Il violino, o fiddle
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Il violino, o fiddle

 

ia lo strumento che il termine “violino” hanno fatto la loro comparsa nell’Europa del XVI secolo. La prima citazione al riguardo risale al 1529 negli archivi del Re di Francia Francesco I. L’Italia del nord, e più specialmente Milano e Venezia, sembra sia stata la sua culla più probabile. L’affermazione di W.H. Grattan Flood, per cui “abbiamo tracce anche di un violino nell’Irlanda dell’VII secolo”,  dovrebbe essere messa sul piano delle affabulazioni di tipo patriottico, perché e evidente una manifesta confusione tra lo strumento antico ed il violino così come oggi è inteso. Si può ragionevolmente considerare che il violino abbia trovato rapidamente il suo spazio nelle musiche popolari europee a causa di una relativa semplicità di costruzione: non si tratta, beninteso, di considerare la costruzione di un violino da parte del liutaio come un qualcosa di semplice, ma semplicemente di sottolineare il fatto che una semplice scatola in legno (o talvolta in metallo, come nel Donegal) poteva facilmente ricoprire il ruolo di “violino dei poveri”. E’ di certo questa sua facoltà che ha reso questo strumento estremamente popolare prima ancora della sua fabbricazione in quantità industriale, avvenuta nell’ultimo secolo. 

Ancora una volta la lingua inglese ci permetterà di differenziare il violino dal fiddle,  sebbene i due termini derivino dalla stessa origine, il proto-inglese fithele, che probabilmente discendeva a sua volta dal latino di epoca medievale vitula, dal verbo vitulari, “celebrare”. La differenza non è che la prima conseguenza di una distinzione di tipo sociale, dal momento che lo strumento era assolutamente lo stesso: a variare erano solo le tecniche di posizione durante l’esecuzione ed il repertorio. Si può infatti ritenere che il modo in cui il violino è tenuto non è soggetto in questa musica ad alcuna altra regolaMartin Fay se non l’abitudine del musicista, e persino alla sua morfologia: contro il petto, contro o sopra la spalla, sotto il mento o in alcuni casi anche contro il fianco. Gli abbellimenti sono per lo più gli stessi della maggior parte degli strumenti suonati in Irlanda: i fiddlers sono spesso tentati di imitare le tecniche del “rolling” o del “cutting”  proprie delle uilleann pipes, ma inoltre usano il “droning” adoperato anche nella musica classica, tecnica in cui il musicista suona simultaneamente due corde per ottenere un bordone sulla corda più bassa suonando nel contempo la melodia sulla corda più acuta. La tecnica del vibrato, molto diffusa nella musica classica, è invece quasi del tutto assente nella musica tradizionale irlandese. L’uso dell’archetto è quindi fondamentale nella tecnica di suono, al punto che alcuni fiddlers ritengono di suonare in realtà due strumenti, il violino e l’archetto. Quest’ultimo potrà essere tenuto vicino o lontano dall’estremità, il che avrà per conseguenza stili di esecuzione diversificati, più sulla base del gusto personale che di tecniche regionali. Esiste anche un gran numero di stili locali ben distinti, tra cui sono da ricordare maggiormente quelli del Donegal, di Sligo, del Clare, della parte est del Clare, dello Sliabh Luachra (regioni limitrofe a Limerick, Kerry e Cork) e infine della parte sud del Kerry e della parte ovest della contea di Cork. Questi stili si distinguono fra loro essenzialmente per il gioco di archetto (“bowing”) e per la frequenza dei diversi abbellimenti. Il mondo della musica irlandese ritiene unanimemente che proprio gli stili regionali di fiddling si siano gradualmente dispersi nel momento in cui i musicisti irlandesi cominciarono a disporre delle registrazioni di Michael Coleman, Paddy Killoran, James Morrison e pochi altri, registrazioni effettuate negli anni ’20  negli Stati Uniti. Lo stile della contea di Sligo è attualmente considerata come lo standard della tecnica violinistica irlandese, quasi la “received pronunciation” del fiddle, fatto che di certo non può risultare gradito ai musicisti dello Sliabh Luachra o del Donegal, questi ultimi maggiormente influenzati da sonorità e stili di esecuzione molto “scozzesi”. Nelle registrazioni dei musicisti più anziani (Julia Clifford nello Sliabh Luachra, Proinsìas O’ Maonaigh e John Doherty nel Donegal) sono tutt’ora riscontrabili elementi di stile violinistico molto pronunziati in senso locale. I musicisti più giovani, come Tommy Peoples, sono invece meno riconducibili ad una sola regione, essendo essi più inclini ad assorbire le varie tradizioni regionali all’origine del proprio stile personale. Lo stile del Donegal sembra dunque essere uno degli ultimi (assieme a quello dello Sliabh Luachra) a resistere a questa tendenza uniformatrice, grazie a musicisti come Màireàd Nì Mhaonaigh o i fratelli Kevin, Paddy e Seamus Glackin, a loro volta capaci di influenzare violinisti di altre zone (Dermott McLoughlin, Jerry Holland ecc.). 

Il fiddle è diventato, assieme alle uilleann pipes, uno degli strumenti “feticcio” dei musicisti tradizionali irlandesi, popolare sia presso gli anziani che presso i giovani, presente sia nelle sessions che sui palcoscenici. Sarà quindi impossibile citare tutti i fiddlers degni di nota, tanto essi sono numerosi. Ci limiteremo con Seàn O’ Riada a sottolineare una tendenza che inizia con le registrazioni del fiddle agli inizi del XX secolo, e che perdura tutt’oggi: con gran rammarico di alcuni critici, talvolta fin troppo aggressivi, il pianoforte è oggi comunemente usato in qualità di supporto ritmico del fiddle

Sean KeaneSembra quindi evidente che il violino, così come molti altri strumenti irlandesi, ha oggi perso quella diversità di stili regionali, patrimonio dei secoli precedenti, a vantaggio delle molteplici influenze internazionali. Ogni musicista si forgia un proprio stile molto più influenzato dal proprio carattere e dal proprio gusto personale che non da una scuola stilistica, il che invece avveniva fino all’inizio del XX secolo, con musicisti totalmente al riparo dalle influenze esterne. Oltre ai fiddlers tradizionali più sopra citati, vale la pena di ricordare musicisti come Charlie Lennon, Frankie Gavin, Kevin Burke, Tony Linnane, Mary Custy, Màire Nì Breathnach e Ciaràn Tourish. 

Molti suonatori di fiddle in Irlanda hanno oggi una doppia formazione, o per meglio dire una doppia sorgente di ispirazione. Seàn Keane, fiddler del gruppo dei Chieftains, proviene da una formazione classica, così come la giovane Nollaig Casey, che fa parte dell’Orchestra Sinfonica della RTE, la Radio Televisione irlandese, ha partecipato con qualche successo al Fleadh Cheoil del Comhaltas Ceoltòirì Eireann. In un’area più jazzistica, Paddy Maguire rappresenta la figura del capo-fila, mentre Martin Hayes ricopre un ruolo di “ricambio innovatore”. Infine la violinista di formazione classica Eleanor McEvoy è anche una cantante di varietà, e tenta di lanciarsi alla scalata del successo alla testa di un gruppo rock, dopo il successo strepitoso nel mondo della musica irlandese in qualità di ideatrice del disco “A Woman’s Heart” e compositrice del brano di maggior successo di questo album del 1992, che a tutt’oggi risulta il disco che ha venduto il maggior numero di copie in Irlanda.

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