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Allegato 2
PROCEDURE DI RIFERIMENTO PER IL PRELIEVO E L'ANALISI DEI CAMPIONI
Criteri Generali
I criteri descritti nel presente allegato si applicano ad ogni fase di indagine,
campionamento e analisi da svolgere per la caratterizzazione dei siti inquinati,
tra cui:
1. Campionamenti, indagini e analisi da svolgere, a carico dei privati o
dell’autorità pubblica, per accertare il superamento dei valori di
concentrazione limite accettabili stabiliti nell’Allegato 1, inserire il sito
nell’Anagrafe dei siti da bonificare e procedere alla presentazione del progetto
di bonifica. Qualora l’autorità competente ritenga che il campionamento e le
analisi svolte non siano corrispondenti ai criteri di seguito indicati, potrà
richiedere approfondimenti e modifiche di indagine e potranno essere svolte
analisi a carico dell’autorità pubblica
2. Piano di investigazione iniziale così come indicato nell’Allegato 4
3. l’eventuale investigazione di dettaglio così come indicato nell’Allegato 4
4. ogni altro campionamento, indagine e analisi finalizzati alla definizione del
livello di inquinamento e della redazione del progetto di bonifica.
Selezione dell’ubicazione dei punti di campionamento
L’ubicazione dei punti di campionamento deve essere stabilita in modo da
corrispondere agli obiettivi indicati nei criteri generali.
Per ogni matrice ambientale investigata (suolo, sottosuolo, materiali di
riporto, acque sotterranee, acque superficiali, atmosfera del suolo) e per gli
ammassi di rifiuti stoccati, si possono presentare due principali strategie per
selezionare l’ubicazione dei punti di sondaggio e prelievo:
1. la scelta è basata sulla caratterizzazione del sito e sul modello concettuale
fornito e può essere mirata a verificare le ipotesi formulate sulla presenza di
contaminanti o sulle caratteristiche ambientali del sito
2. la scelta della localizzazione dei punti è effettuata sulla base di un
criterio di tipo casuale o statistico, ad esempio campionamento sulla base di
una griglia predefinita o casuale; questa scelta è da preferirsi ogni volta che
le dimensioni dell’area o la scarsità di informazioni storiche e impiantistiche
sul sito non permettano di ottenere una caratterizzazione soddisfacente e di
prevedere la localizzazione delle più probabili fonti di contaminazione.
Suolo, sottosuolo e materiali di riporto eventualmente presenti in loco
Data la particolare eterogeneità delle matrici ambientali suolo, sottosuolo e
acque sotterranee, il campionamento e le analisi dovranno essere effettuate in
modo da fornire un campione rappresentativo della reale concentrazione di una
determinata sostanza nello spazio, cioè nell’area e nel volume campionati, e
l’evoluzione della concentrazione nel tempo.
Nel caso in cui si proceda con una disposizione a griglia, il lato di ogni
maglia potrà variare da 25 a 100 m a seconda del tipo e delle dimensioni del
sito oggetto di indagine. I punti di indagine possono essere localizzati in
corrispondenza dei nodi della griglia (ubicazione sistematica) oppure
all'interno di ogni maglia in posizione opportuna (ubicazione sistematica
casuale), oppure posizionati casualmente all’interno delle maglie della griglia
a seconda dei dati conoscitivi ottenuti dalla fase di indagine preliminare o
della situazione logistica (presenza di infrastrutture, ecc.).
Sulla base delle dimensioni del sito da investigare si possono fornire le
seguenti indicazioni:
<10.000 m2: almeno 5 punti
10.000 - 50.000 m2: da 5 a 15 punti
50.000 - 250.000 m2: da 15 a 60 punti
250.000 - 500.000 m2: da 60 a 120 punti
> 500.000 m2: almeno 2 punti ogni 10.000 m2
La profondità del prelievo di suolo, sottosuolo o materiali di riporto varia con
la necessità di caratterizzare l’area dal punto di vista geologico e
idrogeologico, di definire la profondità dell’inquinamento, la variabilità
orizzontale e verticale della contaminazione, la presenza di contatto diretto
tra gli acquiferi e le fonti di inquinamento e deve essere definita in fase di
stesura del piano di investigazione iniziale o di dettaglio. La frequenza dei
prelievi in senso verticale potrà essere modificata e integrata sulla base delle
osservazioni effettuate in sede di campionamento e dell’omogeneità idrogeologica
degli strati attraversati.
La scelta del tipo di perforazione deve essere guidata dalle necessità
conoscitive poste dal singolo caso tenendo conto del tipo di terreno da
perforare nonché dalla necessità di conoscere con esattezza la litologia e la
sua successione nel sottosuolo, di effettuare il prelievo di campioni
indisturbati o rimaneggiati di terreno, considerando anche l'eventuale presenza
di inquinanti volatili e la necessità di installare piezometri.
Nell'esecuzione dei campionamenti di terreno e di materiali interrati occorre
adottare cautele al fine di non provocare la diffusione di inquinanti, a seguito
di eventi accidentali quali la rottura di fusti interrati o di diaframmi
impermeabili. Occorre inoltre porre molta attenzione, in fase di sondaggio,
nell'evitare di attraversare strati impermeabili sottostanti o livelli di
terreno inquinato e diffondere la contaminazione. La profondità di campionamento
potrà quindi essere limitata o ridotta nei casi in cui la realizzazione di un
carotaggio o la messa in opera di un piezometro possano costituire rischio di
contaminazione per altri strati geologici e o acquiferi creando una via
preferenziale di diffusione degli inquinanti.
Il carotaggio deve essere effettuato con metodi di perforazione a secco senza
fluido di perforazione, usando un carotiere di diametro idoneo a prelevare
campioni indisturbati ed evitando fenomeni di surriscaldamento. In particolare
si propone il metodo di perforazione a percussione con “campionatore a pareti
spesse”, che permette in carotaggio integrale e rappresentativo del terreno con
recupero >85%.
Le perforazioni dovranno essere eseguite evitando l’immissione nel sottosuolo di
composti estranei, adottando i seguenti accorgimenti: rimozione dei lubrificanti
dalle zone filettate; uso di rivestimenti, corone e scarpe non verniciate;
eliminazione di gocciolamenti di oli dalle parti idrauliche; pulizia dei
contenitori per l’acqua; pulizia di tutti le parti delle attrezzature tra un
campione e l’altro.
Nel caso di presenza di materiali di riporto (quali scorie di fonderia, ceneri,
materiali di demolizione, materiali terrosi), l’ubicazione dei campionamenti
dovrà permettere di caratterizzare ogni porzione di territorio occupata da tali
materiali, il loro stato di contaminazione e le caratteristiche chimico-fisiche
di tali materiali che possono influire sui successivi trattamenti di bonifica.
Rifiuti
Nel caso si debba caratterizzare la presenza di rifiuti e il volume di materiali
presenti in ammassi o discariche di cui non si conoscano le dimensioni può
essere necessario adottare metodi di indagini non invasivi che permettano la
ricostruzione dei profili.
Per il campionamento dei rifiuti può risultare utile provvedere al campionamento
mediante escavazione in modo da permettere di prelevare un ammontare
significativo e di osservare la variazione quali-quantitativa degli accumuli di
rifiuti con la profondità e il periodo di deposizione.
Il numero e l’ubicazione dei piezometri potranno essere integrati sulla base dei
risultati delle analisi chimico-fisiche e della definizione dei focolai di
contaminazione, in modo da controllare nel tempo l’effetto dei singoli focolai
su tutti gli acquiferi potenzialmente interessati dai fenomeni di
contaminazione.
Atmosfera del suolo
Il prelievo dei gas interstiziali, finalizzato alla valutazione del contenuto in
suolo, sottosuolo o acque sotterranee di sostanze volatili, è definito sulla
base della possibile localizzazione di tali sostanze. Questo tipo di analisi può
essere di ausilio nella definizione preliminare di aree ad elevata
concentrazione di sostanze volatili, da sottoporre successivamente ad indagini
dirette di suolo, sottosuolo e acque sotterranee.
Acque superficiali
Oltre ai criteri già indicati per definire la rappresentatività del campione,
per i corsi d'acqua superficiali è necessario caratterizzare la situazione
chimica e ambientale a monte del sito, nel tratto mediano ed a valle, lungo il
senso di scorrimento del corpo idrico, in modo da definire gli effetti derivanti
dalla presenza di inquinamento nel sito.
Nel caso di laghi, lagune o mare, si deve operare il campionamento secondo la
disposizione "a transetto", con tre transetti (a monte, a valle e mediano), con
spaziatura longitudinale e trasversale dipendente dalle dimensioni del corpo
idrico e con almeno tre prelievi verticali per ogni punto.
Acque sotterranee
Particolare attenzione deve essere posta a definire i punti di prelievo sulla
base della caratterizzazione idrogeologica dell’area e del modello concettuale
del sito e delle caratteristiche dell’acquifero che si intende campionare (ad
esempio superficie piezometrica, permeabilità, direzione prevalente del flusso)
in modo da poter caratterizzare univocamente l’influenza del sito sulle
caratteristiche complessive degli acquiferi in esame e la mobilità degli
inquinati nelle acque sotterranee per la profondità rilevante.
Almeno l dei piezometri per ciascun acquifero considerato deve essere installato
immediatamente a monte del sito (in senso idrogeologico) in modo da costituire
il valore di riferimento delle acque sotterranee in "ingresso” all'area oggetto
di indagine ed almeno l per ciascun acquifero considerato deve essere
localizzato immediatamente a valle del sito, in modo da verificare le
caratteristiche delle acque di falda in "uscita" dal sito.
I piezometri dovranno essere realizzati a carotaggio continuo ed essere
costituiti da materiali compatibili con gli inquinanti presenti nel sito, devono
avere filtri di apertura adeguata in corrispondenza degli acquiferi da
campionare e della relativa granulometria; si forniscono le seguenti linee guida
per l’installazione dei piezometri:
area minore o uguale a 50.000 m2 = almeno 4
area compresa tra 50.000 e 100.000 m2 = almeno 6
area compresa tra 100.000 e 250.000 m2 = almeno 8
area maggiore di 250.000 m2 = almeno 1 ogni 25.000 m2
La profondità dei piezometri dovrà comunque interessare almeno la base del primo
acquifero individuato e comunque profondità non inferiori a due terzi dello
spessore dell’acquifero stesso. Eventuali falde sospese dovranno essere
considerate individualmente, al fine di una completa ricostruzione idrogeologica
dell’area.
Campioni del fondo naturale
I campioni prelevati da aree adiacenti il sito nelle quali si ha la certezza di
assenza di contaminazione derivante dal sito e da altre attività antropiche sono
definiti campioni del fondo naturale, sono utilizzati per determinare i valori
di concentrazione delle sostanze inquinanti per ognuna delle componenti
ambientali rilevanti per il sito in esame; nel caso di campionamento di suoli,
la profondità ed il tipo di terreno da campionare dovrebbe corrispondere a
quelli dei campioni raccolti nel sito.
Il numero dei campioni varia in funzione delle caratteristiche generali e
idrogeologiche dell’area, non dovrà comunque essere inferiore a tre campioni
prelevati nell’intorno del sito.
Campioni di controllo
Due controcampioni ufficiali devono essere prelevati dal responsabile degli
interventi di bonifica: un campione per permettere all’autorità competente di
approfondire le indagini o eseguire verifiche sui valori di concentrazione
risultanti dalle analisi; un campione dovrà essere conservato, conformemente ai
criteri di qualità di seguito indicati per eventuali contestazioni e
controanalisi.
Modalità di prelievo, conservazione e trasporto dei campioni
La qualità dei risultati delle analisi può essere fortemente compromessa da una
esecuzione non corretta delle fasi di campionamento, immagazzinamento, trasporto
e conservazione dei campioni, occorre quindi che ognuna di queste fasi sia
sottoposta ad un controllo di qualità mirato a garantire:
l’assenza di contaminazione derivante dall’ambiente circostante o dagli
strumenti impiegati per il campionamento e prelievo
l’assenza di perdite di sostanze inquinanti sulle pareti dei campionatori o dei
contenitori
la protezione del campione da contaminazione derivante da cessione dei
contenitori
un’adeguata temperatura al momento del prelievo per evitare la dispersione delle
sostanze volatili
un’adeguata temperatura di conservazione dei campioni
l’assenza di alterazioni biologiche nel corso dell’immagazzinamento e
conservazione
l’assenza in qualunque fase di modificazioni chimico-fisiche delle sostanze
la pulizia degli strumenti e attrezzi usati per il campionamento, il prelievo,
il trasporto e la conservazione
I prelievi di suolo, sottosuolo e materiali di riporto devono essere effettuati
a secco, senza ricorrere all’ausilio di fluidi o fanghi; durante la
perforazione, in particolare quando debbano essere ricercati contaminanti
volatili o termodegradabili, il terreno non deve subire surriscaldamento; la
velocità di rotazione deve essere moderata in modo da ridurre l’attrito tra
suolo e attrezzo campionatore, ovvero ricorrere a sistemi di percussione se si
opera in ambienti in cui non vi sia rischio di generare esplosività.
La pulizia delle attrezzature deve essere eseguita con mezzi o solventi
compatibili con i materiali e le sostanze di interesse, in modo da evitare
fenomeni di contaminazione incrociata o perdita di rappresentatività del
campione.
La formazione dei campioni da sottoporre alle analisi deve avvenire al momento
del prelievo del materiale, in modo da impedire la perdita di sostanze volatili:
a questo proposito, la pratica di riporre il materiale estratto in cassette
regolatrici e procedere successivamente alla formazione del campione può essere
adottata solo in assenza di sostanze volatili. Nel caso siano presenti sostanze
volatili la rappresentatività del campione dovrà essere garantita privilegiando
le condizioni che garantiscono la conservazione della concentrazione originale.
Per l’analisi di sostanze che possono essere presenti in fase di galleggiamento
alla superficie della falda, si dovrà prevedere un campionamento dell’acqua con
strumenti posizionati in modo da permettere il prelievo del liquido galleggiante
in superficie ed evitare diluizioni con acque proveniente da maggiore
profondità.
In particolare, per le acque sotterranee le analisi dovranno essere eseguite su
di un campione prelevato in modo da ridurre gli effetti indotti dalla velocità
di prelievo sulle caratteristiche chimico-fisiche delle acque, quali ad esempio
la presenza di una fase colloidale o la modifica delle condizioni di
ossidoriduzione che possono portare alla precipitazione di elementi
solubilizzati nelle condizioni naturali degli acquiferi. Prima del prelievo di
acqua sotterranea, i piezometri andranno adeguatamente spurgati fino ad
ottenimento di acqua chiara e comunque per un tempo non inferiore al ricambio di
tre-cinque volumi d’acqua all’interno del pozzetto/piezometro.
Le analisi delle acque sotterranee devono essere eseguite sul campione tal
quale, per ottenere la determinazione della concentrazione totale delle sostanze
inquinanti.
Dal materiale estratto da ogni posizione di sondaggio devono essere prelevati
campioni diversi a profondità prestabilite. Per suolo, sottosuolo e materiali di
riporto il campionamento deve permettere di ricostruire l'andamento della
concentrazione degli inquinanti lungo il profilo in esame. In ogni caso, i
campionamenti dovrebbero riguardare tutti i singoli strati omogenei, non
trascurando quelli evidentemente anomali.
Un apposito campione dovrà essere prelevato nel caso in cui si debba provvedere
alla classificazione granulometrica del terreno, raccogliendo parte del
campione, ottenuto con il metodo delle quartature come indicato da IRSA-CNR,
quaderno 64 del gennaio '85.
L’eventuale selezione e scarto di materiali non omogenei alla matrice da
analizzare potrà avvenire solo in laboratorio, dopo aver accertato che il
materiale da vagliare non contribuisca alla contaminazione, in caso contrario
anche questo materiale andrà adeguatamente analizzato e caratterizzato, come
indicato in Allegato 1.
Quando sono oggetto di indagine rifiuti interrati, in particolare quando sia
prevista la loro rimozione e smaltimento come rifiuto, può essere appropriato
procedere al prelievo e all'analisi di un campione medio del materiale estratto
da ogni posizione di sondaggio.
La scelta del contenitore in cui riporre il campione va effettuata in funzione
delle caratteristiche dell'inquinante, in modo da garantire la minore
interazione tra le sostanze inquinanti e le pareti del contenitore. Nei casi di
inquinanti organici sono da utilizzarsi contenitori in vetro o in teflon, a
chiusura ermetica; per i campioni destinati alla ricerca di metalli possono
essere impiegati anche contenitori in polietilene. I contenitori devono essere
completamente riempiti di campione, sigillati, etichettati ed inoltrati subito
al laboratorio di analisi, insieme con le note di prelevamento. Nel caso siano
da determinare inquinanti facilmente degradabili e volatili e la consegna dei
campioni ai laboratori di analisi non possa avvenire in tempi brevi, si dovrà
procedere alla conservazione dei campioni stessi in ambiente refrigerato. In
subordine, sarà da considerare l'aggiunta di sostanze conservanti, che non
interferiscano con le analisi.
Analisi di laboratorio
L’autorità pubblica in sede di approvazione del piano di investigazione iniziale
o dell’eventuale investigazione di dettaglio potrà richiedere l’effettuazione di
test di eluizione, con particolare riferimento ai contaminanti inorganici e
microinquinanti metallici, anche al fine di valutare la biodisponibilità di
queste sostanze. Le condizioni da riprodurre nel test di eluizione dovrenno
essere le più simili a quelle riscontrate nel suolo e sottosuolo in termini di
pH, potenziale di ossidoriduzione, conducibilità, ecc. il tempo di contatto
solido/liquido non dovrà essere inferiore alle 24 ore.
Nell'esecuzione delle analisi devono essere rispettate le seguenti prescrizioni:
eseguire le analisi di laboratorio nel più breve tempo possibile dal momento del
prelievo
redigere e presentare all’autorità competente una relazione indicando, per ogni
parametro analizzato, i metodi usati ed i relativi limiti di rilevabilità
adottare metodi di analisi ufficiali riconosciuti a livello nazionale e/o
internazionale
effettuare analisi di campioni a concentrazione nota, campioni di riferimento
standard, individuando le percentuali di recupero del metodo analitico adottato
Le analisi devono essere svolte in laboratori pubblici o privati che
garantiscano di corrispondere ai necessari requisiti di qualità.
Criteri per il controllo della qualità delle operazioni di campionamento e
analisi
Ai fini di garantire il controllo e la qualità delle operazioni di campionamento
dovrà essere predisposta appropriata documentazione delle attività che consenta
la rintracciabilità dei campioni prelevati dal sito e inviati presso il
laboratorio di analisi; tale documentazione deve includere anche le azioni di
controllo delle attività svolte in campo ed in laboratorio.
Di seguito si riporta una sintesi della documentazione da redigere:
registro per la raccolta organizzata delle informazioni di campo: localizzazione
del sito, tempistica delle operazioni svolte, scopo delle attività e quant'altro
serva a descrivere univocamente le operazioni svolte
identificazione univoca dei campioni, data, ora e luogo di prelievo,
denominazione del campione, profondità e temperatura di campionamento, analisi
richiesta, e dati relativi ai contenitori, materiale, capacità, sistema di
chiusura, grado di pulizia
numero dei punti di misura, numero di sottocampioni, numero di repliche delle
analisi
quantità del campione raccolta, in relazione al numero ed alla tipologia dei
parametri da determinare (e quindi delle metodologie analitiche da adottare)
precisione delle determinazioni analitiche
misure di sicurezza per gli operatori (rischio di contatto con gli inquinanti,
rischio di ingestione accidentale, rischio da inalazione, rischi dovuti alle
attrezzature utilizzate, rischio dovuto a radiazioni, ecc.) ed equipaggiamento
di sicurezza necessario
pulizia e decontaminazione dell'attrezzatura di campionamento (modalità e
sostanze utilizzate)
modalità di contenimento, trasporto e conservazione dei campioni
etichettatura dei campioni, tramite apposizione di cartellini con diciture
annotate con penna ad inchiostro indelebile, da riportare sul verbale di
campionamento che potrà essere redatto in analogia con quanto previsto dalla
normativa in materia di rifiuti
protocollo di campionamento ed analisi, descrizione delle procedure di
campionamento e di analisi
modalità di elaborazione, presentazione ed archiviazione dei dati.
Elaborazione ed interpretazione dei dati
Tutti i risultati analitici ricavati nel corso delle fasi di indagine
costituiscono la base di dati a cui riferirsi per definire il modello
concettuale del sito e definire il grado e l’estensione della contaminazione nel
sito e nell’area da questo influenzata, mediante confronto con i valori di
concentrazione limite accettabili di cui all’Allegato 1.
L’elaborazione dei risultati analitici deve esprimere l’incertezza del valore di
concentrazione determinato per ciascun campione: in considerazione della
eterogeneità delle matrici suolo, sottosuolo e materiali di riporto la
deviazione standard per ogni valore di concentrazione determinato, da
confrontare con i valori di concentrazione limite accettabili, è stabilita nel
10%.
Nella relazione che accompagna la presentazione dei risultati delle analisi
devono essere riportati i metodi e calcoli statistici adottati nell’espressione
dei risultati e della deviazione standard.
I risultati delle attività di indagine svolte sul sito e in laboratorio devono
essere espressi sotto forma di tabelle di sintesi, di rappresentazioni grafiche
e cartografiche, tra cui devono essere realizzate, come minimo:
carte di ubicazione delle potenziali fonti di inquinamento
carte dell'ubicazione delle indagini svolte e dei punti di campionamento e
misura, con distinzione tipologica
carte piezometriche, con evidenziazione delle direzioni prevalenti di flusso e
dei punti di misura, derivate utilizzando anche punti esterni all'area
carte di distribuzione degli inquinanti, sia in senso areale che verticale
carte di ubicazione dei potenziali bersagli dell'inquinamento
grafici rappresentanti la variazione temporale dell’inquinamento.
Nel caso di siti di interesse nazionale potrà essere richiesta la realizzazione
di una banca-dati informatizzata collegata ad un Sistema Informativo
Territoriale (SIT/GIS) per permettere la precisa archiviazione di tutti dati
relativi al sito e all’ambiente circostante e dei risultati di ogni tipo di
investigazione; garantire la veloce interrogazione dei dati e la realizzazione
di mappe tematiche; definire l’evoluzione temporale dei fenomeni di
inquinamento.
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