Cenni storici sul «Parco archeologico della Cona»  

[ Le notizie sono tratte dal più ampio articolo "Antiche strade teramane" di Giammario Sgattoni, rivista «Teramo», 1974].  

Nella prima settimana dell'ottobre 1961 una delle ruspe dell'impresa Cingoli, guidata da un giovane ascolano, stava livellando, ai piedi di S. Chiara e di Colle «Castellaro», un vasto appezzamento su cui  si sarebbe dovuta costruire la grande autorimessa dell'Istituto Nazionale Trasporti [oggi deposito dell'Arpa], quando affondò i denti di acciaio in una costruzione a grossi blocchi di travertino bene squadrati: una tomba monumentale romana, di cui due iscrizioni, ed un cippo fortunatamente intatto, davano le misure ed il nome del personaggio per cui era stata edificata, il ricco interamnita Sesto (o Sestio) Histimenio. 

I monumenti erano rivolti con la fronte verso la famosa e tante volte citata «via del Batìno» (Batìnus flumen = Tordino), la strada romana che risaliva la valle verso Montorio e dalla quale erano visibili alcune tracce proprio sotto la scarpatella che aveva coperto il sepolcro e lungo la quale s'era snodato un sentiero campestre denominato dai contadini «strada vecchia».

La ruspa aveva dissotterrato anche centinaia di frammenti di vasi, anfore e mattoni; e negli anni precedenti erano affiorati vari sesterzi ed altre monete romane, una grossa giara e travertini scolpiti, i quali - dicevano - erano stati usati come materiale di riempimento.

Il pomeriggio del 18 ottobre, qualche minuto prima del sopralluogo del Sovrintendente alle Antichità, una delle escavatrici, continuando inavvertitamente lo sterro proprio vicino al tracciato della via romana, aveva frantumato il fastigio di un altro sepolcro, e cioè un bell'ossuario litico finemente scolpito ed inscritto, di cui qualche frammento era andato purtroppo disperso.  

Furono ordinati scavi sistematici, iniziati il 24 ottobre, agli ordini del giovanissimo ispettore Adriano La Regina (oggi noto studioso di topografia antica). Fu localizzata l'area del sepolcro di Sestio Histimenio e disseppellita la statua del defunto, dissotterrando centinaia di frammenti fittili....

... La bella statua, di grandezza naturale, era purtroppo acefala e apoda, mutila cioè delle spalle, della testa e dei piedi. Il personaggio togato, stringeva con la destra il bastone ed aveva con la sinistra, ricca di anello, poggiata sul petto a reggere il nodo della veste... 

...Proprio negli ultimi giorni d'ottobre, sempre lungo il tracciato di quella «strada vecchia», e ad una cinquantina di metri dal sepolcro di Histimenio, erano state disseppellite le basi in travertino di altri monumenti funerari...

...Anche l'insigne epigrafista prof. Attilio Degrassi dell'Università di Roma, debitamente interpellato dalla dottoressa Cerulli Irelli, s'era molto interessato alla scoperta, ed aveva dichiarato che l'iscrizione di Histimenius è certo anteriore  all'epoca flavia (cioè anteriormente al 69 d.C.) poiché vi manca il cognomen del ricco personaggio defunto.

Si auspicò, allora, che la direzione generale dell'I.N.T. e la soprintendenza delle antichità studiassero il modo migliore - insieme con l'architetto Mariotti progettista dell'autofficina - per conservare e valorizzare il sepolcreto di Ponte Messato...  

...In realtà, l'autorimessa dell'INT fu soltanto arretrata verso il colle di S. Chiara, con notevole dispendio (giacché altre zone proposte pare non risultassero idonee); e la piccola «via Appia teramana e abruzzese», un «unicum» nella nostra regione, dopo ulteriori scavi (si rinvenne anche il cippo di un CAETRANIVS DAMA Liberto di Caia) ed una prima non definitiva sistemazione, tornò quasi del tutto nell'oblio...    

 ...fino a che, con la costruzione della nuova superstrada per Montorio, gli scavi tornarono agli onori della cronaca. Furono scoperti microliti appartenuti ad alcuni fondi di capanne neolitiche...  

...Con i lavori stradali furono però frantumati molti resti di fabbriche romane se non dello stesso sepolcreto. Questi ultimi «fatti» furono  seguiti da alcuni giovani studenti appassionati di archeologia (Walter Mazzitti ed altri), i quali misero in luce dietro la la nuova scuola elementare della Cona persino una grande vasca circolare profonda qualche metro, probabilmente una cisterna d'acqua. Inoltre, nella parte bassa di Fonte Baiano (l'attuale zona di Piano Solare), attorno alla nuova «casa vecchia» di Peppino Scarselli, abbiamo potuto ammirare alcuni frammenti classici, uno dei quali finemente inscritto, altra testimonianza della strada che da Porta Romana, e lungo il Batino-Trontino-Tordino, dovè risalire la vallata verso i Monti della Laga e verso la «Salaria» di Amatrice, insomma verso Roma specialmente allora tutt'altro che lontana, allora che tutti viaggiavano con mulo, cavallo e carretto.

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 Il percorso con immagini

La mappa

 Sintesi della proposta

Costruzioni storiche incontrate

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