Credenze popolari...

Nel meridione ed in particolare nel mondo contadino magia e credenze popolari avevano notevole presa e influenzavano la vita quotidiana. Ricordo i racconti di mia nonna che mi parlava dei riti e delle credenze convinta della loro veridicità.
...ognuna ha un particolare significato, una genesi... le più curiose ed indicative, le riporto qui di seguito.

Pare fosse assolutamente vietato regalare un ago o una spilla; se ciò avveniva sembra che, fra le persone coinvolte nel gesto, subentrassero forti discordie. Se poi questi oggetti venivano chiesti in prestito, a scanso di equivoci, bisognava pungere con l'ago o la spilla il dito della richiedente. In questo modo si esauriva la carica negativa presente in questi oggetti apparentemente innocui.
..flower.. L'ago e la spilla


:sunflower: Il gatto
Dai gesti del gatto mentre svolge la sua pulizia quotidiana, si può prevedere come cambia il tempo. Se il gatto pulendosi con una zampetta oltrepassa il proprio orecchio pioverà; se, invece, non l'oltrepassa sarà bel tempo.

Si credeva che se si rovesciava dell’olio (a differenza del vino che era segno di allegria e buona sorte) era cattivo auspicio. Probabilmente questa credenza é nata a causa della penuria di olio che c'era nei tempi passati e che faceva di questo condimento un bene preziosissimo. La stessa credenza riguardava anche il sale.
..flower.. Il vino e l'olio


:sunflower: Il licantropo e la strega
Si credeva che chi nasceva la notte tra il 24 e 25 dicembre se uomo diventava licantropo, se donna strega.

Una credenza assai diffusa e nota a molti è quella che ritiene sia portatore di malaugurio l'entrare in casa con l'ombrello aperto. L'origine di questa credenza trova ragione nella consuetudine, ormai del tutto scomparsa, secondo cui l'Estrema Unzione e gli Uffici "in articulo mortis" venivano portati dal Sacerdote seguito da un chierico (o dal sagrestano) che recava un ombrello aperto usato per coprire il Sacramento. Oggi quello stesso ombrello si usa soltanto durante la processione del Corpus Domini.
..flower.. L'ombrello


:sunflower: La donna gravida
Se la donna gravida ha un ventre leggermente appiattito il nato sarà certamente maschio, se è appuntito è femmina

Se il fuoco screpita significa che vi sono persone lontane che parlano male del padrone della casa dove è acceso il fuoco; lo stesso significato ha lo screpitio del lucignolo della luce ad olio.
..flower.. Il fuoco


:sunflower: La donna e il ciclo
Un tempo le donne mestruate non potevano panificare perché si credeva che l’impasto fermentasse cose a dismisura da fuoriuscire dalla madia. E non dovrebbero toccare la carne usata per gli insaccati e i pomodori pronti per diventare salsa. Pena prodotti irrimediabilmente deteriorati. Come tutte (o quasi) le credenze popolari, anche questa non ha alcun fondamento scientifico e, naturalmente, mai nessuno si è preoccupato di fare esperimenti, seri e ripetibili, che comprovino tale "teoria". Quello che invece può essere interessante è cercare di capire come è nata la credenza. Proviamo con due ipotesi: 1) Per le donne rappresentava una valida scusa per sottrarsi a certi lavori. Teoria poco plausibile. 2) Quando non c'erano le conoscenze scientifiche di oggi, era più difficile spiegarsi il perchè un certo prodotto fatto in casa fosse uscito male, perciò attaccarsi al soprannaturale (e al non verificabile) era la scelta più facile e immediata. Inoltre il soprannaturale non richiedeva "scervellamenti" particolari per capire eventuali errori. In altre parole bastava chiedere alle donne presenti se si trovavano in un "certo periodo" e di conseguenza selezionare il personale. E se nonostante tanta accortezza il salame usciva ugualmente alterato? Ovvio: qualcuno aveva mentito, oppure era entrata una donna "infetta" e distrattamente aveva toccato la carne o i pomodori. Abbiamo evidenziato che in mancanza di conoscenze scientifiche questa credenza poteva passare, è però sconcertante osservare che ancora oggi c'è qualcuno che si attiene scrupolosamente alla regola del "ciclo".

Quando si cucinavano i funghi, di solito, si accludeva uno spicchio d’aglio o (un tempo) una moneta d’argento; se l’aglio o la moneta non subivano variazioni di colore i funghi venivano mangiati. Se, invece, l’aglio o la moneta si scurivano i funghi venivano ritenuti velenosi.
..flower.. I funghi


:sunflower: Il coniglio
Quando veniva regalato un coniglio, doveva essere simbolicamente pagato a chi lo donava, altrimenti non sarebbe cresciuto abbastanza.

Figura molto inquietante, legata a leggende campane in generale. Alcuni racconti lo legano ad un giovane che in preda ad una maledizione, si scaglia contro chi nasce il giorno di Natale, altri invece ad un marito licantropo che, in preda alle crisi supplica la moglie di non aprirgli la porta di casa, un finale tragico è facilmente immaginabile, colpa la disubbidienza della moglie.
..flower.. Il lupo mannaro

:sunflower: Il malocchio
Il malocchio consisteva nel fissare con occhio maligno un'altra persona, desiderando per l'ignaro malcapitato ogni male. Chi si sentiva improvvisamente male o avvertiva un comune mal di testa, ricorreva al rilevatore del malocchio: un piatto ben pulito con un po' di acqua, cui si facevano cadere delle gocce di olio, che, allargandosi nell'acqua, segnalavano la presenza del malocchio. Ripetendo l'operazione, le gocce di olio restavano ristrette perché le pareti del piatto si erano già ingrassate, e si credeva di aver tolto il maleficio. La formula che acompagnava questo rito era: " Uocchi, contruocchi schiatam ' a mira e crepame l' uocchi" ripetuta tre volte di seguito e facendo il segno della croce con il pollice sulla fronte, sul naso e sulle labbra. Il "contruocchio" era costituito da ferri di cavallo, da corna e da amuleti vari che si inchiodavano sulle pareti delle case; cornetti-ciondoli d'oro pendevano dalle collane o dalle tasche. Chi fissava con lo sguardo insistentemente la gente, o aveva gli occhi strabici, era ritenuto autore del malocchio. Il malato, per guarire, si rivolgeva ai cosiddetti guaritori o chiedeva la "grazia" ai Santi, quasi mai si rivolgeva al medico. Tutti conoscevano i rimedi per ogni malattia: erbe, decotti, pratiche magiche, preghiere da recitare, ecc.

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