Storia della mia Hornet 600 (2002)

 

Premessa: Il ringraziamento d’obbligo nei confronti di Massimiliano Badii, amico, meccanico, e realizzatore di parti speciali, senza il quale niente di tutto ciò sarebbe mai stato realizzato..GRAZIE.

La Hornet è stata acquistata nell'Aprile 2002,e sottoposta in questi lunghi 4 anni a numerose modifiche. é stata una moto eccezionale, una moto che non finirò mai di ringraziare per il divertimento e le emozioni, nonchè l'affidabilità che mi ha regalato. Sotto una breve storia di tutte le modifiche:

Difficile dire cosa spinge un motociclista a spendere preziosi Euri per modificare una moto quando magari con meno, potrebbe acquistare  un modello che già possiede le caratteristiche che cerca….una parola sola….la soddisfazione personale; la soddisfazione nel comprare un mezzo di serie e renderlo unico, su misura per la propria guida e per i propri gusti personali, la soddisfazione di veder nascere un “prototipo” univoco ed emozionante, profondamente diverso da quella moto, la Hornet, decisamente carina ma molto, molto  figlia di tante indagini di mercato… Certo da una moto che costa così poco non si può pretendere componentistica di prim’ordine e così…nasce una parola magica…il TUNING!

Il difetto congenito di tutte le Hornet è noto e risaputo…le sospensioni! Non esiste un’ Hornettista che si definisca tale che non vomita, già dopo pochi metri, sulle forcelle e sul mono della Hornet… che fare? Semplice, il mono posteriore è stato sostituito con un bel modello Ohlins 46HRC, regolabile in precarico, estensione e compressione, mentre le forcelle, dopo essere passato da un kit Hyperpro con olio annesso, sono state sostituite in blocco con delle poderose kayaba prelevate da un Suzuki Gsx-R 750. Le piastre poi meriterebbero un romanzo…Artigianali, realizzate da Massimiliano con tanta pazienza e tante Madonne tirate sul campo di battaglia..circa tre mesi di lavoro. Risolto il problema sospensioni viene l’estetica, e qui si potrebbe spendere un patrimonio visto che per la Hornet chi più ne ha…più ne metta. Sono partito con, capolino Honda Trasparente, specchi Rizoma cromati piccoli, frecce in simil carbonio, Kit completo di viteria in ergal Valtermoto Blu, Tamponi paratelaio Valtermoto Blu (messi tardi dopo una caduta da fesso da fermo), fiancatine in carbonio CarbonDream, copritermostato e fianchetti radiatore sempre in carbonio, parafango posteriore Aviacompositi  con paracatena...in carbonio, parafango anteriore prelevato da un Ducati Monster, anche perché con le rovesciate quello di serie non ci sta…targa a bandiera e poi..poi…mi pare basta, come estetica.

Per quanto riguarda la guidabilità e motore ci sono un bel manubrio Renthal oro a piega bassa, due belle pedane Rizoma monoposto arretrate e rialzate ed uno scarico Giannelli omologato in alluminio, che non ha reso cavalli ma un bel sound si, quello di serie a confronto sembra un Rowenta!!!!  Il reparto freni poi merita un discorso simile a quello forcelle...ovvero un mix di pezzi artigianali ed altri prelevati qua e la a giro per forum ed officine....Le pinze sono di un Gsxr 750 del 1995, e mi sono state regalate da un caro Suzukista conosciuto nel forum www.motobikers.net (che consiglio caldamente...) ed anche qui un bel grazie a Lapsus, alias Luca, per il suo bel gesto. La pompa freni è di un Ducati 996, i tubi sono in treccia metallica autocostruiti, la pista frenante è di un bmw 1200S ed infine la flangia centrale è artigianale...il tutto relizzato ovviamente dal mitico Max....

Inutile dire che tutto questo è stato frutto di sacrifici ma non mi sono mai pentito, anche se, come tutte le storie, anche questa finisce e ne inizia un'altra, con una moto ben diversa, la KTM Superduke....alla Prossima.

Korzi 2007