiracy Theory"
va in onda sul canale via cavo TruTV di Ted Turner. Il produttore di
Hollywood Aaron Russo ("Una
poltrona per due") si è occupato nel suo
film-documentario "America:
From Freedom to Fascism" dei retroscena del 9/11. Tutti
questi film sono accessibili su Google Video.
Architects and Engineers
for 911 Truth. L'architetto Richard Gage contesta inoltre che
l'incendio sia la causa del crollo dei tre grattacieli: "Nessun incendio in un grattacielo
ha mai portato al crollo di un edificio in acciaio".
Gage è architetto da venti anni e in questo periodo ha
costruito
numerosi edifici in acciaio a prova di incendio. Recentemente ha preso
parte alla costruzione di un progetto da 400 milioni di euro, in cui
sono state utilizzate 1200 tonnellate di acciaio. Ha fondato il
movimento Architects
and Engineers for 911 Truth, che conta oggi un migliaio di
architetti e ingegneri oltre a 5000 altri sostenitori. "Il crollo delle Twin Towers e
del World Trade Center 7 soddisfa
tutte le condizioni di una demolizione controllata, ma non
una sola condizione di un collasso causato da incendio",
ha detto Gage. Sottolinea inoltre che vi sono numerose altre prove di una
demolizione controllata."Abbiamo trovato tonnellate di acciaio fuso.
L'acciaio fonde a 3000 gradi Fahrenheit, il cherosene e il fuoco
provocato dall'incendio degli uffici possono raggiungere al massimo
1400, forse 1600 gradi Fahrenheit".
Secondo Gage, le
probabilità
che l'incendio abbia compromesso tutti gli elementi strutturali
esattamente nello stesso momento sono uguali a zero. Ma se anche le
probabilità fossero, ammettiamo, del 10%, bisogna tener
conto
che in quella stessa giornata ben tre edifici sono implosi in modo
simmetrico. La probabilità che questo evento si ripeta per
tre
volte nello stesso giorno sarebbe dunque 0,1 (dieci percento) x 0,1 x
0,1 x 100, ossia 0,1%. In altre parole: quand'anche aumentassimo le
probabilità che un evento del genere possa verificarsi, la probabilità che la
teoria ufficiale sia sbagliata è del 99,9%.
Le persone tendono a valutare in modo errato le probabilità
quando pensano che la presunta causa sia l'impatto degli aerei. Anche
il World Trade Center 7
è
crollato praticamente a velocità di caduta libera,
esattamente
come il WTC 1 e 2. La differenza è che in questo caso nessun
aereo lo ha colpito. I video del crollo di questo edificio si sono
diffusi rapidamente su Internet.
L'unica spiegazione logica per un simile crollo è una
demolizione controllata.
Scholarsfor911truth.
Scienziati come Steve Jones sostengono addirittura di aver trovato
l'esplosivo. Jones è stato docente di fisica presso la
Brigham
Young University. Quando ha iniziato a creare l'organizzazione Scholars for 911 truth
(Studiosi per la verità sul 9/11), è stato
sollecitato
dalla direzione dell'Università a chiedere il pensionamento
anticipato. Il professor Jones ed altri, tra cui anche lo scienziato
danese Dr. Niels Harrit, hanno analizzato 20 campioni di polvere del
World Trade Center e in essi hanno
rilevato chiare tracce di nanotermite, un esplosivo
utilizzato finora ufficialmente solo dai militari.
Numerosi pompieri e
paramedici hanno
testimoniato di aver udito esplosioni. "È come se fosse
esploso... come se avessero pianificato di far saltare l'edificio,
boom, boom, boom",
raccontava ai colleghi il capitano dei pompieri Dennis Tardio mentre
veniva filmato da un team. Il paramedico Daniel Rivera è
ancora
più specifico: "Era
come una demolizione professionale, in cui gli ordigni esplosivi
vengono collocati a determinati piani: pop, pop, pop".
Di occasioni per piazzare le bombe ve ne sono state numerose. Ben
Fountain, che lavorava come analista finanziario nella Torre Sud, ha
riferito che "nelle settimane antecedenti vi sono state numerose
esercitazioni insolite e senza apparente motivazione in occasione delle
quali sezioni delle Torri gemelle e del WTC 7 sono state evacuate per
sicurezza".
Il problema: Eliot
Spitzer, all'epoca
Attorney General di New York, negò un'inchiesta giudiziaria.
Negli Stati Uniti esiste la possibilità di intentare un
processo
civile per risarcimento dei danni. Numerosi familiari delle vittime
hanno cercato fino ad oggi di seguire questa strada. Uno di questi
gruppi è stato rappresentato da Stanley Hilton, che
è
stato consigliere del candidato presidenziale repubblicano Bob Dole. La
causa contro George W. Bush, Dick Cheney e altri è stata
respinta nel 2004, non per mancanza di prove, ma perché gli interessati erano funzionari
pubblici e godevano quindi di immunità.
Un processo potrebbe,
tra le altre cose, chiarire perché
i caccia sono rimasti a terra. Secondo testimoni, Dick Cheney avrebbe dato un
ordine di "stand down",
ossia un ordine che vietava ai caccia di decollare per qualsiasi
motivo. Ciò ci consente di interpretare le dichiarazioni del
ministro dei trasporti Norman Mineta e del sergente Lauro Chavez, che
era in servizio l'11 settembre. Un procuratore avrebbe la
possibilità di prendere visione dei piani di servizio e di
chiedere ai presenti quel giorno di testimoniare sotto giuramento.
La commissione del 9/11
non
sostituisce alcuna inchiesta giudiziaria. Il senatore Max Cleland si
ritirò dalla Commissione con le seguenti parole: "È
una truffa, uno scandalo nazionale". Numerose
testimonianze non sono semplicemente state inserite nella relazione. Altri membri
della Commissione, fino al Presidente Thomas Kean, hanno denunciato le continue menzogne da parte delle
autorità. Anche la testimonianza di Barry Jennings
non è mai apparsa nel rapporto della commissione sul 9/11.
Jennings è stato vicedirettore del dipartimento dei servizi
di
emergenza della città di New York. Quest'uomo, che l'11
settembre salvò la vita a molte persone nel WTC 7,
rilasciò lo stesso giorno un'intervista dal vivo all'ABC in
cui,
ancora ricoperto di polvere, sosteneva
di aver udito esplosioni.
Nel 2007 ha reso più esplicite le sue dichiarazioni in
un'intervista con Dylan Avery, uno dei creatori di "Loose Change". Ha
spiegato di aver già udito le esplosioni prima che la prima
torre gemella crollasse e che, in contrasto con la
versione ufficiale, la hall di ingresso era piena di cadaveri.
Secondo Avery, Jennings
gli avrebbe chiesto di non pubblicare il materiale, poiché era stato minacciato
e temeva di perdere il lavoro. Tuttavia, dopo che la BBC
mandò
in onda un'intervista con Jennings che, a giudizio di Avery, era stata
distorta, Jennings si decise a inserire la propria testimonianza
completa in "Loose Change Final Cut". Il 19 agosto 2008, due giorni
prima della pubblicazione del rapporto ufficiale sul WTC 7 da parte
dell'agenzia governativa NIST, le cui conclusioni erano diametralmente
opposte alle dichiarazioni di Jennings, Jennings moriva
all'età di 53 anni in circostanze misteriose.
Un investigatore privato ingaggiato da Avery per fare indagini sulla
sua morte ha abbandonato il lavoro.
Le numerose
contraddizioni hanno
addirittura spinto recentemente un giudice federale tedesco, Dieter
Deiseroth, in un'intervista rilasciata al servizio Internet Heise, a
richiedere l'apertura di una nuova indagine: "Non
può esistere in uno stato di diritto che si rinunci ad
adottare
le misure necessarie per identificare i sospetti, ad arrestarli e a
formalizzare un capo d'accusa davanti a un tribunale indipendente...
È interessante notare che fino ad oggi Osama Bin Laden non è
ricercato per il 9/11". L'intervista si conclude
con le parole: "Tutto
ciò esige assolutamente una spiegazione".
Le
Torri Gemelle – Demolizione controllata?
Prove
di esplosivi.
Secondo l'associazione
di architetti ae911truth.org, i crolli soddisfano tutte le condizioni
di una demolizione controllata:
- La distruzione segue
il percorso di maggior resistenza.
- I detriti sono sparsi
in modo simmetrico.
- Il crollo inizia in
modo estremamente rapido (rapid onset)
- Circa 100 testimoni
hanno parlato di esplosioni e lampi di luce.
- Diverse tonnellate di
pesanti frammenti di acciaio si sono staccate in modo verticale.
- 90.000 tonnellate di
metallo e cemento sono state polverizzate nell'aria.
- nuvole piroclastiche
molto grosse che si espandono (vedi a destra)
- nessun collasso dei
piani superiori su quegli inferiori (effetto pancake)
- esplosioni orizzontali
isolate da 20 a 40 piani più in basso
- ritrovamento di tracce
di acciaio fuso ed esplosivo (termite)
Condizioni
per l'incendio.
Almeno tre condizioni
avrebbero dovuto essere soddisfatte affinché l'edificio
crollasse a causa dell'incendio:
- inizio lento con
grosse deformazioni visibili
- collasso asimmetrico
lungo la linea di minor resistenza
- presenza documentata
di temperature che potessero indebolire l'acciaio
Nulla di tutto questo si
è
verificato. Come se non bastasse, nessun grattacielo in acciaio
è mai crollato finora a causa di incendio.
World Trade Center 7 –
Errori nel rapporto
Il World
Trade Center 7, un
massiccio grattacielo in acciaio di 47 piani, in cui si trovavano la
sede di CIA e servizi segreti, è crollato circa sette ore
dopo
le Torri gemelle, sebbene non sia stato colpito da nessun aereo. Nel
"9/11 Commission Report" ufficiale questo edificio non è
neppure
menzionato. Le numerose richieste da parte dei membri del movimento per
la verità sull'11 settembre hanno spinto però il
National
Institute of Standards and Technology (NIST), un'agenzia federale, a
presentare uno studio sette anni dopo il crollo. Il mistero
più
grande che gli esperti dovevano risolvere era quello di spiegare come
mai gli edifici sono crollati praticamente alla velocità di
caduta libera. Normalmente i vari piani oppongono una resistenza,
pertanto l'edificio avrebbe dovuto crollare a una velocità
molto
più lenta. Secondo la versione ufficiale, l'edificio sarebbe
stato danneggiato dalla caduta di detriti dalle Torri gemelle.
Tuttavia, il WTC 7 si trovava a una distanza di circa un campo di
calcio e nelle fotografie non sono visibili danni significativi.
Inoltre, l'edificio avrebbe dovuto cadere sul lato in cui aveva subito
danni e non implodere sulle sue fondamenta. La soluzione
proposta dal NIST ha suscitato un misto di ilarità e orrore
nel
movimento per la verità. I commenti più cortesi
sono
stati "Ridicolo"
e "Stronzata colossale".
La versione ufficiale
è
questa: l'edificio sarebbe già crollato internamente da 30
minuti quando alla fine il ricoprimento esterno sarebbe venuto
giù alla velocità di caduta libera: un processo senza precedenti.
Gli scienziati del movimento per la verità hanno redatto
lunghi
studi in cui, punto per punto, mettono in discussione lo studio
ufficiale. Nessuna di queste domande ha però finora ricevuto
risposta. I dati completi del modello computeristico utilizzato
rimangono segreti. Per fare un esempio delle contraddizioni che si
trovano nel rapporto del NIST: Vengono mostrate le temperature dei
piani alle 17.30 e alle 18.00. Peccato, però, che l'edificio
sia
crollato alle 17.21.
Schianto sul Pentagono - Le
manovre impossibili
Più
di 200 piloti ed esperti di aviazione dubitano della versione
ufficiale. I piloti dell'organizzazione "Pilots for 911 Truth"
sostengono che è impossibile
eseguire una simile manovra
con un Boeing
per colpire il Pentagono. Il capitano Russ Wittenberg, che ha lavorato
per 35 anni sulla Pan Am e sulla United Airlines, ha dichiarato: "Ho
pilotato i due tipi di aerei usati l'11 settembre. Gli aerei avrebbero
dovuto superare il proprio limite di velocità di oltre 100
nodi
e compiere virate strette ad alta velocità spingendo
probabilmente 5, 6, 7 volte l'accelerazione di gravità. E
l'aereo avrebbe dovuto letteralmente cadere dal cielo. Non avrei potuto
farlo io e sono
assolutamente sicuro che non abbiano potuto farlo loro".
I piloti mettono in dubbio anche che una persona che ha svolto un
addestramento con un Cessna sia in grado di pilotare un Boeing. Tanto
più che l'istruttore di volo ha anche raccontato che i
piloti
erano pessimi, uno di loro non sapeva proprio volare. Molti piloti
nutrono anche dubbi sul fatto che sia possibile colpire le Torri
Gemelle a piena velocità, tanto più che uno degli
aerei
era proprio in fase di virata. Altro aspetto insolito è
praticamente l'assenza
di resti visibili di un aereo al Pentagono. Ralph Omholt, che
ha pilotato Boeing per molti anni, dice: "Non c'è coda, non ci
sono ali, non c'è nessuna
prova dello schianto di un Boeing 757".
Soprattutto i motori in titanio avrebbe dovuto resistere allo schianto.
Inoltre, i piloti fanno
notare che il foro nel
Pentagono è troppo piccolo.
Le finestre adiacenti, ad esempio, avrebbero dovuto essere danneggiate
oppure si sarebbero dovuti vedere detriti davanti. Nemmeno sull'erba ci
sono tracce di danni. Altro elemento sospetto: Il Pentagono, uno degli
edifici più sorvegliati al mondo, è circondato da
telecamere di sicurezza. L'unico video
che è stato presentato al pubblico mostra tutto tranne che
un Boeing.
Difesa aerea –
Dov'erano i caccia?
Uno dei
più grossi
misteri di quel giorno è perché gli aerei non
siano stati
intercettati sebbene vi sia stata un'ora di tempo per farlo.
L'intercettazione di aerei che si discostano dalla rotta è
semplice routine. Negli Stati Uniti succede almeno un centinaio di
volte all'anno. Ma nel giugno del 2001 questa procedura standard
è stata cambiata. In un memorandum
inviato al Joint Chiefs of Staff si legge che, prima di autorizzare i
caccia al decollo, da allora in poi sarebbe stato necessario consultare
il Dipartimento della Difesa. Vi sono anche prove che Dick Cheney abbia
dato un esplicito ordine
di "stand down",
il che significa che i caccia dovevano rimanere a terra. il sergente
Lauro Chavez afferma quanto segue: Quel giorno era in servizio presso
il Comando Centrale degli Stati Uniti in Florida ed era impegnato in esercitazioni
che includevano, tra le altre cose, il dirottamento di aerei che
volassero contro il World Trade Center, il Pentagono e la Casa Bianca.
Queste esercitazioni sono ora state confermate da documenti ufficiali.
Quando gli apparve chiaro dalle immagini in TV che stava succedendo per
davvero, chiese perché i caccia non fossero decollati. Per
tutta
risposta gli fu detto che c'era un ordine di "stand down".
Chavez sapeva anche,
prima che
venisse reso noto, che pochi mesi prima degli attentati per la prima
volta nella storia il comando supremo della difesa aerea (NORAD) era
stato affidato a un civile: Dick Cheney. La testimonianza del Ministro
dei trasporti Norman Mineta, che non emerge dal rapporto della
commissione sul 9/11, supporta questa tesi: rispondendo a un giovane
che gli avrebbe più volte rivolto questa domanda spiegando
che
un aereo che si stava avvicinando, Dick Cheney avrebbe detto che
l'ordine era ancora valido. All'epoca Mineta pensò che
questo
ordine subintendesse un ordine di abbattere l'aereo. Il colonnello Donn
de Grand-Pre ha raccontato che un generale non rispettò
l'ordine
di rimanere a terra e fece abbattere il quarto aereo su Shanksville, il
che spiegherebbe l'assenza
di detriti. Grand-Pre riferisce anche di aver redatto uno
studio per lo Stato Maggiore Generale in cui si giungeva alla
conclusione che parti
dello stesso governo sarebbero responsabili degli attentati.
Grand-Pre ha dichiarato in un'intervista radiofonica che la maggioranza
dei vertici militari sarebbe disposta a organizzare un colpo di stato
per portare alla luce la verità.