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COMUNICATO STAMPA

LICENZE UMTS: ADUSBEF E CODACONS CHIEDONO LE DIMISSIONI
DEL MINISTRO CARDINALE E PRESENTANO ESPOSTI DENUNCE
CONTRO I MINISTRI ECONOMICI DEL GOVERNO PER DANNO ERARIALE.

 

Qualora BLU dovesse ritirarsi dalla gara per l’assegnazione delle licenze UMTS, il Governo dovrebbe annullare l’asta e procedere per turbativa d’asta contro il consorzio e tutti gli artefici della vicenda.

Avevamo avvertito il Governo ed il ministro Cardinale di mettere all’asta 4 delle 5 licenze in presenza di 5 concorrenti veri e di un concorrente dimezzato, come si è poi puntualmente verificato.

Se il Governo non dovesse annullare la gara ed intentare azione di rivalsa contro Blu, Adusbef e Codacons, che hanno già presentato esposti alla magistratura, sarebbero costretti ad arricchirla di un nuovo capitolo: presentare una denuncia contro i ministri economici per danno erariale, chiedendo il ristoro dei gravissimi danni economici (almeno 20.000 miliardi), prodotti da un Governo che ha dimostrato –come minimo- di essersi comportato come un dilettante allo sbaraglio.

Se il ministro Cardinale (che di fronte a questa vera e propria Caporetto per le casse pubbliche dovrebbe subito dimettersi),avesse messo all’asta 4 elle 5 licenze, oltre a ricavare circa 20 mila miliardi in più, avrebbe ridotto l’impatto ambientale derivante da una selva di antenne, che si aggiungono a quelle già presenti, con grave rischio di inquinamento per la salute umana.

Roma, 23.10.2000


COMUNICATO STAMPA

ANATOCISMO: IL GOVERNO NON SOCCORRA LE BANCHE CON LEGGINE RIPARATORIE RICHIESTE DELL’ABI E NON SOTTOVALUTI LA RIVOLTA DI CONSUMATORI E UTENTI CONTRO LE VESSAZIONI E GLI ABUSI DELLE BANCHE.

 Dopo mezzo secolo di angherie, vessazioni, maltrattamenti, abusi, gestione clientelare del credito, repentine revoche degli affidamenti in 24 ore, fidejussioni omnibus, discriminazioni, furbizie, potere di vita o di morte sulle piccole e medie imprese, all’ombra di un vergognoso protezionismo di Bankitalia ,che ha generato il più inefficiente dei sistemi bancari d’Europa con una odiosa imposizione di rapporti squilibrati ed iniqui delle banche con la propria clientela, gli utenti bancari hanno rialzato la testa ribellandosi ad uno status-quo non più sopportabile.

L’ultima sentenza della Corte Costituzionale e le 4 sentenze di Cassazione sull’anatocismo che hanno dichiarato illegittimi usi bancari praticati ad uso e consumo delle banche da oltre mezzo secolo, l’accoglimento della petizione presentata da Adusbef al Parlamento Europeo per la violazione delle norme sulla concorrenza, la sentenza di Cassazione che ha imposto alle banche di ricondurre i mutui sotto i tassi soglia fissati dalla legge 108/96 (usura) senza costi od oneri aggiuntivi, dimostrano che il vento favorevole alle banche ha cambiato direzione e che i consumatori organizzati non sono più disponibili a subire passivamente arbitrii e vessazioni.

Qualora il Governo dovesse reiterare il decreto bocciato dalla Corte Costituzionale per andare in soccorso delle banche o dovesse barattare, con una nuova sanatoria, lo sblocco della rinegoziazione dei mutui agevolati che le banche hanno impugnato al Tar del Lazio, la reazione degli utenti organizzati sarebbe ancora più forte delle sacrosante proteste messe in atto da Adusbef dopo il vergognoso decreto truffa "salva banche" del 23 luglio 1999.

Vi è un solo modo per evitare un lungo e costoso contenzioso giudiziario patrocinato da Adusbef ed altre poche associazioni di consumatori che non hanno voluto sottoscrivere accordi beffa con le banche: il Governo, mediante il ministro del Tesoro Vincenzo Visco (che ha giudicato stravagante l’anatocismo e che in passato, primi anni ’90, è stato al nostro fianco,da deputato della sinistra indipendente per la legge sulla trasparenza bancaria), si faccia garante nel calcolare l’illecito profitto delle banche con la ricapitalizzazione trimestrale degli interessi, che deve essere restituito a tutti gli utenti (scoperto di conto e fidi),che hanno maturato il diritto.

Qualsiasi altra scorciatoia, oltre ad essere impugnata in tutte le sedi possibili, sarebbe un grande rischio per il Governo di Centro-Sinistra, già iscritto d’ufficio nel gruppo "Amici della Banca" per il decreto "salvabanche" e gli aiuti di Stato offerti alle ricche Fondazioni bancarie (con procedura d’infrazione aperta dalla CE contro l’Italia), ed avversario degli utenti e dei consumatori che già hanno memoria lunga,ma a 6 mesi dalle elezioni politiche, non potrebbero –neanche se volessero- non ricordare.

Roma,19.10.2000


COMUNICATO STAMPA

SENTENZA CONSULTA ANATOCISMO BANCARIO: COSA FARE PER RICHIEDERE IL MALTOLTO ! LE ISTRUZIONI PER L'USO. ADUSBEF DIFFIDA IL GOVERNO AD EMANARE LEGGINE, PER VANIFICARE SENTENZE CASSAZIONE E CONSULTA, GIA' RICHIESTE DAGLI "AMICI DELLE BANCHE".

La  sentenza  della  Corte  Costituzionale  depositata  oggi sull'anatocismo bancario, riapre la strada alle richieste di  restituzione del maltolto da parte dei consumatori che avevano avuto prestiti dalle banche e che il decreto D'Alema-Amato, bocciato dalla Consulta, aveva cercato di vanificare.

Adusbef  ha  calcolato che ogni 10 milioni di  prestito,  al tasso  del 16 per cento (media degli ultimi 10 anni elaborando  i bollettini di Bankitalia), ricapitalizzato trimestralmente ha prodotto circa 100.000 lire annue di ricapitalizzazione e 40.000 lire  annue di commissione di massimo scoperto (media 1  per  cento trimestrale).

Con  la rivalutazione monetaria tale somma di  140.000  lire l'anno, moltiplicata per gli ultimi 10 anni di rivalsa, produce una richiesta di circa 2 milioni di lire per ogni 10 milioni di  prestito, scopertura di conto corrente, affidamento, ecc. (sono esclusi i depositi bancari mentre è in atto una verifica legale per i mutui, prestiti personali, leasing, factoring, ecc.).

Sul  sito www.adusbef.it possibile trovare il modulo  con la  richiesta  di  conteggiare  i  tassi  sui  prestiti  ricevuti nell'ultimo decennio su base annuale e non più trimestrale, da inoltrare alle banche interessate per lettera raccomandata  avviso di ritorno, e per conoscenza e rappresentanza ad Adusbef.

Trascorsi 60 giorni i consumatori che non hanno avuto risposta o hanno avuto una risposta negativa dalla propria  banca, possono adire il Giudice di Pace competente per gli importi fino a 2 milioni di lire, farsi assistere dagli avvocati inseriti  nell'apposito  elenco, sempre sul sito www.adusbef.it ,per inoltrare  istanza  di risarcimento nei Tribunali senza anticipare somme:  in caso di vittoria, gli avvocati convenzionati con Adusbef applicheranno le tariffe minime previste.

Adusbef diffida il Governo ad emanare leggine, già  richieste a  gran  voce dal gruppo "amici della  banca", per  non  reiterare l'errore sanzionato dalla Consulta, e le associazioni dei  consumatori  che  vanno a braccetto con le banche e che  hanno  sottoscritto protocolli con l'Abi, a rivendicare meriti su una sentenza clamorosa, prodotta per la nostra tenacia, non grazie ad  accordi o tavoli di trattative.

In  una  conferenza stampa che verrà  indetta  nei  prossimi giorni, Adusbef farà il punto più preciso sulla situazione.

Roma, 17.10.2000

 


  

COMUNICATO STAMPA

 

ANATOCISMO BOCCIATO DALLA CONSULTA: LE BANCHE RISARCISCANO I CONSUMATORI CON LA RESTITUZIONE BONARIA DEL MALTOLTO. TESORO E BANKITALIA RISPONDANO DI MEZZO SECOLO DI VESSAZIONI INFERTE AGLI UTENTI BANCARI PER COLLUSIONE ED OMESSA VIGILANZA. LE MALEFATTE DEGLI "AMICI DELLE BANCHE" E DEL GOVERNO D’ALEMA-AMATO, STAVOLTA SONO STATE SCONFITTE !

Le indiscrezioni dei giorni scorsi sulla sentenza della Corte Costituzionale, che ha bocciato la sanatoria del decreto truffa salva banche D’Alema-Amato sull’anatocismo (interessi che producono altri interessi), varato il 23 luglio 1999, per mettere una pietra tombale sulle speranze dei vessati utenti bancari, trovano conferma: la Consulta, secondo il dispositivo della sentenza depositata stamane ha condannato Governo e banche su più fronti.

La Corte Costituzionale ha emesso una sentenza storica per i diritti dei consumatori dopo che i legali di Adusbef, hanno impugnato il "decreto truffa" 342/99: Avv. Antonio Tanza, V. Presidente Adusbef nella causa Miglietta Pietro-Banca del Salento, rimesso alla Consulta dal Tribunale di Lecce .

Che il decreto "salva banche" Amato-D’Alema fosse truffaldino dopo che ben 4 sentenze di Cassazione avevano dichiarato illegittimi i comportamenti delle banche nel capitalizzare gli interessi trimestralmente sugli impieghi (soldi prestati dalle banche) annualizzando gli interessi sui depositi, ponendo in essere una lucrosa attività di capitalizzazione a danno dei consumatori ed utenti bancari costretti a lavorare per pagare agli istituti di credito un’attività di "usura" legalizzata, era scontato anche per uno studente al primo anno di Giurisprudenza.

Adusbef, dopo che avrà analizzato il dispositivo della sentenza, convocherà una conferenza stampa sia per quantificare l’impatto della sentenza sulle tasche dei cittadini che per dare le relative istruzioni circa le modalità più snelle per richiedere alle banche il "maltolto", dopo aver selezionato una agguerrita legione di avvocati specializzati nel recupero crediti (questa volta a favore dei consumatori bancari) in quasi tutte le città italiane, con indirizzi e numeri di telefono sul sito www.adusbef.it .

Adusbef, unica titolata a rivendicare la vittoria dei consumatori davanti alla Consulta (carta canta ! ), dedica l’avvio del ripristino della legalità nei rapporti banche-utenti a Pino Bertone (il bidello di Caserta morto drammaticamente per l’impossibilità di accedere al credito legale) ed alle numerose vittime delle malefatte bancarie che hanno caratterizzato, nel secondo dopoguerra, un sistema creditizio inefficiente e clientelare ben protetto dalla Banca d’Italia e dalle autorità monetarie.

Ma dopo questa sentenza, non tutto può restare come prima, anche nella vigilanza bancaria e nei sistemi di controllo che hanno giustificato mezzo secolo di vessazioni a danno dei consumatori famiglie e delle imprese ed Adusbef si aspetta,, che gli alti piani di Via Nazionale (Bankitalia) e di Via XX Settembre (Ministero del Tesoro) vengano doverosamente bonificati.

Roma, 17.10.2000


COMUNICATO STAMPA

U.E. - COMMISSIONE PETIZIONI: ACCOLTA LA PETIZIONE CONTRO IL DECRETO SALVA BANCHE.

PROBABILE L’APERTURA DI PROCEDURA DI INFRAZIONE CONTRO L’ITALIA.

 In data 10 0ttobre, abbiamo ricevuto formale comunicazione dal Presidente della Commissione Petizioni presso il Parlamento europeo, Vitaliano Gemelli, che la petizione da noi presentata nello scorso febbraio, con la quale richiedevamo l’apertura di una procedura d’infrazione contro l’Italia, per il decreto salva banche, è stata ritenuta "ricevibile". Nella comunicazione si legge che la Commissione Petizioni ha richiesto formalmente alla Commissione europea, di cui è presidente Romano Prodi, di prendere posizione sulle questioni da noi sollevate.

La nostra petizione richiedeva l’apertura di una procedura d’infrazione contro l’Italia di fronte alla Corte di Giustizia Europea perché con il decreto D’Alema dell’agosto 1999 – noto anche come decreto salva banche - si sono infrante le regole poste alla base del Trattato CEE. Con tale decreto, infatti, si è voluto favorire sfacciatamente il sistema bancario che aveva appena ricevuto pesanti condanne dalla Corte di Cassazione sull’eccessiva esosità del sistema di riscossione delle competenze usato dalle banche, meccanismo definito da quelle sentenze non trasparente, potenzialmente usurario e contrario ai principi della concorrenza.

In conseguenza del provvedimento della Commissione Petizioni si aprono due possibilità: la Commissione europea si dichiara d’accordo con i motivi della Petizione e apre una procedura d’infrazione o, in caso di disaccordo, la Commissione Petizioni può ordinare comunque alla Commissione europea di aprire ugualmente la procedura d’infrazione. Di fatto, comunque, con questo provvedimento si dà inizio al procedimento contro l’Italia.

Pescara, 10/10/2000

Il Responsabile regionale

componente del Direttivo Nazionale

Gianni Colangelo

Lungomare Matteotti 63 65122 PESCARA

 

Il testo della petizione è riportato anche dal sito della Regione Abruzzo:

www.tm1.it/ausbef


 

COMUNICATO STAMPA

ENEL-INFOSTRADA: SONO GLI UTENTI ELETTRICI DOMESTICI, CON LE TARIFFE PIU' ALTE (66 PER CENTO) D'EUROPA, A FINANZIARE UNA OPERAZIONE ARBITRARIA ED INCOMPATIBILE CON QUALSIASI PRINCIPIO LIBERALE E DI MERCATO: UNA VERA E PROPRIA VERGOGNA DI STATO !

 "In primo luogo va ricordato che Enel è una Spa quotata in Borsa con oltre il 30 per cento di flottante. Il management è quindi responsabile della società non solo verso il Tesoro, ma anche verso 3 milioni di azionisti che hanno investito circa 30.000 miliardi". Il dottor Tatò, nell'articolo pubblicato oggi dal Corriere della Sera per sostenere la bontà dell'operazione Enel-Infostrada, ha difeso gli interessi dei piccoli azionisti che nelle due uniche assemblee svolte, sono stati invece trattati a pesci in faccia: basta rileggersi le cronache di quelle assemblee.

I 3 milioni di azionisti Enel, che hanno pagato 4,30 Euro ad azione, anche considerando la "bonus share", pari al 5 per cento che scatta come premio di fedeltà a chi non dismette i titoli almeno per 12 mesi dal collocamento, non hanno certo realizzato un buon investimento anche con la performance di ieri del titolo Enel, che quotava 4,43 Euro,13 centesimi in più rispetto a quanto pagato dal poco rispettato popolo degli azionisti 11 mesi prima.

Il dottor Tatò ha però dimenticato di aggiungere nelle sue considerazioni (ma siamo certi che non si tratti di omissione), che le tariffe imposte dall'Enel, il cui abuso di posizione dominante nel mercato elettrico è fuori discussione ed i cui ritardi nella liberalizzazione sono attribuibili anche a pressioni e resistenze esercitate sul Parlamento, sono del 66 per cento superiori alla media europea. Dalla relazione annuale dell'Autorità per il Gas e l'Energia è provato che le tariffe elettriche pagate dalle famiglie, sono più care del 66 per cento rispetto agli altri paesi europei, mentre le imprese pagano più cara l'elettricità in media del 30,4 per cento.

COSTO E TASSAZIONE DI UN KILOVATT/ORA

COSTO IN EUROPA ED IN ITALIA

 

Costo lordo

Costo netto

 

EUROPA

ITALIA

DIFFERENZA %

EUROPA

ITALIA

DIFFERENZA %

FAMIGLIE

247,4

410,3

+ 65,8 %

231

327,4

+ 41,7 %

AZIENDE

120,1

157,3

+ 31,0 %

114

131,8

+ 15,6 %

TASSAZIONE EUROPA/ITALIA E DIFFERENZIALE

 

EUROPA

ITALIA

DIFFERENZIALE

ITALIA SU EUROPA

DIFFERENZA %

ITALIA SU EUROPA

FAMIGLIE

16,4 lire

82,9 lire

66,5 lire

+ 405,5 %

AZIENDE

11,7 lire

25,5 lire

13,8 lire

+ 118,0 %

 

A luglio 1999 infatti (ultimo dato disponibile), l'utenza domestica che consuma 3.500 Kw, pagava 410,3 lire a chilovattora al netto delle imposte e 327,4 al netto delle tasse contro una media europea di 247,4 e 231 lire. Le imprese pagavano rispettivamente 157,3 lire con le tasse e 131,8 al netto delle tasse, mentre le imprese degli altri paesi europei pagavano in media 120,1 lire lorde e 114 nette.

Le tariffe elettriche italiane sono più care per una più alta percentuale di pressione fiscale che grava sulle stesse (405 per cento sulle famiglie,118 per cento sulle imprese) , ma anche al netto delle tasse, saranno le bollette più pesanti del 66 per cento delle utenze famiglie, che spendono in media 700.000 lire l'anno di luce, a finanziare l'operazione Enel-Infostrada, ed i consumatori devono essere grati all'Enel che non sembra abbia: "determinazione ad uscire dal monopolio dell'energia elettrica e anche dall'alveo dello Stato, a fatti e non a parole" -come ha affermato oggi il ministro dell'Industria Letta.

Roma,12.10.2000


COMUNICATO STAMPA

ENEL-INFOSTRADA: ADUSBEF CHIEDE ALLA CONSOB L'IMMEDIATA SOSPENSIONE DEL TITOLO ENEL SUI MERCATI ITALIANI ED ESTERI DALLE CONTRATTAZIONI,IN ATTESA CHE VENGANO CHIARITI TUTTI GLI ASPETTI DELL'ACCORDO. ADUSBEF CONSEGNERA' OGGI NELLE MANI DEL COMMISSARIO UE MARIO MONTI,LA DENUNCIA SULL'INTRECCIO INCESTUOSO DEL MONOPOLIO ENEL (DI PROPRIETA' DELLO STATO) CHE FINANZIA CON LE BOLLETTE ELETTRICHE ELEVATE, LE AVVENTURE NELLA TELEFONIA FISSA LIBERALIZZATA.

 In  una lettera urgente inviata al Presidente  della  Consob Luigi  Spaventa, Adusbef ha chiesto l'immediata  sospensione  del titolo Enel dalle contrattazioni sui mercati italiani ed  esteri, come atto dovuto e trasparente a tutela del mercato e dei risparmiatori, fintanto non saranno chiariti gli aspetti finanziari  ed economici dell'accordo con Vodafone-Infostrada.

Dopo  aver interessato nei giorni scorsi l'Autorità  per  il Gas e l'Energia e l'Antitrust, il presidente di Adusbef, Elio Lannutti,  consegnerà oggi alle ore 13,15, una lettera sulla  vicenda Enel-Infostrada al Commissario Europeo Mario Monti, che terrà una conferenza  stampa a Roma proprio sui temi della concorrenza  per migliorare i servizi pubblici.

"Già ai tempi del terzo gestore della telefonia mobile  assegnata  a Wind, di cui l'Enel detiene la maggioranza assoluta  del 51  per cento, a fronte delle accuse mosse da Adusbef, il  Tesoro giustificò  l'ingresso nella telefonia mobile con la  valorizzazione degli asset dell'Ente elettrico che avrebbe portato un  aumento di patrimonio e capitalizzazione".

"Le chiediamo, signor Commissario, di aprire un'indagine per impedire  che il monopolio telefonico uscito dalla porta  con  la privatizzazione di Telecom Italia, possa rientrare dalla finestra mediante l'acquisizione di Infostrada da parte dell'Enel che  finirà  di farsi finanziare l'operazione dagli ignari utenti  elettrici che proprio in virtù dei ritardi nella liberalizzazione finiscono per pagare tariffe più alte d'Europa rispetto agli utenti europei dove vige, da anni, un regime di concorrenza e di libero mercato".

Per queste ragioni Adusbef Le chiede cortesemente di  aprire una urgente indagine sull'Enel e sul maggior controllante  (Tesoro),  per verificare se i comportamenti adottati nel  caso  di specie con il tentativo di acquisire Infostrada siano compatibili con  le regole della concorrenza o piuttosto non tendano a  ricostituire  un monopolio nella telefonia fissa, il cui impegno  per la sua liberalizzazione è stato previsto da direttive europee recepite dall'ordinamento italiano.

Roma, 10.10.2000

 

Riportiamo il testo della lettera consegnata al Commissario Mario Monti

 

 

Egr.Prof. Mario Monti

Commissione Europea

Direzione Concorrenza

Rue de la Loi, 200

B-1049 BRUXELLES

 

Oggetto: accordo Enel-Infostrada (Vodafone)

Egregio Prof. Monti,

da notizie di stampa abbiamo appreso che l'Enel, azienda  monoplista  nel settore elettrico, controllata per il 65 per  cento  dal Tesoro, sta  per perfezionare l'acquisto di Infostrada, il  secondo operatore italiano di telefonia fissa, da affiancare alla rete  di Wind,terzo operatore della telefonia mobile controllata al 51 per cento dall'Enel.

Già  ai tempi del terzo gestore della telefonia mobile  assegnata  a Wind, di cui l'Enel detiene la maggioranza assoluta  del 51  per cento, a fronte delle accuse mosse da Adusbef, il  Tesoro giustificò  l'ingresso nella telefonia mobile con la  valorizzazione degli asset dell'Ente elettrico che avrebbe portato un  aumento di patrimonio e capitalizzazione.

Le chiediamo, signor Commissario, di aprire un'indagine  per impedire  che il monopolio telefonico uscito dalla porta  con  la privatizzazione di Telecom Italia, possa rientrare dalla finestra mediante l'acquisizione di Infostrada da parte dell'Enel, che finirà  di farsi finanziare l'operazione dagli ignari utenti  elettrici che proprio in virtù dei ritardi nella liberalizzazione pagano tariffe più alte d'Europa rispetto agli utenti europei dove vige, da anni, un regime di concorrenza e di libero mercato.

Per queste ragioni Adusbef Le chiede cortesemente di  aprire una urgente indagine sull'Enel e sul maggior controllante  (Tesoro),  per verificare se i comportamenti adottati nel  caso  di specie con il tentativo di acquisire Infostrada,siano compatibili con  le regole della concorrenza o piuttosto non tendano a  ricostituire  un monopolio nella telefonia fissa, il cui impegno  per la sua liberalizzazione è stato previsto da direttive europee recepite dall'ordinamento italiano.

Grati per l'attenzione, l'occasione è gradita per inviare

Distinti saluti

Il Presidente

Elio Lannutti

Roma,10.10.2000


COMUNICATO STAMPA

DECENNALE ANTITRUST: MONOPOLI (ENEL) RAFFORZATI, E TANTA IPOCRISIA SIA DAL GOVERNATORE BANKITALIA FAZIO CHE DAL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO (EX ANTITRUST) AMATO. ADUSBEF HA CHIESTO UN INTERVENTO DI ANTITRUST ED AUTORITA' ENERGIA, PER ARRESTARE L'OLIGOPOLIO ENEL.

 

Nel decennale della nascita dell'Autorità Garante della Concorrenza  e del Mercato, celebrato oggi a Roma, a parte l'abituale retorica  alla quale ci ha abituato il Governatore di  Bankitalia Fazio, siamo in presenza di un vero e proprio falso storico laddove  (pag.16 relazione) attribuisce al ministro del Tesoro  Guido Carli, il varo della legge Antitrust.

Il padre della legge Antitrust è stato invece l'ex  senatore della  sinistra indipendente prof. Guido Rossi, e qualora  bisogna riconoscere i meriti, l'ex ministro del Tesoro ha avuto il  demerito di aver attribuito alla Banca d'Italia, invece che  all'Autorità Garante della Concorrenza -come in Europa-,di vigilare  sulla concorrenza  delle banche aprendo un vero e proprio conflitto di interessi che ha danneggiato i consumatori e gli utenti bancari.

Anche  il  presidente Amato non si è risparmiato  nell'arte della  retorica quando ha affermato (pag.38 di Repubblica) che:" Le  privatizzazioni si sono fatte, ma il conflitto fra le  ragioni della concorrenza e l'interesse del Tesoro a massimizzare il  valore delle sue azioni non sempre si è risolto a favore delle prime...". Il presidente Amato non era lo stesso ministro del Tesoro che  effettuò una discutibile operazione per fare cassa con  l'Enel, consentendo all'Ente elettrico di rafforzare il monopolio ?

In  una lettera inviata giovedì 5 ottobre u.s. ad  Antitrust ed Autorità per il Gas e l'Energia, Adusbef ha chiesto di bloccare il disegno del management Enel che vorrebbe ripetere, con l'aggravante del monopolista incallito, l'esperienza IRI.

"Già ai tempi del terzo gestore della telefonia mobile  assegnata  a Wind, di cui l'Enel detiene la maggioranza assoluta  del 51 per cento, a fronte delle accuse mosse da Adusbef e dai cultori  del libero mercato vero, non mascherato da alchimie  politico- societarie, il Tesoro giustificò l'ingresso nella telefonia mobile  con la valorizzazione degli asset dell'Ente elettrico che  avrebbe portato un aumento di patrimonio e capitalizzazione.

Ma l'espansione dell'Enel in settori diversi quali l'acqua e la telefonia fissa, con l'annuncio dell'acquisto di Infostrada, rischia la ri-costituzione di una conglomerata, quale è stata  l'IRI,  finanziata dagli utenti elettrici che in virtù di un  potere di monopolio praticato dall'Enel, pagano le bollette elettriche il 10-15 per cento in più rispetto agli utenti europei dove vige, da anni, un regime di concorrenza e di libero mercato.

Per queste ragioni Adusbef chiede cortesemente di aprire una istruttoria sull'Enel e sulle società controllate e sul  maggior controllante, per verificare se i comportamenti adottati nel caso di specie con il tentativo di acquisire Infostrada, anche con  la costituzione di un monopolio nella telefonia fissa, siano  compatibili  con  le regole fissate dalla legge  istitutiva dell'Anti trust e con il corretto funzionamento del libero mercato".

Roma, 9.10.2000



 

COMUNICATO STAMPA

L’ULTIMO RITOCCO BCE DEL TASSO DI RIFERIMENTO (+0,25 PER CENTO) FARA’ LIEVITARE ANCORA I COSTI DEI SERVIZI BANCARI. NE’ SI SALVERANNO I MUTUI: AUMENTERANNO LE RATE DI QUELLI A TASSO VARIABILE (CIRCA 14 MILA LIRE MENSILI IN PIU’ ) ED I TASSI DEI NUOVI.

L’ indagine effettuata da Adusbef i primi di settembre sui tassi dei mutui fondiari, cresciuti di circa due punti dal giugno 1999 all’agosto 2000, risulta ormai superata: la BCE ha rivisto di un quarto di punto il tasso di riferimento, portandolo al 4,75 per cento.

In barba agli sforzi per controllare l’inflazione, le banche approfitteranno tempestivamente di questa ennesima opportunità offerta dal rialzo dei tassi: se un anno fa la forbice tra tasso di remunerazione dei conti correnti e tasso pagato dai clienti affidati era pari a circa 5,5 punti percentuali (0,1 per cento sui depositi, 5,50 sugli affidamenti), con l’ultima manovra della BCE si passerà ad un differenziale di circa l’8 per cento, bloccando la remunerazione sui depositi e alzando il tasso passivo per la clientela, che supererà certamente l’8. Tale rinnovata capacità di manovra sul differenziale tra tasso attivo e passivo, la man salva nel far lievitare i costi dei servizi, il "collocamento di obbligazioni" spazzatura e la fantasia dimostrata nell’inventare nuove voci di spesa a danno degli utenti, permettono a ciascuna delle 876 banche operanti in Italia di ottenere utili per decine di miliardi, in alcuni casi, per migliaia di miliardi: si spiega così il fenomeno altrimenti "inspiegabile" di un settore che, giudicato da tutti (banche comprese) inefficiente e con eccesso di dipendenti, risulta invece altamente redditizio.


Dalla manovra non si salvano i mutui fondiari: non più di un mese fa, Adusbef rilevava un aumento dei tassi applicati di circa due punti, rispetto al minimo medio del 5 per cento raggiunto nel giugno 1999. A settembre avevamo calcolato che l’aumento dei tassi avrebbe comportato una crescita di circa 100.000 lire in più al mese per un mutuo di 100 milioni, decennale, passato dal 5 per cento del 1999 (rata mensile di 1.060.655), al 7 per cento dell’agosto 2000 (rata di 1.161.084 lire). Con l’aumento che le banche imporranno a partire da oggi, le rate aumenteranno di ulteriori 14.000 lire mensili (rata di 1.174.010, al tasso del 7,25 per cento); 168.000 annue in più, ipotizzando ottimisticamente un aumento di soli 0,25 punti percentuali del tasso applicato.

Ancora una volta, Adusbef  invita gli utenti che si accingono a richiedere  un mutuo  a non farsi abbagliare dal tasso d'ingresso (spesso vero specchietto per le allodole) per i mutui indicizzati: per poter avere un dato reale, occorre conoscere il tasso a regime; invita infine a denunciare il malvezzo di alcune banche di allungare senza ragione, in attesa di ulteriori aumenti, i tempi di erogazione (definibili in media entro 10 giorni  dalla consegna dell'ultimo documento richiesto).

Roma, 6.10.2000

 


COMUNICATO STAMPA

RAI: DIMISSIONI DAL TG1 DI GAD LERNER CON ANNESSE ACCUSE DI CLIENTELISMO ISTITUZIONALE. ADUSBEF PRESENTA UN ESPOSTO DENUNCIA A PROCURA DI ROMA CHIEDENDO DI ACCERTARE LA VERITA' DEI FATTI E QUANTE ALTRE PRESSIONI SIANO STATE ESERCITATE PER ASSERVIRE L'INFORMAZIONE PUBBLICA, FINANZIATA DAI CITTADINI, AD INTERESSI DI PARROCCHIA.

 

In  un esposto-denuncia presentato oggi al Procuratore  Capo della Repubblica di Roma, Adusbef ha chiesto di aprire un'indagine sulle dimissioni del direttore del TG1 Gad Lerner e sulle  accuse effettuate in diretta al Presidente della Commissione di Vigilanza sulla Rai, Mario Landolfi, che avrebbe chiesto di "sistemare" un giornalista amico.

L'ex direttore del TG1 Gad Lerner ha testualmente  affermato:" Giovedì  13 luglio, fresco di nomina, sono andato a pranzo  con  il presidente  della Commissione di Vigilanza sulla Rai, non importa di quale partito sia: era il mio interlocutore nelle istituzioni. Si tratta della stessa persona che nei giorni scorsi mi ha  invitato ad andarmene per una scelta di libertà, di coerenza. A tavola abbiamo parlato dei massimi sistemi. Poi, giunti al caffè, ha fatto questo gesto: ha estratto dalla tasca un bigliettino e mi ha detto: "Ci sarebbe questa persona da sistemare, se possibile...".

Di fronte a queste gravissime rivelazioni, anche  effettuate a scoppio ritardato, sulle quali Adusbef non entra nel merito, esiste il dovere di verificare se la politica della  raccomandazione in Rai, non abbia leso il diritto di altri giornalisti ad  essere valutati  ed assunti per merito e non per clientela politica,  ma soprattutto il diritto degli utenti, che versano 2.500 miliardi di canone  annuo, ad avere una informazione obiettiva e la più trasparente possibile, non truffaldina ed asservita ai partiti.

Poiché  l'informazione fornita dalla Rai (soprattutto  quella politica) sembra essere appaltata dai vari partiti che esercitano pressioni indebite sul servizio pubblico, truffando i  telespettatori che pagano un canone annuo, Adusbef si attende che anche altri organismi, tra i quali l'Ordine dei Giornalisti, la Federazione della  Stampa, l'Autorità  delle  Garanzie  nelle   Comunicazioni, ecc., si associno alla sua denuncia per far accertare le violazioni penali e le pratiche spartitorie vigenti in Rai, messe in  atto, con il concorso dei partiti, per defraudare i consumatori.

Adusbef ha chiesto infine che sia la Procura di Roma a verificare  la verità dei fatti tra Lerner e l'on.le Landolfi accertando, nell'occasione, altri eventuali avvenimenti che possono aver danneggiato i diritti dei cittadini ad avere un'informazione veritiera, trasparente e la più oggettiva possibile. Roma, 2 ottobre 2000


COMUNICATO STAMPA

RAI: DIMISSIONI DAL TG1 DI GAD LERNER CON ANNESSE ACCUSE DI CLIENTELISMO ISTITUZIONALE. ADUSBEF PRESENTA UN ESPOSTO DENUNCIA A PROCURA DI ROMA CHIEDENDO DI ACCERTARE LA VERITA' DEI FATTI E QUANTE ALTRE PRESSIONI SIANO STATE ESERCITATE PER ASSERVIRE L'INFORMAZIONE PUBBLICA, FINANZIATA DAI CITTADINI, AD INTERESSI DI PARROCCHIA.

 

In  un esposto-denuncia presentato oggi al Procuratore  Capo della Repubblica di Roma, Adusbef ha chiesto di aprire un'indagine sulle dimissioni del direttore del TG1 Gad Lerner e sulle  accuse effettuate in diretta al Presidente della Commissione di Vigilanza sulla Rai, Mario Landolfi, che avrebbe chiesto di "sistemare" un giornalista amico.

L'ex direttore del TG1 Gad Lerner ha testualmente  affermato:" Giovedì  13 luglio, fresco di nomina, sono andato a pranzo  con  il presidente  della Commissione di Vigilanza sulla Rai, non importa di quale partito sia: era il mio interlocutore nelle istituzioni. Si tratta della stessa persona che nei giorni scorsi mi ha  invitato ad andarmene per una scelta di libertà, di coerenza. A tavola abbiamo parlato dei massimi sistemi. Poi, giunti al caffè, ha fatto questo gesto: ha estratto dalla tasca un bigliettino e mi ha detto: "Ci sarebbe questa persona da sistemare, se possibile...".

Di fronte a queste gravissime rivelazioni, anche  effettuate a scoppio ritardato, sulle quali Adusbef non entra nel merito, esiste il dovere di verificare se la politica della  raccomandazione in Rai, non abbia leso il diritto di altri giornalisti ad  essere valutati  ed assunti per merito e non per clientela politica,  ma soprattutto il diritto degli utenti, che versano 2.500 miliardi di canone  annuo, ad avere una informazione obiettiva e la più trasparente possibile, non truffaldina ed asservita ai partiti.

Poiché  l'informazione fornita dalla Rai (soprattutto  quella politica) sembra essere appaltata dai vari partiti che esercitano pressioni indebite sul servizio pubblico, truffando i  telespettatori che pagano un canone annuo, Adusbef si attende che anche altri organismi, tra i quali l'Ordine dei Giornalisti, la Federazione della  Stampa, l'Autorità  delle  Garanzie  nelle   Comunicazioni, ecc., si associno alla sua denuncia per far accertare le violazioni penali e le pratiche spartitorie vigenti in Rai, messe in  atto, con il concorso dei partiti, per defraudare i consumatori.


Adusbef ha chiesto infine che sia la Procura di Roma a verificare  la verità dei fatti tra Lerner e l'on.le Landolfi accertando, nell'occasione, altri eventuali avvenimenti che possono aver danneggiato i diritti dei cittadini ad avere un'informazione veritiera, trasparente e la più oggettiva possibile. Roma, 2 ottobre 2000

COMUNICATO STAMPA

RICORSO TAR DEL LAZIO PER 700 MLD. MULTE ANTITRUST: ADUSBEF SI COSTITUISCE LUNEDI 2 OTTOBRE 2000 CONTRO LE COMPAGNIE, CHIEDENDO CONFERMA SANZIONI INFLITTE AUTORITA' E CHIEDE ALL'ISVAP,SE VUOLE TUTELARE L'INDIPENDENZA E SALVARE LA FACCIA, DI COSTITUIRSI A FAVORE ANTITRUST.

 

Adusbef  si costituirà lunedì 2 ottobre p.v. al Tar del  Lazio, in  merito alla nota vicenda delle multe inflitte  dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato alle  Compagnie  di assicurazioni, che in virtù di una politica di cartello, hanno aumentato le polizze RC Auto (obbligatorie) in misura abnorme, certamente superiore rispetto ad una logica di concorrenza, procurando danni ai consumatori pari ad almeno 7.000 miliardi.

Dal  1 luglio 1994,data della liberalizzazione  tariffaria, le tariffe assicurative piuttosto che diminuire come sarebbero calate applicando una sana concorrenza, sono triplicate nella  classe d'ingresso (classe assegnata ai neopatentati), con costi incredibili:  ossia più 320,8 per cento a Napoli; più 237,5 per cento  a Bari;  più 230,6 a Milano; più 226,8 a Roma; più 218,5 a Torino; mentre la media degli aumenti è stata del 93,1 per cento, quasi  4 volte più dell'inflazione.

 

INFLAZIONE

AUMENTI MEDI RC AUTO*

ANNO 1994

3,5 PER CENTO

12,3 PER CENTO

ANNO 1995

5,0 PER CENTO

11,5 PER CENTO

ANNO 1996

5,2 PER CENTO

10,1 PER CENTO

ANNO 1997

2,6 PER CENTO

9,2 PER CENTO

ANNO 1998

2,8 PER CENTO

15,6 PER CENTO

ANNO 1999

2,0 PER CENTO

17,0 PER CENTO

ANNO 2000*

2,3 PER CENTO

17,4 PER CENTO**

TOTALE INFLAZ.

23,4 PER CENTO

TOTALE AUMENTI 93,1 PER CENTO

(Fonte: Elaborazioni Adusbef, su dati Ania, Isvap, Istat, DPEF.

(*) aumenti medi tra tariffe più scontate e classe iniziale;

(**) stime  del Governo sull'inflazione; aumenti  medi  scattati prima del Decreto 70/2000,sul blocco tariffario.

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Milioni di assicurati sono stati letteralmente  taglieggiati, dal 1994, da tale politica di cartello messa in atto dalle Compagnie, con il concorso di Isvap, Ministero dell'Industria e di  talune  associazioni, che hanno sottoscritto accordi  capestro  con l'Ania, che Adusbef, seppur invitata, non ha mai sottoscritto.

Se l'Isvap  vuole  evitare  di  essere   commissariata o sciolta, come richiesto da più parti ed anche da membri autorevoli del  Governo  (ministro Pecoraro Scanio),con l'accusa  di  essere stata collusa con gli interessi delle Compagnie (quanti dirigenti Isvap hanno ottenuto affitti di favore dalle Compagnie ?),ha  una grande occasione proprio con i ricorsi al Tar del Lazio.

Ha  il  dovere di costituirsi contro  le  Compagnie  multate dall'Antitrust: può quindi riabilitarsi anche rimangiandosi studi campati  in  aria, secondo i quali gli aumenti, pari al  93,1  per cento sono stati fisiologici, non da rapina.

Roma, 30.11.2000


COMUNICATO STAMPA

DECODER UNICO: ADUSBEF PRESENTA ESPOSTI-DENUNCE ALLE PROCURE DELLA REPUBBLICA DI ROMA E MILANO, CONTRO STREAM E TELEPIU' (CHE SI SONO ACCORDATE IERI PER ELUDERE UN OBBLIGO PERENTORIO DI LEGGE,RINVIANDO ALLE CALENDE GRECHE L'INTRODUZIONE DI UN UNICO APPARATO), PER TRUFFA AGGRAVATA, VIOLAZIONE LEGGE ANTITRUST, FRODE IN COMMERCIO.

ADUSBEF HA CHIESTO A PRESIDENTE AUTHORITY CHELI ED AL MINISTRO CARDINALE DI RIPRISTINARE LA LEGALITA' RITIRANDO, CON EFFETTO IMMEDIATO, LE LICENZE AI DUE GESTORI.

 

In due esposti denunce inviate alle Procure della Repubblica di  Roma e di Milano, Adusbef ha chiesto di aprire  una  indagine contro  Stream  e  Telepiù,  che  oltre  ad  eludere  un  obbligo perentorio  di legge per offrire ai consumatori un decoder  unico dal  1  luglio  u.s., si sono accordate ieri  per  rinviare  alle calende greche (aprile 2001) l'introduzione di un unico  apparato per decrittare le immagini delle due Pay TV.

Adusbef  ha  ipotizzato, nelle denunce, i  reati  di  truffa aggravata  e  continuata (almeno dal 1 luglio 2000)  a  danno  di quasi  2  milioni di consumatori, frode  in  commercio,  elusione premeditata,  al fine di ottenere un indebito lucro, di  obblighi perentori di leggi dello Stato.

In  una lettera inviata al presidente dell'Autorità  per  le Garanzie nelle Comunicazioni, prof. Enzo Cheli, al ministro delle Comunicazioni, Salvatore Cardinale, al Presidente  dell'Antitrust Tesauro,  Adusbef  ha chiesto di ripristinare  immediatamente  la legalità  violata dalle due imprese Stream e Telepiù, alle  quali un Governo lassista con i poteri forti ed un'Autorità fantoccio e screditata, hanno concesso di raggirare milioni di consumatori. Un  Paese civile di uno Stato democratico non può  tollerare che  due  imprese  operanti  in  un  settore  strategico  possano violare  a  proprio  piacimento  disposizioni  di  legge,  ma  ha l'obbligo  di far rispettare la legalità: Adusbef si aspetta  che su  questa vicenda, che è la cartina di tornasole di una  diffusa illegalità,  intervengano il presidente della Repubblica  Ciampi, guardiano delle leggi ed il presidente Amato.

L'Italia non è la Repubblica delle banane, ma se non vengono immediatamente  ripristinate condizioni di legalità, mediante  la revoca urgente delle licenze, che il Presidente Cheli è obbligato ad  emettere  al posto di inutili sanzioni  economiche,  potrebbe apparire  come uno Stato che non è in grado di far rispettare  le leggi: un'onta che non possiamo consentire.


Roma, 29 settembre 2000

COMUNICATO STAMPA

NELLA MODIFICA DELLA LEGGE ANTITRUST, IL GOVERNO DEVE SANARE L'ANOMALA ATTRIBUZIONE A BANKITALIA DEL CONTROLLO SULLA CONCORRENZA NEL SETTORE DEL CREDITO, AFFIDANDO IL POTERE ALL'ANTITRUST.

 Adusbef è in linea con il Governo per quanto attiene la modifica della legge istitutiva dell'Antitrust (287/90), che in un articolo della legge finanziaria prevede di far restituire ai cittadini ed ai consumatori, vittime dei cartelli, le sanzioni economiche inflitte alle imprese.

Il principio dell'articolo, che prevede di destinare ad iniziative finalizzate allo sviluppo del mercato e della concorrenza, a vantaggio dei consumatori, le entrate derivanti dalle sanzioni amministrative comminate dall'Antitrust (oltre 1.250 miliardi), è sacrosanto e va appoggiato senza riserve.

Ma non si può fare a meno di vedere, in tale articolo della finanziaria, una ben congegnata réclame a favore di un Governo che nei fatti, oltre a vendere la pelle dell'orso prima di averlo catturato (le multe inflitte dall'Antitrust al cartello dei petrolieri e degli assicuratori sono state impugnate davanti al Tar), ha legiferato contro diritti ed interessi dei consumatori.

Il Governo infatti mette mano alla legge istitutiva dell'Antitrust dopo 10 anni per farsi propaganda a buon mercato, ma si guarda bene dal modificare quella vera e propria vergogna solo italiana, che ha assegnato alla Banca d'Italia, invece che all'Antitrust, la vigilanza sulla concorrenza nel settore creditizio, e tale disattenzione la dice lunga sulla subalternità del Presidente Amato, dei ministri Letta e Visco, agli interessi delle banche.

Adusbef non può fare a meno di ricordare quali siano stati i provvedimenti e i decreti promulgati dal Governo per difendere gli interessi delle banche, seppur sanzionati nei loro contenuti scorretti ed illegittimi, da sentenze di Cassazione: su tutti spicca l'anatocismo ed il decreto (riparatorio) salva-interessi.

Il vero e proprio conflitto di interessi della Banca d'Italia, tra la "stabilità del sistema bancario" e la sua efficienza che si dispiega nella concorrenza giammai sollecitata da Via Nazionale, è altresì provato da un indebito lucro di 35.000 miliardi sulle obbligazioni strutturate, realizzato dalle banche, con il concorso di Consob e Bankitalia.

Se il Governo non vuole gettare fumo negli occhi ed imbrogliare i cittadini - affermando di operare per tutelare i consumatori, mentre lavora in effetti per tutelare gli interessi dei "poteri forti" che si sanno già difendere da soli, ha l'obbligo di inserire tale modifica sostanziale nella legge Antitrust, per eliminare una vergogna nazionale consumata per un decennio.

Roma,27.9.2000


COMUNICATO STAMPA

BANCA INTESA-COMIT: ADUSBEF STIGMATIZZA METODI OSCURI, PREVISTI DAL PIANO D'IMPRESA, PER CEDERE 350 SPORTELLI CON ANNESSA CLIENTELA (800.000) E 2.500 LAVORATORI. QUALORA BANKITALIA NON RICHIAMI BANCA INTESA A REGOLE DI CORRETTEZZA E TRASPARENZA, ADUSBEF DENUNCERA' GOVERNATORE FAZIO E BRUNO BIANCHI A MAGISTRATURA, PER OMESSA VIGILANZA.

INTRODOTTO BALZELLO DI 1.000 LIRE PER PRELIEVI A SPORTELLO.

Banca  Intesa (Ambroveneto, Cariplo e Comit), oltre  ad  aver introdotto  un  balzello di 1.000 lire per ogni  operazione  allo sportello sotto 1 milione di lire, ha ideato un piano industriale per dismettere 350 sportelli, comprensivi dei lavoratori (da 2.500 a  8.000), e tale strategia di nuovi  assetti produttivi   ed organizzativi, più  o  meno censurabile, rientra nelle competenze negoziali delle organizzazioni sindacali del credito.

Ciò  che  è invece di competenza di  una  organizzazione  di utenti come Adusbef, è che il piano d'impresa prevede la  cessione delle  agenzie con annessa clientela (dati personali, depositi, scoperti  di conto, ecc.), considerata alla stessa stregua  di  una Merce. Ma  ciò  che è ancora più grave è  la  totale  omertà che circonda tale operazione.

Se le banche vogliono trattare i lavoratori come una  merce, non   trovando l'opposizione  del sindacato, sono   libere   di comportarsi  come meglio credono; ma non possono trattare  i loro clienti  come se fossero materiale inerte da mettere  sul tavolo delle trattative con altre aziende di credito e/o finanziarie.

Dopo  il  precedente  di un numero di  sportelli  della  BNA ceduti all'Antonveneta con annessa clientela, che ha creato disagi e problemi inenarrabili all'utenza, con addebiti di doppie spese e salate  commissioni anche per nuovi carnet di assegno, bancomat  e trasferimento di dossier titoli quant'altro fatturati due  volte, Adusbef  ha inviato una dura lettera ai "Santi Protettori"  delle banche: Governatore Fazio e Capo della Vigilanza Bruno Bianchi.

Qualsiasi operazione di dismissioni della clientela non  può avvenire  all'oscuro   dei clienti, che    devono    essere preventivamente  e  con un congruo numero di giorni (almeno  tre mesi)   informati, per  dare  la  loro  disponibilità  ad   essere "venduti" ed utilizzati come merce, oppure se vogliono  rescindere il  contratto  senza alcun onere e trovare  da  soli, le migliori opportunità con aziende di credito presenti sulla piazza.

I contratti bancari disciplinati dal Codice Civile anche per la  correttezza nella esecuzione delle  rispettive  obbligazioni, richiedono l'obbligo  ed  il consenso  del contraente  per  una cessione a terzi del rapporto. Banca Intesa deve quindi  avvisare per  tempo, mediante informazione  certa,  quella  clientela   che intende  cedere, dando la possibilità di trasferire gratuitamente ad es. il deposito titoli ad altre banche.

Qualora  la Banca d'Italia non imponga a Banca  Intesa  tali regole minime di trasparenza e di informazione preventiva, Adusbef -che ha già interessato il Garante della Privacy per la evidente violazione  della  legge sulla riservatezza dei  dati personali- inoltrerà  una raffica di denunce alle competenti  Procure  della Repubblica, anche per omessa vigilanza.

Roma, 20.9.2000


COMUNICATO STAMPA

RC AUTO: ISVAP CONTRO ANTITRUST ? E' LA PROVA PROVATA DELLA SCARSA SERENITA' NEL VIGILARE SULLE COMPAGNIE ! ADUSBEF CHIEDE AL GOVERNO DI AZZERARE I VERTICI ISVAP, MAGGIORMENTE RESPONSABILI (ANCHE CON STUDI A SENSO UNICO) DEL CARO TARIFFE E DI INDAGARE SU RAPPORTI ED INTRECCI, NON SEMPRE CHIARI E TRASPARENTI,TRA VIGILANTI E CONTROLLATI.

L'Istituto di Vigilanza sulle assicurazioni private (ISVAP), che  avrebbe il dovere di vigilare sulla congruità delle  tariffe RC Auto, si _Š_ scagliato contro l'Antitrust rea di aver invaso  il proprio  orticello con la nota sanzione di 700 miliardi inflitta alle compagnie assicurative.L'Isvap, in un documento di 30 pagine, proprio alla  vigilia della scadenza dei termini per il ricorso al Tar da parte  delle Compagnie, ha contestato i risultati dell'Antitrust, con dati campati in aria che non sembrano neppure suffragati da una seria analisi matematica, omettendo che le tariffe italiane sono le più care in assoluto del resto d'Europa.Il documento Isvap, della cui inaudita gravità  Adusbef chiede  conto  a Governo e Ministero dell'Industria, tende a scagionare le compagnie dalle gravissime accuse di accordi di cartello e di omessa concorrenza, per praticare aumenti ingiustificati (pari in alcuni casi al 330 per cento dal 1 luglio 1994), rappresenta la prova provata di una lampante sudditanza rispetto alle Compagnie assicurative.Il Governo non può restare inerte rispetto  alle  vere  e proprie  provocazioni dell'Isvap, che pur di difendere una consolidata greppia del settore assicurativo, non ha esitato un solo istante ad aprire un conflitto con un'altra Autorità (Antitrust) dello Stato e deve immediatamente azzerarne i vertici, responsabili almeno di aver prodotto gravissimo danno a diritti ed interessi di consumatori ed utenti.Il documento Isvap inviato all'Antitrust è inaccettabile anche laddove afferma che sarebbe: "alquanto sorprendente aspettarsi, a pochi anni dalla liberalizzazione (oltre 5, dal 1° luglio 1994 n.d.r.), una forte mobilità di quote di mercato ed una variabilità elevata dei prezzi tra i diversi operatori".

Tradotta in termini meno tecnici, l'Isvap giustifica il cartello tra le imprese.Adusbef ha chiesto al Governo se tra gli intrecci  esistenti tra  Isvap  e Compagnie, non vi sia per caso anche quello sterminato patrimonio immobiliare, a volte dato in locazione ai dipendenti Isvap.Roma, 19.9.2000

 


COMUNICATO STAMPA

TELECOM ITALIA - CASSA INTEGRAZIONE: UNA VERGOGNA CHE VA A PESARE SULLA COLLETTIVITA' (BILANCI INPS) MENTRE I FLORIDI PROFITTI, SONO INCASSATI DA COLANINNO E SOCI NEI PARADISI FISCALI DELLE MOLTEPLICI HOLDING. LA SINISTRA SOCIALE HA VENDUTO L'ANIMA AL MERCATO ED AI SUOI TROPPI AVVENTURIERI CHE LO RAPPRESENTANO.

 

La cassa integrazione imposta dal signor Colaninno a migliaia di lavoratori di Telecom Italia, azienda che macina migliaia di miliardi di profitti, rappresenta l'ennesima vergogna nazionale e peserà come un macigno sulla sinistra sociale che ha venduto l'anima al mercato, rappresentato dagli stessi avventurieri di una volta, che socializzavano le perdite e privatizzavano i lauti profitti.

Telecom Italia non è un'azienda in crisi che può giustificare la cassa integrazione guadagni a carico della collettività e dei dissestati bilanci INPS, ma è un'azienda che macina migliaia di miliardi di utili annui, i cui dividendi vengono girati anche ad holding domiciliate in alcuni paradisi fiscali.

Adusbef ha partecipato alla manifestazione dei cassintegrati Telecom svolta oggi a Piazza del Campidoglio, ed ha raccolto storie di padri di famiglia mandati in CIG, anche come strumento di controllo e di ammonimento verso gli altri lavoratori.

Stupisce che proprio le organizzazioni sindacali storiche, che hanno lottato e si sono battute per far affermare i diritti dei lavoratori in questo Paese nel secondo dopoguerra, con l'avallo alla cassa integrazione richiesta dal signor Colaninno, non abbiano compreso che chi vuole stare sul mercato, non può scaricare i costi degli esuberi sulla collettività, saccheggiando i conti pubblici ed incassando al tempo stesso i ricchi dividendi macinati ogni anno.

E' un'operazione disinvolta che si ritorcerà come un boomerang proprio sulle spalle di coloro (ministero del Lavoro e Governo) che l'hanno avallata per non arrecare un dispiacere al fautore del capitalismo all'amatriciana, autoinvestitosi (durante l'operazione Seat-TIN.IT) come il Capo dell'azienda Partito.

Con la cassa integrazione di 2.200 lavoratori, Telecom Italia è destinata  a peggiorare  la già mediocre qualità dei  servizi  erogati agli utenti: per ottenere risposte dal 187, occorre sprecare  ore  di interminabili attese in compagnia  di  sinfonie musicali  non sempre gradite. Ma per Telecom Italia, l'erogazione di  servizi  secondo standard accettabili non sembra  essere  una priorità del "nuovo corso".

Roma, 18.9.2000


COMUNICATO STAMPA

SCUOLA: FIOCCANO LE PROTESTE PER IL "CARO LIBRI" E PER IL CAOS DELLE EDIZIONI VIGENTE IN LIBRERIA. SFONDATI I TETTI DI SPESA STABILITI DAL GOVERNO. SE IL MINISTRO DE MAURO NON INTERVERRA' SUBITO, ADUSBEF NON ESCLUDE DI PRESENTARE ESPOSTI DENUNCE, PER OMISSIONE ATTI D'UFFICIO A PROCURE REPUBBLICA.

 

Per  calmierare le speculazioni editoriali sui libri scolastici, il Governo ha fissato dei tetti di spesa che non devono superare le 600.000 lire circa:

1)al quarto ginnasio il tetto di spesa è fissato in 588.000 lire;

2)al primo liceo scientifico è fissato in 562.000 lire;

3)all'Istituto tecnico commerciale il tetto è di 453.000 lire.

Il consueto monitoraggio di Adusbef ha accertato che la spesa per i libri nel quarto ginnasio (esclusi i dizionari) è pari 775.000 lire (con uno sforamento pari 187.000 lire); nello scientifico è pari a 651.000 lire (con un aggravio di 89.000 lire); negli istituti commerciali è pari a 472.000 lire),con uno sforamento di 19.000 lire); esclusi vocabolari e libri di educazione fisica.

Ai telefoni di Adusbef arrivano centinaia di proteste dei genitori, verificate dai dirigenti dell'associazione, circa il "riciclaggio" di vecchie edizioni, spacciate per le nuove ed aumentate di prezzo, che soltanto dopo il loro esaurimento saranno sostituite dalle edizioni nuove (con un marchingegno che sembra tollerato dalle scuole).

Non si capisce perché si impedisce di fare ricorso al mercato dell'usato, con la evidente manipolazione delle pagine, per danneggiare i consumatori quando si consente di fare ricorso alle scorte giacenti in magazzino, per favorire le case editrici.

Adusbef che nei giorni scorsi aveva interessato Governo ed Antitrust sulle indegne speculazioni delle case editrici, che variano le edizioni di poche righe per impedirne l'utilizzazione, qualora non vi dovesse essere un'accurata ispezione del Ministero P.I. per accertare e reprimere tali evidenti abusi, sarà costretta ad interessare le competenti Procure della Repubblica per inibire

tali vergognosi comportamenti, che si ripetono ogni anno a danno di milioni di famiglie.

I disagi nella scuola italiana, hanno raggiunto  limiti intollerabili: Adusbef non potrà permettere che ai disagi di corpo insegnante mal pagato ed alle giuste rivendicazioni di precari vessati, possa aggiungersi, ancora una volta, l'evidente speculazione di editori che si mettono d'accordo, spesso con il beneplacito del collegio docenti, per taglieggiare letteralmente  le tasche dei consumatori.

Roma,16.9.2000


 

COMUNICATO STAMPA

CARO-SCUOLA: 2.330 MILIARDI LA SPESA DELLE FAMIGLIE !

LIBRI ED ACCESSORI SEMPRE PIU' CARI: QUASI 1 MILIONE PER IL PRIMO ANNO DEL CLASSICO, 4 MILIONI NEI 5 ANNI !

ADUSBEF SEGNALA IL CARO-LIBRI AD ANTITRUST E GOVERNO.

Il prezzo dei libri scolastici, che doveva essere contenuto entro il tetto delle 600.000 lire fissate dal Governo, è aumentato del 7,8 per cento nell'ultimo biennio, mentre per mandare un figlio a scuola, le famiglie spenderanno quest'anno 775.000 lire di soli libri (esclusi i dizionari) per il primo anno del liceo classico (circa 1 milione con gli accessori), quasi 4 milioni (3.973.750 lire) per completare i 5 anni (ai prezzi attuali).

La popolazione scolastica (comprese le 2.570.064 unità delle elementari e le 915.017 delle materne) è pari a 7.500.892, con una diminuzione, nelle scuole medie e superiori, di oltre 600.000 iscritti rispetto al biennio 1994-95: è quanto emerge dalla consueta ricerca effettuata da Adusbef sul settore scolastico.

Gli incentivi del Governo per alleviare del "caro libri" le famiglie a basso reddito, non sono stati sufficientemente divulgati dal ministero, a dimostrazione dello sfascio e della incuria in cui versa -tra l'altro- la scuola italiana, che enuncia principi teorici, mentre tollera lo scandalo di centinaia di migliaia di insegnanti che invecchiano (anche per 20-25 anni) nel precariato, sbattuti da una città all'altra, da una scuola all'altra, mortificando un patrimonio di professionalità acquisite.

Per mandare i propri figli a scuola, le famiglie spenderanno da un minimo di 140.000 lire ad un massimo di 265.500 lire di accessori (zaino, agenda-diario, 6 quaderni, attrezzatura da disegno ed altro materiale), mentre non sono stati presi in considerazione i suggerimenti di Adusbef a ministero ed editori per alleggerire il peso di zaini troppo pesanti sulle spalle dei nostri figli, quali la fascicolazione dei testi (tranne rare eccezioni) o gli armadietti a scuola: continua invece la vergognosa prassi di modificare di poche righe i libri di testo, per impedirne il riuso in famiglia (fratelli-sorelle minori) o il ricorso al mercato dell'usato. In cambio troviamo ancora il libro di ginnastica, mentre un testo di religione ha annesso un CD Rom.

Complessivamente, per i tre anni della scuola media si spenderanno in media oltre 1.370.000 lire; per i cinque anni di liceo le famiglie affronteranno una spesa di oltre 3.970.000 per il classico, e di oltre 3.670.000 per lo scientifico. Per i cinque anni degli istituti tecnici, si superano i 2.900.000 lire. Insomma, le famiglie italiane spenderanno quest’anno oltre 2.330 miliardi di lire per mandare i figli a scuola.

Dall'indagine appare evidente un accordo tra gli editori per fissare i prezzi, che Adusbef ha segnalato all'Antitrust, mentre il Governo -a fronte dello stillicidio continuo degli aumenti che intaccano i redditi delle famiglie, non solo per caro dollaro e caro greggio- ha il dovere di provvedere alla eliminazione di tali abusi.

Roma, 13.9.2000

 

RILEVAZIONE SUL SETTORE SCOLASTICO

(Ricerca ed elaborazioni Adusbef su dati ISTAT e Ministero Pubblica Istruzione)

( 1 ) ISCRITTI ALLE SCUOLE MEDIE E ALLE SUPERIORI

TABELLA "A"

1994 / 1995

1997/1998

1998/1999

1999 / 2000

SCUOLE MEDIE

1.953.059

1.746.396

1.719.173

1.686.408

SCUOLE SUPERIORI

2.736.445

2.499.128

2.453.215

2.419.409

TOTALE ISCRITTI

4.689.503

4.245.524

4.172.388

4.105.817

( 2 ) COSTO DEI LIBRI SCOLASTICI (in lire)

 

TABELLA "B" - SCUOLA MEDIA INFERIORE

MATERIA

PRIMO ANNO

SECONDO ANNO

TERZO ANNO

 

GRAMMATICA

 

47.000

 

0

 

0

ANTOLOGIA

42.750

42.750

42.750

STORIA

41.250

41.600

42.000

GEOGRAFIA

43.750

43.750

43.750

INGLESE

48.250

0

0

MATEMATICA

41.250

41.250

42.000

SCIENZE

44.750

42.000

42.000

EDUCAZIONE MUSICALE

46.500

0

0

EDUCAZIONE ARTISTICA

50.000

0

0

EDUCAZIONE TECNICA

48.250

0

0

RELIGIONE

20.500

20.250

20.500

EDUCAZIONE CIVICA

31.250

0

0

T O T A L I

 

505.500

 

231.600

 

233.000

 

TABELLA "C" - SCUOLE MEDIE SUPERIORI

PRIMO

SECONDO

TERZO

QUARTO

QUINTO

TOTALE

LICEO CLASSICO

775.000

510.000

702.000

694.000

746.000

3.427.000

LICEO SCIENTIF.

617.000

624.000

658.000

651.000

578.000

3.128.000

IST.TI TECNICI

472.000

385.000

514.000

459.000

540.000

2.370.000

( 3 ) COSTO MATERIALE DIDATTICO E ACCESSORI (in lire)

 

TABELLA "D" - SCUOLA MEDIA INFERIORE – PRIMO ANNO

 

PREZZO MINIMO

PREZZO MASSIMO

ZAINO

69.000

140.000

ASTUCCIO

15.000

50.000

AGENDA / DIARIO

10.000

27.000

QUADERNI N° 6

9.000

18.000

ATTR. DISEGNO

26.500

30.500

STRUMENTO MUSICALE

15.000

35.000

ALTRO MATERIALE

33.000

45.000

T O T A L I

177.000

345.500

MEDIA (*)

261.250

 

(*) Il dato si riferisce al primo anno. Per i due successivi si calcola in 70.000 lire la spesa media annua.

 

TABELLA "E" - SCUOLA MEDIA SUPERIORE

 

PREZZO MINIMO

PREZZO MASSIMO

ZAINO

69.000

140.000

AGENDA / DIARIO

10.000

27.000

QUADERNI N° 6

9.000

18.000

ATTR. DISEGNO

32.000

50.000

ALTRO MATERIALE

20.000

30.500

T O T A L I

140.000

265.500

MEDIA (*)

202.750

 

(*) Il dato si riferisce al primo anno. Per i quattro successivi si calcola in 86.000 lire la spesa annua.

( 4 ) SPESA COMPLESSIVA: LIBRI + ACCESSORI (in lire)

TABELLA "F" - SCUOLE MEDIE INFERIORI (Libri + Accessori)

PRIMO ANNO

SECONDO A.

TERZO ANNO

COSTO LIBRI

505.500

231.600

233.000

COSTO MEDIO ACCESSORI

261.250

70.000

70.000

 

TOTALI MEDIE INFER.

 

766.750

301.600

 

303.000

SPESA COMPLESSIVA PER I TRE ANNI DELLE MEDIE INFERIORI:…. Lire 1.371.350

TABELLA "G" - SCUOLE MEDIE SUPERIORI (Libri + Accessori)

 

 

PRIMO

SECONDO

TERZO

QUARTO

QUINTO

SPESA TOTALE

LICEO CLASSICO

977.750

596.000

788.000

780.000

832.000

3.973.750

LICEO SCIENTIFICO

819.750

710.000

744.000

737.000

664.000

3.674.750

IST. T. COMMERCIALE

674.750

471.000

600.000

545.000

626.000

2.916.750

COSTO MEDIO PONDERATO PER I CINQUE ANNI\ ……………………. LIRE 3.224.750

 

( 5) SPESA SCOLASTICA ANNUA COMPLESSIVA DELLE FAMIGLIE

TABELLA "H"

 

STUDENTI ISCRITTI

ANNO 1999/2000

SPESA ANNUA PRO CAPITE (m. ponderata)

T O T A L E

MILIARDI DI LIRE

MEDIE INF.

1.686.408

457.115

770,8

MEDIE SUPER.

2.419.409

644.950

1.560,4

TOTALE GEN.

4.105.817 (*)

567.780

2.331,2

(*) Se si comprendono anche gli alunni della scuola elementare (2.570.064) e della materna (915.017) il totale ammonta a 7.500.892.

Elaborazioni ADUSBEF. su dati ISTAT e Ministero Pubblica Istruzione

Roma, settembre 2000


 

COMUNICATO STAMPA

IL CARO PETROLIO ED IL CARO DOLLARO SONO COSTATI ALLE FAMIGLIE 1.564.000 LIRE IN UN ANNO (DA AGOSTO 1999 AD AGOSTO 2000). E' L'EUROPA CHE DEVE IMPORRE L'EURO COME MONETA DI PAGAMENTO ALTERNATIVA AL DOLLARO, PER DIFENDERE IL POTERE DI ACQUISTO DI CITTADINI E FAMIGLIE UE.

L'inerzia  della Commissione europea e della Banca  Centrale europea, sono in gran parte responsabili della svalutazione dell' Euro,  che  si è deprezzato di oltre un quarto di  punto,  dal  1 gennaio  1999, bruciando il controvalore di 25.500 lire  su  ogni centomila lire.

Le  politiche  di  cartello, sanzionate da  quasi  tutti  gli ordinamenti  (Usa, Giappone, Europa), sono invece tollerate  e ben applicate tra i produttori di petrolio organizzati  nell'Opec, in grado di imporre prezzi concordati ed elevati, tali da mettere a  rischio le  politiche  economiche  dei Governi  ed i portafogli delle famiglie dei paesi consumatori.

Già nell'incontro di sei mesi fa con il  ministro dell' Industria Enrico Letta, Adusbef aveva avanzato proposte ed iniziative da coordinare a livello europeo per calmierare i prezzi dei carburanti: riduzione della pressione fiscale che grava per oltre due terzi sul prezzo finale delle benzine; valorizzazione delle fonti energetiche alternative per ridurre la dipendenza dal petrolio, finanziando adeguatamente la ricerca nel settore; negoziare strumenti monetari alternativi al dollaro nei sistemi di pagamento con gli sceicchi, imponendo l'Euro non solo attraverso aumenti dei tassi di riferimento, ma supportandolo con un forte e determinato sostegno "politico" in ambito internazionale. Intanto, il caro dollaro ed il caro petrolio sono due dei principali fattori di aumento della spesa familiare per le voci da essi dipendenti, i cui maggiori costi hanno causato, in un anno, un maggiore esborso di oltre 1.500.000 di lire:

 

VOCI DI SPESA INFLUENZATE DA CARO DOLLARO E CARO PETROLIO

AUMENTI PER FAMIGLIA INTERVENUTI DALL’AGOSTO 1999 ALL’AGOSTO 2000

[ELABORAZIONE ADUSBEF SU DATI ISTAT ed ISVAP] (tra parentesi: aumenti mensili ed annui in lire)

 

Spesa media mensile

Spesa media annuale

Aumenti Intervenuti

Nuova spesa mensile

Nuova spesa annuale

LUCE

52.000

624.000

+ 8,3 %

(4.320) 56.300

(51.840) 676.000

GAS

70.000

840.000

+10,9 %

(7.630) 77.630

(91.560) 931.000

BENZINA

215.500

2.586.000

+ 13 %

(27.950) 242.950

(335.400) 2.915.000

GASOLIO

175.000

2.100.000

+ 13,2 %

(23.100) 198.100

(277.299) 2.377.000

TRASPORTI E COMUN. (*)

602.000

7.224.000

+ 5,1 %

(30.702) 632.702

(368.424) 7.592.000

MEDICINALI

46.600

560.000

+ 4,1 %

(2.510) 48.510

(30.120) 582.000

ALBERGHI E RISTOR.

190.000

2.280.000

+ 5,1 %

(9.690) 199.690

(116.280) 2.396.000

CONSUMI ALIMENTARI

700.000

8.400.000

+ 3,5 %

(24.500) 724.500

(294.000) 8.694.000

TOTALE (*)

2.051.100

24.614.000

 

(130.402) 2.562.872

(1.564.923) 26.163.000

NB: I consumi mensili medi per famiglia sono pari a lire 4.020.000 (ultimi dati ISTAT).

(*) La voce comprende i recenti aumenti di Alitalia e delle FS.

Si consideri che la sola tratta Roma Termini-Aeroporto ha subito, di recente, un aumento del 6,25 per cento, passando dalle 16.000 alle 17.000 lire.

L’Unione Europea può salvare la sua moneta (e se stessa) solo con un forte recupero di credibilità e di immagine all’interno ed all’estero. Se si limita al basso profilo attuale, con una Commissione che, ad esempio, indaga sulle banche europee ma salva quelle italiane o che sorvola sul caro cambi, in futuro i problemi non potranno che aggravarsi.

Roma, 6.9.2000


 

COMUNICATO STAMPA

SEMPRE PIU' SALATI I COSTI DEI MUTUI FONDIARI, CON SAGGI AUMENTATI DI OLTRE DUE PUNTI IN UN ANNO,PASSATI DA UNA MEDIA DEL 5 PER CENTO DEL GIUGNO 1999, AD UNA MEDIA DEL 7,10 AL 31 AGOSTO U.S.,CON UN AGGRAVIO DI 622.000 LIRE PER OGNI RATA SEMESTRALE, PER MUTUI DA 100 MILIONI. E LE BANCHE DEVONO ANCORA ADEGUARE GLI ULTIMI RITOCCHI BCE !

Sempre  più salati i costi dei mutui fondiari, aumentati  di oltre due punti in poco più di un anno ! Dalle ultime rilevazioni dell'Osservatorio  Adusbef sulle banche, risulta infatti  che  i tassi di interesse fissi per i mutui fondiari, sono aumentati in media di due punti percentuli, passati da una media del  5 per cento del giugno 1999, ad una media superiore al 7 per cento nella rilevazione del 31 agosto. E non è ancora finita, perché alcune banche non hanno ancora adeguato l'ultimo ritocco di un quarto di punto deciso dalla BCE !

I mutui ipotecari a tasso variabile sono, infatti, fissati ad una media del 6,10 per cento, contro una media del  4,10  per cento del giugno 1999,cresciuti di ben 2 punti; i mutui decennali a tasso fisso, sono regolati oggi ad una media del 7,10 per cento, contro la media 5,25 per cento di 14 mesi fa, ed hanno avuto una crescita più "contenuta", sotto ai 2 punti percentuali !Tale repentino rincaro del costo del denaro, determinato  dal caro  petrolio  e dal caro dollaro, ma anche dalle decisioni assurde della Banca Centrale Europea, che adotta soluzioni sbagliate  per evitare di far uscire l'Euro da una lenta agonia, graverà sulle tasche delle famiglie italiane che hanno contratto mutui a tasso variabile, per circa 700 mila lire (nella  fascia dal  5 al 7 per cento), per ogni 100 milioni di mutuo richiesto, mentre dormono sonni tranquilli i mutuatari che hanno scelto  di stipulare mutui a tassi fissi.Per ogni mutuo di 100 milioni, restituzione in 10 anni mediante rate semestrali al tasso del 5 per cento, il mutuatario pagherà 20 rate da 6.414.000,con una restituzione complessiva di 128.300.000 lire; per un muto analogo regolato al 7 per cento, si pagheranno 20 rate semestrali da 7.036.000 (oltre 622.000 lire in più a  semestre), con  una restituzione complessiva pari a 140.720.000 lire con un aggravio di 12.420.000 lire finali.Adusbef  invita gli utenti che si accingono a richiedere  un mutuo  a  fare attenzione al tasso d'ingresso (spesso vero specchietto per le allodole) per i mutui indicizzati, ed invita a segnalare il malvezzo di alcune banche di allungare i tempi di erogazione (definibili in media entro 10 giorni  dalla consegna dell'ultimo documento richiesto) in una fase di tassi  crescenti, i cui incrementi dei saggi gravano sui consumatori.

Roma, 4.09.2000

 

 

MUTUI DECENNALI - RILEVAZIONI DEL 18 GIUGNO 1999 E DI FINE AGOSTO 2000

 

(Rilevazioni Adusbef)

 

ABBEY NATIONAL BANK

 

18 GIUGNO 1999

FINE AGOSTO 2000

TASSO FISSO

5,30 %

7,10 %

TASSO VARIABILE D'INGRESSO

4,30 %

5,35 %

TASSO VARIABILE A REGIME

4,30 %

5,35 %

 

COSTO DI ISTRUTTORIA

0

VARIABILE MAX. 700.000

10/15 GIORNI

 

4 % (MEDIAMENTE)


COSTO DI PERIZIA


TEMPI DI EROGAZIONE


PENALE PER RIMBORSO ANTICIPATO

 

BANCA COMMERCIALE ITALIANA

 

18 GIUGNO 1999

FINE AGOSTO 2000

TASSO FISSO

5,80 %

7,10 %

TASSO VARIABILE D'INGRESSO

3,50 %

6,00 %

TASSO VARIABILE A REGIME

4,20 %

6,95 %

 

COSTO DI ISTRUTTORIA

500.000 (MEDIAMENTE)

COSTO DI PERIZIA

PAERIZIA A CARICO DEL CLIENTE

TEMPI DI EROGAZIONE

15/20 GIORNI

PENALE PER RIMBORSO ANTICIPATO

1,5 %

 

BANCA DI ROMA

 

18 GIUGNO 1999

FINE AGOSTO 2000

TASSO FISSO

5,30 %

7,20 %

VARIABILE D'INGRESSO

3,93 %

6,30 %

TASSO VARIABILE A REGIME

3,93 %

6,30 %

 

COSTO DI ISTRUTTORIA

300.000

COSTO DI PERIZIA

450.000 (MEDIAMENTE)

TEMPI DI EROGAZIONE

20 GIORNI

PENALE PER RIMBORSO ANTICIPATO

2 % SE TASSO VARIABILE - 3 % SE TASSO FISSO

 

BANCA NAZIONALE DEL LAVORO

 

18 GIUGNO 1999

FINE AGOSTO 2000

TASSO FISSO

5,35 %

6,95 %

TASSO VARIABILE D'INGRESSO

3,90 %

4,75 %

TASSO VARIABILE A REGIME

4,25 %

5,50 %

 

COSTO DI ISTRUTTORIA

(FINO A 150 MIL.) 300.000

COSTO DI PERIZIA

(FINO A 150 MIL.) 0

TEMPI DI EROGAZIONE

25/45 GIORNI

PENALE PER RIMBORSO ANTICIPATO

3 % (MASSIMO)

 

 

 

BANCA POPOLARE DI NOVARA

 

18 GIUGNO 1999

FINE AGOSTO 2000

TASSO FISSO

5,125 %

7,00 %

TASSO VARIABILE D'INGRESSO

3,95 % PER 2 ANNI FISSO, POI VARIABILE

4,50 %

TASSO VARIABILE A REGIME

EURIBOR 6 MESI + 1,25%

5,79 %

 

COSTO DI ISTRUTTORIA

MIN. 100.000

COSTO DI PERIZIA

PERIZIA A CARICO DEL CLIENTE

TEMPI DI EROGAZIONE

10/20 GIORNI

PENALE PER RIMBORSO ANTICIPATO

1% SE TASSO VARIABILE - 2 % SE TASSO FISSO

 

 

BANCO AMBROVENETO

 

18 GIUGNO 1999

FINE AGOSTO 2000

TASSO FISSO

5,125 %

6,90 %

TASSO VARIABILE D'INGRESSO

4,30%

5,0 %

TASSO VARIABILE A REGIME

EURIBOR 6 MESI + 1,5 %

5,85 %

 

COSTO DI ISTRUTTORIA

MIN. 150.000

COSTO DI PERIZIA

300.000

TEMPI DI EROGAZIONE

10/20 GIORNI

PENALE PER RIMBORSO ANTICIPATO

1 % SE TASSO VARIABILE - 2 % SE TASSO FISSO

 

CARIPLO

 

18 GIUGNO 1999

FINE AGOSTO 2000

TASSO FISSO

4,40 %

7,00 %

TASSO VARIABILE D'INGRESSO

4,30 % PER I PRIMI DUE ANNI

5,10 %

TASSO VARIABILE A REGIME

EURIBOR 3 MESI + 1,50 %

6,10 %

 

COSTO DI ISTRUTTORIA

NESSUNA PER MUTUI FINO A 300 MILIONI

COSTO DI PERIZIA

PERIZIA A CARICO DELL'UTENTE

TEMPI DI EROGAZIONE

10/15 GIORNI

PENALE PER RIMB.SO ANTICIPATO

1 % SE TASSO VARIAB.- DAL 2 AL 6 % SE FISSO

 

ISTITUTO BANCARIO S. PAOLO DI TORINO-IMI

 

18 GIUGNO 1999

FINE AGOSTO 2000

TASSO FISSO

5,40 %

7,25 %

TASSO VARIABILE D'INGRESSO

3,30 %

4,90 %

TASSO VARIABILE A REGIME

4,35 %

5,95 %

 

COSTO DI ISTRUTTORIA

350.000

COSTO DI PERIZIA

NON PREVISTO

TEMPI DI EROGAZIONE

NON INDICATO

PENALE PER RIMBORSO ANTICIPATO

DAL 2 AL 3 %

 

BANCA POPOLARE DI BRESCIA

 

18 GIUGNO 1999

FINE AGOSTO 2000

TASSO FISSO

5,85 %

7,00 %

TASSO VARIABILE D'INGRESSO

3,50 %

5,25 %

TASSO VARIABILE A REGIME

4,60 %

6,15 %

 

COSTO DI ISTRUTTORIA

DA 100.000 A 200.000

COSTO DI PERIZIA

A CARICO DEL CLIENTE

TEMPI DI EROGAZIONE

20/30 GIORNI

PENALE PER RIMBORSO ANTICIPATO

 

UNICREDITO ITALIANO

 

18 GIUGNO 1999

FINE AGOSTO 2000

TASSO FISSO

5,48 %

7,15 %

TASSO VARIABILE D'INGRESSO

4,40 %

6,70 %

TASSO VARIABILE A REGIME

4,40 %

6,70%

 

COSTO DI ISTRUTTORIA

1 % DEL VALORE MUTUATO

COSTO DI PERIZIA

300.000 (MEDIAMENTE)

TEMPI DI EROGAZIONE

20/25 GIORNI

PENALE PER RIMBORSO ANTICIPATO

2 %

 


 

COMUNICATO STAMPA

LEGGE FINANZIARIA. ADUSBEF AL GOVERNO: BASTA CHIACCHIERE,MA MISURE TANGIBILI E CONCRETE, PER RESTITUIRE PARTE DEL "MALTOLTO" AI CITTADINI.

 

La pressione fiscale dei paesi OCSE, è pari ad una media del 36,6  per cento, mentre la media dei paesi UE si  è  attestata, nel 1999,al  41 per cento,2,5 punti inferiori alla pressione  fiscale italiana che era pari, l'anno scorso, al 43,5 per cento.

In   virtù  della  scarsa  concorrenza e dell'inveterata abitudine  dei governi, di qualsiasi colore, di andare a  braccetto con i poteri forti e con i grandi monopoli, elettrici, assicurativi e  bancari, il caro petrolio moltiplica i suoi effetti in Italia, con una erosione del potere di acquisto superiore alla media UE.

Il  "caro  tariffe"  è costato  infatti, secondo  i  rigorosi calcoli di Adusbef, da agosto 1999 ad agosto 2000,circa 2 milioni di lire in media a famiglia e la debolezza dell'Euro rispetto  al dollaro, non  farà che aumentare questo divario, sia per  l'assenza di una  politica europea di contenimento che per la sciagurata ipotesi, nel breve periodo, di allargare all'est l'Unione Europea.

Presidente  e Commissione  Europea, predicano   bene   nel disegnare un'Europa e i  cittadini, ma razzolano molto male tollerando  fatti  e misfatti del sistema  bancario  italiano  ed europeo, che si arricchiscono, praticando doppie commissioni, fino al  30 per cento del  valore  delle transazioni, per negoziare assegni in Euro, rafforzando con tale lassismo, l'ipotesi che  si sta costruendo l'Europa dei banchieri e dei poteri forti.Mentre il governo francese ha già adottato misure concrete per restituire  ai cittadini circa 60.000 miliardi, anche  tramite  la abolizione  dell'odioso tributo  sul  "bollo  auto", il governo italiano, che  in virtù di una pressione fiscale più alta  di  2,5 punti  rispetto alla media Ue (quasi 8 punti sulla media  OCSE), ha  drenato  nell'ultimo  anno 55.000 miliardi di surplus  alle famiglie, produce  chiacchiere  estive su un  indefinito bonus, da restituire, non si sa bene a chi, pari ad un quarto del "maltolto".

PRESSIONE FISCALE OCSE

SVEZIA 53,0 PER CENTO

PAESI BASSI 41,0 PER CENTO

DANIMARCA 49,3 PER CENTO

POLONIA 40,0 PER CENTO

FINLANDIA 46,9 PER CENTO

UNGHERIA 39,0 PER CENTO

BELGIO 46,3 PER CENTO

REP. CECA 38,3 PER CENTO

LUSSEMBURGO 46,1 PER CENTO

REGNO UNITO 37,5 PER CENTO

FRANCIA 45,2 PER CENTO

GERMANIA 37,1 PER CENTO

AUSTRIA 44,3 PER CENTO

CANADA 34,9 PER CENTO

NORVEGIA 43,6 PER CENTO

PORTOGALLO 34,9 PER CENTO

ITALIA 43,5 PER CENTO

SVIZZERA 34,8 PER CENTO

Ed  il ministro del Tesoro Visco, alla proposta avanzata  da Adusbef  di abolire anche in Italia uno dei più odiosi  balzelli sull'automobile,  costituito dal bollo auto, come segno  tangibile di buona volontà per detassare la tartassata automobile, risponde che  l'Italia  ha già riordinato il settore eliminando  il bollo sulla   patente, dimenticando  che  le  70.000 lire sono state assorbite dal bollo auto, non eliminate.

Roma, 3 settembre 2000


 

 COMUNICATO STAMPA

FINANZIARIA: ABOLIRE IL BOLLO AUTO COME IN FRANCIA. AMATO AVREBBE BUONI SUGGERIMENTI SE CONSULTASSE LE ASSOCIAZIONI DI CONSUMATORI.

Mentre il governo francese vara una manovra da 36.000 miliardi ( 60.000 con gli sgravi fiscali già decisi) per difendere il potere d’acquisto dei redditi familiari, abolendo il bollo auto e accollando ai petrolieri una parte delle minori entrate per la diminuita tassazione sui carburanti domestici, il governo italiano (da sempre a braccetto con i monopoli elettrici, bancari e petroliferi direttamente o indirettamente controllati dal Tesoro) si accontenta di promettere sgravi fiscali ancora non quantificati.

Adusbef chiede al governo di avere più coraggio, anzitutto abolendo il bollo auto, la cui eliminazione ridarebbe fiato agli affannati redditi familiari ed avrebbe conseguenze positive sul mercato dell’auto. Il mancato gettito di tale manovra potrebbe essere compensato dalla riforma sui passaggi di proprietà, dalla abolizione del PRA e dell’obbligo di ratifica notarile, come già avviene in Europa.

Se il presidente Amato, che ha interrotto la prassi introdotta da D’Alema di consultare anche le associazioni di consumatori, tornasse a confrontarsi con i rappresentanti degli utenti, potrebbe trarre utile spunto per impostare una finanziaria più equa e meno vessatoria per i consumatori.

Qualora, poi, dovesse andare in porto la privatizzazione della RAI, sarebbe necessario trasformare gli utenti che pagano il canone, in azionisti della più grande public company conosciuta.

Ma Adusbef teme che il governo non abbia il coraggio di tali iniziative (concrete, chiare e di immediato impatto) e, se manca, come diceva Don Abbondio "…il coraggio, uno non se lo può dare.".

Roma, 1.9.2000


COMUNICATO STAMPA

INUTILE E DANNOSO IL RIALZO DEL TASSO DI RIFERIMENTO OPERATO DALLA BANCA CENTRALE EUROPEA

L’aumento dello 0,25 per cento del costo del denaro, deciso oggi dalla BCE, che porta il tasso di riferimento dal 4,25 al 4,50 per cento, è un pannicello caldo che non servirà a rafforzare l’Euro ma avrà il sicuro effetto di intralciare la ripresa, anche del mercato immobiliare.

Con questa decisione che rinvia di trimestre in trimestre l’agonia dell’Euro, la Banca Centrale europea dimostra di non saper governare la moneta unica europea, ma di essere al rimorchio delle politiche monetariste dettate dai paesi guida dell’Unione Europea, ossia Francia e Germania.

Tale decisione costerà almeno 4.000 miliardi ai dissestati conti pubblici italiani e non sarà ben accolta dai tartassati cittadini, soprattutto da quelli alle prese con mutui bancari che vedranno rincarate di 200.000 lire, su base annua, le rate di un mutuo di 100 milioni. Infatti, l’avidità del sistema bancario italiano coglierà certo l’occasione per lucrare immediatamente sul rialzo del costo del denaro.

Roma, 31.8.2000


  

COMUNICATO STAMPA

POVERI CONTI DELLO STATO ! IN MANO A TECNICI DEL TESORO INCOMPETENTI O IN MALA FEDE ? NON 170.000 LIRE ANNUE, MA CIRCA 2.040.000

IL PESO DEI RINCARI, DA AGOSTO 1999 AD OGGI SUI CONTI, DELLE FAMIGLIE

I tecnici del Ministero del Tesoro affermano (o perché incompetenti a far di conto, o perché in mala fede che: " Il rincaro delle tariffe di energia elettrica, gas, acqua e dei trasporti peserà per circa 50.000 lire l’anno (4.000 al mese) sulle tasche delle famiglie italiane, che salgono a 170.000 lire annue (14.000 al mese) se si considerano tutti i rincari dell’ultimo anno".

Poveri conti dello Stato in mano ai tecnici del Tesoro, chissà come arrivati al dicastero, digiuni perfino delle elementari regole dell’aritmetica !

Dall’agosto 1999 all’agosto del 2000 le famiglie italiane hanno speso – con le medie di calcolo che la statistica impone a tali conti – oltre due milioni in più a causa dello stillicidio degli aumenti.

Ecco i calcoli:

 

VOCI DI SPESA PER FAMIGLIA

AUMENTI INTERVENUTI DALL’AGOSTO 1999 ALL’AGOSTO 2000

[ELABORAZIONE ADUSBEF SU DATI ISTAT ed ISVAP] (tra parentesi: aumenti mensili ed annui in lire)

 

Spesa media mensile

Spesa media annuale

Aumenti Intervenuti

Nuova spesa mensile

Nuova spesa annuale

SERVIZI BANCARI

51.800

622..000

+ 5,5 %

(2.850) 54.650

(34.200) 655.000

LUCE

52.000

624.000

+ 8,3 %

(4.320) 56.300

(51.840) 676.000

GAS

70.000

840.000

+10,9 %

(7.630) 77.630

(91.560) 931.000

NETTEZZA URBANA

25.000

300.000

+15 %

(3.750) 28.750

(45.000) 345.000

SPESE ISTRUZ. SCUOLA)

40.000

480.000

+ 4,4 %

(1.760) 41.760

(21.120) 501.000

BENZINA

215.500

2.586.000

+ 13 %

(27.950) 242.950

(335.400) 2.915.000

GASOLIO

175.000

2.100.000

+ 13,2 %

(23.100) 198.100

(277.299) 2.377.000

ASSIC. VEICOLI

160.000

1.920.000

+ 15 %

(24.000) 184.000

(288.000) 2.208.000

TRASPORTI E COMUN.

602.000

7.224.000

+ 5,1 %

(30.702) 632.702

(368.424) 7.592.000

MEDICINALI

46.600

560.000

+ 4,1 %

(2.510) 48.510

(30.120) 582.000

ALBERGHI E RISTORANTI

190.000

2.280.000

+ 5,1 %

(9.690) 199.690

(116.280) 2.396.000

CONSUMI ALIMENTARI

700.000

8.400.000

+ 3,5 %

(24.500) 724.500

(294.000) 8.694.000

ICI

66.660

800.000

+ 10 %

(6.670) 73.330

(80.000) 880.000

TOTALE (*)

2.394.560

28.734.720

 

(169.430) 2.562.872

(2.033.243) 30.754.000

 (*) I consumi mensili medi per famiglia sono pari a lire 4.020.000 (ultimi dati ISTAT)

Adusbef attende che il Governo adotti politiche calmieratrici di prezzi e tariffe per salvaguardare il potere d’acquisto di salari, stipendi e pensioni, smantellando in primis i tanti monopoli imperanti – soprattutto elettrici e bancari - direttamente o indirettamente responsabili del carovita.

Roma, 30.8.2000 


COMUNICATO STAMPA

ANTITRUST GIUDICA INGANNEVOLI I MESSAGGI PUBBLICITARI TELECOM E GALACTICA SULLA TECNOLOGIA ADSL SECONDO CUI "SI GIRA SU INTERNET A VELOCITA’ DIECI VOLTE SUPERIORE ALLA NORMA".

"Da oggi puoi avere fast Internet ADSL: la nuova tecnologia che fa navigare l’Italia fino a 10 volte più veloce." Pubblicizzava Telecom.

"Pawer Internet ADSL: la connessione internet dieci volte più veloce senza bolletta telefonica, senza costi al minuto." Propagandava Galactica Spa.

Nel Febbraio di quest’anno, Adusbef denunciò all’Antitrust l’ingannevolezza dei messaggi pubblicitari sulla nuova tecnologia (apparsi su "Corriere della sera" e su "Il sole-24 Ore"): la velocità dieci volte maggiore, fatta balenare quale caratteristica intrinseca del servizio, era puramente teorica, fortemente condizionata da fattori esterni e avrebbe tratto in inganno gli utenti.

Il 25 agosto, al termine delle sue valutazioni, l’ Antitrust ha condannato come ingannevoli i messaggi di Telecom e Galactica, la cui formulazione è da ritenersi fuorviante, presentando incondizionatamente, come raggiungibili, prestazioni che in realtà possono essere ottenute solo con il concorso di molte condizioni (non affollamento, assenza di "colli di bottiglia" incontrati in navigazione, ecc.) in gran parte indipendenti dall’ adozione della tecnologia ADSL. Se, quindi, le informazioni pubblicitarie enfatizzano come peculiari caratteristiche che lo sono solo in parte, alterano il corretto processo decisionale del potenziale Utente.

Anche l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, il cui parere è stato richiesto dall’Antirust, ha ritenuto ingannevoli i messaggi diffusi a mezzo stampa poiché le possibilità offerte dall’ADSL sono limitate al solo tratto di rete che collega gli utenti al server di riferimento. L’attribuire la maggiore velocità all’intera attività di navigazione su internet induce in errore i consumatori.

Si aggiunga che il messaggio Telecom non faceva menzione della necessità di dotarsi di un modem particolare (al costo di circa 600.000 lire).

Adusbef non può che apprezzare le decisioni dell’Antitrust, ma ha l’obbligo di ricordare che l’inibizione imposta dall’Autorità a riproporre messaggi di tal genere, giunge dopo cinque mesi dal termine delle campagne pubblicitarie denunciate.

Roma, 29.8.2000


 

 

COMUNICATO STAMPA

CONFLITTO DI INTERESSI TRA LA CARICA DI CONSIGLIERE DI BANCHE E FONDAZIONI BANCARIE: ADUSBEF PRENDE ATTO DELLE DIMISSIONI DI PAOLO BIASI,RICHIESTE VENERDI 21, DA VICE PRESIDENTE DI UNICREDIT, PER INCOMPATIBILITA' SANCITA DALLA LEGGE CIAMPI,MA TALE EVIDENTE MALCOSTUME, E' PIU' DIFFUSO DI QUANTO NON SI CREDA.

IL DISATTENTO MINISTRO VISCO,INTERVENGA SU ALTRI CASI, COMINCIANDO DA DINO DE POLI,PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE CASSA MARCA.

SCIOPERO DEL TRASPORTO AEREO: SE I SINDACATI NON RISPETTANO LA TREGUA, IL GOVERNO LI DENUNCI IN PROCURA.

Il  21  luglio  u.s., in  un  Comunicato, Adusbef  poneva   il problema  del conflitto  di interesse  e  della  incompatibilità (sancita  dalla legge Ciampi) di Paolo Biasi, tra Vice  Presidente di Unicredit e presidente della Fondazione Cariverona.

"Adusbef -scrivevamo  nel comunicato-, che pur  aveva  riposto fiducia  e speranza nel Governo di centro-sinistra, a 4 anni di distanza, esprime delusione ed amarezza, soprattutto nel  ministro Visco, che ha concesso sgravi fiscali per centinaia di miliardi alle ricche fondazioni bancarie guadagnando in cambio una procedura d'infrazione della UE contro l'Italia. La legge Ciampi impone l'incompatibilità tra la carica  di amministratore di una fondazione e quella di consigliere di banca. Perché non intervenuto su Paolo Biasi, Ministro Visco, che è presidente della Fondazione Cariverona e Vice presidente di Unicredito, per far cessare tale aperta illegalità ?".


Paolo Biasi si è dimesso ieri da Unicredito, ma esistono tanti altri casi di diffusa illegalità nel sistema bancario, prepotenza, arroganza e violazione  di legge che non sembrano interessare al distratto ministro del Tesoro: come mai non è intervenuto sul presidente della Fondazione Cassa Marca, socio di riferimento di Unicredit ? E su tanti altri presidenti di Fondazioni bancarie, che collezionano cariche, ben retribuite, in aziende direttamente controllate dalle banche ?

Quale credibilità possono mai avere gli attuali membri  del Governo   di centrosinistra, che  dall'opposizione (PCI-PDS, DS, SINISTRA INDIPENDENTE), gridavano allo scandalo per la "scientifica spartizione e lottizzazione bancaria", mentre  dai banchi del Governo, lasciano che il sistema creditizio, non  solo venga  occupato con gli stessi metodi, ma permettono  le peggiori forme  di  vessatorietà  possibili senza alcun riguardo per  le ragioni degli utenti e dei consumatori.

Adusbef  aspetta fiduciosa un segnale e qualora il  ministro Visco dovesse continuare a "distrarsi", segnalerà i casi di "malabanca", tramite un puntuale monitoraggio sulle incompatibilità.

Ma  l'inerzia del Governo si manifesta anche  nella  omessa prevenzione  degli scioperi nel trasporto aereo, indetti  per  l'8 agosto  nonostante la tregua, per non far dimenticare agli  utenti viaggiatori   il  brivido  dei  bivacchi negli aeroporti, come corollario  di felici vacanze. Se i sindacati, che amano prendere in ostaggio delle loro rivendicazioni i passeggeri, non rispettano né  i diritti, tantomeno i protocolli, il Governo li  denunci  alla Magistratura, visto che la misura è colma da tempo.


Roma,28.7.2000

 

COMUNICATO STAMPA

CARTA DEI SERVIZI NELLE 103 QUESTURE D'ITALIA: STRAORDINARIO AVVENIMENTO DI GRANDE CIVILTA' NEI RAPPORTI TRA CITTADINI E FORZE DI POLIZIA. MANCANO PERO' LE SANZIONI IN CASO DI INADEMPIENZA.

L'entrata in vigore della Carta dei Servizi in data odierna nelle  103 Questure d'Italia (Adusbef ha presenziato  alla inaugurazione dell'Ufficio Relazioni con il Pubblico a Via di San Vitale a Roma), è un avvenimento di straordinaria civiltà nei rapporti tra Forze di Polizia e cittadini.

Finalmente anche le Forze dell'Ordine si preoccupano di offrire un ufficio di relazioni con il pubblico, aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 8,00 alle ore 20 (il sabato dalle ore 8,00 alle 14.00),per stabilire un rapporto più diretto con gli utenti e per far esercitare al meglio i propri diritti.

La Carta dei servizi, che elenca i commissariati  con indirizzo e numero di telefono assieme ad altri indirizzi e telefoni utili (Ministero dell'Interno, Direzione Centrale di Polizia Criminale, Ispettorati vari di P.S.),farà sentire più vicini alle forze di polizia, specialmente oggi che ne hanno bisogno, la cittadinanza e gli utenti-clienti.

Le 40 pagine della Carta dei Servizi descrivono i documenti per il rilascio dei Passaporti, delle licenze di polizia, dei Permessi di soggiorno e Carta di soggiorno per gli stranieri, le informazioni sui Minori e sugli arruolamenti e concorsi, i siti Internet per scaricare i moduli evitando le  file ai commissariati, le procedure da seguire ed i tempi entro i quali tali permessi vengono rilasciati.

L'unica nota dolente (che le altre Carte dei servizi contengono),sono le sanzioni in caso di inadempienza e di mancato rispetto dei termini indicati (la Carta non contiene quali siano i tempi per il rilascio dei passaporti), ma Adusbef dando un giudizio estremamente positivo per tale iniziativa, è certa che tali disattenzioni potranno essere recuperate.

Roma, 25.7.2000

 


COMUNICATO STAMPA

LE CONTRAVVENZIONI FANTASMA, PRESCRITTE ED ELEVATE DAGLI AUSILIARI DEL TRAFFICO E LE VESSAZIONI DELLO UFFICIO MULTE DEL COMUNE DI ROMA, FINISCONO IN PROCURA. ADUSBEF CHIEDE CHE PER TALI VERGOGNOSI COMPORTAMENTI.

IL SINDACO RUTELLI CHIEDA PUBBLICAMENTE SCUSA AI CITTADINI.

 

In un esposto denuncia presentato oggi alla Procura della Repubblica di Roma, in ordine alla vergogna dell'ufficio multe del Comune di Roma, Adusbef ha chiesto di aprire un'inchiesta per accertare se i comportamenti e le procedure adottate da quell'ufficio non siano in violazione di legge.

Migliaia di cittadini (romani e non) hanno ricevuto nei giorni scorsi, dall'ufficio multe del Comune di Roma, ingiunzioni di pagamento inerenti contravvenzioni sbagliate, ingiuste o cadute in prescrizione, ma per contestarle debbono affrontare l'ufficio contravvenzioni di Via Ostiense e sottoporsi ad estenuanti file, sbattuti da un ufficio all'altro, da uno sportello all'altro.

Alcune contravvenzioni -ha scritto Adusbef nella denuncia- riguarderebbero automobili vendute da 7-8 anni, probabilmente non trascritte al PRA; altre riguarderebbero contravvenzioni elevate a raffica dagli ausiliari del traffico (come documentato in una puntata della trasmissione televisiva "Mi Manda Rai Tre"), che si appostano di nascosto all'interno di un'automobile dell'Atac, per trascrivere i numeri di targa, senza effettuare le richieste e necessarie contestazioni.

Altre ancora, segnalate all'Adusbef ed al Centro Tutela Consumatori di Bolzano, da cittadini che non hanno mai messo piede a Roma, né con la loro auto né con altri mezzi.

I disagi e le vessazioni subite in questi giorni dai cittadini, costretti a contestare contravvenzioni sbagliate, ingiustificate, non dovute o cadute in prescrizione, sono inenarrabili: intere mattinate perdute, ore di lavoro da recuperare.

La pubblica amministrazione, che vuole instaurare rapporti civili con i cittadini, non può permettersi di vessare gli utenti come sta facendo il Comune di Roma, poiché di tali vessazioni non è mai chiamata a rispondere.

Adusbef ha chiesto, pertanto, alla Procura di Roma di aprire un'inchiesta per accertare se tali gravissimi episodi siano imputabili a normali errori, oppure se siano da addebitare a direttive, impartite dall'alto, nel tentativo di incamerare surrettizia mente somme di denaro non dovute.

Adusbef ha chiesto, inoltre di verificare se l'operato degli ausiliari del traffico, mirante ad elevare più multe possibili ed incrementare surrettiziamente i relativi introiti, ampiamente documentato dalla TV pubblica, non abbia infranto norme penali. Adusbef ha chiesto, infine, al Procuratore della Repubblica di indagare sulle multe "fantasma" elevate a cittadini altoatesini e di altre Regioni, che non si sono mai recati, con i loro mezzi, a Roma.

Roma, 25.7.2000


COMUNICATO STAMPA

RC MOTORINI: CARO POLIZZE INOSTENIBILE.

ASSICURARE UNO SCOOTER SPESSO PIU’ ALTO DEL VALORE

DEL BENE ASSICURATO. ADUSBEF INVIA RICERCA UE.

Il caro polizze, solo per assicurare la responsabilità civile, con l’esclusione dei "rischi diversi" (incendio e furto), è diventato proibitivo per i giovani (che più utilizzano gli scooter) e per le loro famiglie. Dal confronto che Adusbef ha effettuato tra 7 compagnie (Assitalia, Cattolica, Fondiaria, Generali, Lloyd Italico, Ras e Sai) su tutti i capoluoghi di provincia (al 31 marzo 2000), emergono costi insostenibili per i giovani e le loro famiglie. Se a tali somme richieste si aggiunge incendio e furto, l’assicurazione motorini in qualche caso raddoppia, a seconda del valore del bene assicurato.

Adusbef rende note le tabelle di 11 regioni e relativi capoluoghi, che corrispondono all’85 per cento della popolazione (a richiesta sono disponibili le rimanenti Regioni e tutte le città).

La brusca flessione delle vendite dei motorini, pari al 30 per cento in meno, è principalmente addebitabile al caro polizze. Non è possibile che le assicurazioni richiedano tariffe fuori mercato, pari ad oltre 2.050 milioni (Lloid Italico) a Roma, Napoli e Reggio Calabria, quando il valore del bene assicurato è nettamente inferiore alla cifra richiesta.

Adusbef ha inviato la ricerca alla Commissione Europea ed al commissario Monti, affinché riflettano bene sul grado di concorrenza e voracità delle imprese assicuratrici italiane e sul loro grado di impunità.

RC CICLOMOTORI: TARIFFE MEDIE PER REGIONE

RILEVAZIONE MARZO 2000 ( 11 REGIONI ; 7 COMPAGNIE )

 

ASSITALIA

CATTOLICA

FONDIARIA

GENERALI

LLOYD

ITALICO

RAS

SAI

PIEMONTE

293.000

193.000

252.000

200.500

525.000

268.000

184.000

TORINO

385.000

265.000

320.000

215.000

660.000

525.000

239.000

LOMBARDIA

355.000

235.000

306.000

235.000

595.000

268.000

219.000

MILANO

478.000

345.000

440.000

355.000

735.000

355.000

305.000

VENETO

305.000

239.000

282.000

209.000

560.000

275.000

203.000

VENEZIA

345.000

365.000

325.000

243.000

588.000

355.000

215.000

EMILIA-R.

360.000

255.000

296.000

280.000

645.000

300.000

221.000

BOLOGNA

668.000

388.000

479.000

445.000

819.000

355.000

365.000

TOSCANA

420.000

298.000

356.000

319.000

665.000

362.000

266.000

FIRENZE

644.000

410.000

501.000

460.000

1.100.000

405.000

395.000

LAZIO

470.000

334.400

380.000

312.000

835.000

527.000

304.000

ROMA

885.000

570.000

705.000

650.000

2.050.000

910.000

575.000

ABRUZZO

348.000

239.000

310.000

283.000

586.000

286.000

235.000

L’AQUILA

318.000

219.000

280.000

215.000

588.000

268.000

248.000

CAMPANIA

758.000

625.000

633.000

520.000

1.357.000

900.000

593.000

NAPOLI

1.318.000

1.100.000

1.030.000

1.059.000

2.050.000

1.960.000

1.127.000

PUGLIA

610.000

441.000

475.000

371.000

915.000

682.000

359.000

BARI

807.000

535.000

597.000

579.000

1.099.000

780.000

430.000

CALABRIA

718.000

470.000

493.000

560.000

1.152.000

834.000

505.000

REGGIO C.

990.000

762.000

642.000

750.000

2.050.000

1.065.000

625.000

SICILIA

573.000

393.000

405.000

355.000

868.000

615.000

358.000

PALERMO

1.190.000

743.000

595.000

535.000

1.099.000

1.280.000

700.000

 

Roma, 24.7.2000


RIPORTIAMO LA RILEVAZIONE PER LA TOTALITA’ DELLE REGIONI

 RC CICLOMOTORI: TARIFFE MEDIE PER REGIONE E CAPOLUOGO

RILEVAZIONE MARZO 2000 ( 7 COMPAGNIE )

 

ASSITALIA

CATTOLICA

FONDIARIA

GENERALI

LLOYD ITALICO

RAS

SAI

VAL D’AOSTA

319.000

220.000

245.000

215.000

410.000

265.000

190.000

PIEMONTE

293.000

193.000

252.000

200.500

525.000

268.000

184.000

TORINO

385.000

265.000

320.000

215.000

660.000

525.000

239.000

LOMBARDIA

355.000

235.000

306.000

235.000

595.000

268.000

219.000

MILANO

478.000

345.000

440.000

355.000

735.000

355.000

305.000

LIGURIA

550.000

350.000

430.000

390.000

790.000

385.000

325.000

GENOVA

880.000

463.000

620.000

620.000

1.095.000

310.000

430.000

VENETO

305.000

239.000

282.000

209.000

560.000

275.000

203.000

VENEZIA

345.000

365.000

325.000

243.000

588.000

355.000

215.000

TRENTINO

310.000

220.000

265.000

215.000

510.000

265.000

207.000

FRIULI

325.000

225.000

275.000

245.000

570.000

300.000

205.000

UDINE

250.000

155.000

220.000

180.000

510.000

190.000

165.000

TRIESTE

500.000

418.000

455.000

420.000

818.000

595.000

310.000

EMILIA-R.

360.000

255.000

296.000

280.000

645.000

300.000

221.000

BOLOGNA

668.000

388.000

479.000

445.000

819.000

355.000

365.000

TOSCANA

420.000

298.000

356.000

319.000

665.000

362.000

266.000

FIRENZE

644.000

410.000

501.000

460.000

1.100.000

405.000

395.000

MARCHE

318.000

255.000

295.000

220.000

550.000

280.000

210.000

ANCONA

380.000

308.000

350.000

260.000

410.000

265.000

214.000

UMBRIA

355.000

215.000

270.000

190.000

640.000

260.000

210.000

PERUGIA

305.000

220.000

245.000

200.000

585.000

215.000

175.000

LAZIO

470.000

334.400

380.000

312.000

835.000

527.000

304.000

ROMA

885.000

570.000

705.000

650.000

2.050.000

910.000

575.000

ABRUZZO

348.000

239.000

310.000

283.000

586.000

286.000

235.000

L’AQUILA

318.000

219.000

280.000

215.000

588.000

268.000

248.000

MOLISE

275.000

182.000

272.000

205.000

510.000

310.000

180.000

C.BASSO

305.000

192.000

295.000

195.000

513.000

308.000

195.000

CAMPANIA

758.000

625.000

633.000

520.000

1.357.000

900.000

593.000

NAPOLI

1.318.000

1.100.000

1.030.000

1.059.000

2.050.000

1.960.000

1.127.000

PUGLIA

610.000

441.000

475.000

371.000

915.000

682.000

359.000

BARI

807.000

535.000

597.000

579.000

1.099.000

780.000

430.000

BASILICATA

465.000

300.000

345.000

355.000

625.000

480.000

230.000

POTENZA

380.000

299.000

375.000

225.000

590.000

390.000

240.000

CALABRIA

718.000

470.000

493.000

560.000

1.152.000

834.000

505.000

REGGIO C.

990.000

762.000

642.000

750.000

2.050.000

1.065.000

625.000

SICILIA

573.000

393.000

405.000

355.000

868.000

615.000

358.000

PALERMO

1.190.000

743.000

595.000

535.000

1.099.000

1.280.000

700.000

SARDEGNA

470.000

385.000

335.000

397.000

665.000

475.000

360.000

CAGLIARI

545.000

402.000

415.000

424.000

775.000

525.000

400.000

 

 

La più bassa (tra le sette compagnie monitorate):

Cattolica (Udine) Lit. 155.000

 

La più alta (tra le sette compagnie monitorate):

Lloyd Italico (Napoli-Reggio Calabria-Roma) Lit. 2.050.000

 


COMUNICATO STAMPA

ABUSI E TAGLIEGGIAMENTI BANCARI: ADUSBEF RIVOLGE UN APPELLO ALLA CLIENTELA !SE OGNI UTENTE VESSATO VERSA IL CONTROVALORE DI UN DOLLARO, SI POSSONO SCONFIGGERE I CONTINUI ARBITRII DELLE BANCHE. IL GOVERNO (ESENZIONE FISCALE SULLE RICCHE FONDAZIONI) INVECE DI GARANTIRE IL RISPETTO DELLA LEGALITA',TOLLERA CHE PAOLO BIASI,PRESIDENTE DI CARIVERONA,SIA VICE PRESIDENTE DI UNICREDITO,VIOLANDO LA LEGGE.

Adusbef ha condotto una battaglia lunga 15 anni, per far dichiarare illecita  da 4 sentenze  di Cassazione, la capitalizzazione trimestrale degli interessi ma, dopo  aver ottenuto la stessa temporalità di calcolo, ha scoperto che le banche hanno escogitato nuovi espedienti per tartassare l'utenza.Negli estratti conto chiusi al 30 giugno, arrivati o in arrivo, molte banche infatti, pur capitalizzando con la stessa temporalità gli interessi attivi e passivi (i primi regolati al 12-13 per cento, i secondi al tasso dello 0,25 per cento),hanno inventato nuove voci per taglieggiare i consumatori.Tra spese di liquidazione (55.000 lire in media a trimestre, prima non previste), spese di tenuta conto (15.000 in media), bollo (12.375) e spese di invio estratto conto (2.500 lire),l' utente non solo non vede una sola lira di interessi trimestrali, ma su una giacenza di 10 milioni deve corrispondere alla banca una media ulteriore di 150.000 lire, a seconda delle operazioni effettuate, al costo di 3.000 lire cadauna.E' l'ennesima vessazione delle banche che, protette da Bankitalia e Governo, fanno quello che vogliono e come vogliono, taglieggiando  la clientela con sempre più nuovi  balzelli introdotti anche con effetto retroattivo. E' una vergogna, che non potrà cessare fino a quando gli utenti organizzati, non si rivolteranno contro una condizione di prepotenza, arbitrio ed illegalità dei signori del credito, che impongono nuovi, sempre più odiosi balzelli per finanziare alti costi ed altissime prebende di pochi banchieri (circa 800),che hanno stipendi medi di 500 milioni, più che triplicati dai frenge benefit, sui quali non sarebbe inutile una indagine della finanza.Adusbef da 15 anni si batte contro usi ed abusi delle banche, ha conseguito discreti risultati giudiziari a tutela degli utenti bancari, associa circa 35.000 cittadini, lancia quindi un appello: ogni utente vessato si unisca a noi nella battaglia contro gli istituti di credito, versando il controvalore di un dollaro. Se saremo centinaia di migliaia, porteremo le banche  italiane  e la Banca d'Italia, davanti  alle  corti internazionali a rispondere dei continui arbitrii ed abusi.Adusbef, che pur aveva riposto fiducia e speranza nel Governo di centrosinistra, a 4 anni di distanza, esprime delusione ed amarezza, soprattutto nel ministro Visco, che ha concesso sgravi fiscali per centinaia di miliardi alle ricche fondazioni bancarie guadagnando in cambio una procedura d'infrazione della UE contro l'Italia. La legge Ciampi impone l'incompatibilità tra la carica di consigliere di amministrazione di una fondazione e quella di consigliere della banca. Perché non è intervenuto, ministro Visco, per far cessare tale aperta illegalità ?


Roma,21.7.2000


CARO CAMBI

 

Prof. Mario Monti

Commissione Europea

Rue de la Loi, 200

B-1049 BRUXELLES

e p.c. Prof. Romano Prodi

Presidente Comm.Europea

Rue de la Loi,200

B-1049 BRUXELLES

e p.c. Signor Presidente

Parlamento Europeo

B-1049 BRUXELLES

e p.c. On.le Antonio Di Pietro

Parlamentare Europeo

B-1049 BRUXELLES

 

Oggetto: indagine banche europee su "caro cambi"

Egregio Prof. Monti,leggo su "Il Sole-24 Ore" del 15 luglio, pag.28, che nella lista di oltre 100 banche europee, indagate dall'UE per il "caro cambi", mancano le "virtuose" banche italiane, il cui accordo di cartello, comprovato da una circolare Abi, che fissava il 3 per cento di commissione e 5.000 lire di spese ad operazione, venne da Adusbef denunciato alla Commissione europea nel gennaio 1999. E' grave ed alquanto singolare che a fronte di tali "prove provate", Ella abbia scelto di assolvere preventivamente le banche italiane su questo ed altri gravissimi episodi di intese verticali ed orizzontali (accordo interbancario ABI, anatocismo, mutui bancari, Montetitoli, ecc.),che hanno impedito la libera concorrenza e prodotto danni notevoli ed infinite vessazioni (accolte in parte dai giudici, negli ultimi tempi) ai consumatori italiani ed al Paese.Se la Commissione intende costruire un'Europa a misura di banchieri (non doveva essere gratuita la conversione delle valute nazionali all'Euro ?), condizionata dalle grandi lobby e dalle multinazionali, le cui decisioni (dove è finita la direttiva per proteggere salute e sicurezza dei consumatori con il principio di precauzione dagli eventuali danni ?),faccia pure.I consumatori organizzati non mancheranno di far sentire la propria voce per denunciare i rischi di una costruzione squilibrata dell'Unione, edificata su pressioni degli interessi delle banche e su basi prettamente monetariste, ossia l'esatto contrario delle attese e delle speranze dei cittadini d'Europa.Grati per l'attenzione, l'occasione è gradita per inviare

Distinti Saluti

Il PresidenteElio Lannutti

Roma,18.7.2000


COMUNICATO STAMPA

CIBI TRANSGENICI: CARO PRESIDENTE PRODI, NON ERA QUESTA

"L'EUROPA CHE VOGLIAMO" !

In una lettera indirizzata al Presidente della Commissione Europea, Adusbef ha ricordato al prof. Romano Prodi gli impegni assunti dai "Democratici" e dallo stesso Prodi in una dichiarazione programmatica, poco più di un anno fa, in occasione delle elezioni europee.In un opuscolo di 60 pagine, il futuro presidente della Commissione Europea, si rivolgeva ai cittadini assicurando più forza all'Europa dei diritti, dei nuovi diritti, perché "intendeva promuovere i consumatori da oggetti a soggetti"."L'esigenza di un'adeguata tutela dei diritti di utenti e consumatori -si legge a pag.54- è resa tanto più pressante dalla presenza di tecnologie sempre più sofisticate, di cui sono ancora poco conosciuti gli effetti ambientali e sanitari. Così, di fronte alla messa in commercio di una quantità crescente di prodotti alimentari "transgenici",è indispensabile che venga introdotto in ambito europeo l'obbligo di inserire sulle etichette un'informazione corretta e completa sull'eventuale uso di applicazioni biotecnologiche".Di fronte al pieno accordo con la commissaria Wallstrom, portatrice degli interessi delle multinazionali, ed all'annunciata fine della moratoria sui transgenici, che non coincide con gli interessi dei consumatori utenti, Adusbef si permette di ricordarLe, signor Presidente, l'impegno programmatico pubblicamente assunto circa un anno fa.Se dopo vent'anni i giovani inglesi affetti dal morbo BSE, pagano con la vita un altissimo prezzo al liberalismo sfrenato di Margaret Thachter, che eliminò ogni forma di controllo veterinario consentendo produzione e commercializzazione dei mangimi animali, i consumatori italiani non si sentono rassicurati dagli atti assunti dalla Commissione Europea, e non solo sugli OGM.Una Commissione che recepisce le pressioni delle lobby bancarie dimenticando le promesse sulla gratuità della conversione all'Euro (il Commissario Solbes ha annunciato che farà pagare il cambio oltre 1 milione di lire); che apre un'indagine sul caro Cambi (Commissario Monti) indagando oltre 100 banche europee, assolvendo preventivamente le "virtuose" banche italiane, che pur avevano emanato una circolare Abi per determinare i costi dei cambi dell'area Euro; che compie il salto nel buio sugli OGM, ha il fiato corto -scrive Adusbef - e non ha il consenso dei cittadini.Se la Commissione intende costruire un'Europa a misura di multinazionali, condizionata dalle grandi lobby in grado di presidiare Bruxelles con centinaia di lobbisti, le cui decisioni vanno contro i diritti a salute ed interessi dei consumatori, un'Europa monetarista edificata a misura di banche e banchieri, faccia pure.Ma quest'Europa, costata sudore e sangue soprattutto alle classi più deboli, che in virtù di errate scelte diventano sempre più povere, non è l'Europa dei cittadini che aveva promesso in campagna elettorale.

In fiduciosa attesa" -ha concluso Adusbef.Roma,18.7.2000


 

COMUNICATO STAMPA

RACCOLTA DELLE IMPRONTE DIGITALI PER ENTRARE IN BANCA: SISTEMA ARBITRARIO ED ILLECITO. ADUSBEF DENUNCIA IL SAN PAOLO DI TORINO ALLA AUTORITA’ PER LA PRIVACY ED ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA.

L’ultima trovata dell’Istituto Bancario San Paolo di Torino di inserire un rilevatore di impronte al quale la clientela deve sottoporsi per accedere ai locali della banca, oltre ad essere discriminatoria rispetto alla generalità degli utenti, è un atto grave ed illegittimo che viola i diritti inalienabili dei cittadini.

Adusbef dubita che il Garante della privacy abbia autorizzato tale arbitrario sistema di schedatura dei cittadini, ma anche qualora abbia concesso il suo assenso, l’Authority avrebbe certamente travalicato i suoi compiti, perché la raccolta delle impronte digitali può essere effettuata solo dalle forze di polizia per ragioni afferenti la sicurezza pubblica.

Da sempre, le banche sottopongono i cittadini ad una serie infinita di prepotenze ed atti arbitrari, ma adottare tale mezzo, seppur allo scopo di contrastare la piaga delle rapine in banca, significherebbe consegnare agli istituti di credito (che già utilizzano per fini impropri i dati personali della clientela) quel bene inviolabile rappresentato dalla vita privata delle persone, il cui diritto alla riservatezza deve essere garantito dallo Stato.

Adusbef ha quindi denunciato il San Paolo di Torino al Garante della privacy ed alla Procura della Repubblica, in attesa di conoscere quali siano le posizioni del Governo e del Ministro degl’Interni i quali, quantunque tolleranti con il sistema bancario, non possono certamente far passare un principio illecito ed illegittimo a cui neanche le dittature né le tante Repubbliche di Bananas sparse per il mondo hanno mai fatto ricorso.


Roma, 14 luglio 2000

 


COMUNICATO STAMPA

RC AUTO.

PROCEDURA DI INFRAZIONE U.E.: IL GOVERNO ABBIA IL CORAGGIO DI SCIOGLIERE L’ISVAP RESPONSABILE DEL CARO TARIFFE, PER FONDARE SULLE SUE CENERI UNA AUTORITA’ DI SETTORE.

La procedura di infrazione, aperta dalla U.E. contro l’Italia per il decreto che congela le tariffe RC Auto, deve indurre il Governo a ripensare quelle politiche tariffarie che, portate avanti negli ultimi anni, hanno stangato i consumatori senza attivare, nel settore, meccanismi di concorrenza tra le imprese e di miglioramento della qualità dei servizi erogati.

Se dal 1° luglio 1994, con la liberalizzazione, vi è stato un incremento medio delle tariffe del 93 per cento (del 330 per cento nella classe d’ingresso a Napoli ), vuol dire che gli organismi di vigilanza – incapaci di imporre concorrenza nel comparto - non solo non hanno funzionato, ma devono essere chiamati a rispondere direttamente delle loro responsabilità.

A fronte di un pannicello caldo, come il blocco tariffario, che rinvia di un anno la questione (aggravandola, perché le compagnie opereranno con spirito di rivalsa), il Governo abbia il coraggio di affrontare il problema alla radice: sciolga l’ISVAP, maggior responsabile del caro tariffe, per fondare sulle sue ceneri una Autorità di settore in grado di incidere sulla formazione delle tariffe RC Auto, alla stessa stregua delle altre Autorità che, in alcuni casi, hanno fatto scendere i prezzi al consumo di gas, energia elettrica, telefonia, erogando un servizio utile e (spesso) efficace nei confronti dei cittadini.

Roma, 12.7.2000


COMUNICATO STAMPA

MULTA DELL'ANTITRUST AI PETROLIERI:

NELL'UDIENZA DI DOMANI DAVANTI AL TAR DEL LAZIO, ADUSBEF SOSTERRA' LE RAGIONI DEI CONSUMATORI, CHE HANNO PAGATO 100 LIRE IN PIU' UN LITRO DI BENZINA, GRAZIE ALL'ACCORDO DI CARTELLO SANZIONATO DALL'AUTORITA', PER UN DANNO DI OLTRE 7.000 MILIARDI DAL 1 LUGLIO 1994.

Nell'udienza  di domani davanti al Tar del Lazio,  che  avrà luogo  a  seguito  del ricorso dei  petrolieri  contro  la  multa inflitta  loro  dall'Antitrust, Adusbef si è costituita  tramite l'avv. Massimo Cerniglia, vicepresidente dell'associazione.

Nella  memoria  presentata, Adusbef ha  chiesto  l'integrale conferma  delle sanzioni inflitte dall'Antitrust  ai  petrolieri, posto  che il danno procurato dall'accordo di cartello,  soltanto nel 1999, è stata pari a 1.378 miliardi.

Se i consumatori italiani avessero acquistato i  carburanti, al  netto delle accise e dell'IVA, al prezzo medio  praticato  in Francia,  Germania e Regno Unito, avrebbero sostenuto  una  spesa complessivamente inferiore di 2.866 miliardi di lire nel 1999.

Limitando il prezzo medio interno a quello medio europeo, la maggiore  spesa per i consumatori italiani, soltanto nel 1999, è stata pari a 1.378 miliardi, da qui il calcolo approssimativo  di 7.000  miliardi, introitato in più dai petrolieri dal  1°  luglio 1994 (data della liberalizzazione) al 31 dicembre 1999.

Le compagnie petrolifere hanno operato per ottenere una dissuasione del gestore a porre in atto la strategia di abbassamento dei  prezzi delle benzine, rispetto ai prezzi  consigliati  dalle aziende petrolifere.

Adusbef nella memoria depositata, condivide quanto  ritenuto dall'Antitrust  nel provvedimento sanzionatorio,  ossia  che  lo stretto coordinamento tra imprese petrolifere orchestrate in sede di  UP  (Unione  Petrolifera),  abbia prodotto un  reale  e  non resistibile  disincentivo a comportamenti tali  da concretizzare una intesa orizzontale, violatrice della libera concorrenza.

Era  esplicita la volontà delle compagnie di evitare che  la differenziazione nei  livelli  di  margine,  che  sarebbe  stata determinata  dal meccanismo del price cap,  producesse  eccessive differenziazioni tra le società, a prescindere dall'atteggiamento tenuto dai gestori sulla questione.

Se  le  sanzioni  inflitte  saranno  consolidate  da  Tar  e Consiglio di Stato, saranno più facili quelle azioni risarcitorie per consentire ai consumatori di essere ristorati dai  gravissimi danni economici subiti da un'intesa tra le compagnie petrolifere, che  hanno portato a pagare i carburanti in Italia ad un livello più  elevato (100 lire in media, attualmente 61 lire) di  quanto sarebbe stato pagato in presenza dei meccanismi di mercato  e  di libera concorrenza.

Roma, 12.7.2000


COMUNICATO STAMPA

NON BASTA COMMISSARIARE L'ISVAP, COME RICHIESTO DAL MINITRO PECORARO SCANIO, BISOGNA SCIOGLIERE UN ISTITUTO DI VIGILANZA, CHE HA FINORA GARANTITO GLI ESCLUSIVI INTERESSI DELLE COMPAGNIE, MA BISOGNA INDAGARE SUL MICA, CHE HA AVALLATO AUMENTI ESAGERATI. IN UN ESPOSTO ALLA PROCURA, ADUSBEF HA CHIESTO DI INDIVIDUARE RESPONSABILITA' ED EVENTUALI OMESSI CONTROLLI SUI RINCARI RCA, ED ALLE SCRITTURE CONTABILI (RISERVE) CHE LI HANNO GIUSTIFICATI.

In qualsiasi Paese ad economia di mercato, quando dopo la liberalizzazione tariffaria si registra una continua rincorsa ai rincari, come è accaduto nel settore RC Auto (obbligatoria), con una media del 93,1 per cento, a fronte di un'inflazione del 23,4, vuol dire che esistono gravissime anomalie sia nella mancanza di concorrenza, che nei controlli di vigilanza, che non ha vigilato.

E quando tali medie di rincari dal 1 luglio 1994 sono triplicate nella classe d'ingresso (classe assegnata ai neopatentati), con costi incredibili: ossia più 320,8 per cento a Napoli; più 237,5 per cento a Bari; più 230,6 a Milano; più 226,8 a Roma; più 218,5 a Torino; significa che tali gravissime anomalie hanno prodotto danni enormi agli assicurati.

ANNO

INFLAZIONE

AUMENTI MEDI RC AUTO*

ANNO 1994

3,5 PER CENTO

12,3 PER CENTO

ANNO 1995

5,0 PER CENTO

11,5 PER CENTO

ANNO 1996

5,2 PER CENTO

10,1 PER CENTO

ANNO 1997

2,6 PER CENTO

9,2 PER CENTO

ANNO 1998

2,8 PER CENTO

15,6 PER CENTO

ANNO 1999

2,0 PER CENTO

17,0 PER CENTO

ANNO 2000*

2,3 PER CENTO

17,4 PER CENTO**

TOTALI

INFLAZIONE 23,4 PER CENTO

AUMENTI RCA 93,1 PER CENTO

(Fonte: Elaborazioni Adusbef, su dati Ania, Isvap, Istat, DPEF.

(*) aumenti medi tra tariffe più scontate e classe iniziale;

(**) stime del Governo sull'inflazione; aumenti medi scattati prima del Decreto 70/2000,sul blocco tariffario.

 

Il ministro Pecoraro Scanio,in una intervista su Repubblica di oggi, denunciando tali anomalie della RCA, ha posto come rimedio il commissariamento dell'Isvap, provvedimento insufficiente, se non lo si scioglie per rifondarlo come autorità di settore che possa determinare le tariffe assicurative alla stessa stregua delle altre tariffe (gas, luce, telefono),stabilite dalle Authorities.Esistono gravi responsabilità di Isvap e Ministero dell' Industria (divisione assicurazioni), rispetto ad uno stillicidio infinito di aumenti (da essi difesi), non più tollerabile.Non sappiamo se le compagnie abbiano goduto o meno di protezioni che hanno consentito tale inusitato scandalo (negli altri Paesi europei la Rc auto è anche diminuita). Per tali ragioni, Adusbef ha presentato esposti denunce alla Procura della Repubblica, affinché apra un'indagine per accertare la dinamica dei fatti, comprese eventuali omesse vigilanze degli organi di controllo, che hanno determinato gravi ed irreparabili danni agli assicurati ed alle famiglie più indigenti.

Roma, 7.7.2000


COMUNICATO STAMPA

RC AUTO: LA PROCEDURA D'INFRAZIONE APERTA CONTRO L'ITALIA PER IL DECRETO BLOCCA TARIFFE,DEVE INDURRE IL GOVERNO A RICONSIDERARE LE PROPOSTE DI ADUSBEF ! SOLO AFFIDANDO AD UNA AUTORITA' LA DETERMINAZIONE DELLE TARIFFE RCA, SI POTRA' CALMIERARE UN SETTORE ILLIBERALE SEPPUR LIBERALIZZATO.IL DECRETO DEL GOVERNO,NON RISOLVE L'ARBITRIO DELLE COMPAGNIE AD AUMENTI INGIUSTIFICATI,MA LO POSTICIPA DI UN ANNO,PROPRIO(GUARDA CASO) IN CONCOMITANZA DELLE ELEZIONI POLITICHE.

Da quando è stata concessa la liberalizzazione tariffaria della RC Auto obbligatoria (1.7.94), si è registrata una sfrenata rincorsa ai rincari, con una percentuale media del 93,1 per cento a fronte di un aumento dell'inflazione del 23,4 per cento: le polizze sono quindi cresciute 4 volte più dell'inflazione !

ANNO

INFLAZIONE

AUMENTI MEDI RC AUTO*

ANNO 1994

3,5 PER CENTO

12,3 PER CENTO

ANNO 1995

5,0 PER CENTO

11,5 PER CENTO

ANNO 1996

5,2 PER CENTO

10,1 PER CENTO

ANNO 1997

2,6 PER CENTO

9,2 PER CENTO

ANNO 1998

2,8 PER CENTO

15,6 PER CENTO

ANNO 1999

2,0 PER CENTO

17,0 PER CENTO

ANNO 2000*

2,3 PER CENTO

17,4 PER CENTO**

TOTALI

INFLAZIONE 23,4 PER CENTO

AUMENTI RCA 93,1 PER CENTO

(Fonte: Elaborazioni Adusbef, su dati Ania, Isvap, Istat, DPEF.

(*) aumenti medi tra tariffe più scontate e classe iniziale;

(**) stime del Governo sull'inflazione; aumenti medi scattati prima del Decreto 70/2000,sul blocco tariffario.

Ma tale media è superata nella classe d'ingresso, con variazioni percentuali di aumenti pari al 226,8 per cento a Roma; del 230,6 a Milano; 218,5 a Torino; 237,5 a Bari; 320,8 a Napoli.

Di fronte a tale sistematico saccheggio dei bilanci famigliari attuati dalle compagnie, il Governo, piuttosto che adottare misure permanenti -pur suggerite ripetutamente dall'Adusbef al ministro Letta -, quali la determinazione delle tariffe RC Auto da affidare ad un'Autorità di settore, ha adottato misure tampone che posticipano di una anno la questione, guarda caso proprio in concomitanza delle elezioni politiche.

La procedura d'infrazione aperta dall'UE contro l'Italia, dimostra l'approssimazione del Governo su una questione, la RC Auto obbligatoria, che riguarda famiglie italiane costrette a subire passivamente, anche per l'inerzia di ministero dell' Industria ed Isvap, un continuo e sistematico arbitrio tariffario.

Adusbef rinnova l'invito fatto ripetutamente al Governo: sottrarre all'arbitrio delle compagnie la determinazione delle tariffe RC Auto per affidarle ad un'Autorità di settore, con contestuale ritiro di un decreto-beffa per i consumatori.

Adusbef auspica che l'Antitrust possa chiudere l'istruttoria aperta sulle compagnie, per comminare analoghe sanzioni inflitte ai petrolieri: i due settori cioè che sono stati liberalizzati dal 1 luglio 1994,e che invece di attivare una sana concorrenza e migliorare la qualità dei servizi erogati, hanno avuto l'unico scopo di stangare i consumatori.

Roma,5.7.

 


 

COMUNICATO STAMPA

PREZZI DELLA BENZINA MAI COSI ALTI. LA CABINA DI MONITORAGGIO DEL MINISTERO DELL’INDUSTRIA DIMOSTRA LA PROPRIA INUTILITA’.

Nonostante la stabilita’ sostanziale del rapporto euro/dollaro nell’ultimo mese ed il ribasso del costo del barile, attestato sotto i 30 dollari (sceso del 10 per cento rispetto alla punta massima di 33 dollari), gli italiani continuano a subire un prezzo dei carburanti più alto di 60-70 lire rispetto alla media europea, di 110-120 lire se aggiungiamo le 50 lire di sconto fiscale sulle accise.

Adusbef, nella consueta campagna di monitoraggio "sul campo" dei prezzi delle benzine, ha rilevato in molti distributori lo sfondamento di 2.200 lire per la "verde" e di 2.280 per la "super". Nell’area di servizio di Piazzale Bevera – Autoporto a Ventimiglia (IM), la verde costava 2.210 lire, la super 2.280 lire. Tale anomala situazione italiana, che pesa sui magri bilanci familiari determinando costi insostenibili, oltre ad infiammare l’inflazione, ha causato un aumento delle bollette elettriche e del gas di ben 102.000 lire su base annua (16.560 per l’elettricità ed altrettante per il gas, solo per effetto dell’ultima decisione dell’Autorità per il gas e l’energia).

La Cabina di monitoraggio, istituita due mesi fa dal Ministero dell’Industria, pur confermando un notevole scostamento dei prezzi industriali dei carburanti in Italia rispetto a quelli europei (in media superiori di 61 lire), poiché non prevede sanzioni verso i petrolieri, non ha affatto calmierato i prezzi, ma ha avuto effetti contrari spingendoli verso l’alto, dimostrando la propria inutilità se non un ulteriore danno ed una ben architettata beffa nei confronti dei consumatori.

Adusbef, infine, si è costituita davanti al TAR del Lazio a favore dell’Antitrust contro le compagnie petrolifere che hanno chiesto di annullare la supermulta di 641 miliardi.

Roma, 30.6.2000

 


COMUNICATO STAMPA

FINANZIARIA SENZA TASSE ? IL GOVERNO TARTASSA OGNI GIORNO I CITTADINI. ISTAT E CORTE DEI CONTI CONFERMANO LO STILLICIDIO CONTINUO DI AUMENTI E L’ALTA PRESSIONE FISCALE COSTANO 1.839.000 LIRE IN PIU’ A FAMIGLIA.

Il presidente Amato promette un Dpef che non toglie, ma restituisce qualcosa alle famiglie. Peccato che le politiche economiche del Governo erodano, come confermano gli ultimi dati ISTAT e le recenti valutazione della Corte dei Conti, il potere d’acquisto di salari, stipendi e pensioni, spingendo migliaia di nuclei familiari sotto la soglia di povertà.

Gli ultimi dati resi noti dall’ISTAT collocano l’inflazione al 2,7 per cento, confermando le analisi ADUSBEF sui conti delle famiglie, che devono sopportare un gravame infinito di aumenti che assommano a 1.839.000 lire annue.

 

VOCI DI SPESA PER FAMIGLIA AUMENTI GIA’ REGISTRATI NEL 2000

[ELABORAZIONE ADUSBEF SU DATI ISTAT ed ISVAP] (tra parentesi: aumenti mensili ed annui in lire)

 

Spesa media mensile

Spesa media annuale

Aumenti Intervenuti

Nuova spesa mensile

Nuova spesa annuale

SERVIZI BANCARI

51.800

622..000

+ 5,5 %

(2.850) 54.650

(34.200) 655.000

LUCE

52.000

624.000

+ 6,8 %

(3.550) 55.550

(42.600) 666.000

GAS

70.000

840.000

+ 8,6 %

(6.020) 76.020

(72.240) 912.000

NETTEZZA URBANA

25.000

300.000

+ 12,6 %

(3.150) 28.150

(37.800) 338.000

SPESE ISTRUZ. (SCUOLA)

40.000

480.000

+ 4,4 %

(1.760) 41.760

(21.120) 501.000

BENZINA

215.500

2.586.000

+ 10,9 %

(23.489) 238.989

(281.868) 2.867.000

GASOLIO

175.000

2.100.000

+ 13,2 %

(23.100) 198.100

(277.299) 2.377.000

ASSIC. VEICOLI

160.000

1.920.000

+ 13,7 %

(21.920) 181.920

(263.040) 2.183.000

TRASPORTI E COMUN.

602.000

7.224.000

+ 5,1 %

(30.702) 632.702

(368.424) 7.592.000

MEDICINALI

46.600

560.000

+ 4,1 %

(2.510) 48.510

(30.120) 582.000

ALBERGHI E RISTORANTI

190.000

2.280.000

+ 5,1 %

(9.690) 199.690

(116.280) 2.396.000

CONSUMI ALIMENTARI

700.000

8.400.000

+ 3,5 %

(24.500) 724.500

(294.000) 8.694.000

TOTALE (*)

2.327.900

27.934.000

 

(153.240) 2.480.541

(1.838.991) 29.766.000

 (*) I consumi totali mensili sono pari a lire 4.020.000 (ultimi dati ISTAT)

 

Non basta promettere una finanziaria senza tasse, quando le politiche economiche dei Governi sono state responsabili di un saccheggio sistematico dei bilanci familiari medio-bassi, in presenza di una pressione fiscale più alta di due punti, rispetto alla media europea, come dimostra l’ultima indagine della Corte dei Conti.

Il Governo non può aprire la campagna elettorale sulla pelle dei cittadini e dei consumatori meno abbienti, che hanno pagato (e continuano a pagare) un alto costo per il risanamento economico del Paese.

Roma, 28.6.2000


 

COMUNICATO STAMPA

GLI AUMENTI PALESI ED OCCULTI MASSACRANO I BILANCI FAMILIARI.

DOPO BENZINA, LUCE, GAS, TRASPORTI, MEDICINALI, CONSUMI ALIMENTARI ARRIVA LA MAZZATA DI UN 12 PER CENTO IN PIU'MEDIO SUI RIFIUTI.LE FAMIGLIE ITALIANE SONO SFINITE E STANCHE DI LAVORAREPER PAGARE UNO STATO GABELLIERE,CHE OFFRE PESSIMI SERVIZI MOLESTANDO, CON CARTELLE PAZZE ED AVVISI PAZZI, I CONTRIBUENTI.

 

Dopo  lo stillicidio degli aumenti infiniti di prezzi e  tariffe, trascinati dal caro benzina (+10,9 per cento),responsabili di aver infiammato l'inflazione, con un rincaro medio del 2,7 per cento,  che interessa anche altri settori quali: servizi  bancari (+5,5  per cento),consumi alimentari (+3,5 per cento),alberghi e ristoranti (+5,1 per cento),medicinali (+4,1 per cento),trasporti e comunicazioni (+5,1 per cento),gas (+8,6  per  cento),luce +6,8 per cento, spese per l'istruzione (+4,4 per cento),come  ciliegina sulla  torta arriva, tanto per allietare le vacanze  estive  degli italiani che se le possono permettere, la stangata sui rifiuti solidi urbani.

Con differenze regionali e comunali, gli italiani stanno  ricevendo con le bollette per il servizio dei rifiuti solidi  urbani, l'ultima  amara sorpresa, prima della pausa estiva:  richieste di aumenti per la tassa sulla "monnezza" (com'è chiamata a Roma) che  variano  dal 10 al 15 per cento, la cui media si attesta  a 338.000 lire (dalle 300.000 lire dell'anno precedente).

E meno male che il decreto che doveva trasformare il balzello  da "tassa" a "tariffa", non ha avuto l'avallo del  Parlamento, altrimenti gli italiani avrebbero avuto l'amara prospettiva di un vero e proprio raddoppio della tassa sui rifiuti.

Le 38.000 lire medie per i rifiuti solidi urbani che gli  italiani  devono pagare in più, si aggiungono alle 54.000  lire  in più per i pessimi servizi bancari; alle 132.000 lire in più  per luce e gas; alle 240.000 per la benzina; alle 750.000 per i consumi  alimentari;  alle 200.000 per alberghi e ristoranti;  alle 50.000 in più per i medicinali; alle 630.000 per trasporti e comunicazioni, ecc.:  insomma ad una infinita serie di  aumenti  che sta portando al collasso i magri bilanci  famigliari falcidiati dalla perdita del potere di acquisto.

I consumatori italiani, stanchi di pagare  tasse, balzelli, tariffe ed una serie infinita di rincari, in cambio di servizi  pubblici scadenti ed inadeguati (i trasporti pubblici a Roma rappresentano l'esempio dell'inefficienza e della lottizzazione "rutelliana"),perseguitati  e molestati dal fisco che  invia "cartelle pazze" o "avvisi bonari" altrettanto "pazzi", perché non dovuti, chiedono  una inversione di tendenza ad un Governo molto  attento ad assecondare gli interessi delle grandi lobby e dei poteri forti, distratto quando deve garantire condizioni minime vitali e dignitose  a milioni di cittadini che vivono al di sotto della  soglia di povertà acuita dalle politiche economiche.

Roma, 22.6.2000

 


 

COMUNICATO STAMPA

DECRETO "SALVA INTERESSI" DELLE BANCHE: LA CORTE COSTITUZIONALE DECIDERA' DOMANI, NELLA SEDUTA MATTUTINA,LA SUA LEGITTIMITA'. FRA 60 GIORNI SI CONOSCERA' L'ESITO DI UNA SENTENZA STORICA PER I CONSUMATORI,CHE HANNO PAGATO ALLE BANCHE PER 44 ANNI,INTERESSI TRIMESTRALI ILLEGITTIMI E NON DOVUTI. IL GIUDICE ASSEGNATARIO E' IL PROFESSOR CESARE RUPERTO. GLI UTENTI BANCARI SARANNO DIFESI DALL'AVV. ANTONIO TANZA, IL VICE PRESIDENTE ADUSBEF CHE HA SOLLEVATO NEI TRIBUNALI, LE ECCEZIONI DI ILLEGGITTIMITA' COSTITUZIONALE DEL DECRETO.

Nella seduta mattutina (inizio ore 9,30) di domani 20 giugno, la Corte Costituzionale discuterà le ordinanze  di numerosi Tribunali e della Corte d'Appello (Monza, Benevento, Lecce, Brindisi, ecc.),i quali dietro richiesta di Adusbef hanno rimesso alla Consulta l'illegittimità costituzionale del decreto 23 luglio 1999 n.352, meglio noto come decreto "salva banche".

Il giudice assegnatario è Cesare Ruperto, mentre le ragioni degli utenti bancari saranno difese dall'avv. Antonio Tanza, che ha sollevato nei Tribunali di mezza Italia, per conto di Adusbef, l'illegittimità costituzionale di un decreto "truffa", che ha legittimato  l'anatocismo, ossia quel ben congegnato  sistema (usurario) di ricapitalizzare gli interessi ogni tre mesi, che ben 4 sentenze di Cassazione avevano dichiarato illegale.

Dal 1956 le banche hanno praticato due forme di anatocismo: la prima che prevedeva la ricapitalizzazione degli interessi sui prestiti bancari (impieghi) ogni ogni tre mesi (31 marzo,30 giugno,30  settembre, 31 dicembre),annualizzando quella  sui depositi (al 31 dicembre); la seconda sulla commissione di massimo scoperto, ossia qull'1 per cento di interessi (in media) che si aggiunge al tasso pattuito, pratiche odiose che hanno messo in ginocchio floride attività e sani imprenditori, costretti a lavorare per pagare interessi "illegali" alla banche.

Dopo 4 sentenze di Cassazione, che avevano dichiarato illegittima tale lucrosa attività di ricapitalizzazione adottata dagli istituti di credito (si stima in 5 mila miliardi l'indebito lucro dell'ultimo anno, in 100 mila miliardi quello dell'ultimo decennio),il Governo ha varato il famoso decreto "salva banche", una norma che voleva legittimare l'anatocismo trimestrale finora praticato, mettendo una pietra tombale sul buon diritto dei consumatori a ricalcolare il pregresso degli ultimi dieci anni.

Molte sentenze di Tribunale infatti (Catania, Mantova, ecc.), dietro richiesta di Adusbef, hanno emesso ordinanze con le quali, non riconoscendo l'efficacia retroattiva  al  decreto, hanno ingiunto  ad  alcune banche di ricalcolare gli interessi trimestrali applicati negli ultimi 10 anni, disponendo la contestuale restituzione  agli  utenti, dell'indebito lucro derivante dalla capitalizzazione trimestrale, anziché annuale.

Adusbef, che sarà presente domani con una propria delegazione in Consulta, auspica che la Suprema Corte possa discutere serenamente ed emettere un verdetto secondo criteri di giustizia e legalità, scevro da qualsiasi condizionamento.

Roma,19.6.2000


 

COMUNICATO STAMPA

ANIA-CONSUMATORI: CONCERTAZIONE ? NO GRAZIE. ADUSBEF,PUR ESSENDO ISCRITTA AL (CNCU) CONSIGLIO NAZIONALE CONSUMATORI UTENTI, NON SI SIEDERA' AL TAVOLO PER NON LEGITTIMARE LA PROTERVIA DELLE COMPAGNIE. IL CNCU ORGANIZZA UN CONVEGNO "BULGARO", IMPEDENDO A CHI LA PENSA IN MANIERA DIVERSA DALLA POLITICA DI CONCERTAZIONE, PERFINO DI PRENDERE LA PAROLA.

 

Adusbef,  l'associazione specializzata nel settore  bancario ed  assicurativo, pur essendo iscritta al CNCU, non siederà  al tavolo  di concertazione, istituito dal ministero  dell'Industria con  l'ANIA,  per  non legittimare le  continue malefatte  delle imprese assicurative che hanno letteralmente saccheggiato,  dalla liberalizzazione tariffaria, i bilanci delle famiglie.

Adusbef rammenta che le tariffe assicurative obbligatorie RC Auto,  dal 1 luglio 1994 (data della liberalizzazione)  ad oggi, sono  aumentate  in  media del 93,1 per cento,  a  fronte  di  un incremento  dell'inflazione pari al 23,4 per cento; mentre  nella classe  d'ingresso le compagnie hanno effettuato aumenti pari  al 220 per cento a Roma, del 330 per cento a Napoli.

Per  rispetto verso gli utenti ed i cittadini,  non  potremo sedere  al tavolo dove sarà presente il presidente dell'Ania,  il quale,  per legittimare la  protervia  delle  compagnie   agli arbitrari aumenti, affermava - in una intervista a Repubblica - che il  continuo salasso degli aumenti aveva un'incidenza  irrisoria sull'inflazione, con un impatto pari allo 0,03 per cento, quando la stessa Istat, per bocca del direttore Giovannini, ha accertato che: "nella  graduatoria delle voci  maggiormente dinamiche  in termini tendenziali, ad aprile 2000, compaiono i servizi assicurativi (+13,7 per cento, nonostante  la  diminuzione congiunturale tra marzo ed aprile indotta  dai provvedimenti governativi" (blocco RC Auto).

L'odierno convegno del CNCU sulle assicurazioni, organizzato in maniera "bulgara", in modo da non far emergere il dissenso  (ad Adusbef è stato perfino impedito di prendere per pochi secondi la parola, fatto gravissimo che non accadeva nemmeno nella Russia di Stalin),  oltre ad essere uno spreco di pubblico denaro, è  stato (salvo la lodevole eccezione del Senatore Caponi) un controcanto alle Compagnie.

Su  tale gravissima vicenda, Adusbef si riserva di  assumere tutte  quelle iniziative  idonee  a  difendere  la  democrazia, pesantemente minacciata da un Governo abusivo, che non ha  alcuna legittimità popolare e dai suoi fedeli servi sciocchi.

Roma, 6.6.2000

 

 

COMUNICATO STAMPA

MUTUI AGEVOLATI: I CITTADINI POSSONO RINEGOZIARE, I PRESTITI CONCESSI IN PASSATO A TASSI ELEVATISSIMI,PURCHE' FACCIANO DOMANDA ENTRO IL 9 GIUGNO 2000.

ALTRI MUTUI: DOPO LA SENTENZA (5286/2000) DI CASSAZIONE, LE BANCHE DEVONO ABBASSARE AUTOMATICAMENTE, PREVIA DOMANDA, I MUTUI SOTTO IL TASSO SOGLIA (FISSATO OGGI ALL’8,73 PER CENTO).

 

Centinaia di migliaia di cittadini, che avevano contratto un mutuo "agevolato" (una parte dei tassi erano stati finanziati  da Regioni, Comuni e Province nell'ambito dello sviluppo dell'edilizia  agevolata), a tassi di interesse in alcuni casi  fissati  al saggio  del  22-23 per cento, possono fare domanda alla propria banca, ma devono affrettarsi, perché hanno solo questa settimana di tempo, fino a venerdì 9 giugno 2000.

Il Tesoro, infatti, dopo le proteste di Adusbef, interrogazioni ed interpellanze parlamentari sulla vicenda degli alti tassi  che cittadini ed Enti locali continuavano a pagare alle banche, ha varato il regolamento n.110 del 24 marzo 2000,pubblicato sulla G.U. il 9 maggio 2000, stabilendo che possono essere rinegoziati e per una  sola volta, tutti i mutui agevolati, sia per iniziativa dei singoli  mutuatari che degli enti creditori  (Regioni,  Province, Comuni), dietro il pagamento di una commissione pari allo 0,50 per cento del capitale residuo, da accollare comunque ai debitori.

I  mutuatari, che hanno pagato alle banche almeno  1.000  miliardi non dovuti a causa dell'inerzia e dei sapienti ritardi del Tesoro,  che ha danneggiato di altri 1.000 miliardi l'erario  (la Corte  dei Conti, accogliendo una denuncia di Adusbef, ha  aperto un'inchiesta  contro il Tesoro per danno erariale), devono inoltrare  domanda alla banca in carta semplice, alfine  di  ottenere tassi inferiori ai tassi soglia fissati dalla  legge  108-96, nel periodo 30 aprile-30 giugno, pari al saggio dell'8,73 per cento.

Non possono effettuare domanda i cittadini che hanno rate  arretrate da pagare e, tra i tanti favori che il Tesoro ha fatto al le banche, spicca il pagamento dello 0,50 per cento di commissione sul capitale residuo, calcolato alla data del 1 luglio 1999 !

Adusbef consiglia ai ritardatari di inoltrare subito la  domanda  per  poter beneficiare di tassi di interesse  inferiori  a quelli che saranno rilevati nel trimestre successivo al 30 giugno 2000; ricorda di aver elaborato un fac-simile di domanda, pubblicato sul sito www.adusbef.it. (finalmente ripristinato oggi, dopo essere stato in black out per un intero mese, dal 5 maggio u.s.).

Sempre  sul sito www.adusbef.it., i visitatori che  hanno  un mutuo a tassi di interesse (fissi) superiori all'8,73 per  cento, possono  trovare un altro fac simile di domanda redatto  da  Adusbef, che consente ai mutuatari di chiedere ed ottenere dalla propria  banca, in ossequio alla sentenza di  Cassazione n.5286/200, l'automatico  abbattimento dei tassi sotto il tasso  soglia, senza alcuna  spesa e senza alcuna salata penale, che le  banche  hanno richiesto ai cittadini per "rinegoziare" i mutui.

Il  mancato accoglimento delle domande di abbassare i  tassi sotto  quelli soglia, costituisce violazione penale, che Adusbef non mancherà di denunciare alle competenti procure.

Roma, 5 giugno 2000 

 

 

PER I MUTUI AGEVOLATI

FAC SIMILE DA INVIARE ALLA BANCA (CARTA SEMPLICE)

 

RACCOMANDATA Spett. Banca……… ……………………………..

Via/Piazza……………………………………….

Cap. ………….Città…………………………….

 

(posta semplice) e per c. e r. Adusbef (Associazione Difesa

Utenti Servizi Bancari e Finanziari)

Via Farini, 62

00185 ROMA

 

Spettabile banca,

Il sottoscritto……………………………….titolare di un mutuo agevolato con la Vs. spettabile banca chiede, ai sensi del regolamento n° 110 del 24.3.2000 pubblicato sulla G.U. in data 9.5.2000, la rinegoziazione ai tassi di interesse previsti dalla legge 108/1996, fissati attualmente ad un massimo dell' 8,73 per cento.

Il sottoscritto comunica di non avere rate arretrate* da corrispondere né ulteriori impedimenti per esercitare tale diritto.

In attesa di Vs. comunicazioni in merito alle procedure da seguire ed alla penalità dello 0,5 per cento, si inviano distinti saluti.

 

Firma

Data

__________________________________

(*) Qualora vi fossero rate arretrate, occorrerà sanarle prima di fare la domanda.

 

 ________________________________________________________________________________________________________

PER I MUTUI FONDIARI NON AGEVOLATI

 

Raccomandata

Spett: Banca………………………………….

Via/Piazza……………………………………..

CAP……………. CITTA'……………………..

 

(posta normale) p.c. Spett. Banca Centrale Europea

Kaiserstrasse, 29

D - 60311 FRANCOFORTE sul Meno

 

(posta normale) p. c. e r. ADUSBEF

Via Farini, 62

00185 ROMA

 

Oggetto: Mutuo intestato………………………

Spettabile banca,

poiché la sentenza della Corte di Cassazione "26 ottobre 1999 – 22 aprile 2000, n. 5286" ha confermato che la legge antiusura (n° 108/1996) si applica anche agli interessi ultralegali, superiori al tetto di soglia, derivanti da contratti stipulati validamente prima dell’entrata in vigore della legge 108/96, il sottoscritto………………………………………………

titolare di mutuo fondiario n°…………………….. presso di Voi,

chiede

che, per ogni singola rata futura, il tasso applicato sia ricondotto al di sotto del tasso soglia (oggi e fino al 30 giugno 2000, pari all' 8,73 per cento).

Qualora non doveste dar seguito alla mia richiesta di revisione, mi vedrò costretto a tutelare i miei interessi nelle sedi più opportune.

In attesa di Vs. urgenti comunicazioni in merito, invio distinti saluti.

Firma……….……………….

Data…………………..

 

 

NOME, COGNOME

INDIRIZZO

TELEFONO

 ___________________________________________________________________________________________

 

 

MUTUI FONDIARI

ANDAMENTO DI TASSI MEDI E TASSI SOGLIA

 

ELABORAZIONE ADUSBEF SU DATI UFFICIALI DEL MINISTERO DEL TESORO

Periodo di applicazione

Tassi medi

Tassi medi + 50%

1 gen. – 31 mar. 97

10,289

15,42

1 apr. – 30 giu. 97

10,60

15,90

1 lug. – 30 sett. 97

10,28

15,42

1 ott. – 31 dic. 97

9,39

14,08

1 gen. – 31 mar.98

9,48

14,22

1 apr. – 30 giu. 98

8,29

12,435

1 lug. – 30 sett. 98

7,84

11,760

1 ott. – 31 dic. 98

7,33

10,995

1 gen. – 31 mar.99

5,80

8,700

1 apr. – 30 giu. 99

5,09

7,635

1 lug. – 30 sett. 99

4,92

7,38

1 ott. – 31 dic. 99

4,90

7,35

1 gen. – 31 mar.00

5,34

8,01

1 apr. – 30 giu. 00

5,82

8,73

 

 

COMUNICATO STAMPA

L'ACCORDO WIND (ENEL) CECCHI GORI (TMC), ED ANNESSI SBOCCHI PROFESSIONALI DI FIDANZATE, FINISCE ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI ROMA. IN UN ESPOSTO DENUNCIA, ADUSBEF, ANCHE IN QUALITA' DI PICCOLO AZIONISTA ENEL,HA CHIESTO DI ACCERTARE SE L'INTESA POSSA CELARE PROFILI PENALMENTE RILEVANTI.

"La Repubblica" di oggi, in un articolo intitolato:" Ascesa di Sonia Raule star col Wind in poppa", occhiello "da fidanzata di Tatò a direttrice di TMC", catenaccio: "la coincidenza tra la nomina e l'avvio dell'accordo tra la televisione e la compagnia Enel dei telefonini", Concita De Gregorio, scrive testualmente:" Di cosa vi scandalizzate ? - chiedono anche piuttosto seccati i dirigenti di TMC che hanno concepito l'affare, gli influenti amici di lui, le rare amiche di lei." Non facciamo le mammole, siamo gente di mondo e sappiamo come vanno queste cose", chiude la conversazione uno dei capi di Cecchi Gori".

In questo specifico frangente, le cose vanno così: oggi si insedia al terzo piano di Via Novaro la signora Sonia Raule, 36 anni, fidanzata di Franco Tatò, amministratore delegato dell'Enel, 68. Cecchi Gori l'ha chiamata a fare il direttore dei programmi delle sue reti tv. Lei non ha esperienza nel ramo, ma è bravissima, dicono, imparerà presto. Fra dieci giorni, inoltre, produrrà i primi effetti l'accordo tra Tmc e Wind, di cui Enel è principale azionista: Cecchi Gori fornirà a Tatò i servizi sugli europei di calcio da mandare sui telefonini. Considerando che Tmc perde 100 miliardi l'anno, che l'Enel vale 100 mila miliardi, è inutile star si a dilungare su quali siano i rapporti di forza tra alleati.

"Tatò si è comprato Telemontecarlo", sintetizza un redattore della tv. E' inesatto, ma rende l'idea. "Se la Raule ci deve assicurare lo stipendio, ben venga..."Da direttore dei programmi si occuperà anche di Tappeto Volante, che Cecchi Gori ha affidato a Michela Rocco di Torrepadula, nuova fidanzata del presidente Enel Chicco Testa. Le due ragazze a Tmc, con ruoli gerarchici invertiti rispetto ai fidanzati manager. Che buffa, curiosa coincidenza".

Nella relazione del bilancio Enel (controllata a maggioranza dal Tesoro, mentre il 35 per cento è in mano a 3,8 milioni di piccoli azionisti),approvato dall'assemblea degli azionisti il 26 maggio u .s., Wind, detenuta da Enel con una quota del 51 per cento, ha chiuso l'ultimo esercizio, con una perdita di 811 miliardi.

Qualora la ricostruzione dei fatti fosse veritiera, Adusbef ha chiesto alla Procura di verificare se le scelte e gli accordi effettuati dal top management dell'Enel, i cui contenuti possono essere strategici per il Paese, non siano stati, per caso, condizionati da fattori esterni (anche di ordine familistico) che nulla hanno a che fare con i criteri di corretta amministrazione di aziende a capitale pubblico; se gli accordi stessi non possano essere stati viziati ed influenzati da garanzie di sbocchi professionali; infine se non si ravveda nella conduzione della più grande azienda pubblica, profili penalmente rilevanti.

Adusbef infine, ha chiesto a Tesoro e Governo di esercitare le proprie prerogative, qualora la sensibilità del dottor Tatò, non lo convinca a dimettersi con urgenza.

Roma,30.5.2000

 

 

COMUNICATO STAMPA

 

RC AUTO: IL BLOCCO DEFINITIVO DELLE TARIFFE, APPROVATO DAL SENATO, CALMIERA AUMENTI ARBITRARI, MA LE COMPAGNIE ADOTTANO LA POLITICA DELLA DISDETTA ELUDENDO CON PREMEDITAZIONE, IL BLOCCO TARIFFARIO. ADUSBEF CHIEDE CHE ISVAP E MININDUSTRIA INTERVENGANO DURAMENTE PER SANZIONARE TALI ILLEGITTIMI COMPORTAMENTI.

 

Tutti gli assicurati RC Auto (motorini, polizze telefoniche e via Internet, ecc.) che non hanno subito incidenti nell'ultimo anno, hanno il diritto di avere la polizza rinnovata alle stesse condizioni dell'anno precedente, senza tenere conto di alcun aumento che la compagnia aveva calcolato anzi, hanno diritto ad una diminuzione, pari in media a 10.000 lire a polizza, derivante dalla classe di merito inferiore.

Il blocco di un anno di tutte le polizze, approvato definitivamente dal Senato, avrà l'effetto di calmierare le pretese assurde delle Compagnie, che avevano aumentato le polizze in media 4 volte più dell'inflazione, ossia del 93,1 per cento dal 1994,data della liberalizzazione, contro un aumento dell'inflazione pari al 23,4 per cento.

Ma le Compagnie assicurative, che studiano tutti i marchingegni possibili per bastonare i consumatori, stanno già eludendo il blocco tariffario, inviando migliaia di disdette dei contratti assicurativi in scadenza.

Tali comportamenti gravi ed elusivi, adottati da primarie Compagnie (RAS, GENERALI, REALE MUTUA, MEIE, LLOYD, GENERTEL, ecc.), ben conosciuti dall'Ania, già da Adusbef denunciati, devono essere immediatamente stroncati dall'Isvap e dal Ministero dell'Industria, che devono provvedere immediatamente a sanzionare pesantemente le imprese che ritengono di aggirare, con la disdetta delle polizze, il blocco tariffario.

Qualsiasi Compagnia ha il diritto di non assumere rischi qualora l'utente abbia denunciato sinistri, ma risolvere il contratto ai consumatori accorti e diligenti che da anni non hanno denunciato sinistri, è grave ed illegittimo ed Adusbef, qualora l'Isvap non intervenga, sarà costretta a procedere legalmente anche per omessa vigilanza della stessa Autorità.

Roma,24.5.2000

 

 

 


COMUNICATO STAMPA

SEMIDISTRUTTA LA BANCA DATI ADUSBEF ! CI SCUSIAMO CON I VISITATORI DEL SITO www.adusbef.it ABITUATI AD AVERE AGGIORNAMENTI E RISPOSTE QUOTIDIANE.

 

Anche il sito www.adusbef.it , poverissimo nella grafica, ma giudicato utile perché fornisce quotidiane informazioni ed un orientamento  costante con guide, facsimili,  sentenze  di Cassazione, aiutando i consumatori a difendersi dallo strapotere di banche, assicurazioni, società telefoniche e di tutte quelle aziende che non hanno una cultura della trasparenza, è stato

aggredito nei giorni scorsi.

Un attacco informatico ha semidistrutto la banca dati dove era custodita storia, documentazione, elaborati e dati anagrafici degli iscritti: da oltre una settimana Adusbef non può aggiornare il sito, navigare, interloquire con gli utenti.

Chiediamo scusa agli utenti che non ricevono risposta alle e-mail, né i consueti quotidiani aggiornamenti del sito: i tecnici stanno cercare di salvare il salvabile e sperano di ripristinare al più presto, la normale agibilità del computer centrale.

 

Roma, 22.5.2000

 

 

COMUNICATO STAMPA

PUBBLICITA' INGANNEVOLI, PROVVEDIMENTI ANTITRUST DELUDENTI ! TARIFFE OMNITEL: L'ANTITRUST CONDANNA LA FORMA, MA ASSOLVE LA SOSTANZA DI PUBBLICITA' OSCURE E NON TRASPARENTI, DI SOCIETA'CHE RICORRONO AD ARTIFIZI PER CONFONDERE L'UTENZA !

L'ANTITRUST PROMUOVE L'ASTERISCO AL RANGO DI TARIFFA !

 

Adusbef lancia un appello ai consumatori per metterli in guardia da offerte pubblicitarie che promuovono tariffe, a "soli 195 lire al minuto più Iva, più asterisco" (Omnitel Ricaricabile), a "90 lire al minuto più Iva, più asterisco" (Tim duetto), con tali artifizi da far triplicare, talvolta, i costi reclamizzati.

E quando anche l'Antitrust, che avrebbe il dovere di condannare reclame oscure, incompresibili e poco chiare per i consumatori, impiega 6 mesi per censurare la forma della pubblicità Omnitel, assolvendo la sostanza e promuovendo l'asterisco al rango di tariffa, la battaglia che Adusbef ha promosso per la trasparenza e la chiarezza tariffaria, subisce una irreversibile sconfitta.

Adusbef aveva segnalato all'Antitrust, la singolarità di una campagna pubblicitaria promossa da Omnitel, secondo la quale con il "Nuovo Personal 195 Ricaricabile, puoi parlare quando vuoi ad un costo di sole 195 lire al minuto più Iva, più asterischi".

Avevamo provato che è fuorviante reclamizzare tariffe al costo di 195 lire al minuto, quando con la tariffa basata su un sistema a scatti, con lo scatto alla risposta (asterisco) più il venti per cento di Iva (altro asterisco),il primo minuto di conversazione (ossia la durata del 90 per cento delle telefonate) viene a costare il triplo di quanto pubblicizzato.

Dopo l'ultima pronuncia dell'Antitrust, che ha condannato il primo, ma neanche il più significativo, dei 3 messaggi di Omnitel denunciati da Adusbef, con l'esortazione (non l'obbligo) che: "Gli operatori pubblicitari assicurino non solo la completezza, ma anche la chiarezza delle informazioni relative al prezzo del servizio, evitando di scorporarne gli oneri fiscali ed indicando, con pari evidenza grafica o sonora, tutte le componenti che concorrono al suo computo ed il meccanismo di tariffazione adottato, al fine di migliorare l'informazione fornita al consumatore ed agevolare il raffronto dei prezzi", anche Tim si è adeguata.

Con l'ultima tariffa "Tim duetto", si afferma che il costo di 1 minuto di conversazione ammonta a 90 lire più Iva, ossia 108 lire, ma con il perverso meccanismo della tariffa a scatti con lo scatto alla risposta, una telefonata di soli 7 secondi, costa all' ignaro utente ben 600 lire, i primi 5 secondi fanno parte del primo scatto che costa 250+50 di Iva, gli ulteriori due secondi, rientrando nel secondo scatto (con un costo di 250+50 di Iva),la

cui cadenza è perù di 2 minuti e 47 secondi, anche se nella fattispecie vengono utilizzati soltanto 3 secondi !

Alcune Authority stanno diventando, oltre ad una cocente delusione, un costo eccessivo per i consumatori ! Ma Adusbef non si arrende. Dopo aver chiesto ed ottenuto una più congrua valutazione per le licenze UMTS, i cui proventi minimi di 25.000 miliardi, devono ridurre il debito pubblico, impedendo la regalia, chiede che tra i parametri di valutazione, a parità di offerta, vengano scelte quelle aziende che si impegnano ad offrire tariffe trasparenti al secondo, non pi_—_ le oscure tariffe a scatti.

Roma, 18.5.2000

 

 

COMUNICATO STAMPA

ANIA: LA RELAZIONE DI DESIATA, SCORRETTA ED OFFENSIVA, SECONDO CUI LE ASSOCIAZIONI: "FOMENTANO LA CONVINZIONE CHE GLI ASSICURATORI SONO LADRI E CHE QUINDI SI PUO' TRANQUILLAMENTE DERUBARLI",FINISCE IN TRIBUNALE.

ADUSBEF HA PRESENTATO UN ESPOSTO-DENUNCIA ALLA PROCURA, PER VALUTARE AFFERMAZIONI CALUNNIOSE E DIFFAMATORIE NEI CONFRONTI DELLE ASSOCIAZIONI E DEI CONSUMATORI.

Da quando è stata concessa la liberalizzazione tariffaria della RC Auto obbligatoria (1.7.94), si è registrata una sfrenata rincorsa ai rincari, con una percentuale media del 93,1 per cento a fronte di un aumento dell'inflazione del 23,4 per cento: le polizze sono quindi cresciute 4 volte più dell'inflazione !

INFLAZIONE ANNO: AUMENTI MEDI RC AUTO*

ANNO 1994 3,5 PER CENTO 12,3 PER CENTO

ANNO 1995 5,0 PER CENTO 11,5 PER CENTO

ANNO 1996 5,2 PER CENTO 10,1 PER CENTO

ANNO 1997 2,6 PER CENTO 9,2 PER CENTO

ANNO 1998 2,8 PER CENTO 15,6 PER CENTO

ANNO 1999 2,0 PER CENTO 17,0 PER CENTO

ANNO 2000* 2,3 PER CENTO 17,4 PER CENTO**

------------------------------------------------------------------

TOTALE INFLAZ. 23,4 PER CENTO TOTALE AUMENTI 93,1 PER CENTO

 

(Fonte: Elaborazioni Adusbef, su dati Ania, Isvap, Istat, DPEF.

(*) aumenti medi tra tariffe più scontate e classe iniziale;

(**) stime del Governo sull'inflazione; aumenti medi scattati prima del Decreto 70/2000,sul blocco tariffario.

 

Ma tale media è superata nella classe d'ingresso, con variazioni percentuali di aumenti pari al 226,8 per cento a Roma; del 230,6 per cento a Milano; del 218,5 a Torino; del 237,5 per cento a Bari; del 320,8 per cento a Napoli.

A fronte di tali inconfutabili dati, che hanno visto saccheggiare i bilanci delle famiglie ,per le quali bisognerebbe dichiarare lo stato di crisi, il presidente dell'Ania Desiata, nella relazione all'odierna assemblea annuale, si è concesso il lusso, dall'alto di una adusata impunità, di calunniare ed offendere gravemente le associazioni dei consumatori, che come

Adusbef hanno sempre combattuto l'illegalità, anche quella attecchita in alcune richieste risarcitorie, a causa di ben diffuse connivenze e convivenze ben tollerate dalle Imprese.

Quando Desiata scrive che: "la materia assicurativa  è articolata e complessa", si arroga l'esclusivo diritto di comprensione; quando dice che le associazioni cercano facili consensi con informazioni non corrette, offende verità inconfutabili; quando accusa le associazioni di fomentare la convinzione che gli assicuratori sono "ladri" e che quindi si può tranquillamente "derubarli", diffama e calunnia le associazioni, che istigherebbero i cittadini a delinquere, e gli assicurati onesti che pagano per i disonesti. Perciò Adusbef ha denunciato Desiata alla Procura di Roma, per calunnia e diffamazione aggravata.

Roma, 17.5.2000

 

COMUNICATO STAMPA

BANCA DEL SALENTO: VANNO BENE GLI OMAGGI (SMART), MA VANNO ANCHE RIMOSSE LE CLAUSOLE VESSATORIE NEI CONTRATTI CHE PREGIUDICANO I DIRITTI CONTRATTUALI ADUSBEF HA INVITATO 5 BANCHE (SAN PAOLO IMI,MONPASCHI, COMIT, BANCA DEL SALENTO,BNL) A MODIFICARE LE CLAUSOLE CAPESTRO PRESENTI NEI CONTRATTI, ENTRO 15 GIORNI.

 

Adusbef è lieta che la Banca del Salento, abbia ideato un'offerta commerciale in base alla quale ogni utente che richiede un mutuo pari a 300 milioni, possa avere come gentile omaggio una Smart, perché tale politica attiva la concorrenza che non é mai esistita nel settore bancario, ma non può fare a meno di rilevare la vessatorietà di molte clausole contrattuali presenti nel contratto di mutuo della stessa banca.

Adusbef in base alla legge 281/98,ha inviato una richiesta di abolizione di alcune clausole, giudicate vessatorie, poiché determinano un significativo squilibrio di diritti ed obblighi contrattuali ed arrecano pregiudizio agli utenti, a 5 banche tra le quali la Banca del Salento, che continuano a propinare contratti infarciti di clausole vessatorie in merito a:

a) recesso: la facoltà di recedere dal contratto in qualsiasi momento, con un minimo preavviso, senza giustificato motivo;

b) foro competente: la previsione di un foro diverso da quello di residenza o domicilio della clientela;

c) anatocismo: il significativo squilibrio di capitalizzare gli interessi ogni tre mesi sui conti debitori, annualizzando quelli creditori; l'applicazione di una commissione di massimo scoperto;

d) limitazione dei reclami: sono vessatori i termini stabiliti, trascorsi i quali si intende approvato l'operato della banca;

e) modifiche unilaterali: le condizioni contrattuali possono essere variate, mediante preavviso, se esiste motivo giustificato;

f) compensazione: non si possono compensare due debiti che non siano della stessa natura e non siano liquidi ed esigibili;

g) coniugi cointestatari: solo in caso di insufficienza dei beni comuni, il creditore può agire sui beni personali del coniuge nella misura della metà del credito;

h) assegni e valori versati: l'esenzione di responsabilità per ogni danno derivante dalla perdita, sottrazione o uso illecito ed abusivo degli assegni o dei valori versati in banca;

i) esonero di responsabilità: il rifiuto di rispondere su ritardi, disguidi derivanti dal comportamento dei terzi di cui si avvale e nei casi in cui decida di non eseguire l'ordine dei clienti;

l) privacy: non vi è l'obbligo di consentire il trattamento dei dati personali per qualsiasi scopo, anche non dichiarato;

m) rimborso anticipato delle obbligazioni: per le obbligazioni non quotate, anche il cliente deve poter recedere senza penalità.

n) tasso minimo garantito su mutui a saggio variabile: non possono essere fissati dei tetti sotto i quali i tassi non possono scendere, quando si registra una diminuzione dei saggi.

Le stesse banche sono obbligate a rispondere entro 15 giorni, trascorsi i quali Adusbef inizierà azione civile nei Tribunali per far modificare clausole capestro, che comportano enorme pregiudizio e notevoli danni ai consumatori.

 

Roma,16.5.2000

 

 

COMUNICATO STAMPA

MUTUI AGEVOLATI: I CITTADINI POSSONO RINEGOZIARE PRESTITI CONCESSI IN PASSATO A TASSI ELEVATISSIMI. MA I SAPIENTI RITARDI DEL TESORO,TANTO PER CAMBIARE, HANNO FAVORITO LE BANCHE, PENALIZZANDO REGIONI ED UTENTI. CHI INOLTRA DOMANDA OTTIENE TASSI INFERIORI 8,73 PER CENTO !

E' stato pubblicato sulla G.U.n.106, il regolamento del  Tesoro  che ha fissato le modalità operative per rinegoziare i  cosiddetti "mutui agevolati", contratti a tassi di interesse  (16-20 per cento) incompatibili sia con la legge 108/96 sull'usura,  che con gli andamenti del mercato dei tassi.

Per centinaia di migliaia di cittadini, che avevano contratto un mutuo "agevolato" (una parte dei tassi erano stati  finanziati da Regioni, Comuni e Province nell'ambito dello sviluppo dell'edilizia agevolata),continuare a pagare rate pesantissime di  mutuo, in  alcuni casi fissati al saggio del 22-23 per cento, senza  poterli rinegoziare, rappresentava il pagamento di una taglia agli istituti di credito, oltre ad una vera e propria beffa.

Con  la discesa dei tassi, arrivati al 4 per cento due  anni fa, Adusbef ingaggiò una dura battaglia contro il Tesoro, la  cui inerzia ha favorito le banche, sia per il ritardo con il quale ha affrontato la questione in fase di tassi calanti, che per il vantaggio concesso agli istituti di credito (i tassi sono oggi  crescenti), con gravissimo danno anche a Regioni, Province e Comuni: sull'argomento  è stata aperta un'indagine della Corte dei  Conti sull'ex ministro Tesoro, anche per valutare il danno erariale.

Dopo  le denunce alla Corte dei Conti e numerose  interrogazioni parlamentari, la montagna ha partorito il topolino: con  il regolamento  n.110 del 24 marzo 2000, pubblicato sulla G.U.  il  9 maggio 2000, il Tesoro ha stabilito che possono essere rinegoziati e per una sola volta, tutti i mutui agevolati, sia per iniziativa dei singoli mutuatari che degli enti creditori (Regioni,  Province, Comuni),dietro il pagamento di una commissione pari allo 0,50 per cento del capitale residuo, da accollare comunque ai debitori.

Gli interessati hanno 30 giorni di tempo (fino al 9 giugno), per effettuare la prima domanda di rinegoziazione, da  inoltrare alla  banca in carta semplice, alfine di ottenere tassi di  interesse  inferiori ai tassi soglia fissati dalla legge  108-96,nel periodo  30 aprile-30 giugno, pari al saggio dell'8,73 per cento.

Tale tasso sarà praticato sulle rate di mutui successive al 1 luglio 2000 (seconda rata per i mutui semestrali).

Non possono effettuare domanda i cittadini che hanno rate arretrate da pagare e, tra i tanti favori che il Tesoro ha fatto alle banche, spicca il pagamento dello 0,50 per cento di commissione sul capitale residuo, calcolato alla data del 1 luglio 1999 !

Adusbef  consiglia di inoltrare subito la domanda per  poter beneficiare di tassi di interesse inferiori a quelli che  saranno rilevati  nel trimestre successivo al 30 giugno 2000; ricorda  di aver  elaborato  un facsimile di domanda,  pubblicato  sul  sito www.adusbef.it , ma ritiene che tale regolamento sia in  contrasto anche con le ultime sentenze di Cassazione che hanno stabilito un adeguamento automatico sotto i tassi soglia, per tutti i prestiti concessi precedentemente alla legge 108/96.

Roma, 11.5.2000

 

FAC SIMILE DA INVIARE ALLA BANCA (CARTA SEMPLICE)

 

RACCOMANDATA Spett. Banca……… ……………………………..

Via/Piazza……………………………………….

Cap. ………….Città…………………………….

(posta semplice) e per c. e r. Adusbef (Associazione Difesa

Utenti Servizi Bancari e Finanziari)

Via Farini, 62

00185 ROMA

 

Spettabile banca,

Il sottoscritto……………………………….titolare di un mutuo agevolato con la Vs. spettabile banca chiede, ai sensi del regolamento n° 110 del 24.3.2000 pubblicato sulla G.U. in data 9.5.2000, la rinegoziazione ai tassi di interesse previsti dalla legge 108/1996, fissati attualmente ad un massimo dell' 8,73 per cento.

Il sottoscritto comunica di non avere rate arretrate* da corrispondere né ulteriori impedimenti per esercitare tale diritto.

In attesa di Vs. comunicazioni in merito alle procedure da seguire ed alla penalità dello 0,5 per cento, si inviano distinti saluti.

 

Firma

Data

__________________________________

(*) Qualora vi fossero rate arretrate, occorrerà sanarle prima di fare la domanda.


COMUNICATO STAMPA

ADUSBEF SI RISERVA DI VALUTARE LE CLAUSOLE CONTRATTUALI DELNUOVO CONTO CORRENTE POSTALE, MA LE SPESE PIU' CONTENUTE E LA RETRIBUZIONE DEI CONTI PIU' ELEVATI, INDUCONO A RITENERE CHE QUANTO OFFERTO IN 14.OOO SPORTELLI (3.000 DEI QUALI IN COMUNI NON SERVITI DALLE BANCHE) POTREBBE COSTITUIRE L'EFFETTIVA CONCORRENZA AD UN SISTEMA CREDITIZIO TROPPO A LUNGO PROTETTO DA BANKITALIA. UN CONTO CORRENTE BANCARIO CON 11 OPERAZIONI MENSILI COSTA 620.000 L'ANNO; UN CONTO CORRENTE POSTALE A PARITA' DI UTILIZZO,COSTERA' 130.000 LIRE L'ANNO !

In attesa di analizzare i contenuti dei contratti che verranno sottoposti alla firma degli utenti e riservandosi di dare un giudizio definitivo dopo aver valutato sul campo l'operatività del servizio, Adusbef non può che valutare positivamente le caratteristiche del nuovo conto corrente postale.

In tema di trasparenza, le Poste promettono che: "nessuna commissione non prevista, nessun servizio che i clienti pagano e non usano e quindi nessuna sorpresa negativa nell’estratto conto". Considerando che la voce di costo più pesante per un conto corrente aperto in banca è quella relativa alla singola operazione (costo medio di 3.000 lire unitarie, per conti non in convenzione) le 1.000 lire ad operazione (con un massimo di 60.000 annue) richiesto per il conto postale, rappresentano un buon risparmio.

Non sono previste spese di tenuta conto (le banche richiedono in media 80.000 lire), né spese per l'invio dell'estratto conto è mensile (le banche recuperano, mediamente 2.200 lire). Assegni domiciliazione, estinzione del conto sono parimenti gratuiti. Per quest'ultimo servizio, le banche impongono una commissione media di 80.000 lire. Competitivi i giorni di valuta sui versamenti (massimo 6 giorni), mentre per versamenti su conti bancari da assegni tratti su altri istituti di credito i giorni medi di valuta sono pari a otto. Possibilità di utilizzare Postamat (2.000 sportelli automatici entro l'anno), carta di credito e di operare in titoli.

Mentre le banche retribuiscono i conti correnti con un tasso dello 0,125 (con esigue differenziazioni in base alla consistenza dei depositi), le Poste attraggono i risparmiatori con il tasso del 2 per cento lordo.

Se le norme contrattuali, in tema di clausole vessatorie, dovessero passare il vaglio di Adusbef e la effettiva operatività dovesse svolgersi senza intoppi, le Poste Italiane sarebbero in grado di fare una seria concorrenza ad un sistema bancario pietrificato e troppo a lungo scandalosamente protetto da Bankitalia: un anno fa Via Nazionale, interpretando a senso unico le leggi di mercato e la libertà di concorrenza, vietò alle Poste l'acquisto della Banca Proxima ! Tale protezionismo nostrano della Banca d'Italia è dimostrato dai seguenti dati: in Europa il 20 per cento di tutti i conti correnti sono postali contro l'1 per cento dell'Italia. Tutti coloro che accederanno ai conti correnti postali sono pregati di comunicarci, anche per e-mail inconvenienti operativi e mancati rispetti contrattuali.

Adusbef auspica che tale nuova concorrenza porti ad un rapido abbattimento di commissioni e costi bancari.

Roma, 10.5.2000


COMUNICATO STAMPA

LICENZE UMTS: CON UN SISTEMA DI ASTA COMPETITIVA, LO STATO PUO' AGEVOLMENTE RICAVARE DA 25.000 A 35.000 MILIARDI, ABBATTENDO DI 1 PUNTO LA MASSA DEL DEBITO PUBBLICO ! NON SONO FOLLI LE PRETESE DEL PRESIDENTE AMATO, MA UNA VERA E PROPRIA PAZZIA LE RICHIESTE DEI GESTORI, CHE AVEVANO FATTO LA BOCCA AD ACQUISTARE UN BENE PUBBLICO LIMITATO COME L'ETERE, PER UN "PIATTO DI LENTICCHIE"!

Mentre in Turchia (il cui sviluppo economico e capacità di reddito non è paragonabile all'Italia, con 1 telefono ogni 4,7 abitanti, contro 1 telefono per 1,4 abitanti del Belpaese), Tim non ha battuto ciglio nel pagare il corrispettivo di 5.000 miliardi di lire per aggiudicarsi una licenza UMTS, il dottor De Benedetti giudica "folli" le sacrosante richieste del presidente.

Amato, di ricavare dalle licenze UMTS, una somma equivalente di 5.000 miliardi a licenza !

Evidentemente Tim riteneva che le fosse assegnata gratis, o quasi (e tale era da considerare la sciagurata valutazione fatta dall'Autorithy, che avrebbe fatto incassare allo Stato al massimo 2.500 miliardi di lire, come corrispettivo delle 5 licenze),la licenza UMTS, avendo fatto la bocca a vedersi regalato un bene pubblico e limitato come l'etere, in cambio di un piatto di lenticchie !

Se l'Inghilterra ha ricavato 75.000 miliardi per assegnare le licenze UMTS e la Germania pensa di ricavarne 100.000 miliardi, come mai le potenti lobby dei gestori telefonici nostrani,  coaudiuvati dall'Autorità per le Garanzie  nelle Comunicazioni e da un ministro delle Poste come Cardinale, che nell'era della globalizzazione ha giustificato la licitazione privatistica, per tenere fuori gli "stranieri", vuole l'etere come gentile omaggio per poterci ricavare fiorenti profitti ?

Adusbef non è mai stata tenera con l'attuale presidente del Consiglio, prof. Giuliano Amato, al quale ha addebitato una serie di provvedimenti economici iniqui per i consumatori (decreto 6 per  mille, decreto truffa salva interessi delle  banche, dichiarazioni offensive contro gli assicurati, assimilati a potenziali truffatori, ecc.), ma gli esprime apprezzamento e gratitudine per aver accolto l'invito (Comunicato Stampa Adusbef 14 aprile), di valutare almeno 25.000 miliardi, le licenze UMTS !

Adusbef  stigmatizza le interessate  dichiarazioni  dei cosiddetti "capitani di un'idustria assistita", secondo i quali vorrebbero pagare poco le licenze, per difendere gli interessi dei consumatori: la verità è che i gestori avevano trovato un accordo per spartirsi con una licitazione privata le licenze UMTS, per potenziare fiorenti profitti telefonici, realizzati proprio sulla pelle dei consumatori !

E' il presidente Amato invece, che ricavando un giusto valore dall'assegnazione di un bene pubblico, che Adusbef stima in un range da 25.000 a 35.000 miliardi, realizza gli interessi dei consumatori, perché abbatte di un punto il debito pubblico che grava su tutti i cittadini restituendo loro (con gli interessi), quei 7.000 miliardi del 6 per mille, prelevati d'imperio con un decreto legge nell'estate del 1992.

Roma, 4.5.2000


COMUNICATO STAMPA

LA BANCA CENTRALE EUROPEA HA GRAVISSIME RESPONSABILITA' PER LA DEBOLEZZA DELL'EURO, IL CUI DEPREZZAMENTO (PARI AL 22 PER CENTO SUL DOLLARO) ARRICCHISCE RENDITE E SPECULAZIONI FINANZIARIE, IMPOVERENDO LE FAMIGLIE EUROPEE. IN ITALIA, GLI AUMENTI DI PREZZI E TARIFFE SONO COSTATE 651.000 LIRE A FAMIGLIA. DI FRONTE A TALE FALLIMENTO, UN PRESIDENTE BCE SERIO DOVREBBE RINVIARE L'AVVIO DELL'EURO E DIMETTERSI.

Dal gennaio 1999, l'Euro si è deprezzato del 22 per cento rispetto al Dollaro. Oltre a sancire il fallimento delle politiche monetarie impostate dalla BCE e dal suo presidente, signor Duisenberg (al quale Adusbef chiede seriamente di farsi da parte per manifesta incompetenza - accertata anche dal Nobel Modigliani), tale andamento dimostra che l'Euro è stato (ed è) un affare per banchieri e speculatori e, parallelamente, un grave danno per i cittadini europei.

La vicenda "Euro" ha finora arricchito la rendita finanziaria e la speculazione, ma ha impoverito i ceti medi europei, stangando soprattutto il potere d'acquisto delle famiglie più indigenti.

Del resto, per quali motivi operatori e famiglie dovrebbero detenere conti in Euro (o in lire, marchi, franchi, pesetas, ecc.) remunerati al due per cento, quando -se trasformati in Dollari (vendita di Euro ed acquisto di Dollari)- possono vederseli remunerare al cinque per cento ?

In Italia, dall'inizio dell'anno ad oggi, l'aumento di prezzi e tariffe è stato pari a 651.000 lire a famiglia, anche grazie alla debolezza dell'Euro ed all'inflazione importata dagli Stati Uniti.

MAGGIORE ESBORSO MENSILE E DA INIZIO ANNO DELLE FAMIGLIE,
ANCHE PER EFFETTO DELLA SVALUTAZIONE DELL'EURO SUL DOLLARO USA

(Elaborazioni ADUSBEF)

 

MAGGIORE SPESA MENSILE

MAGGIORE SPESA DA INIZIO ANNO

ACQUA

4.000

16.000

BENZINA

30.000

120.000

GASOLIO

22.000

88.000

TRASPORTI E COMUNICAZ.

40.000

160.000

ALIMENTARI

25.000

100.000

MEDICINALI

3.000

12.000

RC AUTO (prima del 29.3.00)

25.000

75.000

ABBIGLIAMENTO

20.000

80.000

T O T A L E

169.000

651.000

Se la Banca Centrale Europea non impone una rapida inversione di tendenza sarà opportuno rinviare l'introduzione concreta della moneta unica, per avere tempo di negoziare a livello internazionale un diverso ruolo dell'Euro come strumento di pagamento alternativo al Dollaro, imporre una maggiore e più credibile integrazione economica ed una politica sociale più incisiva all'interno dell'area. Per impedire che l'Euro, sempre più inviso a larghe fasce dell'opinione pubblica europea (Germania, Francia, Italia), costituisca un buon affare per banche e banchieri (caro-cambi, doppia commissione nei trasferimenti transfrontalieri, ecc.) ed un insopportabile danno per le fasce più deboli dei cittadini-consumatori.

Roma, 3.5.2000


COMUNICATO STAMPA

RELAZIONE ISVAP: I 3.600 MILIARDI DI PERDITE, NEL SETTORE RC AUTO, SONO PIU' CHE COMPENSATI DA UN AUMENTO (6.368 MILIARDI) DI RISERVE SINISTRI ! LA RELAZIONE ISVAP CERTIFICA LA TOTALE INEFFICIENZA DEL SETTORE ASSICURATIVO, SCARICATA SUI CONSUMATORI !

La relazione ISVAP, letta dal Presidente Manghetti, mette in luce floridità ed inefficienza del sistema assicurativo italiano, con consolidate rendite di posizione che generano costi di gestione enormi (su 100 lire di premio, solo 50 restano destinate al risarcimento danni), disinvoltamente addossati ai consumatori.

Dalla relazione Isvap, colpiscono 3.600 miliardi di perdite nel settore RC Auto, mentre passano sotto silenzio ben 6.368 miliardi di ingiustificato aumento delle riserve sinistri, arrivate a ben 73.056 miliardi di lire, mentre le riserve tecniche hanno raggiunto la somma di 290 mila miliardi di lire !

Le Compagnie hanno inoltre incrementato il margine di solvibilità: " nei rami danni invece, i mezzi disponibili ai fini di solvibilità ammontavano nel 1998 a 22.207 miliardi (19.500 miliardi nel 1997),contro un margine di solvibilità da costituire pari a 8.006 miliardi (7441 miliardi nel 1997),con un rapporto di copertura pari a 2,8 volte (2,6 nel 1997"(pag.5 relazione Isvap).

"Il rapporto sinistri a premi nei rami danni, si è attestato nel 1998 all'84,2 per cento, in miglioramento rispetto all'87,1 del 1997.Tra le componenti negative di reddito, le spese di gestione, sono state pari a 13.651 miliardi, con una incidenza sui premi del 25,2 per cento" (pag.8 Relazione 1999 Isvap).

Quando più di un quarto della raccolta viene impiegato per spese di gestione, in un settore come la Responsabilità civile auto, laddove non si dispiega una vera concorrenza, anche perché esiste l'obbligo di assicurarsi, significa che il settore assicurativo è inefficace, abituato comodamente ad scaricare sui consumatori i costi della sua inefficienza.

Vale la pena citare un altro passaggio del presidente Manghetti (pag.18):" V'è, infine e soprattutto, il peso, gravoso per le spalle degli assicurati, delle spese strumentali e delle rendite di posizione. Di fatto, su 100 lire di premio solo poco più della metà restano destinate al risarcimento dei danni, la parte residua dovendosi attribuire mediamente per un 15 per cento ai costi di gestione ed intermediazione, per un altro 12 agli oneri fiscali e parafiscali, il resto ai costi del contenzioso, delle spese di resistenza, delle perizie, delle valutazioni medico-legali, di un troppo ridondante mondo che vive e spesso prospera intorno all'industria del sinistro".

Dalla Relazione Isvap emerge con chiarezza ciò che Adusbef afferma dal 1° luglio 1994, ossia che le assicurazioni da una parte denunciano perdite nel settore RC Auto, per poter incrementare arbitrariamente le tariffe del 220 per cento a Roma, del 330 per cento a Napoli (dal 1° luglio 1994,data della liberalizzazione), dall'altra incrementano le riserve e gonfiano le spese di raccolta per giustificare tali aumenti. Bene ha fatto il ministro dell'Industria Letta a spezzare un perverso meccanismo che ha impoverito gli utenti !

Roma, 2.5.2000


COMUNICATO STAMPA

BLOCCO DI PIAZZA AFFARI: ADUSBEF CHIEDE ALLA PROCURA DI MILANO DI APPURARE RESPONSABILITA'. DANNI PER MILIARDI. NON BASTANO LE SCUSE.

In un esposto-denuncia, presentato oggi alla Procura della Repubblica di Milano dal presidente di Adusbef Elio Lannutti, si chiede di appurare eventuali responsabilità, anche penali, nella vicenda che ha causato i blocco delle contrattazioni di Piazza Affari.

A detta dei responsabili della Borsa, un guasto tecnico ha impedito la normale attività del mercato borsistico fino a quell'ora, impedendo agli operatori ed agli investitori di poter procedere a compravendite. Vicende del genere si ripetono con una frequenza non giustificabile per il mercato mobiliare della sesta potenza finanziaria del mondo e, poiché i recenti andamenti delle borse mondiali hanno reso fondamentale la possibilità di accedere tempestivamente e con certezza ai canali di contrattazione, non sono sufficienti le scuse rivolte agli operatori dai responsabili (che hanno lasciato tutti senza informazioni, fino alle ore 15.51), causando ai soli investitori istituzionali.

Nell'esposto-denuncia si chiede di appurare se nella vicenda possano essere rilevate eventuali responsabilità, anche alla luce della assoluta assenza di procedure, informatiche o di altra natura, in grado di tamponare o mitigare le conseguenze negative di simili black out operativi.

 

CASSAZIONE: ANCORA UNA SENTENZA CONTRO GLI ABUSI BANCARI. E' SANCITA L’APPLICABILITA’ DELLA LEGGE ANTIUSURA ANCHE AI CONTRATTI VALIDAMENTE STIPULATI PRIMA DEL 1996: CLAMOROSI SVILUPPI PER TUTTE LE CONTROVERSIE BANCARIE.

 

La Cassazione, con una sentenza destinata a fare scuola (la n. 5286 del 2000), ha stabilito che la legge antiusura si applica anche ai contratti validamente stipulati prima del 1996, anno della sua entrata in vigore, ma divenuti illeciti a seguito della definizione trimestrale delle soglie d'usura.

La sentenza si applica quindi a tutti i contratti stipulati in precedenza e tutti i consumatori chiamati dalle banche a risanare i loro conti in rosso possono legittimamente rifiutarsi di pagare interessi, anche se moratori, che superino il tasso di soglia.

Infatti - sostiene la Cassazione- la pattuizione del tasso degli interessi ultralegali, originariamente legittima, è divenuta illecita a causa della sopravvenuta legge sull’usura e, dunque, la banca aveva l’obbligo di "rinegoziare" il tasso.

Il reato di usura per la nuova normativa è si istantaneo, ma con condotta frazionata e la richiesta di interessi ultralegali, giustificati da un contratto originariamente valido, è illecita.

La legge del '96 stabilisce i limiti superati i quali i contratti diventano parzialmente nulli: stessa logica, riteniamo, andrà perseguita per i contratti di mutuo.

ADUSBEF invita i consumatori ad opporsi giudizialmente a quegli istituti di credito che richiedano ed impangono il pagamento di interessi ultralegali usurari fondati su contratti stipulati prima della legge sull’usura.

Il Presidente AMATO interverrà anche questa volta (come ha già fatto per l’anatocismo) a tutela dei potenti ed a scapito dei consumatori? Speriamo che i risultati elettorali siano serviti di monito a coloro che facilmente sposano gli interessi dei più forti a scapito dei cittadini.

Roma, 27 aprile 2000


COMUNICATO STAMPA

 VICENDA MALPENSA-LINATE. I PASSEGGERI ANCORA OSTAGGIO DEI CONTENDENTI.

 In un esposto presentato oggi alla Procura della Repubblica di Milano, Adusbef ha denunciato la compagnia aerea tedesca Lufthansa per interruzione di pubblico servizio.

Accampando pretesti assurdi, la Lufthansa, senza alcuna preventiva informazione, ha interrotto un pubblico servizio, lasciando a terra quattrocento passeggeri, ed inoltre ha tentato di far atterrare un suo velivolo a Linate, invece che a Malpensa.

Adusbef, oltre all'esposto penale, ha immediatamente inviato una lettera alla compagnia tedesca (ai sensi dell'art. 3 della legge 281/98) chiedendo di rimuovere immediatamente tali comportamenti così chiaramente vessatori nei confronti dei consumatori-utenti. Ha pertanto chiesto un risarcimento danni di almeno due milioni di lire a passeggero.

Adusbef ha chiesto infine di accertare se le decisioni assunte in passato su Malpensa, da dirigenti di primo piano della Commissione Europea, non siano state condizionate da compagnie aeree straniere, che hanno successivamente ingaggiato dirigenti influenti della stessa Commissione Europea, probabilmente per premiare quelle stesse decisioni che hanno penalizzato lo scalo aereo milanese.

Roma, 20 aprile 2000


COMUNICATO STAMPA

RC AUTO: LA CRISI DI GOVERNO CREA GRAVI PROBLEMI AL DECRETO LEGGE 70/2000, INTERPRETATO A SENSO UNICO DA COMPAGNIE ATTESTATE AD ELUDERE IL BLOCCO TARIFFARIO, MA AD APPLICARE SCRUPOLOSAMENTE, CON EFFETTO RETROATTIVO, I RISARCIMENTI DIMEZZATI DA DANNO BIOLOGICO E MORALE ! L'ISVAP GARANTISCE SOLO GLI INTERESSI DELLE COMPAGNIE !

I  rassicuranti impegni del ministro  dell'Industria  Enrico Letta, di  modificare il decreto legge 70/2000, per ripristinare  i vecchi valori da attribuire ai punteggi utilizzati per i risarcimenti da danno biologico e di inserire nel blocco tariffario tutte le polizze assicurative che non hanno procurato sinistri, sono sfumati con la caduta del Governo.

Il contestato ed incostituzionale decreto 70/2000, che  aveva lo scopo originario di calmierare le tariffe assicurative  obbligatorie, scandalosamente aumentate dal 220 al 330 per cento dal  1 luglio 1994, a fronte di una inflazione del 16 per cento, è  applicato  a senso unico dalle Compagnie, che con i più disparati  sotterfugi eludono il blocco tariffario, mentre applicano  scrupolosamente  i più favorevoli punteggi, con  effetto  retroattivo, per risarcire il danno biologico.

L'interpretazione  a senso unico che l'Isvap ha dato del  decreto, a conferma della strenua difesa degli interessi delle  Compagnie, esclude  le  polizze telefoniche con  argomentazioni (non contengono la clausola di tacito rinnovo), assurde ed arbitrarie.

Adusbef, che  diffonde la risposta dell'Isvap ad  una  dettagliata denuncia in merito a Compagnie le quali, oltre ad  aggirare il blocco tariffario, hanno inviato disdetta unilaterale su numerosi  contratti, attende che l'Isvap stessa proceda  a  sanzionare tali comportamenti, dandone la più ampia pubblicizzazione.

Inoltre Adusbef ha chiesto che l'Isvap esamini  dettagliatamente  le  riserve  sinistri delle Compagnie, arrivate  ad  oltre 54.000 miliardi, forse appositamente gonfiate ad arte per far apparire che il settore RC Auto ha bisogno di continui aumenti  per alimentare le perdite. In assenza di tale dettagliata analisi sui bilanci  delle Compagnie, Adusbef non esclude di presentare un  esposto alla magistratura.

Roma, 20.4.2000


COMUNICATO STAMPA

CRISI DI GOVERNO: L'IPOTESI DI AMATO O FAZIO, COSTITUIREBBE GRAVE IATTURA,UNA PROVOCAZIONE, PER I CITTADINI CHE HANNO ESPRESSO,COL VOTO, UNA PROTESTA CONTRO I GARANTI DEI POTERI FORTI.SE SI VOGLIONO CELEBRARE I REFERENDUM INDETTI, SI AFFIDI L'INCARICO ISTITUZIONALE (MANCINO O VIOLANTE) PER ANDARE SUBITO DOPO AD ELEZIONI POLITICHE ANTICIPATE. BANCHIERI E LORO GARANTI HANNO GIA' PROCURATO GRAVI DANNI A MASSE POPOLARI SEMPRE PIU' MASSACRATE DA POLITICHE ECONOMICHE PREDATORIE, CHE COME ADUSBEF HA DENUNCIATO, HANNO ARRICCHITO POCHI,CREANDO NUOVE MASSE DI INDIGENTI.

La sconfitta del centro-sinistra alle elezioni regionali, figlia di scelte sbagliate e contraddittorie dell'esecutivo  il quale, desideroso  di  andare  a braccetto con i poteri forti (banche, assicurazioni, ecc.),ha tradito bisogni ed aspettative di masse popolari sempre più impoverite dalle politiche economiche del Governo, dovrebbe servire ad una rapida inversione di tendenza per recuperare i gravi errori compiuti: ma non sembra sia così, a giudicare  dal papocchio, un vero bidone che vorrebbero rifilare agli italiani.

I  Partiti della ex maggioranza, solennemente puniti dagli elettori, non contenti della giusta lezione impartita loro dai cittadini, piuttosto che andare ad opportune e doverose elezioni anticipate, si accingono ancora a recitare una parte principale nel teatrino della politica, tirando fuori dal cilindro due nomi, Amato e Fazio, maggiormente responsabili delle malefatte bancarie ed assicurative che hanno angariato i consumatori.

Il Governatore di Bankitalia, autentico garante delle banche, ha  eretto una barriera di protezionismo su un sistema bancario vessatorio ed arretrato, vera palla al piede allo sviluppo ed alla competitività delle imprese; ha consentito che il sistema creditizio italiano producesse servizi di scarsa qualità a costi elevatissimi, con una gestione del credito e del risparmio clientelare, salvo ad addossare alla collettività crack bancari come quelli del Banco di Napoli, costato 12.000 miliardi.

Il ministro del Tesoro Amato, un vero e proprio Robin Hood alla rovescia, piuttosto che lavorare per ammodernare il Paese, ha imposto politiche economiche restrittive, costate solo nell'ultimo anno almeno 1,5 milioni a famiglia, deliberando provvedimenti contro i consumatori (decreto truffa salva interessi delle banche), non esitando ad offendere milioni di italiani, accusati di avere il collo debole, sol perché rei di chiedere i risarcimenti da danno biologico alle beneamate Compagnie di assicurazioni !

Non è compito di Adusbef, non essendo un  partito, di effettuare indebite ingerenze nella vita politica, tuttavia nella sua veste di associazione indipendente che da 14 anni si batte per difendere i sacrosanti interessi dei consumatori, rivendica il diritto di segnalare come vero e proprio bidone, qualsiasi ipotesi che non preveda elezioni anticipate, con un incarico  a figure  istituzionali di  formare un Governo a termine con l'esclusivo compito  di far celebrare i referendum, chiamando subito dopo i cittadini alle urne.

Roma, 19.4.2000


COMUNICATO STAMPA

CRACK DI BORSA: GRAVISSIME RESPONSABILITA' DELLE BANCHE, CHE HANNO SPESSO DELIBERATAMENTE ATTUATO UNA MANIPOLAZIONE DEI PREZZI DELLE QUOTANDE SOCIETA' TECONOLOGICHE, PER INCAMERARE MAGGIORI, SEMPRE PIU' LAUTE COMMISSIONI ! MA NON CONVINCONO NEPPURE LE LACRIME DI COCCODRILLO DEI BANCHIERI CENTRALI (GOVERNATORE FAZIO IN PRIMIS), CHE HANNO CONSENTITO DI CREARE UNA MASSA MONETARIA I DERIVATI) DAL NULLA,PER FAR EFFETTUARE ALLE BANCHE SPECULAZIONI SUI MERCATI PLANETARI IN TEMPO REALE, CONDIZIONANDO LE BORSE E MINANDO LE ECONOMIE DEGLI STATI !

Le lacrime di coccodrillo dei banchieri centrali, riuniti al capezzale di una gravissima crisi dei mercati finanziari mondiali deliberatamente drogati, anche dalla vera e propria manipolazione dei prezzi, coscientemente gonfiati dalle banche per incamerare maggiori commissioni delle quotande società teconologiche, oltre ad essere tardive e strumentali, non convincono affatto.

Adusbef in perfetta solitudine ha cercato in questi mesi di mettere in guardia i risparmiatori dagli enormi rischi derivanti dalle supervalutazioni delle società quotande, che sol perché operanti nella cosiddetta "nuova economia", assumevano valori assurdi ed irreali per qualsiavoglia criterio economico non basato sulla mera speranza.

La più grande e massiccia operazione di mistificazione mediatica, attuata dagli "advisor" bancari per incassare maggiori commissioni ed avallata dalle autorità monetarie, sulla creazione di quotazioni e conseguenti capitalizzazioni di borsa puramente "artificiali", seppur arrivata al capolinea, lascia sul terreno numerose vittime nel popolo dei risparmiatori, dapprima indotti a dismettere i Bot per scegliere le maggiori opportunità offerte dal mercato azionario (vera e propria bisca !), successivamente ad indebitarsi per ricoprire le perdite di borsa.

"Anche se quello dell'automobile è un mercato maturo - scriveva Adusbef in uno dei tanti inascoltati comunicati stampa - la capitalizzazione di Tiscali con circa 200 dipendenti, seppur operante nella new-economy, non può essere superiore  alla capitalizzazione di Fiat con oltre 200 mila dipendenti ed un patrimonio immobiliare solidissimo"!

"L'investimento azionario è a rischio: bisogna vigilare poiché la enorme bolla che ha sopravvalutato a dismisura alcuni titoli, con lo scoppio che può prodursi da un giorno all'altro, potrebbe procurare danni enormi ai risparmiatori" - aggiungeva Adusbef con l'ennesimo comunicato del 15 febbraio, denunciando l'eccessiva enfasi sul nuovo "Eldorado" dei titoli tecnologici.

Ma anche i banchieri centrali e le autorità monetarie mondiali (Fondo Monetario) hanno gravissime responsabilità per l'abnorme fenomeno dei "derivati", strumenti finanziari con un altissimo grado di rischio, il cui volume è stimato in 300 mila miliardi di dollari, 600 milioni di miliardi di lire (il doppio del Pil mondiale !), una vera e propria bomba ad orologeria innescata dalle banche sotto le poltrone dei Governi, il cui scoppio può travolgere anche le economie degli Stati.

Roma, 17.4.2000


COMUNICATO STAMPA

LICENZE UMTS: NO ALLA LICITAZIONE PRIVATA, SCANDALOSAMENTE APPROVATA DA AUTORITHY TLC, CHE SVENDE UN BENE PUBBLICO COME L'ETERE IN CAMBIO DI 500 MILIARDI A LICENZA: UN PIATTO DI LENTICCHIE ! CON L'ASTA PUBBLICA SI POSSONO RICAVARE ALMENO 25.000 MLD !

Anche le ultime decisioni dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che ha deliberato uno schema di regolamento di concessione delle 5 licenze UMTS, mediante licitazione privata su una base di 350-500 miliardi a licenza, confermano quale sia il danno che tale Autorità sta provocando al sistema Paese ed ai consumatori.

Mentre in Gran Bretagna, lo schema di assegnazione previsto per effettuare le concessioni dei nuovi cellulari multimediali, che da noi entreranno in servizio dal 1 gennaio 2000,fa incassare il controvalore di 50.000 miliardi (che anche con la sterlina sopravvalutata rispetto all'Euro, è un incasso di tutto rispetto), all'Italia, se va bene, entreranno da 2.500 a 4.000 miliardi ! L'affrettata delibera dell'Autorità che tramite licitazione privata, svende un bene pubblico come l'etere a privati, in cambio di un piatto di lenticchie, deve essere trasformata con urgenza in asta pubblica, ed anche mediante un canone rapportato al fatturato delle aziende concessionarie, ma dimostra ancora una volta l'inutilità di tale organismo che finora ha solo garantito interessi, guardandosi bene dal salvaguardare i diritti minimali dei consumatori.

L'Italia ha il primato assoluto di utenti dei telefonini portatili (32 milioni),con una penetrazione doppia rispetto all'Inghilterra, e può comodamente ricavare dall'asta pubblica di assegnazione delle licenze UMTS, almeno 25.000 miliardi !

Bene hanno fatto alcuni ministri del Governo ed anche lo stesso Presidente D'Alema, ad apporsi alla tentata regalia a ricchissime aziende private, di un bene pubblico.

Ma  qualora si volesse  perseguire  nell'errore, Adusbef adotterà tutte le iniziative idonee per salvaguardare diritti ed interessi pubblici, che coincidono con gli interessi dei cittadini ad  avere sgravi fiscali dalle maggiori entrate  derivanti dall'assegnazione delle licenze UMTS.

Roma,14.4.2000


 COMUNICATO STAMPA

CONSUMATORI: ATTENTI AL "TRADING ON-LINE" ! I SEMPRE PIU' NUMEROSI RECLAMI DEGLI UTENTI, DENUNCIANO DISSERVIZI COSI' EVIDENTI DA RICHIEDERE UN URGENTE INTERVENTO DELLE AUTORITA' DI CONTROLLO. ADUSBEF,DOPO AVER DENUNCIATO TALI GRAVI DISSERVIZI A CONSOB, BANKITALIA, BCE ED ANTITRUST (PER I PROFILI DI INGANNEVOLEZZA), NON ESCLUDE ESPOSTI-DENUNCE PER OMESSA VIGILANZA ED AZIONI CIVILI RISARCITORIE.

Le suadenti ed ammiccanti pubblicità, sui mezzi di  informazione,  delle aziende operanti nel "Trading On Line", invitano  i risparmiatori  ad attivare subito il servizio, poiché investendo in borsa in tempo reale a condizioni incredibili, si possono  cogliere i più grandi vantaggi della nuova economia !

Ma  la  realtà dei disservizi continui supera  invece  ogni fantasia, procurando danni notevoli ai risparmiatori che si  sono lasciati  allettare dalle reclame pubblicitarie, che invitano  ad attivare  subito il servizio: "per gestire al meglio  il  proprio denaro, investendo nelle borse di tutto il mondo".

Il "trading on-line" si contraddistingue da altri tradizionali strumenti di compravendita nel mercato mobiliare, offerti  dai borsini di Banche e Sim, proprio per la possibilità di poter operare  sui mercati italiani ed esteri, tramite Internet, in  tempo reale o con ritardi di pochissimi minuti.

Spesso invece, a causa del traffico sulla rete o sul  server sovraccarico, l'accesso ai dati o la possibilità di operare  sono di fatto impediti, o fortemente ritardati di ore, con  gravissimo nocumento per gli investitori che hanno sottoscritto il contratto per non sottostare ai ritardi di banche e Sim nel trasmettere gli ordinativi di compravendita.

Quando si opera su mercati azionari, italiani ed esteri  così volatili  e così tanto condizionati dalla bolla  speculativa  dei titoli tecnologici -spesso artatamente gonfiati- della cosiddetta "new economy", la tempestività di intervento nella compravendita è il  requisito fondamentale: se si impedisce di poter  operare  in tempo reale, si producono danni economici rilevantissimi.

Adusbef, dopo aver denunciato nei giorni  scorsi  l'assenza più assoluta di standard minimi accettabili di operatività a Consob, Bankitalia, Banca Centrale Europea ed Antitrust (a  quest'ultima per i profili di ingannevolezza pubblicitaria),invitando  ad effettuare un urgente monitoraggio, ha ricevuto l'incarico da taluni utenti, letteralmente raggirati e danneggiati, di impiantare la prima causa pilota sui danni da "Trading on Line".

Oltre a preparare un'azione civile, che i legali stanno studiando a tutela di interessi individuali e diffusi lesi,  Adusbef che  non esclude di citare in giudizio Consob e  Banca  d'Italia, anche per omessa vigilanza, invita gli utenti a prestare  massima attenzione alle società operanti nel "Trading on Line", sia  scegliendo  quelle più serie, che denunciando  tempestivamente  alle associazioni  di consumatori ed alle autorità monetarie, tutti  i disservizi e gli eventuali danni subiti.

Roma, 13.4.2000


COMUNICATO STAMPA

BENZINA: I PETROLIERI, OLTRE A PRATICARE PREZZI PIU' ALTI, 100 LIRE AL LITRO),FANNO LA CRESTA SULLE ACCISE,INCAMERANDO 50 LIRE DI SCONTO FISCALE CONCESSO PER CALMIERARE I PREZZI ! LO SCIOPERO DEI GESTORI INDETTO CONTRO ANTITRUST ED UTENTI, OLTRE AD ESSERE UN GRAVE ERRORE, E' UNA AMMISSIONE DI COLPA SULLE PRATICHE DI CARTELLO ESERCITATE DALLE COMPAGNIE.IL CIPE RIALLINEI I PREZZI, TAGLIANDO 150 LIRE A LITRO.

In una lettera ai ministri dell'Industria e delle Finanze, con una allegata tabella dei prezzi praticati a settembre 1999 e quelli odierni, dove si smontano i sofismi delle  compagnie dimostrando  che i prezzi delle benzine vengono  mantenuti artificiosamente più elevati di 150 lire al litro, Adusbef ha chiesto un rapido intervento del Cipe, previsto dal decreto legge 70/2000, per effettuare immediati, analoghi ribassi dei prezzi.

Poiché la stessa Unione Petrolifera ha ammesso che i prezzi delle benzine sono più elevati di 100 lire al litro, i quali sommati allo sconto fiscale di 50 lire, ammontano a 150 lire, Adusbef ha chiesto di effettuare analoga riduzione dei prezzi, per evitare che i consumatori, oltre al danno di pagare 5.000 lire in più a pieno, subiscano la beffa di far incamerare alle Compagnie lo sconto sulle accise, che pesano sulla fiscalità generale.

La seguente tabella (tra parentesi i prezzi medi imposti oggi),dimostra che i prezzi odierni sono più elevati di 100 lire al litro rispetto a quelli di settembre, quando non vi era alcuno sconto fiscale sulle accise, pari a 50 lire al litro.

| BENZINA SUPER| BENZINA VERDE| GASOLIO | GPL |

| lire/litro | lire/litro | lire/litro |lire/litro |

--------|------|-------|------|-------|-----|-------|---|-------|

AGIP-IP | 2.010|(2.120)| 1.920|(2.035)|1.530|(1.645)|940|(1.035)|

--------|------|-------|------|-------|-----|-------|---|-------|

ESSO | 2.010|(2.135)| 1.920|(2.050)|1.530|(1.660)|945|(1.045)|

--------|------|-------|------|-------|-----|-------|---|-------|

ERG | 2.010|(2.135)| 1.920|(2.050)|1.530|(1.660)|945|(1.050)|

--------|------|-------|------|-------|-----|-------|---|-------|

API | 2.010|(2.135)| 1.920|(2.050)|1.530|(1.660)|945|(1.045)|

--------|------|-------|------|-------|-----|-------|---|-------|

FINA | 2.010|(2.140)| 1.920|(2.055)|1.530|(1.665)|945|(1.045)|

--------|------|-------|------|-------|-----|-------|---|-------|

KUWAIT | 2.010|(2.125)| 1.925|(2.040)|1.535|(1.645)|940|(1.045)|

------- |------|-------|------|-------|-----|-------|---|-------|

SHELL | 2.015|(2.140)| 1.925|(2.055)|1.530|(1.660)|945|(1.050)|

--------|------|-------|------|-------|-----|-------|---|-------|

TAMOIL | 2.010|(2.140)| 1.920|(2.055)|1.535|(1.665)|945|(1.045)|

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(*) I prezzi di settembre '99 e, tra parentesi, quelli medi di oggi

La minacciata serrata dei gestori, che vogliono incrociare le braccia per 7 giorni, piuttosto che indirizzata verso Antitrust (che sta disvelando comportamenti collusivi ed illiberali dei petrolieri) e consumatori, andrebbe rivolta contro le Compagnie, anche per protestare contro i loro assurdi, vergognosi sofismi, che giustificano i maggiori costi che praticano in Italia per non turbare i prezzi praticati dalle "sorelle" europee.Roma, 12.4.2000


COMUNICATO STAMPA

PREZZI BENZINE: I PETROLIERI SI ARRICCHISCONO SU FLUTTUAZIONI GREGGIO E SUI TASSI DI CAMBIO ! DAL CONFRONTO ADUSBEF SUI PREZZI DEL BARILE E SUI COSTI PRATICATI ALLA POMPA, LE BENZINE SONO VENDUTE OGGI A 100/120 LIRE PIU' AL LITRO RISPETTO A SETTEMBRE ! 100 LIRE IN PIU' AL LITRO EQUIVALGONO A 900 MILIARDI ANNUI!

Quando agli inizi di settembre 1999, il greggio veniva venduto a New York, al prezzo di 23 dollari al barile, e l'Euro sfiorava la parità con il dollaro, le compagnie petrolifere praticavano i seguenti prezzi medi alla pompa (*): 2.010 lire per la super; 1.920 lire per la verde; 1.530 per il gasolio.

| BENZINA SUPER| BENZINA VERDE| GASOLIO | GPL |

| lire/litro | lire/litro | lire/litro |lire/litro |

--------|------|-------|------|-------|-----|-------|---|-------|

AGIP-IP | 2.010|(2.130)| 1.920|(2.045)|1.530|(1.655)|940|(1.040)|

--------|------|-------|------|-------|-----|-------|---|-------|

ESSO | 2.010|(2.135)| 1.920|(2.050)|1.530|(1.660)|945|(1.045)|

--------|------|-------|------|-------|-----|-------|---|-------|

ERG | 2.010|(2.135)| 1.920|(2.050)|1.530|(1.660)|945|(1.050)|

--------|------|-------|------|-------|-----|-------|---|-------|

API | 2.010|(2.140)| 1.920|(2.055)|1.530|(1.660)|945|(1.045)|

--------|------|-------|------|-------|-----|-------|---|-------|

FINA | 2.010|(2.140)| 1.920|(2.055)|1.530|(1.665)|945|(1.045)|

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KUWAIT | 2.010|(2.135)| 1.925|(2.050)|1.535|(1.665)|940|(1.045)|

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SHELL | 2.015|(2.140)| 1.925|(2.055)|1.530|(1.660)|945|(1.055)|

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TAMOIL | 2.010|(2.140)| 1.920|(2.055)|1.535|(1.665)|945|(1.050)|

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(*) I prezzi di settembre'99 e, tra parentesi, quelli medi di oggi

Dopo aver toccato i 33 dollari, la quotazione di un barile di greggio sul mercato di New York è tornata ai prezzi di settembre (23 dollari), ma non i prezzi delle benzine, che vengono vendute in media: 2.135 lire la super; a 2.050 lire la verde; 1.660 il gasolio da autotrazione, mentre l'Euro viene scambiato a 2.019 lire con il dollaro (più 90 lire).

Anche calcolando il maggior onere di 90 lire per acquistare un dollaro con un Euro più debole rispetto a settembre, i prezzi imposti oggi, sono superiori di 100-120 lire al litro !

Il maggior costo di un pieno di benzina, per un rifornimento medio, a parità del costo del greggio venduto 6 mesi fa a 23 dollari a barile, depurato dell'apprezzamento del dollaro sull'Euro, è più caro di 5.000 lire (3.500 lire nei Self Service).

Il confronto di Adusbef (dati ufficiali Minindustria),dimostra che i petrolieri si arricchiscono sulle oscillazioni dei prezzi, data la proverbiale solerzia di trasferire immediatamente su di essi gli aumenti del barile, di non diminuire con altrettanta sollecitudine il costo dei carburanti alla pompa quando cala il prezzo del barile, sfilando così dalle tasche degli automobilisti almeno 900 miliardi l'anno (2,5 miliardi al giorno).

Roma, 11.4.2000


COMUNICATO STAMPA

L'AUTHORITY TLC ARCHIVIA, CON ARGOMENTAZIONI PRETESTUOSE NEL TERZO BREAK PUBBLICITARIO DEL FILM JURASSIK PARK, MANCA 1 MINUTO DI REGISTRAZIONE !), PROCEDIMENTO R.T.I. IL DISPOTISMO DELL'AUTHORITY TLC,LE CUI NOMINE LOTTIZZATE NON GARANTISCONO I CONSUMATORI, DEVE FAR AFFRETTARE IL PARLAMENTO A VARARE UNA LEGGE QUADRO SULLE AUTHORITY !

L'Autorità  per  le  Garanzie  nelle  Comunicazioni, con  una lettera  del  5 aprile 2000,ha deliberato l'archiviazione  degli atti  per i profili attinenti alle presunte violazioni  da  parte delle  emittenti RTI, degli articoli 8,comma 2,  legge  6  agosto 1990,  223  e 3,comma 5,legge 30  aprile  1998,122 (interruzioni pubblicitarie nei cartoni animati di durata programmata inferiore a 30 minuti).

Adusbef aveva segnalato, con lettera del 4 novembre  1999,una violazione  dei tetti delle risorse pubblicitarie  televisive, da parte delle reti Rai e Mediaset, con grave ed irreversibile  danno per  la concorrenza ed il mercato e per gli  ascoltatori, il  cui affollamento  pubblicitario, anche  nei cartoni animati, arrecava grave  ed irreversibile pregiudizio agli  ascoltatori, soprattutto di un pubblico minorile.

Merita  di  essere  letta  per  intera  la  motivazione   di archiviazione:" In merito al presunto non utilizzo, da parte delle emittenti  RTI, di  alcun  mezzo ottico  o  acustico  di  evidente percezione per distinguere la pubblicità dal resto dei  programmi nel  corso  del  film Jurassik  Park, non  sono stati conseguiti assunti  istruttori completi, in quanto la videocassetta  allegata alla   segnalazione è risultata  mancante  di  un   minuto   di registrazione proprio  in corrispondenza dell'inizio  del terzo break pubblicitario presente nel film oggetto del procedimento".

Neanche nella Repubblica delle Banane, i cittadini riescono a bersi tali motivazioni di archiviazione da parte di un'Autorità per  le  Garanzie delle Comunicazione, il cui  totale  dispotismo deve convincere  il  Parlamento a varare una  legge  quadro  per riformare  talune  autorità, tra le quali quella presieduta  dal Prof.  Cheli, la  cui  mancata  indipendenza  può  costituire un pericolo serio per una democrazia.

Roma,6.4.2000


COMUNICATO STAMPA

ENEL,ANTICIPO SUI CONSUMI: DAL 28 GIUGNO 2000, UTENTI DOMICILIATI RICEVERANNO LA RESTITUZIONE. LO HA DECISO L'AUTORITA' PER GAS ED ENERGIA. I RIMBORSI INTERESSANO, SECONDO AUTOREVOLI STIME, IL 30 PER CENTO DEGLI UTENTI, PER UN CONTROVALORE (IN MEDIA 30.000 AD UTENTE) DI 300 MILIARDI DI LIRE. CONTRATTO ENEL DA 4,5 KW BOCCIATO DALL'AUTORITA': A PARITA' DI CONSUMI, IL MAGGIOR AGGRAVIO IN BOLLETTA VA DA UN MINIMO DI 93.600 FINO A 612.000 LIRE ANNUE !

L'Autorità per il Gas e l'Energia, rispondendo ad una precisa richiesta di Adusbef (che aveva sollecitato la restituzione dell'anticipo  sui consumi, richiesto dall'Enel prima di  perfezionare qualsiasi contratto di fornitura elettrica),ha stabilito che  dal 28  giugno  2000, i  clienti  riceveranno  la restituzione  dell'anticipo  sui consumi nel caso in cui per la somministrazione di energia  elettrica nelle abitazioni (di residenza e non), abbiano predisposto la domiciliazione del pagamento delle bollette.  Gli esercenti  dovranno restituire tali somme entro  duecentoquaranta giorni (8 mesi circa) dall'entrata in vigore del provvedimento.

L'Autorità, modificando  la  situazione  esistente, dove   gli esercenti richiedevano indifferentemente a tutti i  clienti  il versamento  di  una somma a titolo  di  anticipo  sui  consumi restituita, senza interessi, alla fine del rapporto contrattuale, ha  deliberato un provvedimento che prevede il versamento di  un deposito cauzionale in luogo dell'anticipo su consumi. Tuttavia i clienti con contratto ad uso domestico non sono tenuti a  versare tale  deposito qualora abbiano predisposto o predispongano  in futuro la domiciliazione bancaria o postale, sulle bollette. Dopo  la  battaglia condotta  da  Adusbef  sugli   anticipi telefonici, la restituzione degli anticipi sui consumi  elettrici, ai quali dovrà seguire quella dei consumi idrici e del gas, è  una grande  vittoria delle associazioni dei consumatori  per  rendere più trasparenti le bollette e più equi i rapporti contrattuali.

Per  il  contratto Enel da 4,5 Kw, giustamente  bocciato  (in trasparenza) dall'Autorità, Adusbef elaborando gli  stessi  dati Enel, ha  scoperto  che dietro il regalo delle  400.000  lire,  si nascondeva una stangata sulla bolletta, a parità di consumi,  che sarebbe pesata da un minimo di 93.600 lire annue, fino a  612.000 lire l'anno ! Ma per fortuna i consumatori organizzati, hanno  da tempo imparato a diffidare dei "regali" e delle "offerte civetta" in qualunque forma propinati, perché nascondono interessi e  lauti ritorni economici  per i soggetti che propongono, come  nel  caso Enel, un  "regalo una tantum" di 400.000  lire, a  fronte  di  un introito permanente "una semper" di ben 612.000 lire l'anno !

COMPARAZIONE DEI COSTI TRA POTENZA DI 3 KW E POTENZA DI 4,5 KW

(Elaborazioni Adusbef su dati ufficiali ENEL)

CASA DI RESIDENZA - A PARITA' DI CONSUMI - Valori espressi in lire -

CONSUMI ANNUI

(KWh)

BOLLETTA BIMESTRALE

3 KW

BOLLETTA BIMESTRALE

4,5 KW

MAGGIORE SPESA BIMESTRALE

MAGGIORE SPESA ANNUALE

(SENZA IVA)

MAGGIORE SPESA ANNUALE

(COMPRESA IVA)

2.800

105.000

190.000

85.000

510.000

612.000

3.300

155.000

216.000

61.000

366.000

439.200

3.600

185.000

232.000

47.000

282.000

338.400

4.000

222.000

253.000

31.000

186.000

223.200

4.300

250.000

269.000

19.000

114.000

136.800

4.500

266.000

279.000

13.000

78.000

93.600

Roma, 5.4.2000


COMUNICATO STAMPA

TELECOM VUOLE ADDOSSARE AI CONSUMATORI IL FALLIMENTO ANNUNCIATO DEL DECT, CHE STACCHERA' LA SPINA IL 30 GIUGNO 2001 ! OFFERTI RISARCIMENTI RISIBILI DI 100 MILA LIRE, A FRONTE DI 700/800 MILA LIRE PER ACQUISTARE FIDO ! ADUSBEF,CHE HA INTERESSATO L'AUTORITA' GARANZIE TLC, CHIEDE UN EQUO INDENNIZZO PER I 145.000 UTENTI DECT !

Il  DECT, il cosiddetto cellulare da città denominato  Fido, introdotto da Telecom Italia nel gennaio 1998,costato agli  azionisti Telecom oltre mille miliardi di lire e sbandierato come una grande rivoluzione telefonica (ancorché in altri paesi europei si era  già dimostrato un fallimento), chiuderà i battenti fra  poco più di un anno.

Ma  Telecom Italia, tanto per cambiare, dopo  aver  addossato agli azionisti il fallimento del progetto, tenta di scaricare  le sue errate scelte imprenditoriali sui 145 mila acquirenti dei telefonini Dect, pagati a peso d'oro (oltre 700-800 mila) e che potranno essere utilizzati come semplici apparati cordless, per comunicare tra le mura domestiche, del valore di 150-200 mila lire.

Numerosi  "utenti" del Fido, che hanno ricevuto  nei  giorni scorsi  una lettera di Telecom Italia, sono stati  informati  che dal 30 giugno 2001,verrà staccata la spina all'apparato Dect: tale notizia non ha destato stupore,in considerazione del fatto che tale tecnologia (peraltro inquinante per le numerose antennine  e deturpanti il territorio cittadino),era già pressoché inutilizzabile,  stante le sue caratteristiche tecniche e l'assenza di  una efficace rete di centraline all'interno del circuiti urbani.

Agli  sfortunati clienti del Dect, indotti ad  acquistare  il Fido da una impressionante campagna pubblicitaria, la cui  ingannevolezza era stata ampiamente denunciata da Adusbef (mentre  altre associazioni di consumatori esaltavano, al contrario la  bontà del Dect), è stato offerto un ridicolo indennizzo in buoni  acquisti del valore di 100 mila lire da spendere nei negozi  Insip, oppure -in alternativa- due regali di consolazione di analogo valore.

Adusbef, che ha inviato una lettera all'Autorità per le  Garanzie nelle Comunicazioni, ritiene inaccettabile tale  soluzione, già peraltro respinta dai consumatori, ed ha incaricato un  collegio nazionale di legali, coordinati dall'avv. Massimo Cerniglia del foro  di Roma e vice presidente dell'associazione, alfine di  presentare, davanti ai giudici di pace delle 33 città coinvolte, apposite citazioni per il risarcimento dei danni procurati ai  consumatori indotti ad acquistare un semplice cordless a prezzi  quadruplicati, a fronte di un fallimentare progetto imprenditoriale.

Adusbef aveva criticato nelle assemblee degli azionisti  di Telecom Italia l'avventura del Dect, i cui costi  di 1.000  miliardi non avrebbero mai consentito un ritorno  economico, ed ha chiesto al dottor Colaninno di avviare un'azione di responsabilità verso gli amministratori che deliberarono con leggerezza di far partire Fido, ha attivato sul sito internet www.adusbef.it, le istruzioni per chiedere l'equo indennizzo,che può essere valutato  in almeno 400.000 lire ad utente, con un  costo  complessivo pari a 58 miliardi.

 Roma, 4.4.2000

Riportiamo il testo del Fac-simile.

Raccomandata A.R.

Alla Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni
Centro Direzionale Isola B 5
80143 NAPOLI

Spett. Telecom
Direzione Generale
Via Flaminia, 189
00196 ROMA 

 

per conoscenza e rappresentanza (posta normale)

Adusbef
Via Farini, 62
00185 ROMA

Denuncia e richiesta di immediato intervento

Il sottoscritto..............................., nato a..................................., il......................., residente in......................., con la presente intende portare a conoscenza della Autorità in indirizzo quanto in appresso.

Aderendo ad una campagna pubblicitaria promossa nel 98 dalla Telecom, il sottoscritto è stato indotto ad acquistare un telefono portatile al fine del suo utilizzo secondo la cd tecnologia Dect.

Il suddetto apparecchio è costato quasi 800.000 e , a dire della Telecom, avrebbe consentito l'utilizzo , previo abbonamento Telecom, dell'apparecchio nell'ambito di 33 città predisposte per il servizio.

Tale servizio, tuttavia, si è subito dimostrato inefficace e ha dato luogo a vibrate proteste sia da parte del sottoscritto sia da parte di alcune associazioni di consumatori.

In questi giorni, infine, il Presidente della Telecom, riconoscendo la assoluta inefficacia del servizio ha annunciato che lo stesso sarebbe stato dismesso entro il 2001.

Ma al danno consistente nel fatto di aver pagato un semplice cordless ad un prezzo quadruplo , si è aggiunta la beffa di un indennizzo pari a £.100.000 o in servizi Telecom , non necessari al sottoscritto.

Il sottoscritto, ritenendosi ingiustamente danneggiato, intende proporre azione legale contro la Telecom e contro tutti coloro che si sono resi partecipi direttamente o indirettamente nella fallimentare iniziativa di cui si discute. A tal fine intendono aderire all'azione legale collettiva promossa dall'Adusbef (Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari e Finanziari), coordinata dal Vice Presidente Nazionale, Avvocato Massimo Cerniglia , e a tal fine il sottoscritto provvede ad inviare la presente per conoscenza e per il necessario intervento.

Prima di proporre la predetta azione legale, tuttavia, il sottoscritto ha ritenuto opportuno e doveroso richiedere alla Autorità in indirizzo il suo autorevole ed urgente intervento, al fine di porre rimedio al danno subito e perché si possa evitare che domani i consumatori siano nuovamente oggetto, nel settore delle Comunicazioni, di iniziative imprenditoriali errate e non convenientemente progettate e realizzate.

Con i migliori saluti.

Data Firma


COMUNICATO STAMPA

RC AUTO: I DUE PESI E LE DUE MISURE DELLE COMPAGNIE ! CON EFFETTO RETROATTIVO, LIQUIDANO IL DANNO BIOLOGICO, PER INCIDENTI ACCADUTI IN PASSATO,APPLICANDO FAVOREVOLI TABELLE CHE HANNO DIMEZZATO I RISARCIMENTI DEI DANNI ALLE PERSONE;SPALLEGGIATI DALL'ISVAP,ELUDONO IL BLOCCO TARIFFARIO,ACCAMPANDO PRETESTI CAPZIOSI ED ASSURDI ! IN UNA LETTERA INVIATA AL PRESIDENTE ISVAP MANGHETTI, AD ANTITRUST,MINISTRO INDUSTRIA E PRESIDENTE D'ALEMA, ADUSBEF HA CHIESTO DI SANZIONARE COMPAGNIE INADEMPIENTI.

In una lettera inviata al Presidente Isvap Manghetti, al  ministro dell'Industria Letta, al presidente dell'Antitrust Tesauro, al  presidente  del Consiglio D'Alema, Adusbef, che ha  fornito  un primo elenco delle compagnie che rifiutano, con i più assurdi pretesti, di applicare il blocco delle tariffe RC Auto ,ha chiesto  di sanzionare con massima urgenza la protervia delle assicurazioni.

"Il  provvedimento del Governo sulle tariffe RC  Auto, ha  lo scopo di bloccare, per almeno un anno, gli assurdi aumenti relativi alla responsabilità civile auto, i cui vergognosi  incrementi, dal  1.7.94 (liberalizzazione tariffaria),sono stati pari  al 220-330 per cento nella classe d'ingresso, a fronte di una inflazione del 15 per cento", ha scritto Adusbef nella lettera.

"Gli assicurati che non hanno prodotto incidenti e che hanno la formula tariffaria del bonus-malus, qualunque sia il loro tipo di polizza, a partire dalla data di entrata in vigore del decreto hanno diritto a non subire alcun aumento, anzi ad una diminuzione dell'1 per cento per la minore aliquota fiscale, ad una ulteriore riduzione, corrispondente alla classe di merito inferiore".

"Dalle telefonate e dai fax che Adusbef sta ricevendo, risulta che le Compagnie avrebbero concordato di aggirare il  blocco tariffario, in maniera più grave ed evidente per le polizze  telefoniche, interpretando proprio una recente circolare Isvap".

"Genertel, Lloyd 1885, Linear dell'Unipol, e numerose  altre compagnie, pretendono gli aumenti tariffari, come se il  decreto 70/2000 li avesse esentati, mentre Sai, Generali, Ras, Commercial Union, Nuova Tirrena, Meie, ecc., invitano i consumatori che  non vogliono  pagare gli aumenti, a cambiare Compagnia. Attendiamo  di conoscere con urgenza le sanzioni che l'Isvap intende comminare alle  Compagnie inadempienti". Mentre  le  compagnie, spalleggiate

dall'Isvap, eludono o rinviano il blocco tariffario, poiché gli aumenti sarebbero relativi al 1999,applicano immediatamente la parte del decreto scandalosamente favorevole alle imprese, nei risarcimenti da danno biologico alle persone.

La circolare Ania Prot.0124,del 28 marzo 2000, nel  capitolo "Risarcimento  del danno biologico e morale derivanti da  lesione di lieve entità", impone di applicare le tabelle più favorevoli: "la  nuova normativa -scrive il D.G. Ania M. Orio- si applica  per tutti i sinistri per i quali la valutazione del danno alla persona non sia ancora avvenuta in modo definitivo (vale a dire, per i quali non sia intervenuta transazione o sentenza), a  prescindere dal tempo del loro accadimento".

Adusbef  suggerisce di non accettare alcun  risarcimento  da danno biologico, derivante da tabelle dimezzate, che dovranno essere ripristinate integralmente in sede di conversione.

Roma, 3.4.2000


RIPORTIAMO IL TESTO DELLA LETTERA

Prof. Giovanni Manghetti
Presidente ISVAP
Via del Quirinale, 21
00187 R O M A

e p.c. On.le Massimo D'Alema
Presidente del Consiglio
Palazzo Chigi
00186 R O M A

e.p.c. Prof. Giuseppe Tesauro
Presidente Antitrust
Via Liguria,26
00187 R O M A

e p.c. On.le Gianni Letta
Ministro dell'Industria
Via Molise, 2
00187 R O M A

e p.c. dr. Antonio Lirosi
Presidente CNCU
Via Molise, 2
00187 R O M A

 Oggetto: elusione d.l. 70/2000

 Egregio Signor Presidente,

il provvedimento del Governo sulle tariffe RC Auto, ha lo scopo di bloccare, per almeno un anno, gli assurdi aumenti relativi  alla responsabilità civile auto, i cui vergognosi incrementi, dal 1.7.94 (liberalizzazione tariffaria),sono  stati pari al 220-330 per cento nella classe d'ingresso, a fronte di una inflazione del 15. Gli assicurati che non hanno prodotto incidenti e che  hanno la formula tariffaria del bonus-malus, qualunque sia il loro tipo di polizza, a partire dalla data di entrata in vigore del decreto hanno diritto a non subire alcun aumento, anzi ad una diminuzione dell'1 per cento per la minore aliquota fiscale, ad una ulteriore riduzione, corrispondente alla classe di merito inferiore.

Dalle telefonate e dai fax che Adusbef sta ricevendo, risulta che  le  Compagnie avrebbero concordato di aggirare  il  blocco tariffario,  in  maniera  più grave ed evidente  per  le  polizze telefoniche, interpretando proprio una recente circolare Isvap.

Genertel,  Lloyd 1885, Linear dell'Unipol, e numerose  altre compagnie, pretendono gli aumenti tariffari, come se il  decreto 70/2000 li avesse esentati, mentre Sai, Generali, Ras, Commercial Union, Nuova Tirrena, Meie, ecc., invitano i consumatori che  non vogliono pagare gli aumenti, a cambiare Compagnia.

Poiché i  reclami che arrivano ad  Adusbef, chiediamo  siano indirizzati anche all'Isvap, attendiamo di conoscere con  urgenza le sanzioni che si intendano comminare verso le Compagnie inadempienti. Significhiamo infine che i reclami raccolti, saranno  oggetto di un apposito dossier, allegato ad esposti denunce che  intenderemo presentare, sulla questione, alle competenti A.G.

In attesa di urgenti risposte, l'occasione è gradita per inviare

Distinti saluti

Il Presidente

Elio Lannutti

Roma, 3.4.2000


COMUNICATO STAMPA

TARIFFE RC AUTO: LE CAPZIOSE INTERPRETAZIONI DI ANIA ED ISVAP PER ELUDERE GLI EFFETTI DEL DECRETO LEGGE SONO VERGOGNOSE ! CHE L'ANIA DIFENDA LE COMPAGNIE, E' SCONTATO,MA CHE L'ISVAP AVALLI I CAVILLI ASSURDI,PER FAR AGGIRARE IL BLOCCO TARIFFARIO SOTTRAENDO CON SOTTERFUGI,LE POLIZZE TELEFONICHE DAL BLOCCO, E' UNO SCANDALO CHE DIMOSTRA LA SUDDITANZA ALLE COMPAGNIE ! LE MILLE PROTESTE DEGLI UTENTI,RACCOLTE ANCHE TRAMITE POSTA ELETTRONICA (infoadusbef@tin.it) PER ULTERIORI SEGNALAZIONI DI ABUSI,SARANNO TRASMESSE ALLE PROCURE DELLA REPUBBLICA.

L'art.  2 del decreto legge del Governo 70/2000,  stabilisce per    i contratti dell'assicurazione obbligatoria della responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore, rinnovati entro un anno dal 29 marzo 2000 nella formula tariffaria bonus-malus, che le imprese non  possono  applicare, nelle classi di merito bonus, alcun aumento tariffario, ma che per effetto della riduzione dell'aliquota fiscale di un punto percentuale, ci dovrà essere un'analoga diminuzione.

Non  esistono dubbi interpretativi di sorta: il decreto  del Governo,illustrato  alle organizzazioni dei consumatori  nell'incontro avuto con il Presidente D'Alema ed il ministro  dell'Industria  Letta, congela le tariffe dell'assicurazione  obbligatoria per un anno, come misura temporanea per contenere l'inflazione.

Ma  le Compagnie, da tempo abituate a discutere sui  cavilli, ben  protette da un Istituto di Vigilanza che esegue  gli  ordini delle Imprese, hanno trovato il modo di eludere il decreto  legge, per continuare ad applicare gli aumenti che avevano preventivato.

Numerose  segnalazioni di assicurati, che saranno  opportunamente   trasmesse  alle  competenti  Procure  della   Repubblica, denunciano  l'elusione più completa del blocco tariffario, per  le polizze  in scadenza dopo l'entrata in vigore del  decreto, mentre le  compagnie  che effettuano  polizze  telefoniche, sembra  siano state   esentate  dall'Isvap  dal   congelamento   tariffario, con argomentazioni pretestuose ed assurde.

Poiché -sembra affermare l'Isvap- le polizze telefoniche non hanno  una continuità  contrattuale,  ma  il  loro  obbligo   si esaurisce,  senza  alcun preavviso delle parti di anno  in  anno, qualora gli utenti non intendessero pagare gli aumenti (del 20-30 per  cento)  già decisi dalle compagnie prima del decreto,  sono liberi  di  cercare altre imprese in grado  di  assicurarli  alle stesse condizioni. Ma nessuna impresa praticherà tali tariffe !Tale tesi, avallata dall'Isvap, oltre a costituire un accordo di cartello tra le Compagnie, che Adusbef ha prontamente segnalato all'Antitrust  ed  al ministro dell'Industria,  costituisce  una aperta  violazione del decreto, la cui finalità è il  congelamento temporaneo delle tariffe RC Auto, per chi non ha avuto incidenti.Genertel,  Lloyd 1885, Linear dell'Unipol, e numerose  altre compagnie, pretendono gli aumenti tariffari, come se il  decreto 70/200 li avesse esentati. Di fronte a tale consueta prepotenza e prevaricazione delle Compagnie, Adusbef (che mette a disposizione l'e-mail    (infoadusbef@tin.it)   per raccogliere ulteriori segnalazioni, denuncerà alle competenti Procure della Repubblica l'arroganza  delle compagnie non escludendo di chiamare in  causa l'Isvap per omessa vigilanza.Roma, 31.3.2000


COMUNICATO STAMPA

FINANZA VIRTUALE: IL MERCATO DEI DERIVATI, DI 72 BANCHE,E' DI 130.942,489 MILIARDI DI DOLLARI ! LA BANCA J.P.MORGAN, HA PIU' DERIVATI DEL PIL USA. MA ANCHE LE BANCHE ITALIANE,CHE SONO LE MENO ESPOSTE, HANNO RISCHI NEI MERCATI DERIVATI PARI AL PIL ITALIANO ! ADUSBEF RENDE NOTA LA CLASSIFICA DELLE BANCHE ESPOSTE, TRATTA DAL RAPPORTO BRI (BANCA REGOLAMENTI INTERNAZIONALI) PER DENUNCIARE IL FENOMENO DI CREAZIONE DI MONETA VIRTUALE CHE PUO' ESPLODERE, TRAVOLGENDO LE ECONOMIE DI INTERI STATI.

Il modo più surrettizio ed artificioso di battere moneta  da parte delle banche, ampiamente tollerato dalle autorità monetarie, se  non addirittura legalizzato dalla Banca d'Italia, che  tramite l'U.I.C. impiegò denari pubblici per una operazione speculativa nel fondo LTCM, è quello di ricorrere al mercato dei derivati.

Un derivato consiste in una operazione finanziaria a breve, contrattata su altre operazioni, anche valutarie a lungo termine.

Alla stessa stregua delle scatole cinesi, le  banche  acquistano titoli e valute sui mercati mondiali, depositando a garanzia i titoli  acquistati  per ottenere ulteriori finanziamenti  da  altre banche, in un gioco piramidale la cui leva finanziaria può arrivare fino a 400 dollari, con un dollaro reale investito.Ma  l'abnorme massa monetaria costituita, in parte  garantita dai contratti 'futures' (ossia l'assicurazione contro i rischi di oscillazione dei tassi o dei rapporti tra le monete),può  reggere a patto che il sistema sia sempre in espansione: una  depressione economica od un suo rallentamento, può causare crisi  finanziarie, i  cui effetti domino (crisi dei mercati del sud  est asiatico), possono travolgere le economie reali di interi Stati  ed appropriarsi del risparmio reale. Il debito pubblico  italiano  (1.200 miliardi di dollari), paragonato dal presidente D'Alema ad un tritolo su cui siamo seduti, è un'inezia rispetto alla bomba  atomica dei derivati, sulla quale si poggiano le economie degli Stati nei mercati globali, stimata in 350 mila miliardi di dollari.Le  elaborazioni  Adusbef, tratte  dal  quinto  rapporto  del Comitato  di Basilea per la supervisione bancaria  e  da  IOSCO, pubblicato il 16.12.99, evidenziano che la palma della banca più esposta  nei  derivati, è detenuta dall'Unione  Banche  Svizzere (UBS), con 10.957 miliardi di dollari, ma al settimo posto, con una percentuale pari al 16,3 in relazione alle poste attive di bilancio, mentre  la J.P.Morgan (USA),con 8.857 miliardi di dollari, è la banca (scelta dal Tesoro italiano come 'advisor' in molte privatizzazioni italiane) che detiene la più alta percentuale  derivati su attivo, pari al 33,9 per cento.Tra le banche italiane (che sono tra le più "virtuose"), la più esposta nei derivati è il San Paolo-Imi, con la non trascurabile  somma di 355,335 miliardi di dollari (710 mila miliardi  di lire), mentre  la Comit, con 329,481 miliardi di dollari (668  mila miliardi di lire), ha la più alta percentuale, pari al 2,5 di esposizione tra derivati su attivo.Le 6 banche italiane hanno una esposizione in derivati pari a 938 miliardi di dollari (1,8 milioni di miliardi di lire),ma Adusbef stima che l'esposizione complessiva del sistema bancario  italiano nella finanza virtuale, sia superiore al Pil.Roma, 30.3.2000

 

SI RIPORTANO I DATI DI 26 DELLE 72 BANCHE MONITORATE:

 

POSIZIONE IN DERIVATI - RAPPORTO "DERIVATI/POSTE ATTIVE DI BILANCIO"

FONTE: COMITATO DI BASILEA PER LA SUPERVISIONE BANCARIA E I.O.S.C.O (ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE COMMISSIONI DI SICUREZZA) - Dicembre 1999

Valori espressi in miliardi di dollari

 

BANCA / SOCIETA' FINANZIARIA

DATA RILEVAZ.

POSTE ATTIVE DI BILANCIO

POSIZIONE COMPLESS. IN DERIVATI

RAPPORTO DERIVATI SU ATTIVO

J.P.MORGAN & CO., INC.

USA

31.12.98

261,067

8.857,700

33,9

CHASE MANHATTAN CORP.

USA

31.12.98

365,875

10.353,000

28,3

SALOMON SMITH BARNEY HOLD.INC

USA

31.12.98

211,901

4.441,800

21,0

SCHRODERS

G.B.

31.12.98

22,558

438,789

19,5

BANKERS TRUST

USA

31.12.98

133,115

2.552,767

19,2

THE GOLDMAN SACHS GROUP, L.P.

USA

27.11.98

217,380

4.165,700

19,2

UBS AG

SVI

31.12.98

674,092

10.957,008

16,3

LEHMAN BROTHERS HOLD., INC.

USA

30.11.98

153,890

2.495,700

16,2

CREDIT SUISSE GROUP

SVI

31.12.98

378,403

4.569,198

12,1

CITICORP (CITIGROUP), INC.

USA

31.12.98

668,641

7.986,100

11,9

MERRILL LYNCH & CO., INC

USA

25.12.98

299,804

3.557,000

11.9

NATWEST GROUP

G.B.

31.12.98

308,376

3.480,142

11,3

---

---

---

---

---

---

FUJI BANK

JAP

31.03.99

384,774

3.618,397

9,4

---

---

---

---

---

---

PARIBAS

FRA

31.12.98

308,666

2.695,687

8,7

SOCIETE GENERAL GROUP

FRA

31.12.98

446,535

3.737,938

8,4

---

---

---

---

---

---

CANADIAN IMPERIAL B. OF COMM.

CAN

31.10.98

182,403

1.404,322

7,7

---

---

---

---

---

---

DEUTSCHE BANK

GER

31.12.98

729,522

5.140,819

7,0

---

---

---

---

---

---

SVENSKA HANDELSBANKEN

SVE

31.12.98

85,778

761,012

6,7

---

---

---

---

---

---

BANCA COMMERCIALE ITALIANA

ITA

31.12.98

131,409

329,481

2,5

S. PAOLO - IMI

ITA

31.12.98

184,311

355,335

1,9

UNICREDITO ITALIANO

ITA

31.12.98

170,718

125,857

0,7

BANCO DI NAPOLI

ITA

31.12.98

37,696

23,405

0,6

BANCA DI ROMA

ITA

31.12.98

121,425

56,474

0,5

BANCA NAZIONALE DEL LAVORO

ITA

31.12.98

100,937

48,123

0,5

---

---

---

---

---

---

BANQUE GENERAL DU LUXEMBURG

LUX

NON DISPONIBILE

BANQUE INTERNATIONAL A LUXEMB

LUX

NON DISPONIBILE

 

 

 

POSTE ATTIVE

POS. DERIVATI

Rapporto Derivati/

Attivo Banche

TOTALI RILEVAZIONE

(miliardi di $)

(miliardi di $)

72 BANCHE MONITORATE

17.753,951

130.942,489

7,4

 

RAPPORTO TRA PRODOTTO INTERNO LORDO E POSIZIONE IN DERIVATI

DI ALCUNI PAESI MONITORATI DALLA RICERCA

(Elaborazioni Adusbef su dati ufficiali)

(miliardi di dollari)

PRODOTTO INTERNO LORDO (anno 1998)

POSIZIONE IN DERIVATI

RAPPORTO DERIVATI / PIL

N° BANCHE E FINANZIARIE MONITORATE

USA

7.450

54.620,869

7,33

18

CANADA

751

4.538,470

6,04

6

FRANCIA

1.183

11.459,469

9,68

6

GERMANIA

1.522

11.539,386

7,58

6

GIAPPONE

2.776

14.641,179

5,27

9

GRAN BRETAGNA

1.326

10.777,207

8,12

7

ITALIA

1.250

938,675

0,75

6

SVEZIA

(anno 1995) 177,3

1.307,516

7,37

2

SVIZZERA

(anno 1995) 158,5

15.572,351

98,24

3

Nella tabella è riportato, per Paese, il rapporto tra Posizione in derivati delle banche monitorate e Prodotto interno lordo.

Il dato rilevante è offerto dalla Svizzera: seppur rapportato al PIL del 1995, l'esposizione in derivati supera di 98 volte il PIL.

Per gli altri Paesi si va dalla Francia (oltre 9 volte), al Giappone (oltre 5 volte) all'Italia (solo 0,75 volte).

La rilevazione completa è a disposizione su richiesta.

Roma, 30.3.2000


COMUNICATO STAMPA

RC AUTO: DAL 1 APRILE TARIFFE CONGELATE E RIDOTTE DELL'1 PER CENTO, PER EFFETTO DELL'ALIQUOTA FISCALE, DI UNA PERCENTUALE VARIABILE, PER IL PASSAGGIO AD UNA DELLE 18 CLASSI DI MERITO INFERIORI (BONUS). 50.000 LIRE IL RISPARMIO MEDIO PER OGNI POLIZZA AUTO. DANNO BIOLOGICO: FORSE INCOSTITUZIONALI LE RIDUZIONI, PARI AL 50 PER CENTO, APPORTATE NEI RISARCIMENTI DANNI.

Il decreto legge del Governo n.70/2000, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 28 marzo 2000 (in edicola oggi): "Misure per il contenimento dell'inflazione nel settore assicurativo e dei carburanti", entra in vigore, in parte da oggi, in parte da sabato, nel periodo 1 aprile 2000 fino al 31 marzo 2001.

La liberalizzazione dell'assicurazione obbligatoria della responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore, avvenuta dal 1 luglio 1994, non ha prodotto alcuna concorrenza tra le imprese, né un miglioramento della qualità dei servizi ma solo aumenti tariffari, nella classe d'ingresso, da un minimo del 220 per cento a Roma, fino al 330 per cento a Napoli.

Le tariffe sono cresciute nell'ultimo anno, in media del 18 per cento per le auto, mentre quelle per i motorini hanno subito aumenti variabili da un minimo del 70 per cento, fino al 550 per cento, con premi che sono passati, in media da 350 mila lire ad 800/900 mila lire. Il decreto diminuisce, dal 1 aprile, tutte le tariffe RC Auto dell'1 per cento, per la riduzione dell'aliquota fiscale, scesa all'11, 5 per cento, per tutti gli assicurati che non hanno denunciato sinistri, mentre per effetto del passaggio alla classe di merito inferiore, vi sono ulteriori diminuzioni a seconda del livello di premio pagato l'anno precedente.

Una polizza auto di 1, 5 milioni, che sarebbe aumentata in media del 20 per cento, per arrivare ad 1, 8 milioni (più 300.000 lire), diminuirà di 15.000 lire, per effetto della riduzione dell'aliquota, in media di ulteriori 35.000 lire, a seconda della classe di merito inferiore raggiunta, con un risparmio di 50.000 lire medie, mentre per le polizze sui motorini, dove si applica il bonus-malus da pochi mesi, il vantaggio non è dato tanto dal risparmio (4-5 mila lire), ma dal congelamento dei rincari, in media di 300-370 mila lire.

Il decreto del Governo non contiene solo luci, ma anche ombre, che devono essere corrette dal Parlamento in sede di conversione, per non incorrere nell'illegittimità costituzionale.

Se da un parte è sacrosanto sottrarre alla discrezionalità dei Tribunali (che a seconda delle aree geografiche stabilivano i risarcimenti da liquidare per danno alle persone), con tabelle valide su tutto il territorio nazionale, non è equo equiparare i risarcimenti senza tenere conto dell'età dei danneggiati.

L'abbattimento d'imperio dei risarcimenti, che in alcuni casi, per il classico colpo di frusta, passano da 3 milioni ad 1, 5 milioni, è un vero regalo fatto alle compagnie, per risarcirle del blocco temporaneo delle tariffe, con l'aggravante che mentre le tariffe sono state bloccate per un anno, i risarcimenti da danno biologico, avranno misura permanente.

Roma, 29.3.2000


COMUNICATO STAMPA

SCIOPERI NEI TRASPORTI: COSA FA LA COMMISSIONE DI GARANZIA, PER TUTELARE I DIRITTI DEGLI UTENTI ? DAL 20 MARZO SCORSO OGNI BIGLIETTO AEREO EMESSO PER LE PARTENZE DA FIUMICINO E CIAMPINO, E' GRAVATO DI 3.500 LIRE DI "SECURITY TAX", "TASSA SUL GIUBILEO"!

Anche domani, un piccolissimo numero di lavoratori che opera in un settore strategico (nel caso di specie i controllori di volo), prenderanno ad ostaggio delle loro rivendicazioni i diritti dei viaggiatori, per uno sciopero indetto dai cosiddetti uomini radar, nella più completa latitanza della Commissione di Garanzia che finora, ha solo garantito i lauti stipendi dei suoi dirigenti.

E' una vergogna nazionale che pochissimi lavoratori possano gettare nel caos il trasporto aereo (anche con l'effetto annuncio), vista la raffica di scioperi dichiarati ogni anno per rivendicare, non si sa mai bene, che cosa.

La Commissione di Garanzia, che non ha neppure applicato in pieno le sanzioni previste anche per il mancato preavviso, dimostrandosi tra i più inutili e dannosi degli enti inutili, per la mancata tutela dei diritti dei viaggiatori, o va rifondata, oppure va sciolta, dati gli alti costi di esercizio pagati ogni anno dai contribuenti.

Adusbef, che ha sempre rispettato i diritti e le rivendicazioni dei lavoratori, di fronte a questo stillicidio di scioperi nel settore vitale dei trasporti, chiede al ministro Bersani una inversione di tendenza, per stroncare forme di protesta che danneggiano il Paese e la Capitale d'Italia.

Adusbef ricorda che dal 20 marzo scorso, tutti i viaggiatori che partono dagli aeroporti di Roma Fiumicino e Ciampino, pagano l'ennesima tassa denominata "security tax", ma ribattezzata "tassa sul Giubileo", pari a 3.500 lire sull'emissione di ogni biglietto aereo.

Roma, 23.3.2000

 


COMUNICATO STAMPA

TASSA SUL MEDICO: ADUSBEF SCRIVE AL MINISTRO VISCO. PREGHIAMOLA NON PRENDERE IN GIRO I CONTRIBUENTI ONESTI CHE VERSARONO IL TRIBUTO, CON MACCHINOSE ED INACCETTABILI PROMESSE DI RESTITUZIONE (ESIBIZIONE DI RICEVUTE) CHE EQUIVALGONO A NON RESTITUIRE AD ALCUNO". SE NON SI VOGLIONO CONTROLLARE LE DICHIARAZIONI REDDITI SI PUO' RICORRERE ALLE PREVISTE AUTOCERTIFICAZIONI !

In una lettera inviata oggi al ministro delle Finanze,  prof. Vincenzo  Visco, in  merito  alla restituzione della  tassa  sul medico, quelle famigerate 85.000 lire una tantum pagate nel 1993 da  tutti  i componenti dei nuclei famigliari,  le  cui  modalità obbligherebbero ad allegare la ricevuta di pagamento per detrarre la somma dalle tasse, Adusbef ha chiesto di non prendere in  giro i contribuenti onesti che versarono il tributo.

Anche  se Le diamo il merito di prevedere la  restituzione  di uno dei tributi più odiosi (colpì indiscriminatamente anziani  e neonati)  e  forse il più evaso (non venne pagato neppure dalla metà  dei contribuenti),  che non riguarda il  suo  Governo,  La preghiamo  di  non provocare gli italiani onesti, presi in  giro -tra l'altro- proprio per aver assolto ad un obbligo fiscale,  da altri cittadini che rifiutarono il pagamento.

Qualora   Ella,  signor  Ministro,  dovesse  pretendere   di esibire,  o  peggio  di  allegare  le ricevute  per versamenti effettuati 7 anni fa (che la stragrande maggioranza dei cittadini non  è  tenuta a conservare), per detrarre le  famigerate  85.000 lire, oltre al danno (lo Stato non si sognò mai di perseguire gli evasori, dimostrando  lassismo,  comprensione   ed impunità), aggiungerebbe  la  beffa  di  fare un proclama  che non  si  può concretizzare.

L'amministrazione  finanziaria  ha certamente un  elenco  di quei  tributi pagati, che furono allegati alle dichiarazioni  dei redditi del 1993, ma se ciò fosse troppo macchinoso, è possibile procedere alla restituzione delle 85.000 lire, con gli  interessi legali  maturati  in  sette anni  secondo  le  modalità all'uopo adottate, mediante lo strumento previsto dell'autocertificazione.

Siamo  certi  che Ella, prof. Visco,  accoglierà  le  nostre richieste,  sia  per  dare  un  segnale importante nella  lotta all'evasione fiscale che non troverebbe impulso da provvedimenti iniqui, ma   soprattutto   per non   beffare   e   penalizzare ulteriormente i contribuenti onesti.

Roma, 22.3.2000

 


COMUNICATO STAMPA

POLITICA DEI REDDITI: IL PRESIDENTE D'ALEMA, HA CONVOCATO - PER LA PRIMA VOLTA AL TAVOLO DI CONCERTAZIONE-LE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI ! UN INCONTRO STORICO PER IL PIENO RICONOSCIMENTO DEL LAVORO E DEL RUOLO SVOLTO DALLE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI, A TUTELA DEGLI INTERESSI DIFFUSI E DELLA DIFESA DEI VILIPESI DIRITTI DEI CITTADINI.

Un  lungo e cordiale colloquio di 45 minuti per  illustrare le misure che il Governo ha assunto per contrastare  l'inflazione e  difendere  i redditi delle famiglie, si è svolto ieri  sera  a Palazzo  Chigi tra il Presidente del Consiglio  Massimo  D'Alema, accompagnato  dal  ministro  dell'Industria Enrico  Letta,  e le maggiori e più rappresentative associazioni dei consumatori, tra le  quali Adusbef, iscritte nell'elenco del  Consiglio  Nazionale dei Consumatori ed Utenti, in ossequio alla legge 281/98.

E' stato il primo, storico incontro che il Governo ha  avuto con le rappresentanze dei consumatori, una vera novità sul  piano della  concertazione,  che  ha colmato il  ritardo  italiano  nel riconoscere  il  ruolo assunto dai  consumatori  organizzati  per tutelare  gli  interessi  diffusi  ed  i  vilipesi  diritti   dei cittadini: i consumatori, dopo aspre battaglie condotte in questi anni, sono entrati a pieno titolo nel tavolo finora riservato  ai rappresentanti del lavoro e delle imprese !

Le associazioni hanno apprezzato le misure che il Governo ha preso  venerdì  scorso,  in  particolare quelle  riguardanti  il congelamento  del  vero e proprio far west  tariffario  della  RC Auto,  il cui incremento dalla liberalizzazione del 1994 è  stato superiore  al  220  per cento, con punte del 320,8  per cento  a Napoli; l'equità dei punteggi nel risarcimento del danno biologico alle  persone;  la separazione di somme e compensi ai  legali  od altro soggetti, per il risarcimento dei danni al danneggiato. Il  presidente del  Consiglio  ha  quantificato  in   2.000 miliardi  le  tasse in meno che i cittadini pagheranno  dopo  il provvedimento,  che insieme ai 10.000 miliardi della  finanziaria ammontano  a 12.000 miliardi: "se il Governo francese adotta  una diminuzione dell'Iva, ottiene un generale consenso, se lo facciamo noi,  non veniamo neppure compresi. Vuol dire che  scriveremo  in francese i prossimi provvedimenti", ha ironizzato l'on. D'Alema.

Il  presidente D'Alema ha quantificato in  230/250  miliardi l'onere  dello  Stato sulla diminuzione di un punto  percentuale dell'aliquota,  che passa dal 12,5 all'11,5 per cento  sui  premi dell'assicurazione obbligatoria,  in 1.391  miliardi  lo  sconto fiscale  finora  erogato sulla benzina: "sarebbe una beffa  se  il punto percentuale di aliquota, fosse incamerato dalle Compagnie".

Le associazioni dei consumatori hanno chiesto di intervenire su  commissioni  e spese bancarie, aumentate del 5  per  cento  a febbraio, 4 volte più dell'inflazione programmata, ed un  decreto legislativo che  possa  mettere  in  competizione  le   banche, assegnando  all'Antitrust,  invece che alla Banca  d'Italia, il compito di vigilare sulla concorrenza bancaria.

Roma, 21.3.2000


COMUNICATO STAMPA

ADUSBEF, CON LE RELATIVE ISTRUZIONI PER L'USO, DENUNCIA IL RIFIUTO DI ALCUNE COMPAGNIE, AD APPLICARE IL DECRETO LEGGE CHE HA CONGELATO LE TARIFFE RC AUTO. TUTTI I CONSUMATORI CHE NON HANNO PROVOCATO SINISTRI, HANNO DIRITTO DI ESSERE ASSICURATI ALLE STESSE TARIFFE PRATICATE L'ANNO PRIMA, MENO L'1 PER CENTO DI SCONTO FISCALE. ADUSBEF DENUNCERA' ALL'ISVAP, PER I NECESSARI E PIU' URGENTI PROVVEDIMENTI, COMPRESA LA REVOCA DELLA LICENZA, LE COMPAGNIE CHE RIFIUTINO DI RINNOVARE LE POLIZZE A TALI CONDIZIONI. DA 150.000 A 300.000 LIRE, IL RISPARMIO PER ASSICURATO !

Il decreto legge del Governo, approvato dal Consiglio dei Ministri venerdì scorso, che ha - tra l'altro - congelato le  tariffe assicurative relative alla RC Auto obbligatoria, è entrato in vigore  da oggi, ma sembra che talune compagnie o non ne  conoscono gli effetti, o fanno finta di non conoscerlo, perché stanno prendendo tempo rifiutando di applicare, in sede di rinnovo polizza, le condizioni più favorevoli per i loro assicurati.

Secondo segnalazioni ricevute stamane da alcuni utenti,  che si sono recati in agenzia per rinnovare la polizza RC Auto scaduta  da qualche giorno, le compagnie sembrano "menare il can per l'aia" (come denunciato da un assicurato toscano),perché, in attesa  di precise istruzioni dell'Ania e delle direzioni, rifiutano di praticare tariffe congelate e scontate dell'1 per cento, ed in alcuni  casi affermano di non poter rinnovare le polizze  a  tali condizioni, chiedendo di cambiare assicuratore.

Adusbef rammenta che il decreto del Governo, che deve essere convertito  entro 60 giorni, è immediatamente esecutivo,  e  che tutti  gli assicurati la cui polizza è scaduta, ma non  è  ancora stata pagata, dato il margine di tolleranza di 5-10 giorni, hanno diritto  di avere le stesse tariffe praticate l'anno  precedente, meno  lo sconto dell'1 per cento, per l'analogo  sgravio  fiscale che ha ridotto l'imposta dal 12,5 all'11,5 per cento.

Adusbef auspica che tali episodi siano dovuti o all'ignoranza  degli agenti, oppure alla mancata comunicazione dei  provvedimenti  del  Governo da parte di Ania e delle  direzioni  generali delle Imprese, perché in caso contrario sarà costretta a denunciare tali episodi di illegalità all'Isvap ed al ministero  dell'industria chiedendo, nei casi di recidiva, la revoca della licenza.

Nel  ribadire che la franchigia sulle polizze RC Auto da  500 mila ad 1 milione, consentirà di scaricare sugli assicurati  buona parte dei piccoli danni, diamo volentieri atto al Governo, soprattutto ai ministri Letta e Visco, di aver assunto un provvedimento importante sui risarcimenti dei danni, che scorporando gli onorari legali dal capitale risarcito, farà emergere un sommerso, anche  di evasione fiscale, i cui costi venivano ripartiti sulle polizze.

Adusbef ha quantificato che il mancato aggravio sulle polizze, dovuto  alla riduzione fiscale di 1 punto (15/20 mila)  ed  al congelamento temporaneo degli aumenti per 12 mesi, si tradurrà  in un  risparmio annuo, variabile da 150.000 lire a  300.000  lire, a seconda del valore della polizza.

Roma, 20.3.2000


COMUNICATO STAMPA

TARIFFE RC AUTO: ADUSBEF INVITA GLI ASSICURATI, CON LE POLIZZE IN SCADENZA,A NON PAGARE AUMENTI RICHIESTI,MA A PRETENDERE RIBASSO PARI 1 PER CENTO. ADUSBEF INVITA PRESIDENTE ANIA, DESIATA, A FREQUENTARE UN CORSO SERALE ACCELERATO,PER RECUPERARE LE PANZANE, VERI E PROPRI FALSI,IN ORDINE ALL'IMPATTO INFLATTIVO, CHE LE TARIFFE RC AUTO HANNO SU INFLAZIONE E REDDITI !

Dopo  i sacrosanti, seppur tardivi provvedimenti del  Governo per  congelare gli aumenti delle  tariffe assicurative, le  cui richieste da gennaio si aggirano sul 25 per cento per chi non  ha avuto incidenti, Adusbef rivolge un invito agli assicurati le  cui polizze  sono  in  scadenza  da  oggi:  non  pagate  gli aumenti richiesti, ma pretendete uno sconto pari ad almeno l'1 per  cento, per l'analogo sgravio fiscale concesso dal Governo.

Poiché  gli assicuratori, la cui fantasia non  conosce  limiti per  stangare i consumatori, proveranno ad incamerare  lo  sconto fiscale, pari a circa 15/20.000 lire a polizza, Adusbef raccomanda di  prestare particolare attenzione  alle  richieste  ed   agli appetiti smodati delle compagnie.

Come  si  evince dai dati Isvap ed Istat, una  polizza  media relativa  alla RC Auto, al netto delle ritenute fiscali, costa  1,5 milioni  di lire l'anno ed ha una incidenza pari al 5 per  cento, su  un  reddito netto di 30 milioni l'anno, che è poi  il  reddito medio della stragrande maggioranza delle famiglie italiane.

Quantunque  il presidente dell'Ania  Desiata, coadiuvato  dai "tecnici" del Tesoro e dai tanti "amici degli assicuratori", provi ad addomesticare i dati Istat per finalità di parte, non potrà mai convincere  le  persone serie  che l'impatto  inflattivo  delle tariffe  RC Auto, hanno una incidenza dello 0,22 per  cento, visto che, a meno di riformare anche la matematica, lo 0,22 per cento di 30 milioni, è pari a 66.000 lire !

E  poiché le famiglie con redditi fino a 30  milioni  annui, sono  pari  al 58,9 per cento (Annuario Statistico  Istat  1999, pag.265),Desiata  farebbe  bene a frequentare un  corso  speciale serale  di recupero degli anni scolastici, per non  propagandare altre  panzane, come  quelle  inerenti la marginale incidenza inflattiva, pari allo 0,22 per cento, sulle tariffe RC Auto !

Dai provvedimenti del Governo per combattere  l'inflazione, sono  stati "dimenticati"  gli  istituti  di credito  (che  con l'introduzione  di nuovi balzelli pur vi contribuiscono),forse  a causa della propensione del Premier e del ministro del Tesoro  di andare  a  braccetto  con il Governatore di Bankitalia  e  con  i "banchieri  amici".  Il Governo dovrà recuperare in fretta tale distrazione, anche  per riportare l'abnorme crescita dei costi  di alcuni servizi bancari, entro il tasso di inflazione.

Resta  singolare  poi  che  mentre  le  banche,   continuano indisturbate  ad aumentare  il costo del denaro ed  i  tassi  su mutui, prestiti personali ed affidamenti, per assecondare l'aumento del  TUS italiano e dei tassi di riferimento BCE arrivati al  3,5 per  cento, dimenticano di adeguare i tassi sui depositi  bloccati allo 0,125 per cento. Caro Governo, non è arrivata anche l'ora  di tagliare le unghie alla speculazione delle banche ?

Roma,18.3.2000


COMUNICATO STAMPA

RC AUTO: SONO SACROSANTE LE MISURE DEL GOVERNO DI BLOCCARE LE TARIFFE ASSICURATIVE PER UN ANNO ! MA CHI RISARCIRA' GLI ASSICURATI DAGLI AUMENTI GIA' SCATTATI,PARI AL 25 PER CENTO DA INIZIO ANNO, E DAL 65 AL 250 PER CENTO,DAL 1 LUGLIO 1994 ? PASSAGGI DI PROPRIETA' DELLE AUTO: ADUSBEF E' GRATA AL MINISTRO DEI TRASPORTI BERSANI, PER IL D.D.L. CHE DISBOSCA LA GIUNGLA. MA LE TARIFFE APPLICATE, PARI A 360/380 MILA LIRE RESTANO LE PIU' ALTE D'EUROPA.

Sono  sacrosante, ma dolosamente tardive, le misure  adottate dal Governo sulle tariffe assicurative, che riprendono molte delle proposte che le associazioni dei consumatori hanno portato sul tavolo del ministro Letta, negli incontri finora avuti, come quelle di bloccare per un anno le tariffe; introdurre la franchigia  sul bonus-malus (che comporterà un risparmio teorico del 25 per cento sulle polizze obbligatorie); lo scorporo degli onorari professionali dal risarcimento dei danni.

Ma chi risarcirà gli assicurati dalle continue stangate  subite  negli ultimi anni, che Adusbef ha quantificato da un  minimo del 65 per cento fino ad oltre il 200 per cento dalla  liberalizzazione tariffaria, ossia dal 1 luglio 1994 ?

E  chi  bloccherà  gli aumenti già scattati  dal  1  gennaio 2000,che solo per gli assicurati che non hanno avuto incidenti ed hanno scalato la classe di merito inferiore, è pari in media al 25 per cento per le automobili, del 120 per cento per i motorini ?

Adusbef vuole augurarsi che le tardive misure per  contenere l'inflazione e difendere la politica dei redditi, prese 30  giorni prima delle elezioni regionali, non abbiano un significato elettorale, ma siano condivise anche dal ministro del Tesoro Amato,  che ha colpevolmente sottovalutato la perdita del potere di  acquisto dei redditi, per strenuamente difendere gli interessi delle compagnie assicurative e delle banche.

In merito al d.d.l. del ministro Bersani che snellisce e  semplifica le pratiche burocratiche ed i 5 passaggi (Notai, ACI, PRA, Motorizzazione Civile, Agenzie automobilistiche) per registrare la proprietà  delle automobili, Adusbef esprime apprezzamento per  la convergenza del Governo (ma ci riserviamo di fare i nomi dei  ministri che difendono lo 'status quo' ed i grandi interessi  delle lobby, che lucrano 2.000 miliardi l'anno sulla pelle dei consumatori),  verso  le nostre  battaglie e  quelle  del  senatore  Di Pietro, che ha depositato un d.d.l. al Senato.

Ma Adusbef non può fare a meno di far notare che  nonostante la bravura del ministro Bersani (che consideriamo il miglior  Ministro del Governo D'Alema), e l'impegno assunto per  modernizzare con tale necessaria riforma il Paese, i costi dei passaggi di proprietà delle auto, restano in Italia tra i più alti d'Europa.

Le somme che dovremmo pagare, cioè 360/380 mila lire, sono più elevate  di quanto applicate in Inghilterra e  Belgio, ossia  zero lire; delle 100 mila lire (100 marchi) richieste in Germania, delle  210-240 mila lire (700-800 franchi francesi)  della  Francia; senza contare che quei Paesi hanno un potere di acquisto di salari, stipendi e pensioni più elevato che in Italia.

Roma,17.3.2000


COMUNICATO STAMPA

TARIFFE RC AUTO: LE SOLUZIONI IPOTIZZATE NON RISOLVONO IL PROBLEMA DI UN MERCATO ASSICURATIVO SENZA CONCORRENZA. SOLO ATTRIBUENDO ALL'ISVAP I POTERI TIPICI DELLE AUTHORITIES SI POTRA' "NORMALIZZARE " UN SETTORE CHE HA GODUTO DI ECCESSIVE PROTEZIONI.

 Le misure approntate per contenere le tariffe RC Auto non sono in grado di affrontare e risolvere il problema dei continui, forti ingiustificati rialzi imposti agli assicurati. Il meccanismo mirante ad aggravare il "malus" per poter alleggerire il "bonus (che però non si sottrarrà agli aumenti) non è risolutivo. Ed oggi si scopre che un settore come quello assicurativo, protetto da tutti i governi di questa repubblica, sta sfuggendo di mano ed aggrava l'inflazione, facendola attestare ben oltre la media europea.

La liberalizzazione del luglio 1994 non ha né calmierato i costi dei prodotti assicurativi, né ha promosso il risanamento di un settore protetto da politici e potentati. Basti pensare che in sei anni i premi di polizza sono aumentati di circa il 200 per cento per le classi di ingresso ( + 35 per cento circa nell'ultimo anno), di circa il 65 per cento per quelle con maggior bonus (+ 18 per cento circa nell'ultimo anno).

Ricordiamo che, nello corso dello stesso periodo, l'inflazione è stata, nel complesso, pari al 15 per cento e che gli utili del settore assicurativo pari a 347,775 miliardi nel 1994, balzarono a 2.463,769 nel 1995, per passare a 2.419,894 nel 1996 ed a 1.438,945 nel 1997.

RCA - Anni 1994 / 2000 Tariffe base (in migliaia di lire) e variazioni percentuali

(Fonte Adusbef)

 

CLASSE INIZIALE

CLASSE PIU' SCONTATA

 

1994

2000

VAR. PERCENTUALE

1994

2000

VAR. PERCENTUALE

ROMA

820

2.680

+ 226,8

550

900

+ 63,6

MILANO

670

2.215

+ 230,6

445

750

+ 68,5

NAPOLI

732

3.080

+ 320,8

480

1.025

+113,5

TORINO

730

2.325

+ 218,5

480

775

+ 61,5

BARI

600

2.025

+ 237,5

400

690

+ 72,5

 

Un tale andamento dei premi non solo non è stato indagato dai Governi avvicendatisi nel periodo, ma ha trovato addirittura "comprensioni" governative: "gli italiani hanno il collo debole" -diagnosticava il dottor Amato - ed intanto, su pressione delle compagnie d'assicurazione, si è lasciata per anni nei cassetti del Ministero della Giustizia la proposta di legge per normalizzare "il danno biologico" e si sono insabbiate quelle per imporre trasparenza nei rapporti con gli assicurati. Oggi le stesse compagnie hanno cambiato parere ed hanno deciso di far approvare la legge sul danno biologico, avendo ottenuto una drastica riduzione delle tabelle di riferimento. Il Governo si adegua.

Aggravare le conseguenze contrattuali del "malus" permetterà nuovi introiti per le imprese, "forse" in parte recuperati dal "bonus". Il problema può essere risolto solo conferendo all'ISVAP i poteri e gli strumenti istituzionali affidati alle Authorities già operative in altri settori (comunicazioni, energia ecc.), fornendo l'istituto di adeguate capacità di indagine (anche contabile), di controllo, di analisi, in grado di definire congruità dei premi applicati e motivazioni di aumenti, di sindacare il rapporto con gli utenti, di sanzionare scorrettezze, vessazioni, mancato rispetto di leggi e normative.

Parallelamente, occorrerà impostare una banca dati in grado di monitorare i sinistri, per numero di targa del veicolo coinvolto e nominativo di proprietario ed assicurato, al fine tagliare alla radice truffe e tentativi di truffa. Su questo versante, compagnie ed autorità sembrerebbero però optare più per lo status quo, che per un effettivo uso dei nuovi strumenti informatici.

Roma, 16 marzo 2000


COMUNICATO STAMPA

FIAT-GENERAL MOTORS:INTESA SODDISFACENTE,A PATTO CHE LE SINERGIE TRA I DUE COLOSSI RENDANO IL MERCATO PIU' APERTO E COMPETITIVO, CON CONSEGUENTE DIMINUZIONE DEI PREZZI FINALI, E DEI PEZZI DI RICAMBIO, ANCORA TROPPO ELEVATI. SCANDALOSI I PREZZI DEI PASSAGGI DI PROPRIETA',LA CUI RIFORMA E' IMPEDITA DALLE POTENTI LOBBY DI NOTAI ED ACI, CHE SI SPARTISCONO UNA TORTA PARI A 2.000 MILIARDI ANNUI, SU UN VOLUME DI 4.000.

L'accordo industriale conseguito tra Fiat e General  Motors, che vedrà accomunati i due marchi sui maggiori mercati del mondo, può essere giudicato soddisfacente da Adusbef, a patto che le  sinergie acquisite e le economie di scala, possano raggiungere anche i  consumatori finali, con effetti calmieratori dei prezzi delle automobili e dei pezzi di ricambio, ancora troppo elevati.

I consumatori devono fare i conti, sia con gli elevati prezzi delle auto, con prezzi di listino che non sembrano derivare  da una reale concorrenza tra i marchi, che con i proibitivi costi  di esercizio, i quali tra "caro petrolio", "caro polizze", e "caro pezzi di ricambio", hanno un forte impatto sui bilanci famigliari.

Se a ciò si aggiunge il vergognoso scandalo degli alti costi dei passaggi  di proprietà  delle  auto, con  ben  5   soggetti Notai, Aci, Agenzie, PRA e Motorizzazione Civile) che si spartiscono la torta pari a 2.000 miliardi dei 4.000 sborsati, la cui inefficienza  e vessatorietà si riverbera sugli utenti e sul  sistema Paese, si giustifica la sofferenza del mercato dell'usato.

Per  immatricolare  una autovettura nuova, occorrono  ben  13 documenti in Italia contro i 4 richiesti dalla Germania, i 3 della Francia,1 soltanto della Gran Bretagna. Ma un passaggio di proprietà  di  una auto, oltre a richiedere alti costi, necessita  di tempi  burocratici ingiustificati con le moderne tecnologie !  Un passaggio  costa  infatti da un minimo di 600 mila lire  fino ad 1.000.000  di lire in Italia, con oltre 90 giorni di  tempo  per l'esecuzione della pratica; 200 mila lire in Francia eseguito  in 5  giorni; 100 mila in Germania, eseguito in 2 ore; 0 lire in  Inghilterra e Belgio, registrato entro 10 giorni !

La  normativa in vigore ostacola il ricambio del parco  auto circolante che _Š_ vetusto ed inquinante: non tutela  l'acquirente, ma non garantisce neppure il venditore che spesso si trova a  pagare la tassa di possesso, anche dopo aver venduto il veicolo.

Oggi il consumatore che acquista un auto nuova, deve anticipare  l'intero importo al concessionario che solo  successivamente provvederà a consegnarglielo, con alti rischi e danni reali a molti cittadini i quali, pur avendo pagato in anticipo, non  hanno mai avuto il bene acquistato incamerato dalle concessionarie !

Un  Governo riformista deve resistere alle  pressioni  delle lobby facendo cessare tale scandalo ! Adusbef ricorda che al  Senato è è depositato un d.d.l. (1 marzo 2000, n.4504), che  assegna alla Motorizzazione l'immatricolazione ed il rilascio della carta di  circolazione,  con contestuale rilascio del certificato  di proprietà sul quale vengono effettuate le annotazioni dei trasferimenti, entro sette giorni dalle richieste.

Roma,14.3.2000


 COMUNICATO STAMPA

BANCHE: CRESCIUTO DI UN ULTERIORE 3,3 PER CENTO IL COSTO DEL CONTO CORRENTE,CHE CON 11 OPERAIZONI MENSILI, E' PASSATO DA 602 MILA LIRE DEL 1999 ALLE 622 MILA DI OGGI. PERSISTONO,INOLTRE, SITUAZIONI DI DIFFUSA ILLEGALITA': NON VENGONO CAMBIATI ASSEGNI, ANCHE DI MODESTO IMPORTO, A LEGITTIMI TITOLARI, SPROVVISTI DI CONTO CORRENTE (SI IMPONE DI FATTO L'OBBLIGO DI APERTURA !) . POICHE' BANKITALIA RISULTA TRA GLI "AMICI DELLE BANCHE", ADUSBEF HA CHIESTO A BCE ED ANTITRUST EUROPEO DI SANZIONARE TALI ILLEGALITA'.

Un conto corrente bancario (non in convenzione) con 11 operazioni mensili, costa oltre 622 mila lire l'anno (quasi 52.000 lire al mese) ed è aumentato di 20.000 lire in media (più 3,3 per cento) dal 1999. E' quanto emerge dalla consueta indagine che, ogni anno, Adusbef effettua, rilevando le voci di costo imposte dalle 20 principali banche.

Tale valutazione (si veda la tabella allegata) considera una utilizzazione medio bassa del servizio: solo undici operazioni mensili, con il semplice utilizzo del Bancomat e pagando le rate semestrali di un mutuo; esclusi i bonifici, gli ordini permanenti, le operazioni in titoli e connessa custodia.

"Costo medio per operazione" (ormai pari a quasi 3.040 lire), "costo di tenuta/chiusura conto" (80 mila lire), commissione annua Bancomat (30.000 lire), costo invio estratto conto (2.200 lire); prelievo bancomat presso sportelli di altre banche, passato da 3.000 a 3.500 lire, sono le voci che hanno fatto lievitare il costo complessivo. E' evidente come una utilizzazione più consistente e l'accesso ad altri servizi (titoli, ad esempio) faranno lievitare notevolmente i livelli di costo valutati da Adusbef.

La manovra di fine anno (ormai un classico) consiste nell'introdurre nuove voci di spesa e aggravamento di quelli già esistenti. Le "novità" da segnalare, che sono state escluse dalla media) sono:- Lire 50.000 per diritti di segreteria non meglio specificati (BPM);- Lire 99.989 per "gestione istruttorie urgenti" (MPS);

- Addebito di lire 50.000 per ogni rinnovo "fido" ai conti in convenzione sui quali permette i piccoli scoperti di qualche milione (BNL); commissioni per rinnovo pratica di fido raddoppiate (in alcuni casi da 300 mila a 600 mila lire); giorni di valuta per versamenti su piazza allungati ed equiparati a quelli fuori piazza; commissioni di accredito di stipendi o pensioni, prima assenti, passate a 6.000 lire; spesa per "raccolta ordini" di rinnovo di titoli di Stato di 40.000; "gestione di conto a debito non autorizzato" (qualora il saldo risultasse debitore, anche per valuta) di 90 mila lire.

Le banche inoltre riescono impunemente a rendere retroattive le applicazioni dei loro nuovi balzelli o degli aumenti, senza che nessuno sia in grado di intervenire per sanzionare scorrettezze gravissime: il cliente leggerà in una nota sull'estratto conto che le nuove spese decorrono da settimane o da mesi prima.

Una delle banche più esose dell'Osservatorio Adusbef è la Deutsche Bank, che impone 3.300 lire per spese unitarie (contro 3.040 lire medie); chiede 8.000 lire per far pagare le bollette per cassa (contro una media di 6.300 lire); pretende 200 lire per ogni assegno (contro 150 lire medie); applica l'1,5 per cento sulla commissione di massimo scoperto trimestrale (contro l'1 per cento medio); ma ha il "top-rate più basso (12,75 per cento) contro una media del 12,90 per cento.

I giorni di valuta più lunghi sono applicati alla Comit:: 10 giorni per assegni circolari di altra banca; 11 giorni per assegni di conto corrente di altro istituto (a fronte di 5 giorni lavorativi); mentre il Banco di Sicilia ha il prime-rate più basso 5,75 (contro il 6,25 medio); applica lo 0,50 per cento sulle commissioni di massimo scoperto trimestrale, (contro l'1 per cento); chiede 4.000 lire per riscuotere le bollette allo sportello (contro 6.300 lire in media); riscuote 3.000 lire per prelievo Bancomat presso altri sportelli (contro una media di 3.500 lire).

Adusbef ha denunciato infine alla BCE ed all'Antitrust europeo, pratiche di diffusa illegalità applicate disinvoltamente dagli istituti di credito e ben tollerate dagli "amici delle banche" di Bankitalia, poiché all'unisono le banche stesse rifiutano di cambiare assegni bancari e/o circolari, anche di modesto importo, imponendo l'apertura di un conto corrente a quei consumatori che vorrebbero farne a meno, ma che si vedono costretti a passare sotto quelle forche caudine se vogliono riscuotere tali mezzi di pagamento che ancora recano stampigliato, su ogni assegno, il seguente ordine perentorio: " A vista pagate per questo assegno bancario...".

Roma, 10 gennaio 2000

 

 

VALUTAZIONI ADUSBEF SU COSTO C/C (GENNAIO 2000) (*)

MOVIMENTAZIONE IPOTETICA MENSILE: NUMERO DI OPERAZIONI

n° 3 Versamenti

n° 3 Prelevamenti tramite Assegni

n° 2 Bancomat stessa banca in giorni feriali

n° 1 Bancomat stessa banca sabato/domenica (**)

n° 1 Bancomat altra banca

Altre operazioni

n° 1/6 Mutuo (rata semestrale)

n° 1/3 Estratto conto trimestrale

n° 1/3 Spese invio Estratto conto trim.

n° 1/12 Bollo su invio estratto conto

n° 1/12 Operazione di addebito costo annuo Pagobancomat

 

TOTALE OPERAZIONI MENSILI n° 11

 

COSTI E COMMISSIONI (Media da Osservatorio di ADUSBEF)

 Singola Operazione

Lit. 3.040

PagoBancomat (annua)

Lit. 30.000

Comm.ne Bancomat altra banca

Lit. 3.500

Comm.ne Bancomat sabato/domenica

Lit. 500

Costo Assegno

Lit.150

Tenuta/Chiusura C/C (annua)

Lit.80.000

Costo invio Estr./C.

Lit.2.200

Bollo su Estr./C (annuo)

Lit.49.500

COSTI MENSILI

 Operazioni n° 11

( 11 x 3.040)

Lit. 33.440

PagoBancomat

(30.000:12)

Lit.500

Costo Bancomat altra banca

(1x 3.500)

Lit.3.500

Costo Bancomat Sabato Domenica

(1x500)

Lit.500

Costo n° 3 Assegni

(3x150)

Lit.450

Tenuta/chiusura conto

(80.000:12)

Lit.6.666

Costo invio Estr./C

(2.200:3)

Lit.733

Bollo Estr/C

(49.500:12)

Lit.4.125

TOTALE COSTO MENSILE

 

Lit. 51.914

COSTO ANNUO TOTALE

(51.914 x 12)

Lit. 622.968

 

 

(*) Come per gli anni precedenti, abbiamo ipotizzato un utilizzo medio basso dei conto corrente. E' stata infatti esclusa l'effettuazione di bonifici (costo medio £. 7.000), di ordini permanenti, di carta di credito ( n 12 operazioni annuali per addebito dell'estratto conto mensile), di domiciliazione di utenze, di pagamenti di utenze per cassa ( costo medio £. 6.300), di custodia titoli (con operazioni di compravendita regolate sul C/C). Non abbiamo inoltre considerato alcun invio di comunicazioni dalla banca al cliente (come, ad esempio, contabili per accredito di emolumenti) per le quali si richiede un rimborso spese di almeno 2.200 lire a spedizione. Abbiamo ipotizzato che il cliente non richieda mai allo sportello un estratto conto risalente oltre le ultime 10 operazioni: alcune banche percepiscono 8.000 lire per ogni richiesta di questo tipo. Abbiamo invece inserito le spese di invio estratto/conto, ormai generalizzate: le banche percepiscono mediamente 2.200 Lire a titolo di rimborso spese. Abbiamo infine considerato la presenza di un mutuo con rate semestrali.

(**) La tassa ( 500 lire) sui prelevamenti festivi non è generalizza.

 

 

OSSERVATORIO ADUSBEF SU SERVIZI BANCARI - MEDIA GENNAIO 2000

PRIME RATE

6,25 per cento

TOP RATE

13,50 per cento

MAX SCOPERTO

1,00 per cento

REMUNERAZIONE MINIMA CONTO CORRENTE

0, 1 per cento

SPESE SINGOLA SCRITTURA

LIT. 3.040 pari ad Euro 1,57

SPESE INVIO ESTRATTO CONTO

LIT. 2.200 pari ad Euro 1,14

(Oltre Bollo di Lit. 49.500 annuali- " 25,56)

SPESE DI CHIUSURA

LIT. 80.000 pari ad Euro 41,32

COSTO ASSEGNO

LIT. 150 pari ad Euro 0,08

VALUTA VERSAMENTO ASSEGNI CIRCOLARI

Della stessa banca: Stesso giorno del versamento.

Di altre banche: 5 GG lavorativi.

 

VALUTA VERSAMENTO ASSEGNI BANCARI

Della stessa banca-su stesso sportello: Stesso giorno

Della stessa banca-su altri sportelli: 3 giorni lavorativi

Di altre banche: 8 giorni lavorativi

UTENZE PAGATE PER CASSA

Lit. 6.300 pari ad Euro 3,25

 

PRELIEVO BANCOMAT

Su ATM stessa banca: gratuito

se festivo: Lit. 500 pari ad Euro 0,26

Su altre banche: Lit. 3.500 pari ad Euro 1,81

 

CUSTODIA TITOLI (commissione semestrale)

Solo BOT: Lit. 20.000 pari ad Euro 10,33

Altri titoli di Stato (BTP,): Lit. 40.000 " 20,66

Altri titoli (in caveau): Lit. 150.000 " 77,47

Altri titoli (c/o Montetitoli):Lit. 50.000 " 25,82

 

BONIFICO

Verso stessa banca: Lit. 5.000 pari ad Euro 2,58

Verso altra banca: Lit. 7.000 pari ad Euro 3,62

Urgente: Lit. 20. 000 pari ad Euro 10,33

 

ACQUISTO B.O.T.

Annuali: 0,30 per cento

Semestrali: 0,20 per cento

Trimestrali: 0,10 per cento

CAMBIO VALUTE EXTRA EURO

Prezzo di listino + Lit. 5.000 + Euro 2,58

CAMBIO VALUTA AREA EURO

1,50 per cento + Lit. 5.000 + Euro 2,58

PRESTITO PERSONALE

Tasso nominale annuo (medio): 10 per cento

TAEG: da 11 per cento (60 mesi) a 11,85 (12 mesi)

  

 


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