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Diario della Prigionia di Mario Magonio
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Questo libro racconta avvenimenti degli anni 1944 e
1945 in piena seconda guerra mondiale.
E' stato scritto da mio padre, durante la
sua prigionia in Germania, raccogliendo appunti con un mozzicone di matita su
pezzetti di carta trovati nelle baracche e che gelosamente conservava nascosti
nel pagliericcio per sfuggire alle perquisizioni delle guardie.
E' un diario di vita quotidiana, di piccole cose e di grandi sofferenze, non è un
romanzo di grandi eroismi, non è un tragedia teatrale, è la storia di un' uomo
che, come altri milioni di suoi simili, è stato travolto da una guerra che non ha
voluto, che non ha capito e non ha saputo contrastare.
Rientrato in
Italia ricopiò tutti gli appunti su due quaderni a righe, quelli con la copertina
nera e il bordo rosso in vendita in quegli anni in tutte le cartolerie, che poi andarono smarriti tra le
i ricordi e le cianfrusaglie di casa.
Casualmente gli ho ritrovati 57 anni dopo in una vecchia scatola da scarpe insieme a
foto e documenti ingialliti. Ho letto di un fiato questo diario, con una tenerezza
infinita, commentandolo con mio padre, oggi di novantadue anni, che sornione ma
interessato mi
ascoltava leggere ricordando con grande lucidità nomi, luoghi e avvenimenti.
Così come l' ho trovato ho voluto pubblicarlo,
senza alcuna correzione, per dare testimonianza di questi tragici
avvenimenti e
continuità ai suoi ricordi, per sorridere dell'umorismo che ha potuto mantenere
durante quella triste prigionia e per dare un riferimento a coloro, figli o nipoti
di persone nominate nel Diario, che volendo potranno ritrovare piccoli momenti di vita, riferiti di
prima mano, dei loro genitori e nonni con ogni probabilità oggi scomparsi.
All'inizio di ogni capitolo ho inserito un breve richiamo alle date e agli
avvenimenti storici di questo conflitto per evidenziare come i prigionieri ben
poco sapessero di quanto accadeva nel mondo e come la Germania si accanisse con
inutile crudeltà su di loro maltrattandoli, affamandoli e uccidendoli pur sapendo
consapevolmente che la guerra era inevitabilmente persa.
Alberto Magonio
Febbraio 2002
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