Martin Simpson
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Martin Simpson: The Bramble Briar

 

E’ possibile che un inglese soffra di saudade?  Ascoltando l’ultimo disco di Martin Simpson la risposta a questa paradossale domanda non può che essere positiva. Il grande chitarrista nelle note di copertina non fa infatti mistero di quale sia stata la molla che ha ispirato questo suo nuovo, ottimo, CD: la nostalgia. Dopo dodici anni vissuti in America, Martin si ritrova a confrontarsi con il suo passato, con i luoghi ed i suoni della sua infanzia e della sua giovinezza, immagini e canzoni che assumono contorni di alto lirismo e di notevole ricchezza di contenuti, musicali ed emozionali.

Con queste premesse, è evidente che si tratti di musica molto “vissuta”, ispirata spesso dalla memoria dei grandi amici che ormai non ci sono più (Peter Bellamy, Maurice Ogg, Lal Waterson...), personaggi tra l’altro alla base della crescita musicale dei primi anni artistici di Martin Simpson. In altri casi le songs del CD hanno per argomento storie con allusioni bibliche, racconti di marinai e problematiche riguardanti la distinzione tra classi sociali, songs tratte per lo più dal Penguin Book of English Folk Songs. Non si può comunque parlare di un disco melanconico, bensì di una musica con forti connotazioni intimistiche.

Da un punto di vista musicale Martin Simpson, che negli anni ci ha sempre abituati ad un alto livello delle sue performances discografiche, anche in questo caso si conferma all’altezza della sua fama. Alcune riedizioni di evergreens della tradizione musicale inglese ed irlandese, come Polly on the Shore, The Banks of the Sweet Primroses, Bruton Town (qui con il nome di The Bramble Briar) e Star of the County Down (in questo caso ribattezzata Dives and Lazarus) acquistano nel CD di Martin Simpson un aspetto ricco di  nuove sfaccettature, anche grazie alla collaborazione, in alcuni brani, di un altro “grande” della chitarra, Martin Carthy.

Anche gli appassionati delle sei corde non rimarranno delusi: pur scevra da virtuosismi, si tratta infatti in tal senso di una delle opere migliori, per intensità musicale e pulizia di suono, degli ultimi anni.

                                                                                                          Alfredo De Pietra

© New Sounds 2000

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