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COMUNICATO STAMPA

TARIFFE TELEFONICHE: IL PASSAGGIO DALLA TUT ALLA TAT, CERTIFICATO DA AUTHORITY TLC AD INVARIANZA DI COSTI, PRODURRA' UNA STANGATA DI 58.800 LIRE SULLE FAMIGLIE.

ADUSBEF CHIEDE A GOVERNO E PARLAMENTO DI SCIOGLIERE L'AUTHORITY SULLE TLC.

Dal primo novembre, gli utenti Telecom troveranno due sorprese al telefono: l'aumento del canone di 1.200 lire al mese, che costerà 21.600 lire mensili, ossia 259.200 lire l'anno (per molti è un balzello insostenibile); il passaggio dalla  tut (tariffa urbana a  tempo)  alla  tat (tariffa   a  secondi)  con  lo scatto alla risposta, fissato in 120 lire (IVA compresa) che non sarà indolore, ma comporterà  un aumento secco del 51,3 per cento, per tutte le telefonate di durata pari  a 180 secondi nelle ore di punta; 220 secondo costeranno 255 lire invece che 152 (più 103 lire) con un aggravio del 67,7 per cento; risparmierà invece 37 lire chi farà 4 minuti di conversazione (-12,1 per cento): in media tutte le  urbane inferiori a 15 minuti (oltre il 95 per cento), costeranno di  più. Risparmierà, invece, chi abitualmente parla al telefono per 15 minuti e oltre e gli utenti interdistrettuali che vedranno ridotto, fino al 70 per cento, il costo delle chiamate.

La cosiddetta rimodulazione tariffaria doveva avvenire a costi invariati per gli utenti, ma l'inchiesta di Marco Esposito uscita su "La Repubblica" di oggi, suffraga le tesi di Adusbef: il passaggio dalla Tut alla Tat produrrà una stangata per le famiglie, con un consistente aggravio sulla bolletta media annua (7,2 per cento con l'aumento del canone, 3,7 per cento il rincaro dello scatto alla risposta) che porterà un costo medio annuo dei telefoni famiglie dalle attuali 836.400 lire a 894.900 lire (*) (più 58.500 lire).

Telecom, per suffragare "l'invarianza dei costi" , ha fornito dati, nel luglio 1999 all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (che li ha acriticamente "bevuti" e presi per buoni) gravemente difformi (appositamente aggiustati ?) rispetto a quelli forniti al Ministero delle Comunicazioni nell'agosto 1997: nel primo caso non ci sarebbero variazioni complessive, nel secondo, comporterebbero un aumento della bolletta del 3,7 per cento, pari ad oltre 100 miliardi di lire.

 

DATI FORNITI DA TELECOM ITALIA

CANONE

MENSILE

ATTUALE

CANONE

MENSILE

DAL1°.11.'99

VARIAZ. %

DURATA in SEC.

DATI FORNITI ALL'AUTHORITY

DATI FORNITI AL MINISTERO

Incidenza %

Effetto medio

Incidenza %

Effetto medio

16.800

SENZA IVA

18.000

SENZA IVA

 

+ 7,14 %

0 - 53

48,5

- 3,6

35,2

- 2,5

54 - 220

36,0

+ 7,6

49,3

+ 10,2

20.160

CON IVA

21.600

CON IVA

221 - 900

11,5

- 0,5

11,5

- 0,5

Oltre 900

4,0

- 3,5

4,0

-3,5

EFFETTO

COMPLESSIVO

0,0

+ 3,7

 

Il 14 agosto 1997 per giustificare altri aumenti richiesti all'epoca, Telecom certificò al ministero delle Poste, che le telefonate brevi (sotto i 52 secondi) rappresentavano il 35,2 per cento; nel luglio 1999 nei dati forniti all'Autorità, Telecom ha autocertificato che tali telefonate brevi avevano subito un'impennata del 13 per cento: è possibile che in due anni gli italiani abbiano cambiato così vistosamente le loro abitudini ? Quali sono i dati reali e perché l'Autorità (i cui lauti stipendi gravano sulle bollette telefoniche essendo pagati dagli utenti), la quale fino al 12 luglio 1999 si avvaleva della dotta consulenza del dottor Righetti ( che non poteva disconoscere quei dati in qualità di ex direttore del ministero delle Poste), non li ha controllati?

Adusbef ha sempre sostenuto che una Autorità di garanzia, per acquisire autorevolezza deve essere equidistante, ma una Authority Tlc che delibera nell'esclusivo interesse delle imprese e nel totale disinteresse degli utenti, deve essere sciolta perché danneggia anche le Istituzioni.

 

(*) Elaborazioni Adusbef su dati ISTAT

Roma, 29 ottobre 1999

 

 

 


 

COMUNICATO STAMPA

BOLLETTA TELEFONICA: RISPARMI DI 4 MILA MILIARDI ? ENZO CHELI DA' I NUMERI E DISINFORMA PER OCCULTARE PROVVEDIMENTI DELL'AUTORITA' CHE HANNO FATTO CRESCERE DEL 8 PER CENTO LA BOLLETTA DELLE FAMIGLIE ITALIANE:

69.700 LIRE MENSILI PER UNA SPESA ANNUA DI 836.400.

 

Il   Presidente   dell'Authority  per  le   Garanzie   delle Comunicazioni Enzo  Cheli, in  una audizione parlamentare, ha pomposamente  affermato  che grazie  ai  provvedimenti  adottati dall'autorità, l'anno scorso gli italiani avrebbero  risparmiato ben 4.000 miliardi (il 20 per cento) sulle bollette telefoniche, con una diminuzione pari a 200.000 lire l'anno, ossia 16.666  lire per famiglia al  mese:  mai disinformazione è stata  più  grave  e fuorviante !

Mentre l'Autorità ha disinvoltamente proceduto ad  aumentare il  canone telefonico  del 16 per cento  (in  due  riprese);  ha approvato  l'introduzione dello  scatto  alla  risposta  per  le telefonate urbane, che costeranno oltre il 50 per cento in più per tre  minuti di conversazione; ha rimandato alle calende greche  i provvedimenti fisso-mobile, che gravano per ben 120 lire in più al minuto rispetto all'Europa, come per miracolo, la bolletta  delle famiglie sarebbe stata diminuita del 20 per cento !

Qualora  il  presidente Cheli voglia dare i  numeri,  non  è proprio  il caso che si eserciti per disinformare  i consumatori, date   le   grandi opportunità   offerte   da    lotti, lotterie superenalotto, totip e giuochi vari.

Se  l'Autorità  non  ne è al corrente, Adusbef la  informa che  a differenza delle dichiarazioni fatte puntualmente negli ultimi  5 anni, dapprima  dal ministero delle poste, poi da gestori  e  varie authority, secondo i quali ad ogni provvedimento di  aumento  di canone  e  tariffe telefoniche ci sarebbe stato  un risparmio, la bolletta delle famiglie è cresciuta costantemente, come si evince inconfutabilmente dalla allegata tabella Istat.

 

SPESA TELEFONICA PER FAMIGLIA

( Fonte Istat - I Consumi delle Famiglie)

ANNO

Spesa mensile

Spesa annua

VARIAZ. %

1994

48.836

586.032

///

1995

56.064

672.768

+ 14,8

1996

60.737

728.844

+ 8,4

1997 *

64.500

774.000

+ 6,2

1998 *

69.700

836.400

+ 8,0

 

(*) Stime Adusbef

 

I dati Istat chiariscono che, nel 1995, la spesa telefonica è aumentata del 14,8 per cento rispetto all'anno precedente; nel 1996, è cresciuta dell'8,4 per cento. Stime Adusbef valutano, inoltre, rispetto al periodo precedente, un aumento del 6,2 per cento nel 1997, e dell' 8 per cento nel 1998. Pertanto, complessivamente, nel quinquennio 1994-1998 la bolletta telefonica è cresciuta del 42,7 per cento.

Se  poi  è stata realizzata una diminuzione  della  bolletta telefonica  nazionale di 4 mila miliardi, ciò costituisce  ancora una  volta  la prova provata che  i  provvedimenti  dell'Autorità favoriscono (tanto per cambiare) i grandi  utenti, rappresentando un costante salasso per i bilanci delle famiglie.

Roma, 22.10.1999

 


 

COMUNICATO STAMPA

TARIFFE TELEFONICHE: CARA TAT, MA QUANTO MI COSTI ? PER NON SUBIRE STANGATE DALLA TAT, GLI ITALIANI DEVONO RIVOLUZIONARE IL RAPPORTO CON IL TELEFONO,E NON SARA' FACILE DOPO LE DISEDUCATIVE CAMPAGNE PUBBLICITARIE SECONDO LE QUALI "IL TELEFONO ALLUNGA LA VITA" ! 3 MINUTI DI CONVERSAZIONE (OSSIA LA DURATA MEDIA DELLE URBANE), COSTERANNO IL 51 PER CENTO IN PIU'! L'AUMENTO DEL CANONE (DA 40.320 A 43.200 LIRE A BIMESTRE), COSTERA' CIRCA 350 MILIARDI ANNUI AGLI UTENTI.

RC AUTO: E' SCANDALOSA L'INERZIA DEL GOVERNO NEL NON CALMIERARE LE TARIFFE RCAUTO, LASCIATE AUMENTARE DEL 17 PER CENTO (175.000 LIRE IN PIU' A POLIZZA) ! ADUSBEF PROPONE DI SOTTRARRE LA LIBERTA' DI AUMENTO DALL'ARBITRIO DELLE COMPAGNIE PER AFFIDARLE ALL'ISVAP, AUTORITA' CHE GIA' OPERA NEL SETTORE !

 Il passaggio dalla  tut (tariffa urbana a  tempo)  alla  tat (tariffa   a  secondi)  con  l'introduzione  dello  scatto   alla risposta, fissato in 100 lire (più 20 lire di iva) non sarà indolore, ma comporterà  un aumento secco del 51,3 per cento, per tutte le telefonate di durata pari  a 180 secondi nelle ore di punta,3,40 minuti passeranno da 152 a 255 lire (più 103 lire) con un aggravio del 67,7 per cento; risparmieranno invece 37 lire chi farà 4 minuti di conversazioni: in media tutte le  urbane inferiori a 15 minuti (oltre il 95 per cento),costeranno di  più; le telefonate superiori ad un quarto d'ora e le interdistrettuali costeranno fino al 70 per cento in meno.

La  tat  (tariffa  a  secondi) che  doveva  partire  (dal  1 novembre)  a  costi invariati, rischia di tradursi in una  vera  e propria  stangata sulle spalle delle famiglie, se  i  consumatori non cambieranno le  loro consolidate  abitudini  di  effettuare lunghe    conversazioni, spronati   da diseducative campagne pubblicitarie (della Sip prima, di Telecom Italia poi), perché "il telefono allunga la vita".

A meno che con la prossima bolletta, Telecom non recapiti ai suoi utenti clessidre e cronometri con istruzioni per l'uso, il passaggio dalla tut alla tat, così com'è stato ideato, comporterà una stangata per le famiglie,che già dovranno versare complessivamente,circa 350 miliardi annui di canone in più.

Riportiamo una tabella comparativa dei costi tra vecchia TUT e nuova TAT

 

PROSSIMA TAT

Costi in lire

ATTUALE TUT

Costi in lire

TAT RISPETTO A TUT

(in percentuale)

(in parentesi: differenza in lire)

Scatto alla risposta

120

//////

////

Primi 53 Secondi

152

152

Invariato

Costo di 2 minuti

193

152

+ 26,9 (+41 lire)

Costo di 3 minuti

230

152

+ 51,3 (+78 lire)

Costo di 3.40 minuti

255

152

+ 67,7 (+103 lire)

Costo di 4 minuti

267

304

- 12,1 (- 37 lire)

Costo di 10 minuti

487

456

+ 6,8 (+31 lire)

Costo di 12 minuti

561

608

- 7,7 (- 47 lire)

 

E'  scandalosa  l'inerzia del Governo  sul  libero  arbitrio delle compagnie di assicurazioni, che hanno aumentato a dismisura le  polizze obbligatorie RC Auto nel 1999 (più 17 per  cento), con un costo pari (in media) a 175.000 lire a polizza, a fronte di una inflazione dell'1,5 per cento.

Il  ministro  Bersani, che crede di  rendere  trasparenti  le polizze  mediante l'affissione delle tariffe nelle  agenzie, deve comprendere  che solo sottraendo all'arbitrio delle compagnie  la libertà di aumento per affidarle all'Isvap, riuscirà a  calmierare un  settore, vero  potere  forte, i cui  interessi, se possono coincidere con quelli del Governo,non coincidono proprio con quelli degli utenti.

Roma,5.10.1999


COMUNICATO STAMPA

PER LE URBANE, LA CUI DURATA' E' NEI 3 MINUTI, L'ADOZIONE DEL "CALL SET UP" DELL'AUTHORITY, PRODURRA' UN RINCARO MINIMO DEL 34 PER CENTO, RAFFORZANDO L'ERRATA FILOSOFIA DEL CONSUMISMO ! L'AUTHORITY DIMENTICA LA CARTA DEI SERVIZI, CHE DOVEVA ESSERE EMANATA ENTRO IL 1 GIUGNO: MA I DIRITTI DEI CONSUMATORI, POSSONO ATTENDERE !

 

Mentre nei paesi dove esiste la concorrenza, le decisioni  adottate dalle Autorità indipendenti e la competizione tra le  imprese, portano benefici effetti per i consumatori (spesso non si paga il canone telefonico né le telefonate urbane di durata inferiore ai 10 minuti, si abbassano notevolmente le tariffe), in Italia  l'ineffabile Autorithy TLC, adotta provvedimenti  che  vanno contro diritti ed interessi degli utenti e contro il mercato.

L'Authority infatti, nel passaggio dalla Tut (tariffa a  tempo)  alla Tat (tariffa e secondi), ha scelto un  modello, il  "call set up" che prevede un prezzo alla risposta e poi un prezzo ulteriore per gli effettivi secondi di conversazione: mentre oggi, con 152,4  lire (Iva compresa) si parla per 240 secondi  nell'ora  di punta, per 400 nelle altre fasce, con il marchingegno ideato ed approvato (malgrado la contrarietà delle associazioni dei  consumatori in una recente audizione), si pagherà comunque lo scatto alla risposta, dopodiché i secondi effettivi di conversazione.

Tali  gravissime decisioni dell'Authority, occultano un  surrettizio aumento delle tariffe urbane, la cui entità è del 34 per cento, per le telefonate urbane di breve durata  (entro i 3 minuti), che secondo alcune stime sarebbero l'80 per cento di tutte le telefonate urbane effettuate ogni anno.

 

 

 TAT RISPETTO A TUT (in percentuale)

(in parentesi: differenza in lire)

 

     

 

IPOTESI MINIMA

IPOTESI MASSIMA

 

IPOTESI MINIMA

IPOTESI MASSIMA

 

Scatto alla risposta

100

130

0

\\

\\

 

Costo di 2 minuti

170

200

153

+ 11,1 (+17 lire)

+ 30,7 (+47 lire)

 

Costo di 3 minuti

205

235

153

+ 34,0 (+52 lire)

+ 53,6 (+82 lire)

 

Costo di 3.40 minuti

229

259

153

+ 49,7 (+76 lire)

+ 69,3 (+106 lire)

 

Costo di 4 minuti

240

270

306

- 7,8 (- 66 lire)

- 11,7 (- 36 lire)

 

Costo di 12 minuti

520

550

612

- 15,0 (- 92 lire)

- 10,13 (- 62 lire)

 

 

Come si può verificare dalla tabella, solo i grandi parlatori (che non sono da identificare nelle famiglie),coloro cioè che effettueranno conversazioni superiori a 4 minuti ed entro i 12  minuti  (che al telefono sono una eternità), avranno  un  risparmio dei  costi sulle urbane. Ma la maggior parte delle famiglie e  di coloro che non vogliono seguire gli spot Telecom, secondo i quali

"più parli, più risparmi", e che contengono le telefonate entro i 3 minuti, subiranno un salasso telefonico che può arrivare anche al 69,3 per cento !

L'Autorità, anche nel recente provvedimento legato al "price-cap", ha dimenticato di inserire un monitoraggio della qualità dei servizi erogati ed una carta di servizi, i cui termini  perentori

scadevano il 1 giugno scorso. Ma si sa, l'Autorità deve  garantire i profitti delle aziende, mentre per garantire i diritti dei  cittadini, c'è sempre tempo !

Roma, 29.07.1999

 


COMUNICATO STAMPA

T.A.T. MODELLO "CALL SET UP": SCANDALOSO REGALO A TELECOM !

FARA' RINCARARE (10 PER CENTO) LE BOLLETTE DELLE FAMIGLIE !

COME RISPARMIARE IN UNA GIUNGLA DI 53 MILIONI DI TELEFONI.

Le scandalose decisioni dell'Authority nel garantire consistenti introiti nelle casse di Telecom Italia, non finiscono mai di stupire. Dopo la manovra di "riequilibrio" e l'istruttoria sul servizio universale, eseguita con criteri così rigorosi ed equidistanti per i consumatori (dovrebbero corrispondere 1.500 miliardi a Telecom !) tali da aver portato il direttore Righetti ad essere immediatamente assunto da Colaninno (i comportamenti dell'Authority sono al vaglio di due Procure della Repubblica), un ulteriore stangata si abbatterà sugli utenti, il "call set up": chissà perché, quando c'è da rifilare bidoni ai consumatori, si cerca di addolcire la pillola ricorrendo ad anglesismi !

L'Authority, nel passaggio dalla Tut (tariffa a tempo) alla Tat (tariffa e secondi), ha scelto un modello, il "call set up", che prevede un prezzo alla risposta e poi un prezzo ulteriore per gli effettivi secondi di conversazione: mentre oggi, con 152,4 lire (Iva compresa) si parla per 200 secondi nell'ora di punta, per 400 nelle altre fasce, con il marchingegno ideato ed approvato ieri, si pagherà comunque lo scatto alla risposta, dopodiché i secondi effettivi di conversazione: così Telecom può ringraziare e chissà che non assuma qualche altro dirigente dell'Authority !

Tali decisioni faranno aumentare, non diminuire (come affermato arbitrariamente da una Authority, alla ricerca di un consenso sociale che non potrà mai ottenere con tali inganni), le bollette delle famiglie di un 10 per cento, portando la spesa media per famiglia (costretta da ritardi e rinvii ad abbonarsi a Telecom nella telefonia fissa, dietro il pagamento di un anacronistico pedaggio che l'Autorità continua, indisturbata, ad aumentare, piuttosto che abolire) da 882.000 a 940.000 lire l'anno !

La bolletta media di una famiglia, passerà così da 882 a 940 mila lire l'anno (più 52.000) ed Adusbef sfida l'Authority a dimostrare il contrario ! Non sono certo le scandalose decisioni dell' Authority, ma i nostri quotidiani comportamenti, che devono essere opposti alle réclame di Telecom, a farci risparmiare fino a 200 mila lire l'anno. In che modo ? Abolendo (tramite regolare disdetta) la tassa sui campanelli ed altri oneri impropri (molti utenti continuano a pagare un canone di filodiffusione, che non esiste più da anni !), si risparmieranno circa 60.000 lire.

Telefonando con Tiscali, Infostrada, Wind, Tele2, si possono tagliare fino a 90.000 lire; ulteriori tagli di 50.000 lire possono essere effettuati con un uso accorto del telefono (soprattutto quando si è costretti a parlare con i costosissimi telefonini) con particolare attenzione alle fasce orarie.

Non è vero che "il telefono allunga la vita", come declamato con enfasi nei diseducativi spot Telecom, è invece certo che accorcia il portafoglio delle famiglie. Dovranno essere gli utenti (non garantiti dall'Authority), che si devono autotutelare abituandosi a scegliere tra oltre 53 milioni di contratti nell' infinita orgia telefonica: 25 milioni i telefoni fissi, 25 quelli mobili, 2 Infostrada,1 milione Wind, Tiscali Tele2.

Roma, 28.07.1999

 

SPESE TELEFONICHE PER FAMIGLIA

(per postazione fissa )

(Elaborazioni Adusbef su dati Istat e Bilancio Telecom)

VOCI DI SPESA

SPESA MENSILE

SPESA ANNUALE

1) CANONE ABBONAMENTO

17.000

204.000

2) NOLEGGIO + ACCESSORI

4.000

48.000

IVA SU VOCI 1) E 2)

4.200

50.400

SUBTOTALE SPESE FISSE (CON IVA)

25.200

302.400

 

 

 

3) SPESE PER TELEFONATE

40.250

483.000

IVA SU VOCE 3)

8.050

96.600

SUBTOTALE SPESE PER TELEFONATE

48.300

579.600

 

 

 

SPESA COMPLESSIVA (IVA COMPRESA)

CON TARIFFAZIONE "TUT" (1+2+3)

 

73.500

 

882.000

 

 

VALUTAZIONI ADUSBEF SULL'IMPATTO DELLA NUOVA TARIFFAZIONE (TAT)

3a) SPESE PER TELEFONATE

44.275

531.300

IVA SU VOCE 3a)

8.855

106.260

SUBTOTALE SPESE PER TELEFONATE

53.130

637.560

 

 

 

SPESA COMPLESSIVA (IVA COMPRESA)

CON TARIFFAZIONE "TAT" (1+2+3a)

 

78.330

 

939.960

 

 

 

 

 

COMUNICATO STAMPA

TEMPO DI VACANZE: COME RISPARMIARE SULLA BOLLETTA TELEFONICA

E' il periodo delle vacanze. Si sono chiuse le scuole, si portano i figli al mare, in montagna o in collina. Molte famiglie si dividono temporaneamente: c'è chi resta in città aspettando le agognate ferie. Spesso, di sera si telefona per avere notizie. E' questo il periodo di maggior incremento del traffico telefonico.

Per evitare di arricchire Telecom Italia (o altri gestori), ma anche per prevenire eventuali sorprese sulle bollette al ritorno delle vacanze, Adusbef ha redatto alcune istruzioni per fare un buon uso del telefono.

Si ricorda che per il telefono fisso la durata di uno scatto è di 3 minuti e 40 secondi dalle 8.00 alle 18.30, e di 6 minuti e 40 secondi dalle 18.30 alle 8.00 del giorno successivo.

Pertanto, da fisso a fisso converrà sempre telefonare dopo le 18.30.

Per chi lo possiede, è più conveniente usare il cellulare che il fisso, per chiamare, dalle 8.00 alle 20.30, altro cellulare con contratto "Family". Fa eccezione, perché più costosa, la chiamata da cellulare con contratto TIM ROSSA ad un Family, dalle 7.30 alle 20.30, e quella con contratto TIM GIALLA se usato dalle 9.00 alle 14.00.

Chi usa un cellulare ricordi la regola generale (seguono le eccezioni) per cui le tariffe si abbassano notevolmente:

- il sabato e la domenica, rispetto altri giorni della settimana;

- dopo le 22.30, rispetto alle altre fasce orarie.

Con le accezioni dei contratti OMNITEL CITY (urbana), OMNITEL LIBERO (urbana), OMNITEL NIGHT & DAY, OMNITEL DIPPIU', OMNITEL VALORE RICARICABILE, TIM BLU e OK TIM, WIND 24 ORE che non diversificano le tariffe né per giorni, né per fasce orarie.

Ai titolari di TIM ROSSA converrà attendere le 20.30 e, ancor di più, le 22.30, quando, fino alle 7.30, scatta la tariffa più bassa.

Ai titolari di TIM GIALLA converrà attendere le 21.00 e astenersi nella fascia dalle 9.00 alle 14.00, la più costosa, e dalle 14.00 alle 21.00, comunque pesante.

Se si effettuano telefonate extra urbane con OMNITEL LIBERO, conviene attendere dopo le 18.00. Mentre OMNITEL CITY è conveniente nella variante YOU & ME.

Alcune accortezze prima di partire per le vacanze:

- Comporre il 1717 e annotate il numero segnalato dal servizio: corrisponde agli scatti che il contatore della centrale Telecom imputa alla linea interessata.

- Lasciare sollevata, fino al ritorno, la cornetta dell'apparecchio, in maniera che la linea risulti occupata.

- Scollegare dalla presa telefonica e dalla spina elettrica ogni "apparecchio cordless".

- Al ritorno dalle vacanze si ricomponga il 1717: il numero di scatti indicato deve essere aumentato di una sola unità (la nostra chiamata) rispetto a quello segnato prima di partire. se il numero è superiore, vuol dire che la linea è stata illegittimamente utilizzata. Occorrerà, in questo caso, effettuare una denuncia (CC o PS) contro ignoti per furto di traffico telefonico; inviarne copia alla Telecom, richiedendo la documentazione del traffico telefonico senza la cancellazione delle ultime tre cifre, perché occorrerà integrare la precedente denuncia con l'indicazione dei numeri chiamati, per permetterne l'individuazione.

- Munirsi di tutti i numeri telefonici di cui potremo aver bisogno: il servizio "12" costa 5 scatti ( 770 lire).

- Se non utilizziamo, o non vogliamo più usare, l'apparecchio fornito dalla Telecom, possiamo chiedere l'eliminazione dalla bolletta di due voci di spesa, se presenti : 1) Canone di noleggio e manutenzione, (3.000 lire mensili) e 2) Accessori (doppie spine, suoneria - 1.440 mensili ). Risparmieremo 50.000 lire l'anno, l'esatto costo di un apparecchio omologato. Dal sito Internet di Adusbef ( www.rpilo.it/adusbef) è possibile scaricare tutti i facsimile di lettera da inviare alla Telecom.

Roma, 25.6.1999

 

 

TUTTI I GESTORI A CONFRONTO

COSTO IN LIRE ( IVA COMPRESA ) DEI PRIMI TRE MINUTI DI CONVERSAZIONE

 

( 1 ) INTERURBANE

 

8.30 -18.30

18.30 -> 7.30

INFOSTRADA

1.122

618

TELE 2

702

342

TELECOM

1.178

670

TISCALI

1.080

360

WIND 1088 (*)

1.080

540

WIND 1088 24 ORE

1.098

1.098

 

 

( 2 ) VERSO CELLULARI

(FASCE ORARIE IN PARENTESI)

 

FAMILY

BUSINESS

INFOSTRADA

4. 290 (7.30 - 20.30)

690 (20.30 - 7.00)

1.914 (8.00 - 18.30)

1.050 (18.30 - 8.00)

TELE 2

3.510 (7.30 - 20.30)

1.710 (20.30 - 7.00)

1.710 (7.30 - 20.30)

1.710 (20.30 - 7.00)

TELECOM

4.612 (7.30 - 20.30)

761 (20.30 - 7.00)

2.046 (8.00 - 18.30)

984 (18.30 - 8.00)

TISCALI

1.800 (8.00 - 18.30)

900 (18.30 - 8.00)

1.800 (8.00 - 18.30)

900 (18.30 - 8.00)

TELECOM

4.612 (7.30 - 20.30)

761 (20.30 - 7.00)

2.046 (8.00 - 18.30)

984 (18.30 - 8.00)

WIND 1088 (*)

3.960 (9.00 - 19.00)

720 (19.00 - 9.00)

1.800 (9.00 - 19.00)

900 (19.00 - 9.00)

WIND 1088 24 ORE

3.600 (7.30 - 20.30)

3.600 (20.30 - 7.00)

1.764 (7.30 - 20.30)

1.764 (20.30 - 7.00)

 

 

 

 

COSTO DI TRE MINUTI DI TELEFONATA COMPRENSIVO DI IVA E SCATTI ALLA RISPOSTA

 

DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ

 

DESTINAZIONE

INFOSTRADA

8.00 - 18.30

TELE 2

8.00 - 18.30

TELECOM

8.00 - 18.30

TISCALI

8.00 -18.30

WIND

9.00 - 19.00

WIND 24ORE

0.00 - 0.00

REGIONE entro15 Km

978

702

457

720

900

864

REGIONE tra 15 e 30 Km

978

702

762

720

900

864

REGIONE oltre 30 Km

978

702

1.219

720

900

864

FUORI REG. entro 15 Km

1.122

702

457

720

1.080

1.008

FUORI REG. 15 - 30 Km

1.122

702

762

720

1.080

1.008

FUORI REG. oltre 30 Km

1.122

702

1.219

720

1.080

1.008

FRANCIA -GERMANIA

2.220

1.530

2.591

1.771

1.800

1.440

USA - CANADA

2.220

1.530

2.591

1.591

2.520

1.800

CELLULARI BUSINESS

1.914

1.710

1.981

1.800

1.800

1.764

CELLULARI FAMILY (*)

4.290

3.510

4.572

1.800

3.960

3.600

(*) Per i cellulari Family la fascia oraria di Infostrada, Tele 2, e Telecom ha inizio dalle ore 7.30

 

 

DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ

 

DESTINAZIONE

INFOSTRADA

18.30- 20.30-

TELE 2

18.30-20.30

TELECOM

18.30-20.30

TISCALI

18.30-20.30

WIND

19.00- 20.30

WIND 24ORE

0.00- 0.00

REGIONE entro15 Km

492

342

305

360

450

864

REGIONE tra 15 e 30 Km

492

342

457

360

450

864

REGIONE oltre 30 Km

492

342

762

360

450

864

FUORI REG. entro 15 Km

618

342

305

360

540

1.008

FUORI REG. 15 - 30 Km

618

342

457

360

540

1.008

FUORI REG. oltre 30 Km

618

342

762

360

540

1.008

FRANCIA -GERMANIA

2.220

1.530

2.591

1.771

1.260

1.440

USA - CANADA

2.220

1.530

2.591

1.591

1.620

1.800

CELLULARI BUSINESS

1.050

1.710

914

900

900

1.764

CELLULARI FAMILY

4.290

3.510

4.572

900

720

3.600

 

 

 

DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ

 

DESTINAZIONE

INFOSTRADA

20.30-22.00

TELE 2

20.30-22.00

TELECOM

20.30-22.00

TISCALI

20.30-22.00

WIND

20.30-22.00

WIND 24ORE

0.00 - 0.00

REGIONE entro15 Km

492

342

305

360

450

864

REGIONE tra 15 e 30 Km

492

342

457

360

450

864

REGIONE oltre 30 Km

492

342

762

360

450

864

FUORI REG. entro 15 Km

618

342

305

360

540

1.008

FUORI REG. 15 - 30 Km

618

342

457

360

540

1.008

FUORI REG. oltre 30 Km

618

342

762

360

540

1.008

FRANCIA -GERMANIA

2.220

1.530

2.591

1.771

1.260

1.440

USA - CANADA

2.220

1.530

2.591

1.591

1.620

1.800

CELLULARI BUSINESS

1.050

1.710

914

900

900

1.720

CELLULARI FAMILY

690

1.710

762

900

720

3.600

 

 

DAL LUNEDÌ ALLA DOMENICA E FESTIVI

 

DESTINAZIONE

INFOSTRADA

22.00 - 8.00

TELE 2

22.00 - 8.00

TELECOM

22.00 - 8.00

TISCALI

22.00 - 8.00

WIND

22.00 - 9.00

WIND 24ORE

22.00 - 8.00

REGIONE entro15 Km

492

342

305

360

450

864

REGIONE tra 15 e 30 Km

492

342

457

360

450

864

REGIONE oltre 30 Km

492

342

762

360

450

864

FUORI REG. entro 15 Km

618

342

305

360

540

1.008

FUORI REG. 15 - 30 Km

618

342

457

360

540

1.008

FUORI REG. oltre 30 Km

618

342

762

360

540

1.008

FRANCIA -GERMANIA

2.220

1.530

2.286

1.771

1.260

1.440

USA - CANADA

2.220

1.530

2.286

1.591

1.620

1.800

CELLULARI BUSINESS

1.050

1.710

914

900

900

1.764

CELLULARI FAMILY

690

1.710

762

900

720

3.600

 

COSTO DI DUE MINUTI DI CONVERSAZIONE

COMPRESI IVA E SCATTO ALLA RISPOSTA

 

TARIFFA DI PUNTA

TARIFFA RIDOTTA

OMNITEL DIPPIU' CITY

708

1.188

OMNITEL PERSONAL 195

708

2.616

OMNITEL VALORE CITY

708

1.320

OMNITEL PERSONAL 195 RICARICABILE

800

2.600

OMNITEL NIGHT % DAY RICARICABILE

1.000

2.600

OMNITEL DIPPIU'

1.188

1.188

OMNITEL VALORE RICARICABILE

1.600

1.600

 

 

 

TIM TACS FAMILY - EUROFAMILY BASE

3.840

3.840

TIM MENU OPZIONE TUTTI TIM, WEEK END, NOTTE

1.584

1.584

TIM TACS TIME - EUROTIME BASE

2.040

2.040

TIM TIME PIU'

2.160

2.160

TIM MENU' OPZIONE PROVINCIA, SERA

1.584

1.584

TIM ARANCIONE PIU'

2.400

2.400

TIM OK TIM TACS - GSM

912

912

 

 

 

WIND QUANDO

2.280

2.280

WIND 24 ORE

1.200

1.200

 


 

 COMUNICATO STAMPA

TARIFFE TELEFONICHE: ADUSBEF CONVOCATA DOMANI A ROMA, RIBADIRA' ANCORA UNA VOLTA ALL'AUTHORITY UN NO SECCO AGLI AUMENTI TARIFFARI RICHIESTI DALLA TELECOM ITALIA. ADUSBEF CHIEDE DI RETTIFICARE IL "DEFICIT DI ACCESSO".

Adusbef è stata convocata domani, 24 giugno 1999, alle ore 11 a  Roma, presso la sede di Via Santa Maria in  Via,n.12, dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, dal commissario relatore Paola Manacorda.

"Ragioni di vario ordine ci costringono ad accelerare i tempi  di una decisione ed è per questo che, pur essendo  consapevoli delle eventuali difficoltà organizzative, vi chiediamo di partecipare all'audizione in oggetto", scrive il commissario nel fax  di convocazione, arrivato alle ore 15.59 di oggi.

Adusbef, che aveva profetizzato una stangata postelettorale sulle tariffe telefoniche a danno di milioni di  consumatori, cercherà  di  impedire venga messa in  atto, suffragata  dall'analisi della società di revisione KPMG, che ha presentato un rapporto basato su dati vecchi di 18 mesi (bilancio chiuso al 31.12.97).

Non  è possibile valutare gli aumenti tariffari su  dati  di bilancio obsoleti, che chiediamo vengano prontamente  rettificati ed aggiornati agli attuali dati di bilancio chiusi al 31.12.1998.

La rettifica deve includere le ultime due manovre sul  canone, che hanno portato gli utenti telefonici ad un esborso di 1.000 miliardi l'anno a regime, ed un ripristino della remunerazione del capitale dal 19 per cento, a valori più realistici commisurati al rendimento dei titoli pubblici nel 1998,maggiorato di uno spread del 3 per cento.

Tali rettifiche, porteranno a più che dimezzare il cosiddetto deficit di accesso, gonfiato ad arte al solo fine di stangare i consumatori.

Roma,23.06.1999


 

COMUNICATO STAMPA

RIEQULIBRIO TARIFFE TELEFONICHE: LA TRASPARENZA NON E'GENTILE CONCESSIONE DEL COMMISSARIO MANACORDA (CON IL BENESTARE DI TELECOM), MA UN OBBLIGO DI LEGGE.

ADUSBEF ATTENDE DI RICEVERE IL RAPPORTO DELLA KPMG CHE, SECONDO INDISCREZIONI, NON CONTERREBBE UN GRAVE DEFICIT SULLE URBANE, MA UN ALLEGGERIMENTO DEI COSTI TELEFONICI ALLE IMPRESE, ED UN AGGRAVIO A CARICO DELLE FAMIGLIE.

Qualsiasi  relazione  predisposta da un  soggetto autonomo (KPMG) incaricato dall' Authority, deve essere messa: "a  disposizione  del pubblico" dall'Authority stessa che è  obbligata  ad adottare "procedure e criteri obiettivi, trasparenti e  non  discriminatori".  E'  quanto prescrive il  D.P.R.318/97,  (art.7, commi 5 e 7), che ha recepito le direttive comunitarie in tema di liberalizzazione delle Telecomunicazioni.

La trasmissione del rapporto della KPMG sui conti di Telecom Italia (costato fior di quattrini ai contribuenti) alle  associazioni  dei consumatori ed al pubblico più in generale, non  è  una gentile concessione del commissario Manacorda "previo nulla  osta di Telecom" (chissà) ma un preciso obbligo previsto dalla legge.

Adusbef attende quindi con congruo anticipo  dall'Authority, la   relazione  analitica  predisposta  dalla KPMG,  ai   sensi dell'art.7, comma 7 DPR 318/97, per valutare ed identificare con serenità  ed obiettività in base a quali criteri Telecom  abbia dichiarato un deficit nella telefonia urbana (gestita ancora  in regime di monopolio), con particolare riferimento al  costo  del capitale ed ai criteri di ammortamento utilizzati.

Talune indiscrezioni del rapporto KPMG, non  giustificherebbero  le forti richieste di Telecom, che l'Authority si  accingerebbe  a concedere, rispetto ad un aumento del canone  di  1.700 lire  mensili ed una riduzione della durata dello  scatto  urbano dalle attuali 220 a 200 secondi. Il rapporto stesso (relativo  al 1997, prima ancora degli ulteriori incrementi sul canone,  intervenuti dopo) sancirebbe invece un sostanziale appesantimento del le bollette delle famiglie a vantaggio delle imprese.

Adusbef  ribadisce infine, quattro punti  qualificanti  del ribilanciamento tariffario:

1) non è minimamente pensabile di aumentare il canone  telefonico di 1.700 lire mensili per portarlo dalle attuali 16.800 a 18.500, facendo  affluire  nelle casse di Telecom, 500  miliardi  di  lire l'anno,100 miliardi in quelle dello Stato. Il canone mensile, vero e   proprio  pedaggio,  deve  restare  a  16.800   lire, per   non penalizzare  gli  utenti  più deboli  e  per  legare  l'eventuale aumento  delle  condizioni  economiche  al consumo   effettuato. L'aumento del canone costituirebbe un inaccettabile sussidio,  un finanziamento diretto per abbattere l'indebitamento dell'OPA;

2)  abbassare  le  tariffe di  interconnessione, le  più  alte  in assoluto  dei  paesi europei, con tagli dal 20 al 30  per  cento, anche  per  dare  la  possibilità di  competere  ai  gestori  che vogliono  fare  concorrenza e creare una rete alternativa  e  più moderna alla spesso obsoleta rete di Telecom, i cui costi sono già stati ampiamente ammortizzati e strapagati dagli utenti;

3) contestuale manovra di ribilanciamento con il passaggio  dalla Tut  alla  Tat  per far pagare ai consumatori  il  reale  consumo effettuato senza alcuna introduzione di uno scatto alla risposta;

4) semplificazione delle tariffe fisso mobile, per disboscare una giungla che danneggia i consumatori, spesso obbligati di fatto  a chiamare i numeri dei telefonini.

Roma, 17.06.1999


COMUNICATO STAMPA

TARIFFE TELEFONICHE: NESSUNA MANOVRA AL BUIO !

L'AUTHORITY TLC E' OBBLIGATA A FORNIRE I DATI DELLA K.P.M.G. CONCERNENTI

L'ANALISI DI COSTI E RICAVI DI TELECOM ITALIA: ART.7 DPR 318/97 !

L'Authority delle Tlc è obbligata ad adottare: "procedure  e criteri obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati e  deve  prevedere  una chiara identificazione  di  ogni  deficit dichiarato".  Qualsiasi relazione predisposta  da  un  soggetto autonomo (KPMG) incaricato dall'Authority, deve essere messa: "a disposizione del pubblico" dall'Authority stessa.

Le   citate  disposizioni,  non  sono  il  contenuto   delle richieste  effettuate  da  Adusbef  o  altre associazioni all'Authority  Tlc, ma sono espressamente previste nel  DPR 318/97, art.7, commi 5  e 7, che ha recepito le direttive  comunitarie  in tema di liberalizzazione delle Telecomunicazioni, che ha fissato - tra  l'altro- precisi obblighi nei rapporti tra gli utenti  ed  i gestori di telefonia fissa e mobile.

L'art.  16  del DPR obbliga inoltre  "ogni  organismo  di telecomunicazioni  che fornisce servizi accessibili al pubblico mediante  reti di telecomunicazioni o sistemi  di  comunicazioni mobili, ad utilizzare idonei schemi contrattuali  con  clausole riferite  alla  descrizione degli specifici servizi forniti, ai relativi livelli qualitativi che devono essere rispettati...".

Adusbef attende quindi, dall'Autorità per le Garanzie  nelle Comunicazioni, la  relazione analitica predisposta dalla KPMG, ai sensi dell'art.7, comma 7 DPR 318/97,per valutare ed identificare con serenità  ed obiettività in base a quali  criteri,  Telecom abbia  dichiarato  un deficit nella  telefonia urbana (gestita ancora  in  regime di monopolio), con particolare  riferimento al costo  del capitale ed ai criteri  di ammortamento  utilizzati.

Adusbef  ribadisce infine, quattro punti  qualificanti  del ribilanciamento tariffario:

1) non è minimamente pensabile di aumentare il canone  telefonico di 1.700 lire mensili per portarlo dalle attuali 16.800 a 18.500, facendo  affluire  nelle casse di Telecom 500  miliardi  di  lire l'anno,100 miliardi in quelle dello Stato. Il canone mensile, vero e   proprio  pedaggio,  deve restare  a  16.800   lire, per   non penalizzare  gli  utenti più deboli  e  per  legare  l'eventuale aumento  delle  condizioni  economiche  al consumo   effettuato. L'aumento del canone costituirebbe un inaccettabile sussidio,  un finanziamento diretto per abbattere l'indebitamento dell'OPA;

2)  abbassare  le  tariffe di  interconnessione, le  più  alte  in assoluto  dei  paesi europei, con tagli dal 20 al 30 per cento, anche  per  dare  la  possibilità di  competere  ai  gestori  che vogliono fare  concorrenza e creare una rete alternativa  e  più moderna alla spesso obsoleta rete di Telecom, i cui costi sono già stati ampiamente ammortizzati e strapagati dagli utenti;

3) contestuale manovra di ribilanciamento con il passaggio  dalla Tut  alla  Tat  per far pagare ai consumatori  il reale  consumo effettuato senza alcuna introduzione di uno scatto alla risposta;

4) semplificazione delle tariffe fisso mobile, per disboscare una giungla che danneggia i consumatori, spesso obbligati di fatto a chiamare i numeri dei telefonini.

Roma, 7.6.1999


 

COMUNICATO STAMPA

TARIFFE TELEFONICHE URBANE: NON ESISTONO LE CONDIZIONI PER PROCEDERE AI TEMUTI RINCARI, COME CHIEDEVA TELECOM, MA SPAZI PER INTRODURRE LE TARIFFE DI PROSSIMITA', ED IL PASSAGGIO DALLA TARIFFA URBANA A TEMPO (TUT) ALLA TAT (TARIFFA A SECONDI) CON ANALOGHI COSTI (127 LIRE AL MINUTO).

PUO' ESSERE LA PRIMA IMPORTANTE VITTORIA DEI CONSUMATORI, CHE SI SONO BATTUTI PER CALMIERARE E CONTENERE GLI AUMENTI DI TARIFFE TELEFONICHE,TRA LE PIU' ALTE DEI PAESI EUROPEI.

Secondo quanto risulta ad Adusbef, convocata dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni il prossimo 31 maggio p.v. a Napoli, dal commissario relatore Paola Manacorda, per discutere la "seconda manovra di ribilanciamento delle tariffe telefoniche", ed il 3 giugno p.v. dal presidente Enzo Cheli: "in merito alla nuova struttura tariffaria per le chiamate originate dalla rete fissa di Telecom Italia e terminate sulle reti mobili", non esistono le condizioni per assecondare le richieste di forti rincari delle tariffe telefoniche urbane, pari al 22 per cento in media.

Esisterebbero invece tutte le condizioni, suffragate dal rapporto della società di revisione Kpmg, che avrebbe acclarato un sostanziale pareggio nei costi (anche derivante dal recente aumento del canone telefonico, che assicura un gettito ulteriore di circa 250 miliardi annui),per l'introduzione della tariffa di prossimità ed il passaggio dalla TUT (Tariffa Urbana a Tempo) alla TAT (Tariffa a Secondi) a parità di costi, ossia 127 lire al minuto più il 20 per cento di Iva (152,4 lire al minuto).

Ad un anno dalla sua istituzione, sarebbe la prima buona notizia dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che ha solo provveduto ad effettuare manovre favorevoli alle imprese, senza curarsi di emanare direttive, com'è obbligata per legge, "concernente i livelli generali di qualità dei servizi e per l'adozione, da parte di ciascun gestore, di una carta del servizio recante l'indicazione di standard minimi per ogni comparto di attività", né è mai intervenuta per dirimere "le controversie tra l'ente gestore del servizio di telecomunicazioni e gli utenti privati".

Se così fosse, si riaprirebbe una speranza nella autonomia ed indipendenza dell'Autorità messa a dura prova dalle decisioni finora assunte, con contestuale inversione di tendenza, rispetto alle pretese di Telecom Italia, abituata finora ad ottenere tutti gli aumenti richiesti a scatola chiusa, senza fornire documentazione trasparente dei propri costi e ricavi per unità di prodotti offerti, allegramente scaricati sulle spalle dei consumatori.

Roma, 27.05.1999


 

COMUNICATO STAMPA

NOMINA COMMISSARIO AUTHORITY TLC: METODO SCANDALOSO ! LA SPARTIZIONE PARTITICA DELL'AUTORITA' DI GARANZIA LEDE AFFIDABILITA' ORGANISMO E DIRITTO DEI CONSUMATORI AD AVERE AUTHORITY SERIA, EFFICIENTE E SUPER PARTES. E LAMENTANO LA DISAFFEZIONE DEI CITTADINI DALLA POLITICA CON LA GRAVE PERDITA DI CREDIBILITA' DELLE ISTITUZIONI ! ADUSBEF, CHIEDE L'INTERVENTO DEL PRESIDENTE CIAMPI PER IMPEDIRE LOTTIZZAZIONE ED EVITARE GRAVE VULNUS !

"Spartizione scientifica da manuale Cencelli", "occupazione dello Stato", "lottizzazione", "nomine scandalose". Erano i termini più frequentemente utilizzati dall'opposizione (ex PCI), quando i Governi guidati dalla ex Democrazia Cristiana (o PSI) provvedevano a nominare uomini a loro fedeli, che non avevano alcuna preparazione specifica se non l'asservimento più totale agli ordini provenienti dalle segreterie dei partiti.

Con la nomina del dr. Giuseppe Sangiorgi, ex addetto stampa della Democrazia Cristiana nell'era di Ciriaco De Mita, a commissario dell'Autorità delle Garanzie delle Comunicazioni, provvedimento che il Parlamento dovrebbe ratificare nella seduta odierna (a meno che non manchi il numero legale), è cambiato solo lo scenario, non il metodo scandaloso.

Il "manuale Cencelli" utilizzato per le nomine (che per la verità investe sia i partiti di Governo che di opposizione), ha stabilito che deve essere assegnato al P.P.I. il commissario dell'Autorità che dovrebbe garantire anche i diritti dei consumatori, ma che finora ha soltanto garantito il buon diritto delle aziende a continuare, indisturbate, a vessare i cittadini.

L'Autorità ha infatti deliberato soltanto gli aumenti che gravano sui servizi telefonici, ma si è ben guardata da intervenire (come ripetutamente richiesto dalle associazioni dei consumatori) per eliminare la "tassa sui campanelli" ed il "canone di noleggio e manutenzione degli apparecchi telefonici"; a far restituire "l'anticipo conversazioni"; a mitigare il vero e proprio taglieggiamento costituito dalle "musichette di attesa" nelle centraline telefoniche, oneri impropri che garantiscono una rendita di 1.500 miliardi di lire annui a Telecom Italia.

Ad un anno dalla sua istituzione l'Autorità non ha infatti emanato alcuna direttiva, com'è obbligata per legge, "concernente i livelli generali di qualità dei servizi e per l'adozione, da parte di ciascun gestore, di una carta del servizio recante l'indicazione di standard minimi per ogni comparto di attività", ne è mai intervenuta per dirimere "le controversie tra l'ente gestore del servizio di telecomunicazioni e gli utenti privati": ha solo

provveduto ad effettuare manovre per aumentare il canone, assicurando 250 miliardi annui alla Telecom ed altri "regali" agli utenti telefonici (beffa della Befana) respinti a furor di popolo.

Adusbef chiede l'intervento del Presidente della Repubblica per evitare che tale pratica spartitoria e lottizzatrice arrechi ulteriori danni ai diritti dei cittadini-consumatori.

Roma, 26.5.1999 


 Nota del Senatore Antonio Di Pietro su nomine Autorità Tlc.

Non sta scritto da nessuna parte che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni debba essere appaltata ai partiti. I Democratici non rivendicano un proprio uomo a commissario dell'Autorità, come qualcuno vuole far credere.

Si rivendica invece una personalità super partes, come richiesto dalla normativa in materia e dai principi generali sulle nomine negli enti pubblici, la cui competenza garantisca effettivamente in via prioritaria diritti ed interessi dei cittadini oltre a quelli delle aziende.

Per la questione delle nomine pubbliche è ora che si applichino i principi legislativi della trasparenza e pubblicità dei procedimenti, per uscire dalla cerchia dei tecnici controllati dai partiti e per ottimizzare le migliori professionalità della società civile.

Senatore Antonio Di Pietro

Roma, 26 maggio 1999


 

COMUNICATO STAMPA

NOMINA DEL COMMISSARIO AUTHORITY TLC IN SOSTITUZIONE DI GARGANI: DOV'E' SCRITTO CHE E' APPANNAGGIO DEI POPOLARI ? E SE FOSSE SEMPLICEMENTE UN ESPERTO DI TELECOMUNICAZIONE VERO GARANTE DEGLI UTENTI ? ADUSBEF DENUNCIA LA LOTTIZZAZIONE DELL'AUTHORITY SCHIERATA ALL'UNANIMITA' CONTRO I DIRITTI DEI CONSUMATORI. 

Il 26 maggio prossimo, la Camera dei Deputati dovrà eleggere il sostituto del dimissionario Giuseppe Gargani, nel ruolo di commissario nell'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, ambita carica che sembra già essere stata assegnata a Giuseppe Sangiorgi, addetto stampa durante la segreteria De Mita ed attuale direttore del Popolo, organo del PPI.

Ma dov'è scritto che la carica vacante, ricoperta da un ex PPI, debba essere ancora assegnata al PPI, con tutto il rispetto per il candidato ed i partiti, visto che non sono i partiti a pagare le salate bollette dei cittadini ? Non è questo sistema delle nomine un perfetto metodo spartitorio, tanto deprecato in passato da chi ieri faceva opposizione ed oggi governa ? E tale lottizzazione partitica non indebolisce ruolo e funzioni di una Autorità che ha finora garantito solo gli interessi delle imprese, penalizzando pesantemente i diritti dei consumatori ? Non sarebbe meglio se si designasse semplicemente un esperto nelle TLC, se non addirittura un vero rappresentante dei consumatori, per riequilibrare un organismo squilibrato, che ha deliberato finora a senso unico e che, proprio oggi, si accinge a varare una ulteriore stangata tariffaria con aumenti superiori al 22 per cento sulle tariffe telefoniche urbane ?

Adusbef invita il Governo a riflettere seriamente sui guasti che continua a generare questo metodo ed invita i parlamentari liberi da schieramenti a disertare la seduta del 26 maggio, facendo mancare il numero legale, al fine di concordare, anche con i rappresentanti degli utenti, un candidato super partes in grado di garantire diritti ed interessi di imprese ed utenti delle telecomunicazioni.

Roma, 21 maggio 1999


 

COMUNICATO STAMPA

PUBBLICITA' OMNITEL: IL GIURI' DICHIARA INGANNEVOLE PERSONAL RICARICABILE 195", CHE HA INDOTTO 1,5 MILIONI DI CONSUMATORI AD ACQUISTARE TALI CARTE PREPAGATE, RECLAMIZZATE A "SOLE 195 LIRE AL MINUTO", QUANDO I PRIMI 53 SECONDI COSTANO 600 LIRE ! NONOSTANTE LA DESISTENZA DEL GIURI', OMNITEL CONTINUA, INDISTURBATA, LA SUA CAMPAGNA FRAUDOLENTA ! ADUSBEF CHIEDE AD OMNITEL DI RESTITUIRE 405 LIRE DI DIFFERENZA, IN CASO CONTRARIO AVVIERA' MIGLIAIA DI AZIONI RISARCITORIE, DAVANTI AI GIUDICI DI PACE.

La martellante campagna pubblicitaria che ha persuaso  milioni di consumatori (1,5 secondo fonti Omnitel) ad acquistare "Personal Ricaricabile 195", una carta ricaricabile prepagata, perché costa "Solo 195 lire al minuto", mentre in realtà, i primi 53 secondi di conversazione costano ben 600 lire, il triplo di quanto reclamizzato, è stata sanzionata dal Giurì, l'organo dell'Istituto per l'Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) alla quale Adusbef aveva fatto ricorso.

La sentenza del Giurì impone ad Omnitel di far cessare, con effetto immediato, tutti gli spot ed i messaggi pubblicitari che fanno riferimento al costo di "solo 195 lire al minuto", perché tale "pubblicità non è conforme al codice di autodisciplina pubblicitaria in quanto non indica con sufficiente evidenza il costo del servizio", mentre risulta che la campagna continua ad essere pubblicata sui mezzi di informazione (forse perché commissionata precedentemente alla desistenza dello IAP).

Ma intanto 1,5 milioni di consumatori, indotti ad acquistare "Personal Ricaricabile 195" perché costa "Solo 195 lire al minuto", invece delle 600 lire nei primi 53 secondi di conversazione, hanno subìto un notevole danno economico stimato in oltre 45 miliardi di lire (30.000 lire pro-capite), che Adusbef chiede vengano da Omnitel immediatamente e spontaneamente restituiti, in caso contrario avvierà migliaia di ricorsi davanti ai competenti Giudici di Pace.

La lentezza dei procedimenti e la mancanza di sanzioni comminate per pubblicità ingannevole mettono infatti al riparo aziende scaltre ed aggressive le quali, sempre più frequentemente, ricorrono a campagne pubblicitarie menzognere, fraudolente e mistificatorie per piazzare prodotti o servizi che non rispecchiano affatto le caratteristiche enunciate nelle ben studiate réclame, proprio con la finalità di ingannare il vasto  pubblico dei consumatori.

Roma, 12.5.1999


COMUNICATO STAMPA

IL PRESIDENTE CHELI, SENZA ATTENDERE RAPPORTO ADVISOR, DIMOSTRANDO ANCORA PER CHI FA IL TIFO L'AUTHORITY, ANNUNCIA STANGATA SU TARIFFE TELEFONICHE URBANE, CON POSSIBILE COSTO DELLO SCATTO DA 127 A 152 LIRE, MA NON UNA DIMINUZIONE PER LE INTERURBANE, CHE SONO, COME DIMOSTRATO DA INDAGINE, LE PIU' CARE DEL MONDO ! ADUSBEF CHIEDE AL GOVERNO DI FAR CESSARE ASSERVIMENTO PIU' TOTALE AUTHORITY, AGLI INTERESSI DI AZIENDE TLC, CON GRAVISSIMO DANNO A DIRITTI ED ATTESE CONSUMATORI.

 Enzo Cheli, presidente dell'Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni, dimostrando - caso mai le delibere finora assunte non lo avessero chiarito a sufficienza - da quale parte sta l'Authority, ha annunciato la prevista e temuta stangata sulle tariffe telefoniche urbane, con un probabile rincaro del 20 per cento del costo dello scatto, che potrebbe passare dalle attuali 127 a 152 lire.

Senza neppure attendere il rapporto dell'advisor (ma allora perché è stato conferito l'incarico alla Kpmg di indagare sui conti Telecom, se il presidente Cheli, già mette le mani avanti anticipando che ci saranno gli aumenti?), il solerte capo dell'Authority ha annunciato la stangata telefonica, confidando che i cittadini possano accoglierla a braccia aperte, soprattutto dopo che l'indagine della Nus (National Utility Service), ha accertato che le nostre interurbane, sono le più care del mondo.

Perché l'Autorità, prima di procedere agli aumenti delle urbane, che possono uccidere lo sviluppo di Internet e così dissanguare i conti delle famiglie, già provate anche dai recenti rincari del canone, che hanno fatto crescere l'inflazione ed assicurato un gettito di 250 miliardi annui nelle casse di Telecom, non comincia a "riequilibrare" le tariffe telefoniche interurbane ed internazionali, commisurandole alla media delle tariffe praticate dagli altri gestori europei e del mondo ?

Adusbef, che insieme alle altre associazioni di difesa dei consumatori dovranno essere ascoltate, prima che venga assunta qualsiasi decisione, e che farà entrare questione e ruolo assunto dall'Authority nella prossima competizione elettorale del 13 giugno, ha intanto chiesto che il Governo intervenga con urgenza per far cessare lo scandalo di decisioni e delibere effettuate dal Presidente Cheli a "senso unico", sempre contro diritti ed interessi dei consumatori.

Roma, 6 maggio 1999 


COMUNICATO STAMPA

ADUSBEF CHIEDE IMMEDIATE DIMISSIONI DEL COMMISSARIO GARGANI DALL'AUTHORITY TLC ED UNA PUNTUALE VERIFICA DI TUTTE LE DELIBERE ASSUNTE CON IL SUO CONCORSO.

Il commissario Gargani, che aveva solennemente promesso a 25 milioni di utenti l'abolizione del canone telefonico fisso, perché "dietro il canone non vi era alcun corrispettivo di servizio", si è candidato, senza preventive dimissioni, alle prossime elezioni.

La Costituzione garantisce a tutti i cittadini l'esercizio dei diritti politici, non assicura però che i membri dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni possano, come ha fatto Gargani, prendere in giro milioni di consumatori: il canone fisso, oltre a non essere stato abolito, ha persino subito un aumento tra le 500 e le 1.000 lire mensili, assicurando un incasso di oltre 250 miliardi l'anno alla Telecom.

Adusbef, oltre a chiedere le immediate dimissioni per manifesta incompatibilità del commissario Gargani, chiede una approfondita verifica di tutte le delibere assunte o da assumere dall'Authority delle Tlc con il suo concorso e con quello dei suoi consulenti.

Infine Adusbef, rispetto alla riunione che dovrebbe svolgersi oggi a Napoli per il cosiddetto "riequilibrio tariffario", annuncia che senza una comunicazione delle associazioni dei consumatori, impugnerà davanti al TAR e alle sedi competenti, magistratura compresa, tutte le delibere assunte.

Roma, 5 maggio 1999


Comunicato stampa

TRUFFA A MILLE UTENTI TELEFONICI: TELECOM ITALIA E MINISTERO DELLE COMUNICAZIONI NON IMMUNI DA RESPONSABILITA', ALMENO PER OMISSIONE DI CONTROLLI.

ADUSBEF CHIEDE CHE TELECOM E MINISTERO EFFETTUINO URGENTI VERIFICHE SU SCANDALOSA CONCESSIONI DEI NUMERI "166" UTILIZZATI PER USI IMPROPRI, SPESSO VIETATI DALLA LEGGE.

La truffa ai mille utenti Telecom, scoperta dalla Polizia postale di Torino, che tramite il numero "166" addebitava milioni di scatti fantasma ad ignari abbonati, è solo la punta dell'iceberg, ma sia Telecom (che lucra consistenti profitti sul traffico telefonico), che Ministero delle Comunicazioni (che dovrebbe effettuare doverosi controlli), non sono immuni da responsabilità.

Le linee "166", che non dovrebbero essere utilizzate per trasmissioni erotiche di cui sono pieni invece i palinsesti delle televisioni private anche prima della mezzanotte, sono usate per una infinità di attività spesso vietate dalla legge, al riparo da qualsivoglia vigilanza ministeriale.

Adusbef chiederà conto a Telecom e Ministero delle Comunicazioni circa il disinvolto uso delle linee "166" ed invita gli utenti che dovessero ricevere fatture superiori alla norma ed impossibilitati a tutelarsi dalle bollette gonfiate, ad effettuare doverose denunce all'autorità giudiziaria (PS, Carabinieri, Guardia di Finanza) per furto di traffico telefonico.

Roma, 4 maggio 1999


 

COMUNICATO STAMPA

PUBBLICITA' INGANNEVOLI: ADUSBEF INVITA I CONSUMATORI A BOICOTTARE I PRODOTTI OMNITEL, RECLAMIZZATI A 195 LIRE AL MINUTO, QUANDO I PRIMI 53 SECONDI COSTANO 600 LIRE, E DIPPIU' RICARICABILE", RECLAMIZZATO A 395 LIRE AL MINUTO,

QUANDO IL PRIMO MINUTO COSTA "DIPPIU'" DI 900 LIRE.

ADUSBEF INVIA ULTERIORE DENUNCIA A DISTRATTA ANTITRUST, AD ISTITUTO DI UTODISCIPLINA PUBBLICITARIA (CHE TUTELA INTERESSI DEGLI INSERZIONISTI, NON CERTO DEI CONSUMATORI), DIFFIDA OMNITEL A MODIFICARE TALI PUBBLICITA' FRAUDOLENTE, CHIEDE A GOVERNO, CON INTERROGAZIONE, DI FAR CESSARE FRODE.

Dopo  aver inviato una denuncia ad una  distratta  Antitrust (comunque costretta ad avviare un procedimento); all'Istituto  di Autodisciplina Pubblicitaria IAP (sorto a tutela degli  inserzionisti,  non certo per difendere gli interessi  dei  consumatori); diffidato il secondo gestore dei telefonini chiedendo di ritirare o modificare una campagna pubblicitaria ingannevole e fraudolenta dei diritti degli utenti (solo 195 lire al minuto, quando i primi 54  secondi costano ben 600 lire); chiesto al  Governo,  mediante una interrogazione parlamentare, di intervenire sulle  pubblicità ingannevoli, Adusbef apre una campagna di boicottaggio contro Omnitel: cari consumatori, non acquistate i suoi prodotti, fintanto non effettuerà réclame veritiere e trasparenti !

1,5  milioni di consumatori infatti, secondo  fonti  Omnitel, hanno acquistato "Personal Ricaricabile 195" perché convinti  che tale carta prepagata costasse soltanto "195 lire al  minuto", come recitano  pagine di pubblicità e spot televisivi diffusi sui  più importanti programmi e mezzi di informazione, mentre in realtà i primi 54 secondi costano inconfutabilmente 600 lire.

Nella interrogazione parlamentare, presentata ieri al Senato dal  presidente  del Gruppo Misto, Senatore Mario  Rigo,  Adusbef solleva pesanti interrogativi anche sul ruolo svolto dall'ufficio Pubblicità Ingannevole dell'Antitrust, che sembra aprire o archiviare "a comando" i procedimenti di ingannevolezza, chiedendo conto  al Governo di chiarire quale ruolo abbia assunto e per  quale ragione  la stessa Antitrust tollera pubblicità mistificatorie  e dannose per i diritti dei consumatori.

Adusbef inoltre, ha denunciato l'ultima campagna  pubblicitaria della Omnitel, uscita sui mezzi di informazione a partire  dal 12 aprile, che reclamizza un suo prodotto "DIPPIU'  RICARICABILE" a sole 395 lire al minuto, quando in realtà il primo minuto  costa "DIPPIU'" di 900 lire.

Adusbef  agirà  in tutte le sedi  opportune  (penali, civili, giudiziarie, ecc.) per porre argine alle mistificatorie  campagne pubblicitarie di Omnitel (e/o di altri committenti),che reclamizzano la convenienza dei costi, inducendo in tal modo in errore  i consumatori ad effettuare acquisti di suoi prodotti, mentre nella realtà i costi sono doppi se non tripli rispetto a quanto pubblicizzato in dispendiose e fraudolente campagne pubblicitarie.

Roma, 23.04.1999


 

COMUNICATO STAMPA

PUBBLICITA' MENZOGNERE, INGANNEVOLI E FRAUDOLENTE.

ADUSBEF METTE IN GUARDIA GLI UTENTI DEI TELEFONINI: ATTENTI AL "PERSONAL RICARICABILE OMNITEL 195" ! RECLAMIZZATO (ED ACQUISTATO DA MILIONI DI CONSUMATORI), A 195 LIRE AL MINUTO: I PRIMI 54 SECONDI COSTANO 600 LIRE ! L'ANTITRUST APRE PROCEDIMENTO PER ACCERTARE L'INGANNO, MA INTANTO 1,5 MILIONI DI CONSUMATORI (FONTE OMNITEL) HANNO ACQUISTATO CARTE PREPAGATE CHE COSTANO IL TRIPLO (NEI PRIMI 54 SECONDI) DI QUANTO RECLAMIZZATO DA OMNITEL ! ADUSBEF PREPARA MODULI DI RICORSO, DA PRESENTARE AI GIUDICI DI PACE, PER IL RISARCIMENTO DEI DANNI SUBITI DAGLI UTENTI.

Da  oltre  due mesi, una martellante  campagna  pubblicitaria sulla   carta  stampata  e  sui  mezzi televisivi anche   con "testimonial" popolari (l'ultima réclame televisiva è stata fatta da Alessandro Greco, conduttore di "FURORE" nell'ultima puntata di venerdi 9 aprile 1999,in onda in prima serata su Raidue), invita, invoglia ed  ha persuaso milioni di  consumatori  (1,5  secondo fonti  Omnitel)  ad acquistare "Personal Ricaricabile 195",  una carta  ricaricabile prepagata, perché costa "Solo  195  lire  al minuto".... ma  in realtà, i primi 54 secondi  di  conversazione costano invece 600 lire, il triplo di quanto reclamizzato.

Dopo aver denunciato tale forma di pubblicità ingannevole ad Authority  sulle  TLC  (che  in  una  pubblica audizione, seppur dichiarando la sua incompetenza, ha promesso che avrebbe trasmesso all'Ufficio Pubblicità  Ingannevole i condivisibili  rilievi  di Adusbef),alle Procure della Repubblica di Roma e di Milano, alfine di  valutare  i  presupposti penali di  frode  in  commercio,  ed all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, quest'ultima ha  aperto, seppur  con  notevole  ritardo, un  "procedimento   per accertamento  di pubblicità ingannevole e per  l'adozione  della misura   cautelare  di  sospensione  provvisoria  del messaggio pubblicitario".

Ma intanto 1,5 milioni di consumatori, indotti ad  acquistare "Personal  Ricaricabile  195"  perché costa "Solo 195  lire  al minuto", hanno subìto un notevole danno economico che Adusbef, dopo la  pronuncia dell'Antitrust, e l'eventuale  procedimento  penale, chiederà venga ristorato mediante i ricorsi ai competenti Giudici di Pace.

La  lentezza  dei  procedimenti e la  mancanza  di  sanzioni comminate  per pubblicità ingannevole, mettono infatti al  riparo aziende scaltre ed aggressive le quali, sempre più frequentemente, ricorrono  a campagne pubblicitarie  menzognere, fraudolente   e mistificatorie   per   piazzare  prodotti  o  servizi   che non rispecchiano  affatto  le  caratteristiche  enunciate  nelle  ben studiate  réclame, proprio con la finalità di ingannare il  vasto pubblico dei consumatori.

Roma,13.4.1999


 

COMUNICATO STAMPA

OPA OLIVETTI: LA SCANDALOSA NON PARTECIPAZIONE DEL TESOROALL'ASSEMBLEA TELECOM DIMOSTRA PER CHI TIFA IL GOVERNO. IL RASTRELLAMENTO DI 800 MLD. DI AZIONI TELECOM DA OLIVETTI, IN PARTE VENDUTE LUNEDI PROPRIO PER DEPRIMERE IL TITOLO ED I NORMALI CORSI AZIONARI: QUALE IL PREZZO D'ACQUISTO ?), PUO' COSTITUIRE LA PROVA DI "INSIDER TRADING" SU TELECOM.

QUALI ADEMPIMENTI PER PARTECIPARE ALL'ASSEMBLEA TELECOM ?

ADUSBEF INTEGRA L'ESPOSTO DENUNCIA A PROCURA DI MILANO.

Con la vendita di 24,4 milioni di azioni Telecom al prezzo di 9,7 euro (la Consob ha il dovere di chiarire quale sia stato il prezzo di acquisto e quale la plusvalenza realizzata), Olivetti ha raggiunto due obiettivi: ha incassato denaro contante pari a 9,7 euro, ben sapendo che gran parte dell'Opa ad 11,5 Euro è basata su un'offerta di carta (azioni ed obbligazioni Tecnost); ha schiacciato i titoli Telecom, manipolando il normale corso azionario, non solo dei titoli oggetto dell'Opa ma anche della Borsa Valori.

E' scandaloso che il Tesoro, ancora detentore del 3,4 per cento del capitale Telecom, per la prima volta nella storia, non partecipi all'assemblea Telecom, dimostrando, qualora  fosse necessario per chi tifi per il Governo (alla faccia della presunta neutralità dichiarata), in una vicenda inquietante ed oscura, che solo la magistratura di Milano, alla quale Adusbef ancora una volta ha integrato oggi gli esposti, può chiarire.

Ma la vendita delle azioni Telecom può costituire anche la prova provata, spesso difficile da acquisire, di un "insider trading", ossia dell'uso di informazioni riservate da parte di chi conosceva i piani di scalata ostile, per speculare sui titoli oggetto della futura offerta pubblica di acquisto. A  tal proposito, Adusbef ricorda che la notizia dell'OPA di Olivetti su Telecom, comparsa su La Repubblica con due mesi di anticipo, fu liquidata da Colaninno come ipotesi di fantaeconomia: perché la Consob non intervenne ?

La diserzione del Tesoro dall'assemblea Telecom, fa venire in mente l'invito ad andare al mare di Craxi per non votare il referendum, ma costituisce anche un pessimo esempio della tanto decantata democrazia economica, sancita dalla legge Draghi: il Tesoro, che ha il dovere di partecipare all'assemblea in qualità di azionista di maggioranza relativa,  intende condizionare pesantemente l'esito dell'assemblea del 10 aprile a favore di Colaninno & Soci.

Adusbef, che da oltre 15 anni partecipa alle assemblee degli azionisti, invita i risparmiatori a partecipare a tutte le adunanze dei soci (non soltanto a quella del 9-10 aprile) organizzandosi per far valere i propri diritti, richiedendo il biglietto assembleare alla propria banca 5 giorni lavorativi precedenti allo svolgimento dell'assemblea stessa.

La legge, cosiddetta Draghi, dà la possibilità di esprimere il voto per corrispondenza, e/o di delegare altri azionisti che partecipano all'assemblea anche mediante una raccolta anticipata delle deleghe, da conferire alle associazioni degli azionisti (o dei dipendenti) all'uopo autorizzate.

Roma, 31.3.1999


COMUNICATO STAMPA

CARTE TELEFONICHE PREPAGATE: RECLAMIZZATE A 195 LIRE AL MINUTO (OMNITEL) ED A 280 LIRE AL MINUTO (TIM), IN REALTA' LA PRIMA COSTA 600 LIRE PER I PRIMI 54 SECONDI; LA SECONDA 570 LIRE ! ADUSBEF DENUNCIA L'INGANNEVOLEZZA DELLA CAMPAGNA PUBBLICITARIA PERSONAL RICARICABILE 195 (OMNITEL) "SOLO 195 LIRE AL  MINUTO" AD ANTITRUST ED AUTHORITY TLC, PER I PROFILI DI FALSITA', A PROCURE DELLA REPUBBLICA, PER IPOTESI DI FRODE IN COMMERCIO.

INTANTO LA CORTE DEI CONTI APRE INCHIESTA SULLE MUSICHETTE DI ATTESA NELLE CENTRALINE TELEFONICHE DEGLI UFFICI PUBBBLICI.1.000 MILIARDI L'ANNO IL COSTO DELLE SINFONIE, CON 64 MILIONI DI MONTE ORE ( CIRCA DUE ORE AD UTENTE ) SPRECATE AL TELEFONO !

Le  campagne pubblicitarie di Tim ed Omnitel che invitano  ad acquistare carte prepagate telefoniche ricaricabili reclamizzate a  solo  195 lire al minuto (Omnitel),oppure a solo 280  lire  al minuto (Tim), a giudizio di Adusbef sono ingannevoli e truffaldine dei diritti dei consumatori.

Dopo che numerosi cittadini, indotti ad acquistare "Personal Ricaricabile 195",carta commercializzata da Omnitel, perché costa solo  195  lire al minuto (più I.V.A.),  vistisi  defraudati,  hanno segnalato l'inganno patito (i primi 54 secondi di  conversazione costano  600  lire), Adusbef  ha  immediatamente denunciato  tale fattispecie all'Antitrust ed all'Authority sulle Comunicazioni.

Adusbef  ha  calcolato  infatti che i primi  54 secondi  di Personal Ricaricabile 195,la cui massiccia campagna pubblicitaria ne reclamizza il costo a "solo 195 lire al minuto", costa ben  600 lire:  200  lire alla risposta comprensive di I.V.A. e dei  primi  3 secondi   di  conversazione, mentre  per  i  secondi   successivi, applicando un  conteggio a scatti, il costo è di  200  lire  (I.V.A. inclusa)  ed  ha  una  durata di  10,1 secondi per  la  tariffa ordinaria, 51,3 secondi per la tariffa ridotta.

In  tal  modo Omnitel, a giudizio di  Adusbef, pubblicizza  un costo  indicativo di 195 lire al minuto, più 39 lire di  I.V.A.  che dovrebbe  portare  il costo a 234 lire, ben sapendo che  il  primo minuto ha un costo quasi triplo rispetto a quanto  pubblicizzato, inducendo  in  errore  e danneggiando i  consumatori  indotti  ad acquistare un prodotto reclamizzato in maniera ingannevole. Anche per  poter valutare gli eventuali profili penali (Truffa ?  Frode in commercio ?), Adusbef ha girato le denunce alle Procure.

Analogo  ragionamento  (anche se il sistema di  conteggio  è diverso),deve   essere  applicato  a  Tim:  la pubblicità   che reclamizza i prodotti Tim a sole 280 lire al minuto, è ingannevole e fuorviante visto che il primo minuto di conversazione costa 570 lire, comprensivo di I.V.A. e scatto alla risposta.

Intanto, dopo aver denunciato invano ad  Authority, ministero delle Comunicazioni e ad altri dicasteri, il sistema truffaldino delle  musichette di attesa nelle centraline  telefoniche, le  cui sinfonie  musicali  gravano sui consumatori  per circa 1.000 miliardi di lire l'anno, con una consistente perdita di tempo  (10 minuti al mese,2 ore l'anno pro-capite, che porta a 64 milioni il monte  ore complessivo sprecate al telefono), la Procura  Generale delle Corte dei Conti ha aperto una inchiesta, anche per valutarne l'impatto per le casse dell'erario.

Roma,17.3.1999


 

COMUNICATO STAMPA

LE NUOVE TARIFFE PER CHIAMARE I CELLULARI DAI TELEFONI FISSI DANNO SODDISFAZIONE ALLE RICHIESTE DI ADUSBEF, MA DIMOSTRANO CHE LA NOSTRA VIGILANZA HA SVENTATO IL "GOLPE" TARIFFARIO DELLA BEFANA, CONFEZIONATO CON UN ACCORDO DI CARTELLO TRA TIM ED OMNITEL, PROMOSSO DALL'AUTHORITY TLC.

SE I VECCHI AUMENTI, SPACCIATI PER REGALI, INCIDEVANO PER CENTINAIA DI MILIARDI SUI BILANCI AZIENDALI, COME INCIDERA' L'ODIERNA MANOVRA DELL'AUTHORITY ?

NELL'AUDIZIONE DI DOMANI CHIEDEREMO CHE L'AUTHORITY PROMUOVA ED IMPONGA ALLE IMPRESE, "TARIFFE PULITE".

Come avrà votato l'ex commissario relatore dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (sollevato dall'incarico a  furor di  popolo), che aveva promosso un accordo di cartello tra Tim  ed Omnitel  e difeso la truffaldina manovra tariffaria della  Befana che aumentava i costi delle telefonate, raddoppiava (da 1 a 2) lo scatto alla risposta, affermando fino all'ultimo che i consumatori ci avrebbero guadagnato di certo perché le imprese ci rimettevano centinaia di miliardi l'anno ?

La manovra dell'Authority per chiamare i telefonini dai  telefoni  fissi, diffusa oggi dalle agenzie di stampa, sembra semplificare  e disboscare una giungla tariffaria, un  labirinto  di offerte  confezionate  al di fuori di ogni elementare  regola  di trasparenza, ma soprattutto dimostra che avevamo ragioni da  vendere nel contestare la "beffa della Befana" !

Prima di cantare vittoria, occorre impegnare l'Authority  in una  ulteriore operazione di trasparenza e chiarezza tariffaria: com'è  possibile tollerare infatti che Tim ed  Omnitel,  attirino milioni di consumatori ad acquistare carte prepagate che  costano il  doppio o il triplo di quanto reclamizzato, ossia 195  lire  al minuto per i prodotti Omnitel, 280 per quelli Tim, quando il primo  minuto di conversazione costa 600 lire per Omnitel, 570  lire per Tim ?

Adusbef, nell'audizione  di  domani alle  ore  15,30  davanti l'Authority,  chiederà che venga urgentemente avviata una  campagna, che si potrebbe denominare "tariffe pulite", che imponga al le imprese di pubblicizzare gli effettivi costi delle tariffe applicate, sanzionando severamente quelle massicce campagne pubblicitarie (tuttora in atto), menzognere, ingannevoli, non veritiere dei  diritti dei consumatori che pretendono informazioni  commerciali non fraudolente.

Roma, 17.3.1999


COMUNICATO STAMPA

TARIFFE FISSO-MOBILE: L'AUTHORITY NON DECIDE I RIBASSI, NE' DISBOSCA LA GIUNGLA TARIFFARIA. INAUGURA STRATEGIA NUOVA PER ANNUNCIARE DIMINUZIONI TARIFFARIE (SULLE QUALI ADUSBEF INVITA I CONSUMATORI A DIFFIDARE) TENTANDO COSI' DI INGANNARE, A COLPI DI ANNUNCI, LA PUBBLICA OPINIONE !

L'AUTHORITY DIMOSTRA COSI' GRANDE SOLERZIA NEL DELIBERARE RINCARI DEL CANONE, PARTITI DAL 1 MARZO: PER LE DIMINUZIONI I CONSUMATORI DOVRANNO ATTENDERE I COMODI DI "LORSIGNORI" !

Dopo  il  "golpe  tariffario" della Befana  e  l'accordo  di cartello  tra Tim ed Omnitel promosso proprio da un  commissario dell'Autorità  per  le Garanzie nelle  Comunicazioni,  che  aveva difeso  fino all'ultimo i rincari tariffari sventati a  furor  di popolo, l'Authority inaugura una nuova strategia per tentare  di imbrogliare la pubblica opinione: annuncia (da  diversi  giorni) l'imminenza  di  diminuzioni  tariffarie,  le  cui  delibere   di accompagnamento  dovevano  essere assunte dapprima  entro  il  15 febbraio,   rimandate   a   fine febbraio,   poi   l'8   marzo, successivamente il 9 marzo, oggi, domani, chissà quando....

Il  comportamento  dilatorio dell'Autorità è poco  serio  ed oltretutto  è anche irriguardoso verso le aspettative di  milioni di consumatori, che non possono attendere all'infinito i  comodi di "lorsignori" in tutt'altri interessi affaccendati, fuorchè nel tutelare  i  diritti degli utenti dai  quotidiani  soprusi  delle compagnie telefoniche.

Le "veline" fatte uscire appositamente dall'Autorità per  le Garanzie nelle Comunicazioni, tendenti ad annunciare (da circa un mese)  le  imminenti  (ma  finora  sempre  rinviate)  diminuzioni tariffarie,  fanno parte  di  una  ben  studiata  strategia  per confondere utenti e pubblica opinione.

La maggior parte dei quotidiani di oggi hanno riportato  che l'Authority  avrebbe studiato diminuzioni tariffarie  oscillanti dal  9 al 15 per cento: per le chiamate da  casa  ai  telefonini family  nelle  ore di punta, si dovrebbe  passare  dalle  attuali 1.829  lire al minuto a 1.555 lire al minuto (a fronte  di  1.200 lire  richieste dall' Unione Europea); per le chiamate  verso  i cellulari business, dovrebbero essere ridotte le fasce da quattro a due, con la tariffa di picco che dovrebbe scendere a 720 lire al minuto dalle attuali 796 lire; mentre per i 16 milioni di  utenti family,  le  tariffe weekend dovrebbero restare a  204  lire  al minuto (IVA compresa).

Gli atti finora assunti dall'Authority per le Garanzie nelle Comunicazioni,  che ha sempre deliberato contro i  diritti  degli utenti, hanno insegnato a diffidare: Adusbef attende  quindi  di verificare  le decisioni che l'Autorità dovrà assumere per  poter valutare se porteranno o meno gli annunciati ribassi  tariffari dal 9 al 15 per cento !

Roma, 10.3.1999


 

 COMUNICATO STAMPA

TARIFFE TELEFONICHE: DAL 1 MARZO,VANNO IN VIGORE GLI AUMENTI,MA PER I RIBASSI PREVISTI, I CONSUMATORI DEVONO ATTENDERE !

L'AUTORITA' PER LE GARANZIE (DI CHI ?) BEFFA ANCORA UNA VOLTA MILIONI DI CONSUMATORI,DIMOSTRANDO LA SUA LAMPANTE INUTILITA' NEL TUTELARE I DIRITTI DEGLI UTENTI. GOVERNO TROPPO DISTRATTO !

L'AUMENTO DEL CANONE GRAVERA' PER 216 MILIARDI ANNUI LORDI, SULLE SPALLE DELLE FAMIGLIE E DEI CONSUMATORI !

L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che dovrebbe tutelare  anche  i  diritti dei consumatori, ma  che finora  ha garantito  soltanto  gli interessi delle imprese,  ha  dimostrato inusuale  sollecitudine  nel far partire gli aumenti  del  canone telefonico,600  lire al mese per le utenze  familiari, 1.200  lire per  le utenze affari, in vigore dal primo marzo prossimo, ma  non altrettanta  solerzia nel deliberare le  conseguenti diminuzioni sulle tariffe interurbane ed internazionali.

Ancora una volta Adusbef deve richiamare l'attenzione  della pubblica  opinione  su questa ennesima beffa, che si  consuma  in silenzio  e con la complicità di un Governo troppo  distratto,  a danno di 25 milioni di utenti dei servizi telefonici.

Dal 1 marzo, gli utenti dei servizi telefonici dovranno così pagare un canone più salato (uno dei più alti in Europa a  parità di potere di acquisto),ma non potranno usufruire delle pur  lievi diminuzioni delle tariffe internazionali ed interurbane.

I  cinque milioni di utenti "affari", pagheranno così  380.160 lire  annuali di canone, 63.360 lire bimestrali, con un aumento  di 14.400  lire (IVA compresa), che frutterà 60 miliardi per  Telecom Italia,12 miliardi per il fisco. Mentre  i 20 milioni di utenti famigliari, vedranno  crescere il  loro canone annuo, dalle attuali 234.720 lire a  241.920  lire (39.730 lire a bimestre), generando maggiori introiti annui pari a 120 miliardi per Telecom Italia, 24 per il fisco.

Tale manovra costerà pertanto 216 miliardi annui così ripartiti: 180  entreranno nelle casse di Telecom, 36 miliardi in quelle  del fisco, mentre  gli  utenti di Telecom, devono ancora  aspettare  le calende  greche per vedersi rimborsati centinaia di  miliardi  di tassa sui campanelli" ed anticipo conversazioni.

Adusbef  per non far consumare tale intollerabile  beffa  a danno  dei cittadini, chiede che quanto meno, venga deliberata  la retroattività, al  1  marzo  1999,delle  diminuzioni  tariffarie internazionali ed interurbane.

Roma,27.2.1999


COMUNICATO STAMPA

OPA OLIVETTI SU TELECOM: CHE COSA E' ANDATO A FARE, IL PRESIDENTE CONSOB SPAVENTA, A PALAZZO CHIGI ? E' ANDATO A PRENDERE ORDINI, OPPURE A RIVELARE SEGRETI INCONFESSABILI SUI MOVIMENTI DEI TITOLI PROTAGONISTI E/O OGGETTI PASSIVI DELL'OPA? DOVE SONO I LIBERISTI DEI PARTITI DI MAGGIORANZA E DI OPPOSIZIONE, SILENTI SU UN FATTO SCANDALOSO ?

CHE COSA SUCCEDEREBBE SE IL PRESIDENTE DELLA SEC, NEL BEL MEZZO DI UNA SCALATA, ANDASSE DAL PRESIDENTE CLINTON A CHIEDERE LUMI?

Nel bel mezzo della bufera provocata dalla scalata ostile di Olivetti  a Telecom, già benedetta dal Governo nonostante  fosse prevalentemente  basata sull'indebitamento, il presidente  della Consob  Luigi Spaventa non trova di meglio che andare  a  Palazzo Chigi, per incontrare il Presidente del Consiglio Massimo D'Alema.

Che cosa è andato a fare il presidente Spaventa ? A prendere ordini  dal  Governo per pilotare interventi e decisioni  che  la Consob dovrà assumere sulla vicenda ? E' andato a riferire  sugli anomali scambi registrati sui titoli nei giorni precedenti l'ufficializzazione dell'Opa, oggetto di indagine Consob per sospetto di insider trading, avviata soltanto dopo l'apertura di fascicoli dei magistrati di Roma e Milano ?

La Consob, che non è mai stata indipendente dal potere politico,  con  la visita a Palazzo Chigi, svoltasi proprio  nel  bel mezzo dell' Opa (a giudizio di Adusbef poco trasparente ed oscura) di Olivetti su Telecom, ha toccato il fondo della sua credibilità agli occhi di qualsiasi osservatore: le Autorità, per essere credibili, devono restare indipendenti e separate dal potere politico ed economico. Che cosa succederebbe negli USA, la cui democrazia economica è diuturnamente richiamata da tanti aspiranti liberali, se nel bel mezzo di una scalata ostile, il presidente della SEC (Security Exchange Commission ) andasse a riferire o a chiedere lumi al presidente Clinton?

Adusbef, i risparmiatori ed il mercato attendono chiarimenti ed informazioni  tranquillizzati, per la verità, non già dallo strano silenzio dei liberisti  militanti nei partiti di maggioranza e di opposizione, ma dall'indagine  aperta dalla Procura di Milano, assegnata ad un  magistrato di altissimo profilo professionale, che ha saputo districare,  in passato,  matasse finanziarie ingarbugliate da incroci societari e scatole cinesi piramidali, domiciliate nei paradisi fiscali.

Roma, 26.2.1999


 

COMUNICATO STAMPA

OPA OLIVETTI SU TELECOM: ADUSBEF HA DEPOSITATO STAMANE DUE ESPOSTI DENUNCE ALLE PROCURE DI ROMA E MILANO, CHIEDENDO DI ACCERTARE SE L'OPERAZIONE DI SCALATA NON ABBIA COSTITUITO TURBATIVA DEI MERCATI E VIOLAZIONE DELLA LEGGE "INSIDER TRADING".

Alle ore 12,40 di stamani, come preannunciato, Adusbef ha depositato due esposti denunce, alle Procuredella Repubblica di Roma e di Milano, chiedendo di accertare se la velleitaria intenzione di scalare Telecom Italia da parte di Olivetti, tramite una colossale operazione di "leverage buy out", consistente nel tentativo ambizioso di acquisire Telecom con i soldi di Telecom, la cui Opa è stata respinta dalla Consob, non abbia integrato i reati di turbativa dei mercati e violazione della legge sull'insider trading.

Durante questa avventura, sonoramente bocciata dalla Consob anche perché l'Opa non conteneva elementi essenziali quale l'indicazione temporale dell'offerta pubblica di acquisto, ed il nulla osta governativo alla vendita di Omnitel prima del 31.12.1999, sono stati certamente modificati i normali corsi azionari dei titoli oggetto dell'operazione con la conseguente possibilità per investitori, più o meno istituzionali, di realizzare consistenti guadagni.

Ma si può anche ipotizzare che, comuni risparmiatori, indotti ieri ad acquistare titoli Telecom, Tim e Tecnost, potrebbero  subire in futuro consistenti perdite.

Per ridare trasparenza ad una operazione condotta con criteri  poco chiari, Adusbef ha chiesto di verificare se l'impennata di scambi e di prezzi sui titoli Telecom, Tim, Olivetti e Tecnost, protagonisti e oggetto dell'Opa, non sia stata prodotta anche con artifici tali da modificare il corso dei mercati, in violazione dell'art.501 del Codice Penale.

Infine, se tale avventura finanziaria poteva essere ideata senza l'avallo preventivo del Governo, che poteva o meno  esercitare  il diritto, previsto nello Statuto Telecom, della "golden share" e del nulla osta alla vendita di Omnitel.

Roma, 23.2.1998


 

COMUNICATO STAMPA

RASTRELLAMENTO IN BORSA DEI TITOLI TELECOM: SEMPRE PIU' SCANDALOSA L'INERZIA DELLA CONSOB ! DELLE DUE L'UNA: O NON SI ACCORGE DI QUANTO ACCADE IN BORSA, OPPURE NON INTERVIENE PREVENTIVAMENTE, PER NON DISTURBARE IL MANOVRATORE DI TURNO !

IL PIANO DI SCALARE TELECOM DA PARTE DI OLIVETTI, ERA BEN CONOSCIUTO DA TUTTI, PERFINO PUBBLICATO 3 MESI FA DA REPUBBLICA, ECCETTO CHE DALLA CONSOB ! CONSOB ESIGA GLI IMMEDIATI DETTAGLI DEL PIANO DI SCALATA, ANCHE PER IMPEDIRE CHE VENGA ACQUISITA TELECOM ITALIA CON I SOLDI DI TELECOM, DANNEGGIANDO IL "PARCO BUOI", CHE POTREBBE RESTARE CON IL CERINO ACCESO IN MANO! ADUSBEF INTEGRA DENUNCIA INSIDER, A PROCURE ROMA E MILANO.

Il 7 ottobre 1998, Adusbef presentò un esposto alle  Procure della  Repubblica di Roma e di Milano, chiedendo di accertare se le dichiarazioni effettuate e poi smentite su ricavi, utili  e piano industriale dagli alti dirigenti di Telecom, non facessero parte di una ben studiata strategia per renderla  scalabile, svilire il valore del titolo (sceso in una seduta sotto le  9.000 lire), configurando il reato di "insider trading".

Anche in quella occasione, che provocò angoscia al popolo dei risparmiatori, per il titolo deprezzato di  oltre  2.000 punti rispetto al collocamento, con un "incidente" che costò le dimissioni di Rossignolo, la Consob non brillò per solerzia, volta ad individuare le grandi manovre che si registravano su Telecom.

Circa tre mesi orsono ,un bravo giornalista economico del quotidiano "La  Repubblica", pubblicò un dettagliato articolo, smentito il giorno seguente, che conteneva il piano predisposto da Olivetti per scalare Telecom Italia: chiese mai lumi, la Consob, per chiarire i contorni di quella operazione ed assicurare la necessaria trasparenza al mercato ?

Soltanto ieri sera, dopo che "i buoi sembra siano scappati", Consob ha chiesto chiarimenti ad Olivetti circa il lancio di un' Opa  da 100 mila miliardi per acquistare il 100 per  cento  di Telecom Italia, con dettagli oscuri e poco trasparenti: sembra che, secondo quanto pubblicato da alcuni quotidiani, l'offerta pubblica (Opa) prevederebbe il pagamento per la metà in  contanti e per l'altra metà con azioni della stessa offerente.

Telecom Italia, che vedrà ridimensionato il suo "core business" dalla  concorrenza, capitalizza quasi  90 mila  miliardi, la sua controllata Tim, quasi 70 mila miliardi: non sarà che i grandi prestigiatori  finanziari, ben consigliati dai  soliti oligarchi, usciti dalla scuola di Bankitalia e ramificati, alla stessa stregua di una grande piovra, in tutti i posti che contano, compreso Governo, Autorità varie, grandi aziende, enti e banche, riusciranno ad acquistare Telecom con il patrimonio di Telecom ?

Il lancio di una Opa di tale portata, per essere credibile e trasparente, dovrà individuare chi è in grado di pagare il conto, mentre chi vigila sui mercati, deve impedire, sia la  possibilità di speculare sulle informazioni riservate, che far restare, con il cerino acceso, i piccoli risparmiatori.

Proprio  per la mancata trasparenza di questa operazione e per gli omessi controlli preventivi, Adusbef ha integrato,  alle Procure della Repubblica di Roma e Milano, la denuncia per insider trading inoltrata il 7 ottobre 1998.

Roma, 19.2.1999


 

COMUNICATO STAMPA

TARIFFE TELEFONICHE: LE OFFERTE TARIFFARIE WIND (SE CONFERMATE), SARANNO LE PIU' CONVENIENTI PER GLI UTENTI CHE FARANNO UN USO MODERATO DEL TELEFONO

Sebbene ancora non pienamente smantellate, le rendite di posizione del gestore di telefonia pubblica cominciano a risultare insostenibili: l'ingresso di Infostrada aveva evidenziato la possibilità di un discreto abbattimento dei costi delle telefonate interurbane ed internazionali, e la stessa Telecom s'era vista obbligata a "ribilanciare" verso il basso i costi delle comunicazioni extraurbane.

Le indiscrezioni sui probabili livelli tariffari applicati dal nuovo gestore, Wind, che opererà dal 1° marzo, dimostrano come sia possibile tagliare ancora i costi, aprire il mercato alla concorrenza ed apportare, come da manuale di Economia classica, notevoli benefici per i consumatori.

Nelle tabelle allegate, Adusbef ha messo a confronto i costi di interurbane ed internazionali definiti, per le ore di punta, dai tre gestori (Telecom, Infostrada e Wind) per il primo minuto di telefonata e per comunicazioni di tre e cinque minuti. E' evidente la politica dell'ultimo gestore in competizione: Wind incide fortemente sui costi delle telefonate più brevi ( uno - tre minuti), mentre per quelle dai cinque minuti ed oltre decide di non competere con Infostrada, la più economica dai cinque minuti in poi.

Per comunicazioni di un minuto, Wind, infatti, taglia i costi del 40 per cento per le telefonate "regionali" (0,15 Euro per Wind, 0,26 Euro per gli utenti Telecom); del 29 per cento sulle interurbane nazionali (0,19 Euro contro 0,26 di Telecom), del 21 per cento per quelle internazionali (0,34 Euro contro 0,64 Euro di Telecom). Infostrada si colloca su posizioni mediane.

Se la comunicazione dura tre minuti, il vantaggio per l'utente Wind rispetto a quello Telecom è del 25 per cento (0,46 Euro contro 0,61 Euro) per le "regionali", dell' 8 per cento per le "nazionali" (0,56 contro 0,61 Euro), del 21 per cento sulle "internazionali" (1,02 contro 1,30 Euro). Per telefonate da cinque minuti in su, torna ad essere conveniente Infostrada ("regionali" a parte): le "nazionali" sono del 5 per cento più basse di quelle Telecom (0,91 Euro contro 0,96), le internazionali del 13 per cento (1,70 Euro contro 1,96).

Per quanto riguarda le comunicazioni da fisso a mobile, Infostrada applica tariffe più basse anche di Wind già a partire dalla durata di un minuto. Unica eccezione, la telefonata di un minuto da fisso a cellulare "affari". A queste valutazioni si aggiunga che Wind non impone alcun canone fisso. Per chi è abituato a telefonate brevi, il vantaggio del nuovo gestore è ancora più evidente.

Al contrario di quanto affermato dalle demenziali pubblicità Telecom, possibili tramite i forti investimenti pubblicitari derivanti da rendite monopolistiche, secondo le quali un prolungato uso del telefono, riesce ad allungare la vita ("IL TELEFONO ALLUNGA LA VITA"), Adusbef consiglia di fare telefonate brevi, sulle quali è ben tarata l'offerta (ed il risparmio) Wind.

Roma, 15.2.1999

 

I TRE GESTORI A CONFRONTO

TELESELEZIONE - ORA DI PUNTA

COSTI (compresa IVA) DEL PRIMO MINUTO DI TELEFONATA

 

 

TELECOM

INFOSTRADA

WIND

 

 

Lire

Euro

Lire

Euro

Lire

Euro

REGIONALE

Fissa

495

0,26

426

0,22

300

0,15

NAZIONALE

Fissa

495

0,26

474

0,24

360

0,19

INTERNAZION. (*)

Fissa

1.230

0,64

1.140

0,59

660

0,34

CELLULARE FAMILY

Mobile

1.981

1,02

1.650

0,85

1.680

0,87

CELL. BUSINESS

Mobile

914

0,47

810

0,42

720

0,37

 

TELESELEZIONE - ORA DI PUNTA

COSTI (compresa IVA) PER TELEFONATA DI 3 MINUTI

 

 

TELECOM

INFOSTRADA

WIND

 

 

Lire

Euro

Lire

Euro

Lire

Euro

REGIONALE

Fissa

1.179

0,61

978

0,51

900

0,46

NAZIONALE

Fissa

1.179

0,61

1.122

0,58

1.080

0,56

INTERNAZION. (*)

Fissa

2.514

1,30

2.220

1,15

1.980

1,02

CELLULARE FAMILY

Mobile

5.639

2,91

4.650

2,40

5.040

2,60

CELL. BUSINESS

Mobile

2.506

1,29

2.130

1,10

2.160

1,12

 

TELESELEZIONE - ORA DI PUNTA

COSTI (compresa IVA) PER TELEFONATA DI 5 MINUTI

 

 

TELECOM

INFOSTRADA

WIND

 

 

Lire

Euro

Lire

Euro

Lire

Euro

REGIONALE

Fissa

1.863

0,96

1.530

0,79

1.500

0,77

NAZIONALE

Fissa

1.863

0,96

1.770

0,91

1.800

0,93

INTERNAZION. (*)

Fissa

3.798

1,96

3.300

1,70

3.300

1,70

CELLULARE FAMILY

Mobile

9.297

4,80

7.650

3,95

8.400

4,34

CELL. BUSINESS

Mobile

4.098

2,12

3.450

1,78

3.600

1,86

 

(*) Riportiamo il caso di comunicazioni verso USA e Canada.


  

COMUNICATO STAMPA

L'Authority per le garanzie nelle comunicazioni, senza autorità nei confronti aziende telefoniche, deve ricorrere all'Antitrust, un'altra Authority.

Costi e risultati convincono Adusbef a chiederne lo scioglimento.

Il colpo di mano sulle tariffe "da postazione telefonica fissa a telefoni cellulari" è un fatto gravissimo. Denota tra l'altro la risibile considerazione che le aziende telefoniche hanno dell'Authority per le Comunicazioni: il cartello TIM-OMNITEL è stato in grado di annullare le decisioni della stessa Autorità, che il 22 dicembre aveva affidato a Telecom la gestione delle tariffe da "fisso a mobile".

Per questa nuova situazione, Adusbef intraprenderà una serie di iniziative:

Dispiace dover affrontare ancora una volta il problema relativo alla miriade di Autorità istituite negli ultimi tempi, ai loro costi, alla lori attività. In particolare, l'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, con retribuzioni pari a quelle della Banca d'Italia ed adeguati bilanci miliardari, non sembra godere di alcuna "autorità" nei confronti delle aziende di settore, tanto meno di "autorevolezza". Si rifletta sulla ridicola situazione in cui si è venuta a trovare con le ultime vicende: la Telecom, senza tema di censure, si permette di impostare un messaggio pubblicitario sulle variazioni tariffarie (comprese quella da "fisso a mobile"), nei seguenti termini: "La Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha modificato le tariffe telefoniche", ecc. L'Authority dichiara di sentirsi strumentalizzata e decide di chiamare in causa l'Antitrust, cioè un'altra Authority, per l'ingannevolezza del messaggio.

Siamo pronti per l'istituzione di una Authority sulle Authorities: i poteri forti sono in grado di imporre "Autorità" deboli, di valenza solo nominale. Anche per questo, Adusbef chiederà lo scioglimento della disutile e costosa Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

Roma, 7 gennaio 1999

 


 

COMUNICATO STAMPA

IN AFFANNO L'AUTHORITY PER LE TELECOMUNICAZIONI NEL DIMOSTRARE I VANTAGGI PER GLI UTENTI DELLA MANOVRA SU TARIFFE TELEFONICHE.

AUMENTI CERTI PER 216 MILIARDI L'ANNO.

Aumento di 1.200 lire a bimestre (7.200 l'anno) per il canone "famiglia" e di 2.400 lire (14.400 l'anno) per quello "affari". Questi i dati certi dell'intervento dell'Authority per le Tlc. Complessivamente, i clienti Telecom sborseranno 216 miliardi di lire (IVA compresa) in più all'anno per via dell'aumento del canone fisso.

Le affannate valutazioni dell'Authority circa l'impatto della manovra sono commoventi, e chiedono soccorso alla statistica dei due polli: le famiglie che effettuano normalmente telefonate extraurbane, risparmierebbero 400 lire mensili (4.770 l'anno), molto di più gli utenti "affari"; la Telecom, nel complesso, avrebbe minori ricavi per 540 miliardi di lire per via della riduzione delle tariffe interurbane ed internazionali.

E' vero invece che, se non riducesse queste tariffe, la Telecom andrebbe incontro a perdite ben più consistenti, per via della concorrenza operata dai nuovi operatori nel settore delle telefonate extraurbane. La richiesta iniziale della Telecom mirava, infatti, a recuperare le minori entrate per interurbane ed internazionali, attraverso l'aumento delle tariffe urbane, scorrettezza comune ad ogni azienda con cultura ed abitudini da monopolista: forzare i settori senza concorrenti per poter competere (finanziariamente, non per efficienza) sugli altri versanti.

L' Authority ha pertanto deciso a favore della Telecom e contro gli utenti: ogni tentativo di giustificazione genera solo perdita di credibilità; oltretutto, l'ntervento sulle urbane è solo rinviato. Come è rinviato (se mai fu preso in considerazione) l'intervento sulla tassa sull' "ignoranza" (per canone di noleggio), su quella dei "campanelli" (suoneria), sulle doppie spine, sull'anticipo conversazioni, sulle musichette d'attesa, che generano introiti di migliaia di miliardi, ormai scambiati anche dall'Authority per "diritti acquisiti" a carico dei cittadini e che Adusbef va denunciando da anni.

Se proprio volesse "ribilanciare", l'Authority per le Telecomunicazioni dovrebbe operare come quella per l'Elettricità ed il Gas: taglio oggettivo delle tariffe del 7 per cento ( meno 12 lire per kilowatt/ora).

Roma, 23 dicembre 1998


 

COMUNICATO STAMPA

TARIFFE TELEFONICHE: DELIBERE A SENSO UNICO DELL'AUTHORITY PER LE GARANZIE NELLE T.L.C.

Le delibere a senso unico dell'Authority per le Garanzie nelle Comunicazioni, vere strenne natalizie per Telecom Italia, che accetta e ringrazia per la gentile concessione incamerata in acconto (le altre due stangate ci saranno a Pasqua ed a Ferragosto), confermano le dichiarazioni del presidente Scalfaro e quelle più recenti dell'on. Violante: "Ci sono troppe Authority e non si sa bene a chi rispondono".

Le Authority, salvo rare eccezioni, deliberano ad esclusivo favore delle imprese violando gli elementari diritti dei cittadini: così la Banca d'Italia tutela i particolari interessi delle banche, l'Isvap quelli delle Compagnie di assicurazioni, la Consob non muove un dito per garantire i diritti dei risparmiatori ed in tale andazzo, l'Authority sulle TLC, deliberando a senso unico, si sente autorizzata ad assecondare gli interessi della Telecom.

Ma un' Authority che voglia farsi rispettare ed acquisire credibilità, deve garantire anche i diritti dei consumatori utenti di Telecom Italia costretti, nell'indifferenza generale, a pagare migliaia di miliardi l'anno di tassa sui campanelli, per musichette di attesa nelle centraline telefoniche degli uffici pubblici offerte in comodato gratuito da Telecom per incrementare il traffico telefonico, di anticipo conversazioni trattenute con prepotenza e mai restituite.

Ed il ciarliero commissario Gargani, che aveva strombazzato, per farsi pubblicità a buon mercato, di voler abolire il canone telefonico fisso -"perché dietro il suo pagamento non vi era alcun corrispettivo di servizio"-, dopo la sonora bocciatura della sua proposta (ed Adusbef ha forti dubbi che sia mai stata presentata) che al contrario ha generato un aumento del canone fisso, dopo i due aumenti successivi (l'ultimo ad aprile 1998) troverà compatibile la sua permanenza all'Authority ?

L' Authority per le Garanzie (di chi ?) nelle Comunicazioni, che si sta caratterizzando come un carrozzone costoso, inefficiente quanto inutile, mentre trova il tempo di assecondare le richieste di Telecom, facendo passare addirittura per "perdite entro i 400 miliardi" la manovra tariffaria (ma un'azienda seria, che sta su un mercato in competizione, e che risponde ai suoi azionisti, può chiedere manovre che possono arrecare perdite pari a 400 miliardi nel bilancio ?), non trova il tempo di tutelare i diritti di 20 milioni di cittadini.

L' Authority consente inoltre che Telecom lucri decine di miliardi a carico di ignari abbonati con il combinato disposto RAI-CARRAMBA, grazie a meccanismi truffaldini che conteggiano milioni di scatti a settimana anche se non si prende la linea, non trova alcuna censura sulla demenziale, diseducativa campagna pubblicitaria, in onda a reti unificate Rai-Mediaset, che invita, cercando di persuade i consumatori ad effettuare lunghe telefonate, perché se stai almeno 10 minuti al telefono in una comunicazione interurbana ed internazionale, Telecom te ne "regala" altri 10.

A quale santo occorre rivolgersi, nell'anno primo dell'era dalemiana, per tutelare i diritti di cittadini?

Roma, 22.12.1998



COMUNICATO STAMPA

TARIFFE TELEFONICHE: E' SERIO CONCEDERE GLI AUMENTI RICHIESTI DA TELECOM, CON L'ESPEDIENTE DELL'ACCONTO SENZA PRIMA VERIFICARNE LA TRASPARENZA DEI CONTI?

ADUSBEF TEME CHE NONOSTANTE LE SOLENNI DICHIARAZIONI, L'AUTHORITY SULLE TLC ASSECONDI (CON IL TRUCCO DELLA CONCESSIONE A RATE) TUTTE LE RICHIESTE DI TELECOM: AUMENTO DEL 22 PER CENTO TARIFFE URBANE, 2.000 LIRE MEDIE SU CANONE MENSILE: 1.700 FAMIGLIE; 3.600 AFFARI.

DIRIGENTI TELECOM ISCRITTI NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI PER I REATI DI TRUFFA, APPROPRIAZIONE INDEBITA E FRODE.

Senza aspettare la relazione della KPGM, la società di revisione che sta esaminando i conti di Telecom (ma allora perché spendere risorse pubbliche per far analizzare i bilanci ?)sembra che l'Authority sulle TLC stia preparando una sorpresa che gli italiani troveranno sotto l'albero per le imminenti festività natalizie: la prima tranche di un aumento delle tariffe urbane pari al 7 per cento, che farebbe passare il costo dello scatto da 127 a 136 lire, una diminuzione di interurbane ed internazionali.

E poiché la manovra prevista in tre fasi, si dovrà concludere nel settembre prossimo, Adusbef teme che dopo il regalo natalizio si prepari anche la sorpresa pasquale con un'Authority orientata ad assecondare, in 3 rate, le richieste che Telecom presentò l'8 agosto: aumento delle urbane del 22 per cento; del canone mensile pari a 1.700 lire per le utenze famigliari,3.600 per le utenze affari (dove non c'è concorrenza); diminuzione di interurbane ed internazionali, per aiutare Telecom a combattere la concorrenza.

L'Authority, composta da taluni rappresentanti che sono stati molto vicini al gruppo Telecom, mentre trova il tempo di assecondarne le richieste, non ha ancora trovato la volontà di esaminare i numerosi abusi, dettagliatamente denunciati da Adusbef, che il gruppo telefonico pratica disinvoltamente a danno di milioni di consumatori: la tassa sui campanelli pari a 750 miliardi l'anno; le musichette di attesa nelle centraline pari a 1.000 miliardi l'anno; la mancata restituzione dell'anticipo conversazioni, pari a 800 miliardi di lire.

Ciò che non affronta l'Authority, preciso dovere per un'autorità di garanzia che voglia dimostrare indipendenza, è pero affrontato dai tribunali della Repubblica: Adusbef denunciò alcune pratiche truffaldine a 10 Procure, il 14 settembre 1998, chiedendo di accertare se nei comportamenti messi in atto da Telecom  Italia, che nonostante precise volontà degli utenti, continua a riscuotere la "tassa sui campanelli", non si nascondino i reati di truffa ed appropriazione indebita.

Ad Adusbef risulta che alcune preture, tra cui quella di Roma, abbiano aperto un fascicolo ed iscritto i dirigenti Telecom nel registro degli indagati, per i reati di truffa, appropriazione indebita e frode in commercio.

Roma, 3 dicembre 1998

 


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