LA STORIA DELLA NOSTRA STRUMENTAZIONE

Volendo fare una graduatoria degli strumenti necessari per un astrofilo, il primo posto spetta, senza ombra di dubbio, al telescopio. Inizialmente non ha molta importanza quale, ma l'importante è averlo! Non potremo mai dimenticare l'emozione provata scrutando la Luna con un piccolo 60/700 della SkyMaster in configurazione altazimutale. Giove e Saturno, pur minuscoli, furono un vero tuffo al cuore...ma, si sa, l'appetito viene mangiando. Passati a un  Meade Dobson 8" f6,3, puntare e "vedere" M104 fu un vero successo, M13 uno spettacolo mozza fiato, M42 una "bomba", la Luna e i giganti del sistema solare un'esperienza quasi scioccante...ma la "fame" aumentava!

Arrivammo, così, all'acquisto di un LX200 da 8" f6,3 della Meade. In configurazione altazimutale, computerizzato, 34.000 oggetti in memoria, ci spalancò, letteralmente, le porte dell'Universo. Tutto era alla nostra portata e pronto da essere "visto". Ma proprio da quest'ultimo punto iniziò la grande rivoluzione: da casa, dal nostro balcone al primo piano, più di tanto (poco) non si riusciva a vedere. Molto, moltissimo, rispetto agli inizi, ma non ci bastava, si poteva fare di più!

Era l'epoca delle prime camere ccd: non ci venne neanche lontanamente in mente di tentare, a parte poche istantanee (non malaccio) sulla Luna, riprese con macchina fotografica e pellicola tradizionale. La configurazione altazimutale dell'LX200 non permetteva lunghe esposizioni (rotazione di campo) e la pubblicità, ingannevole, dei nuovi dispositivi di ripresa prometteva risultati strabilianti in soli 30 (trenta!) secondi. La nostra prima camera fu una NCC245 della Dta, pesante, software di gestione sotto DOS, lenta nel download e molto rumorosa...ma funzionava! Non avevamo programmi di elaborazione, la ripresa del dark (del flat, poi, neanche a parlarne) sconosciuta, salvavamo in .gif o .jpg (chissà perché?!)...ma le galassie, gli ammassi globulari e le nebulose si "vedevano" sicuramente molto meglio di prima, anche se con soli trenta secondi di posa. Soli trenta secondi: era questo il punto, dovevamo fare qualche cosa! Il derotatore della Meade prometteva pose "anche di un'ora, perfettamente inseguite e zero rotazione di campo". Lo acquistammo! Il massimo furono pose da due minuti ma, nel frattempo, avevamo cambiato il sensore della NCC245 passando al più grosso e performante 241. L'elaborazione delle immagini, salvate finalmente in .fits, veniva effettuata con QMips, un programma potente ma ostico e già vecchio alla data.

La fame cresceva ancora!

Finalmente decidemmo l'acquisto della testa equatoriale e dei contrappesi per l'LX200. Le cose migliorarono notevolmente e fu l'inizio di una corsa, deleteria per il portafoglio ma appagante dal punto di vista dei risultati. La 241 fu sostituita dalla Chroma, sempre della Dta, con sensore Kodak Kaf401E; new entry la MX5-C della Starlight, con sensore a colori e possibilità di auto guida durante la posa (ma quest'ultimo gadget non riuscimmo mai a sfruttarlo in pieno). La Chroma era troppo pesante e fu, poco dopo, sostituita dalla Discovery della stessa casa, sempre Kaf401E, ma molto più leggera. La MX5-C passò il testimone alla MX916, sempre Starlight, monocromatica, sensore più grande e più sensibile e, finalmente, una auto guida perfettamente funzionante. Il salto di qualità nelle immagini, a questo punto, fu esaltante grazie anche all'acquisto del software di elaborazione "Astroart" (passando per le versioni 1.0/1.5/2.0/3.0). L'acquisto di un paio di teleobiettivi spalancò le porte alla ripresa di larghi campi stellari. Non paghi, in rapida successione la 916 cedette il passo alla SXV-H9, Starlight, chip da 1.525.000 pixel, con sensore di guida separato; un nuovo telescopio, in parallelo all'LX200, ma rifrattore, lo SkyWatcher 80ED, ha praticamente sostituito l'ottica di ripresa e, almeno dalle prime immagini, promette risultati mozzafiato...

Mai contenti, in questi giorni (7/12/2005) è arrivata la nuova montatura, la EQ6 Pro GoTo, e anche il secondo rifrattore, il 100ED Pro, sempre della SkyWatcher...l'LX200 è andato definitivamente in pensione, anche se dopo anni di onorato servizio! Finalmente siamo anche riusciti (19/05/2006) a mettere i due nuovi strumenti in parallelo. Riusciremo, ed era ora, a testare l'autoguida separata della SHV-H9.

Ultimo arrivo (03/03/2007), la colonna della L. & C. srl, la LVX EQ-6, ha sostituito il treppiede originale della EQ6 alzando tutta la montatura di almeno 30 centimetri... nessun pericolo di urti accidentali contro la balaustra del balcone e, cosa ottima per la nostra povera schiena, ha alzato di altrettanti 30 cm. il cannocchiale polare.

 

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