Kilbride
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Kilbride: Sidan 

Chiunque, negli ultimi trenta anni, si sia interessato al panorama della musica tradizionale della parte meridionale del Galles si sarà di certo imbattuto, prima o poi,  in qualche membro della famiglia Kilbride: sin dagli anni settanta infatti Gil e Jenny Kilbride hanno attivamente partecipato a qualsiasi evento locale (session, club, ceilidh) avesse a che fare con la musica folk, raccogliendo spesso sconosciute tune in giro per la regione e introducendole in seguito nel repertorio della musica locale grazie alle proprie rielaborazioni per fiddle e concertina.

A partire dagli anni ’90 il testimone della musica folk gallese è stato affidato da papà e mamma Kilbride ai loro tre figli maschi, Daniel, Bernard e Gerard Kilbride, il cui ultimo album, Sidan, vi presentiamo in questo numero di Keltika. Per l’esattezza il più anziano Daniel (nato nel 1962) suona la chitarra, mentre Bernard e Gerard sono due valenti violinisti.

A causa del grande “entusiasmo musicale” della famiglia Kilbride il loro appartamento, in una semplice casa popolare di Cardiff, era divenuto progressivamente una sorta di “mecca del folk gallese”, una specie di punto d’incontro per musicisti, hippy e appassionati di folk della regione, e a casa Kilbride concerti improvvisati e session si susseguivano tutte le sere praticamente per tutta la notte. E oltre a collezionare musica e musicisti di passaggio, i genitori Kilbride raccoglievano anche – ovviamente – strumenti musicali di ogni genere.

Alla luce di simili (traumatiche!) esperienze i tre rampolli Kilbride, pur naturalmente portati per la musica, decidono inizialmente per reazione di darsi…al punk (!) eseguendo cover dei Sex Pistols e dei Ramones e dando vita a band dai nomi assurdi e improbabili come Amber Diarrhea o Farria Mafia. L’esperienza punk termina fortunatamente molto rapidamente, e il costante “bombardamento” da parte dei genitori con le melodie del folk gallese alla fine ha la meglio, anche per motivi “finanziari”: come Daniel candidamente ammette “a quei tempi – andavo ancora a scuola – difficilmente qualcuno dei miei compagni riceveva dai genitori un mensile di 50 sterline. Io invece, per suonare due volte la settimana assieme a mio padre, a fine mese riuscivo a raggranellare anche il triplo! I miei compagni, a scuola, mi guardavano con molta invidia…

Dagli inizi degli anni ’90 i tre fratelli Kilbride iniziano quindi a partecipare, singolarmente o in varie combinazioni, alla maggior parte dei progetti più interessanti di musica tradizionale gallese: Yr Hwntws, Juice, Root Doctors, Quite Men, Mabsant, Baton Rouge e Howling Sleepers, solo per citarne alcuni.

Singolarmente, in tutto questo tempo i tre fratelli non avevano mai pensato all’eventualità di formare un gruppo, e l’idea si presenta loro per la prima volta quando la casa discografica  Fflach:tradd, specializzata in musica tradizionale gallese, offre loro l’opportunità di incidere un CD. L’album, intitolato semplicemente Kilbride, vede la luce alla fine del 1997, e fa sì che i tre siano invitati a suonare nei migliori festival folk britannici ed europei.

Certo, non tutto è rose e fiori. Un certo “razzismo celtico” deve esistere evidentemente anche in Galles se Gerard Kilbride arriva ad affermare: “Più a nord del Galles andavamo, meno venivamo presi in considerazione e accettati come gallesi, semplicemente perché ci esprimiamo in lingua inglese: alcuni arrivavano a dire che non potevamo pretendere di suonare musica gallese e parlare in inglese. Tutto dipende dal fatto che siamo cresciuti nel Galles meridionale, che è essenzialmente anglofono. E viviamo a Cardiff, una città portuale, con comunità cinesi, etiopi, yemenite anche abbastanza numerose. Da secoli arrivano a Cardiff marinai provenienti da ogni parte del mondo, e per noi il confrontarsi in modo aperto con le altre culture è un fatto del tutto naturale. Le città del nord del Galles, più isolate, hanno invece una certa diffidenza nei confronti degli stranieri.

Ma i Kilbride sono stati accusati anche di suonare in modo “troppo irlandese”. Questa è la risposta di Daniel Kilbride: “Innanzitutto gli irlandesi sono di casa da queste parti, sin dai tempi degli antichi romani: prima arrivavano come predoni, poi, negli ultimi secoli, nelle vesti di commercianti. Per quanto riguarda il versante musicale, oggi è impossibile suonare il violino senza essere influenzati dalla musica irlandese, scozzese, inglese e delle isole Shetland. E anche dalla musica americana. Del resto, agli inizi del novecento per dare una buona educazione ai propri figli li si educava allo studio del latino e del greco, no? Quindi per noi la musica irlandese è assolutamente fondamentale. Ma pur con queste premesse, noi non suoniamo “all’irlandese”! Il nostro uso delle armonizzazioni e del contrappunto è tipicamente gallese, e a differenza che in Irlanda noi non tendiamo mai a suonare all’unisono.

L’origine della musica dei Kilbride, per loro stessa ammissione, deriva in larga parte dall’antica tradizione di musica per arpa, tipica del Galles. E curiosamente la parte “non arpistica” proviene spesso proprio dagli studi e dalle collezioni dei propri genitori, racconta con orgoglio Daniel Kilbride, “ma non ci consideriamo dei missionari in campo musicale. Non suoniamo con l’intento di salvaguardare una tradizione. È semplicemente la musica con cui siamo cresciuti, sin da bambini.

Giungiamo così al 2002, e sempre per l’etichetta Fflach:tradd viene pubblicato il secondo album dei Kilbride brothers, Sidan, da cui è tratto il vivace “Gill’s Blue Tears”, presente sulla compilation di questo mese. In Sidan, rispetto al precedente Kilbride, la musica è maggiormente strutturata, ed è nettamente percepibile un’evidente progettualità di fondo. E Daniel Kilbride, stufo delle solite polemiche, tiene a puntualizzare tra il serio e il faceto che “si tratterà, ovviamente, di musica gallese, per il semplice fatto che noi siamo gallesi e veniamo da Cardiff! Nessuno chiederebbe a John Travolta quanto ci sia di americano nel suo modo di recitare. Probabilmente risponderebbe che è un attore e basta…ecco, noi siamo musicisti e basta!” 

La musica di Sidan è comunque fresca e gradevole, e la combinazione sonora dei due violini di Gerard e Bernard, sullo sfondo della chitarra di Daniel Kilbride, risulta sempre singolare e interessante. All’album dei Kilbride brothers collaborano inoltre Tony Williams e Dean Ryan al basso, Jonathan Shorland al flauto e all’oboe e James Moran al bodhrán.

Sidan può essere ordinato direttamente presso la casa discografica Fflach:tradd, reperibile all’indirizzo web www.fflach.co.uk e all’indirizzo di posta elettronica info@fflach.co.uk

I fratelli Kilbride possono essere invece contattati all’indirizzo email kilbride@baynet.co.uk

 

                                                                                              Testo di Alfredo De Pietra

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