Diario della Prigionia di Mario Magonio

 
     
 

GIUGNO 1944

 
 

Annotazioni storiche

 
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16 Giugno 1944                                                                               1 giorno di prigionia

 
  Dopo aver salutato mia moglie e baciato il mio bambino mi sono recato al lavoro. Nella mattinata tutto si svolse calmo tranne verso le dieci quando siamo stati interrotti da un allarme senza incursione. Nel pomeriggio verso le 14.00, improvvisamente, pattuglie di S.S. germaniche coadiuvate da militi repubblicani, hanno sbarrato le uscite del cantiere. dopo un rapido rastrellamento hanno preso circa 500 operai tra cui anch'io. Imbarcati su torpedoni, siamo stati inviati allo scalo merci di Sampierdarena dove, ci hanno messo su due treni in compagnia di altri operai della San Giorgio e della Siac, chiuse le porte e messi i fili spinati alle finestre dei carri alle 17.20 è iniziato la nostra deportazione in Germania. Faceva un caldo soffocante, con il viso tra le sbarre dei finestrini e con gli occhi rossi di un pianto che non sgorgava ma che soffocava la gola, come inebetiti, guardavamo la folla che al nostro passare, piangeva, urlava, imprecava maledicendo. Io fissavo tra quella folla alcune donne con bimbi in braccio, e tra loro, vedevo l'immagine di chi è più della mia vita. Oltrepassata la Liguria e fattasi sera inoltrata si iniziò a pianificare la fuga. Verso Milano, uno del mio carro, alzando una tavola dal fondo, si calò giù, lasciandosi passare il resto dei carri sopra, approfittando che il treno rallentava e poi via di corsa. Più tardi tentò un altro, ma il destino non lo aiutò perché si calò male e forse rimase stritolato dalle ruote. Voglia Iddio accogliere la sua anima e il suo sacrificio vada per il bene dei nostri cari. A tarda notte ci coricammo a terra e ci addormentammo, Nella notte, approfittando di qualche fermata, altri hanno tentato la fuga, ma la scorta se ne accorse e reagì con il fuoco dei fucili mitragliatori.  
     
  17 Giugno 1944                                                                                2 giorni di prigionia  
  Alba calda, visi stravolti dal pensiero di chi abbiamo lasciato senza poter avvisare in  nessun modo. Eravamo nelle terre del Veneto e facemmo una lunga fermata a Trento. Ci diedero il permesso di scrivere una cartolina a casa già compilata così dalla croce Rossa : "Di passaggio da Trento per la Germania -  Saluti". Si prosegue il viaggio tra quelle terre del Trentino già bagnate dal sangue dei nostri padri e ora bagnate dalle lacrime dei figli. A notte i giungemmo al Brennero mentre nevica e noi eravamo vestiti da lavoro scalzi, chi con solo una canottiera, cercammo di scaldarci l' un con l' altro!. Io non chiusi occhio. Ormai anche la speranza della fuga era persa e non rimase altro che pregare e sperare nella Divina Provvidenza.   
     
  18 Giugno 1944                                                                                3 giorni di prigionia  
  Ci svegliammo presto per il freddo e per la tosse, dinnanzi a noi si presentarono le montagne colme di neve e grandi boscaglie di abeti, era la terra d' Austria. Per il resto del viaggio il nostro pensiero era quello di giungere a destinazione. Erano circa le 11,30 quando si giunse alla stazione di Mauthausen. I comandi secchi delle S.S. ci ordinarono di scendere. Pioveva e noi inebetiti dal lungo viaggio, dal freddo e dalla fame non ci reggevamo più in piedi. non potevamo organizzarci, ma ben presto, con due manciate di terra sulla faccia e qualche colpo di calcio di fucile sulla schiena eravamo tutti in riga. dopo un ora di cammino sotto la pioggia si giunse al campo di concentramento di Mauthausen. dopo il bagno e dopo aver passato gli interrogatori, si cominciò il nostro primo pasto: orzo e miglio per canarini in brodo. Ci coricammo in terra su della paglia nelle baracche e si attese il mattino.    
     
  19 Giugno 1944                                                                                 4 giorni di prigionia  
  Primo giorno a Mauthausen - Sveglia alle sette, pulizia alla camerata, un po' di surrogato di caffè amaro e si iniziò il giro attorno alle baracche, in cerca di amici. Trovai Maltinti, Lenarduzzi e vari elettricisti, impiegati e disegnatori, capi officina e cinque ingegneri e il figlio del direttore della Siac e tutti si mangia e si dorme assieme con uguaglianza. Abbiamo passato la giornata raccontandoci come siamo stati presi e come sono fuggiti gli altri. Seppi da quelli del secondo treno che durante il viaggio avevano trovato i corpi dei sei nostri compagni che avevano tentato la fuga. Per loro il destino era stato fatale.     
     
  20 Giugno 1944                                                                                 5 giorni di prigionia  
  Al mattino dopo che quattro prigionieri spagnoli ci ebbero fatto la barba subito si iniziò a scaglioni di 100  per volta gli ultimi interrogatori e le fotografie per i documenti per inviarci al lavoro. Nel pomeriggio il morale si rialzava e già si formavano gruppetti dei più spensierati a fabbricare carte e dadi per giocare. Per pasto solo una minestra di orzo e miglio e alle 10 e alle 16 pane con una fettina di salame. Tutto questo è il pasto della giornata  
     
  21 Giugno 1944                                                                                 6 giorni di prigionia  
  C'è tra noi un buon tenore e un dicitore di canzoni, abbiamo anche Luigi l'imbianchino di lamiere del cantiere che non so come se la caverà con il mangiare, lui che al cantiere mangiava sette gavette di minestra. In serata nella mia camerata abbiamo organizzato un concerto vocale. Hanno cantato romanze e canzoni, c'è stato chi ha fatto delle macchiette. Tra queste canzoni hanno cantato la canzone dell'emigrante italiano in America "Coglia"(1)  e per la prima volta veramente mi toccò il cuore e molti avevano le lacrime agli occhi. 
(1) Triste canzone genovese di Mario Capello
 
     
  22 Giugno 1944                                                                                 7 giorni di prigionia  
  Sono stato a farmi fare la fotografia e sono stato molto male quando, salito sulla pedana, mi hanno messo un grosso cartello al collo con il numero 685 come ai volgari delinquenti che non hanno diritto alla vita e devono essere additati da tutti. Non mi è rimasto altro che farmi coraggio e pregare Iddio    
     
  23 Giugno 1944                                                                                 8 giorni di prigionia  
  Pioggia tutto il giorno, noi siamo rimasti in baracca a dormire   
     
  24 Giugno 1944                                                                                 9 giorni di prigionia  
  Si attende che venga qualcuno a dirci qualcosa, ma non si vede nessuno. La giornata è lunga e la malinconia cresce come la fame. L'acqua non è buona e si beve caffè amaro, ma anche questo è razionato.  
     
  25 Giugno 1944                                                                               10 giorni di prigionia  
  Sono arrivati 400 italiani provenienti dal campo di concentramento di Carpi (1). Sono prigionieri politici e renitenti alla leva. da ora in poi saranno lasciati liberi se firmeranno il contratto di lavoro come lavoratori volontari in Germania.
(1) il primo campo di concentramento italiano inaugurato il 5/12/43 a Fossoli vicino a Carpi (Modena). Era un campo per prigionieri di guerra. Qui principalmente veniva coordinato lo smistamento per la deportazione effettiva in Germania. Dopo il '44, per l'avvicinarsi degli alleati, fu smantellato e le persone (per la maggior parte ebrei) furono concentrati a Gries, presso Bolzano.
 
     
  26 Giugno 1944                                                                               11  giorni di prigionia  
  E' iniziata la scelta degli operai per inviarli al lavoro. 25 genovesi sono partiti per le officine di San Valentino in Austria. Il piazzale sembra un mercato di schiavi. Eravamo tutti adunati nel piazzale e i nostri ingaggiatori ci chiamavano ad alta voce prosciogliendoci. A sera finita la chiamata ci ritirammo nelle baracche invidiando i prescelti e sperando nella prossima scelta.  
     
  27 Giugno 1944                                                                               12 giorni di prigionia  
  Oggi niente di nuovo. Ogni volta che si apriva il cancello era un battito di cuore, attendevamo sempre una nuova chiamata ma inutilmente.  
     
  28 Giugno 1944                                                                                13 giorni di prigionia  
  Oggi è stata la volta di 100 operai che sono partiti per una località sul confine tra l' Italia e la Austria. Questi sono stati particolarmente fortunati perché sono stati vestiti con abiti civili e hanno ricevuto anche la tuta da lavoro.   
     
  29 Giugno 1944                                                                               14 giorni di prigionia  
  Oggi è iniziata la chiamata di vari gruppi e tra questi anche il mio, composto di 25 operai quasi tutti aggiustatori meccanici. Alle 15 siamo partiti per Berlino con un treno merci composto in massima parte di carri cisterna. Su un carro c'erano 100 operai quasi tutti della San Giorgio e a metà strada si è staccato dal nostro convoglio perché era diretto in un altra località. Altri due carri erano composti da 50 operai ciascuno di altre ditte che erano come noi diretti a Berlino. Era pure attaccato al nostro convoglio un circo equestre diretto a Lois. Così iniziammo il nostro viaggio verso il lavoro con 3/4 di pane 1 etto di burro e 2 di salame, il tutto doveva bastare per due giorni e due notti.   
     
  30 Giugno 1944                                                                               15 giorni di prigionia  
  Dopo aver dormito uno accanto all'altro per scaldarci ci siamo svegliati che il treno viaggiava già in Germania. Vedevamo vasti campi coltivati a orzo e segale, immense pianure e pinete lussureggianti, le case erano quasi tutte nuove e con i tetti spioventi, parchi ferroviari e città deserte. Ci sentivamo già liberi, non avevamo più scorte armate ma solo un agente del fronte del lavoro a sorvegliarci. Alle fermate potevamo scendere e camminare, non come il viaggio tra Genova e Mauthausen che dopo due giorni e una notte di viaggio per fare i nostri bisogni ci hanno fatto salire su una collinetta scortati da sei soldati armati di fucili mitragliatori spianati contro di noi.  
 

continua ....

 
 

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