Galldubh
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Galldubh – The Seventh Step 

“La sonorità emergente più interessante nel campo della musica tradizionale da molto tempo a questa parte”: sono queste le parole scelte dal recensore dell’Irish Music Magazine per commentare la musica dei Galldubh,  band irlandese in attività da quattro anni e giunta oggi al suo terzo album, The Seventh Step, da cui sono tratti due brani presenti sulla nostra compilation di questo mese.

E certamente interessante è la musica di questo sestetto, che guarda – ovviamente – alla tradizione irlandese, ma con un approccio aperto alla composizione originale ed alla intelligente contaminazione con altri generi musicali.

Innanzitutto il nome: Galldubh è in realtà un cognome. Per l’esattezza è il cognome del piper, flautista e fondatore della band, Éamonn Galldubh, per  intenderci proprio come i Santana, che devono il nome al celebre chitarrista Carlos Santana. Questo perché Éamonn è la vera anima del gruppo, passato nel corso degli anni attraverso svariati rimaneggiamenti della formazione, pur sempre centrata sulla personalità artistica del fondatore della band.

La passione di Éamonn Galldubh per la musica tradizionale inizia molto presto, negli anni dell’adolescenza, ascoltando le registrazioni di grandi come Séamus Ennis, Tommy Peoples e Matt Molloy. Il flautista e piper dublinese mostra però altresì un grande interesse nei confronti dei grandi dl jazz contemporaneo, John Coltrane, Joshua Redman ed i fratelli Marsalis in primis, e questo aspetto è da sottolineare per comprendere meglio le sueccessive sue scelte musicali nell’ambito dei Galldubh, un sestetto che riesce oggi a mescolare nella propria produzione una miriade di influenze contemporanee, dal funk al jazz, dalla salsa al miglior pop.

I Galldubh nascono nell’agosto del 1998, e il loro battesimo artistico avviene nella prestigiosa sede del festival interceltico di Lorient, in Bretagna. La line-up originaria comprende, oltre naturalmente ad Éamonn, i chitarristi Fionán e Ruairí de Barra, Eugene Wogan al basso, Zoë Conway al fiddle e Dave Whelan alla batteria. Il loro primo album si intitola (…ovviamente…) Galldubh, e ad esso segue Two Little Ducks, disco che non passa inosservato alla critica musicale irlandese, e che riporta i Galldubh al festival di Lorient anche per il 1999.

Tra il 1999 ed i 2000 la formazione perde Whelan e Conway, rimpiazzati da Paul Byrne alla batteria e dalla violinista Carmel O’Dea, continuando a suonare in importanti festival, anche al di fuori d’Irlanda, come ad esempio nel “Festival Irlandais de Toulouse et Midi Pyrenees”, nel marzo del 2000. Un’ulteriore variazione di organico si ha nel mese successivo: Ruairí de Barra abbandona la formazione, ed il suo posto è preso dalla cantante e flautista Aideen Curtin, giusto in tempo per la produzione del terzo, e finora ultimo, album dei Galldubh, The Seventh Step.

Andando a conoscere meglio i singoli componenti dei Galldubh, Fionán de Barra si può dire respiri musica tradizionale sin dalla nascita: sia i nonni che i genitori sono tutti valenti musicisti. Fionán muove i primi passi da chitarrista con la band Dèlos, per arrivare in seguito anche alla troupe di Riverdance ed alla band che accompagna Maire Brennan.

Voce e flautista della formazione è la ventiquattrenne Aideen Curtin, originaria della contea di Limerick, con esperienza di studi sia di musica classica che tradizionale presso il Cork University College. Aideen, che annovera tra le sue influenze artisti come Shaun Colvin e Maura O’Connell, è il vero “elemento nuovo” dei Galldubh: la sua voce ha infatti aggiunto in alcuni dei brani di The Seventh Step una vera e propria “new dimension” alla musica del gruppo.

L’altro elemento femminile dei Galldubh è la violinista Carmel O’Dea, originaria della contea di Clare. Anche Carmel ha al suo attivo degli studi classici, ed in passato ha vinto il prestigioso “Irish Student Music Award”. La violinista ha inoltre composto molti brani per fiddle, ed ha suonato con varie formazioni e artisti, tra cui Ger Fahy, Anór, Liz Doherty e i Fiddlesticks.

Al contrabbasso troviamo Eugene Wogan, per molti versi l’addetto agli arrangiamenti della band. Wogan infatti “nasce” tecnico del suono (incontrò infatti i Galldubh proprio mentre era impegnato in questa attività al festival di Lorient) e dagli altri elementi del gruppo gli viene riconosciuta l’abilità di saper trovare la nota e la sonorità giuste al momento opportuno, una dote molto importante all’interno di qualsiasi band.

Il batterista Paul Byrne è infine l’anima jazzistica dei Galldubh. Le sue numerose esperienze sia nel campo del rock che del jazz lo hanno portato a diventare uno dei session men più richiesti della scena musicale irlandese. Il suo frequente uso di poliritmi, frutto dell’interazione tra gli stili musicali irlandese, africano e latino-americano, riesce a conferire quel tocco di freschezza anche alle più vecchie melodie tradizionali irlandesi, in fondo la vera peculiarità dei Galldubh.

The Seventh Step ci è presentato da due track: il set “Donegal Reel/The Hairy Dogleaf/Albert Road” e “Gaia”. Il set è composto da un brano tradizionale originario del Donegal seguito da una composizione del flautista di Limerick Francis O’Connor e da un’altra ideata dal banjoista Paul Meehan, originario della contea di Armagh.

“Gaia” è invece una song ispirata dalla triste storia di una donna che partorisce da sola in un campo. Per l’occasione si unisce ai Galldubh l’arpista Cormac de Barra.

Il sito web dei Galldubh è www.galldubh.com , ed Éamonn Galldubh può essere contattato all’indirizzo email mail@galldubh.com

 

                                                                                              Testo di Alfredo De Pietra

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