IL PONTE DI TURCHI   - a cura di Stefano Ianuarii -       pg. 1/2

La fatica di avventurarsi in ambienti fluviali difficilmente accessibili può, a volte, essere ricompensata da piacevoli sorprese.

E' il caso del tratto di fiume Tordino posto a monte e non troppo distante dalla Rameria di Villa Tordinia.

La sorpresa in questione e' un antico e dimenticato ponte in muratura di epoca rinascimentale.

Lo stato di abbandono e degrado, oggigiorno tragicamente evidenziato dal crollo di un'arcata avvenuto una trentina di anni or sono e dal dissesto delle rimanenti due arcate, ancora non sono riusciti a cancellare il valore di quest'opera, testimone delle capacità tecnico costruttive e del sistema di comunicazione dei nostri avi.

Ma occorre affrettarsi e correre ai ripari prima che sia troppo tardi.

La storia del manufatto e' poco documentata dalle fonti storico-archivistiche.

Il tracciato cui appartiene il ponte, decaduto dagli ultimi 160 anni, pur collegando nell'immediato due piccole frazioni del comune di Teramo- Villa Butteri e Villa Tordinia - era parte di ampio sistema di viabilità di origine romana che in zona si diramava.

Il ponte fu realizzato tra il 1480 e il 1590 come emerso dall'analisi metrico-proporzionale e dallo studio della cartografia dell'epoca.

Probabilmente, quindi il ponte fu eretto per meglio collegare alla città di Teramo i territori dell'ex feudo di Frondarola ad essa politicamente annessi.

Il manufatto subì, nel corso dei secoli, alcune riparazioni in conseguenza delle disastrose alluvioni del fiume ricordate, peraltro, solo in manoscritti inediti e poco conosciuti.

 

CONSERVAZIONE DELLA MEMORIA: PROPOSTA DI RECUPERO

L'obiettivo della conservazione della memoria del manufatto al fine della trasmissione alle generazioni future va raggiunto individuando un utilizzo congruente alle caratteristiche dell'opera stessa.

Nel caso del nostro ponte si e' partiti sia da considerazioni tecniche sulla fattibilità di un intervento che, comunque, conservi l'immagine dello stesso ponte e della stradina, sia da riflessioni sulle vocazioni dell' intorno.

Da tali ragionamenti è nata l'ipotesi di recupero della struttura all'interno di un percorso naturalistico - ad uso di passeggiate a cavallo, bicicletta, corsa campestre ecc. -

Si e' escluso, pertanto, un possibile uso carrabile.

Il tracciato da recuperare inanellerebbe in sequenza conoscitiva, vari reperti storico-antropologici presenti nella zona legati al fiume ed in particolare il vicino molino di Turchi permettendo un agevole collegamento tra la quota del fiume e la "quota" degli insediamenti

Ed inoltre l'intervento di recupero del ponte e dell'adiacente tracciato - oggetto di proposta di tesi risalente già al 1990 -, ben si presta ad essere inserito, in una visione più ampia, all'interno della proposta di un grande percorso ad anello includente la città di Teramo. Grande anello che, si badi bene, in parte risulta già realizzato (dal ponte S. Gabriele al Ponte a Catena alla Cona), in parte progettato dall'Amministrazione (dal ponte S. Gabriele al Palazzetto e dalla Cona alla Rameria) e in parte in queste pagine concretamente da noi proposto.

Senza entrare nel merito tecnico della proposta -peraltro studiata nei dettagli e quindi immediatamente realizzabile e cantierabile - mi limiterò ad affermare che il recupero strutturale del ponte avviene intervenendo da un lato sulle arcate ancora in piedi e dall'altro proponendo una ricostruzione, in legno, dell'arcata crollata.

Per le arcate ancora in piedi si e' proposto di rigenerare la muratura e, soprattutto, sostituire il materiale di riempimento, potenziale fattore di degrado, con materiale idoneo e di peso calibrato.

La proposta di ricostruzione dell'arcata crollata, finalizzata anche alla reintegrazione dell'immagine del manufatto.

Il ponte dopo la ipotetica ristrutturazione.                                       Vai alla pagina successiva >>>>