Suites a
Violoncello Solo
senza Basso
composées
par
Sr. J. S. Bach
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BWV 1012 SUITE VI REM
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Dopo la tonalità cupa di do maggiore si torna a questa radiosa suite in re maggiore. Per la difficoltà di esecuzione e di interpretazione rappresenta un punto di arrivo nella formazione strumentale. Concepita per uno strumento a cinque corde vi sono diverse opinioni su che tipo di strumento potesse essere. L'attribuzione alla viola pomposa (strumento a cinque corde più grande della viola ed in uso all'epoca) pare essere dubbia in quanto tale strumento veniva suonato a spalla. All'epoca esisteva anche il violoncello piccolo dotato di quattro o cinque corde, come pure esistevano violoncelli a cinque corde.
Il procedere del ritmo in terzine con la caratteristica della forma ad eco nel suonare due suoni unisoni su due corde diverse di cui una a vuoto in funzione di pedale, annunciano un'atmosfera festosa e squillante che ritroviamo nella seconda gavotte, che è una musette. La musette (letteralmente zampogna) è una danza, spesso associata alla gavotte , che come la zampogna tiene un suono legato in funzione di bordone.
Inaspettata, canto intimo e purissimo, rappresenta una delle punte più alte dell'arte di Bach. Si avvicina a quello che viene definito melodia continua. (priva di tematicità dialettica)
Agile e sciolta si muove nella sua costanza ritmica.
Canto austero e solitario carico di una spessa costruzione armonica.
Nel suo andamento esalta il ritmo di danza e si ricollega allo spirito generale della Suite.
Costruita con un periodo che si alterna al refrain, (ritornello, è una gavotte en rondeau) al modo di una musette, (letteralmente cornamusa, è una danza, che spesso associata alla gavotte, imita il suono dell'omonimo strumento tenendo uno o più suoni fissi in funzione di pedale) richiama l'atmosfera festosa del preludio iniziale. Rimane nel tono principale di ReM.
Luminosa e mossa chiude il ciclo delle Suite.
ANALISI
GAVOTTE II VI° SUITE
Ultima
Suite la sesta ci introduce sin dal preludio in una gioiosa atmosfera di festa.
La Gavotte II° ne richiama l'atmosfera festosa. Anche se non espresso si tratta
di una gavotte di in rondeau. Il
Rondeau (giro) è una forma musicale in cui un periodo principale denominato
refrain (ritornello) si alterna ad una serie di periodi indipendenti. La forma
ternaria
A-B-A (dove A
e
B
sono
due
periodi)
che a sua volta deriva dalla forma binaria
A-B, può essere considerata l’archetipo di questa forma. Molte
forme, in questo caso la gavotte, possono essere scritte in rondeau. Il
periodo che ritorna (A
,
refrain), si mantiene nella tonalità principale, mentre gli altri periodi
introducono delle modulazioni. Avendo
le Suite la forma A
e A1
,
entrambe ripetute con ritornello (non dobbiamo qui confondere il segno di
ritornello con il refrain), dove A
e A1
rappresentano
due episodi,
avremo il seguente schema:
A
rappresenta il primo episodio composto da un periodo che
chiameremo
a,
che è
anche il refrain del Rondeau.
A1
rappresenta
il secondo episodio composto da quattro periodi nel seguente ordine:
b,a,c,a. Abbiamo
quindi due periodi contrastanti ed altri due periodi (refrain) perfettamente
uguali al primo. Essendo
i due episodi ripetuti con il ritornello avremo la seguente successione di
periodi: a,a,b,a,c,a.b,a,c,a,
in cui
il refrain a
si
ripete due volte, segue un periodo b
indipendente e
contrastante, torna il refrain
a, entra
un secondo periodo contrastante c,
ritorna il refrain a,
ritorna il primo periodo contrastante b, ritorna il refrain a,
ritorna il secondo periodo contrastante c,
ritorna e chiude il pezzo il refrain a Schematicamente
potremmo così rappresentare la danza:
Il
periodo
c
colore
verde, è costruito al modo di una musette, letteralmente cornamusa, danza, che
spesso associata alla gavotte, imita il suono dell'omonimo strumento tenendo uno
o più suoni fissi in funzione di pedale. In questo caso abbiamo un pedale
doppio di Tonica e Dominante.
SIMBOLOGIA
I segni [ [-(-//-/…../-//-)-] ] indicano l’apertura e la chiusura rispettivamente di: episodio-periodo-frase-semifrase-inciso.
PRIMO EPISODIO (-a- refrain) Il primo
periodo
(refrain) Inizia sull’accordo di tonica nella tonalità di REM, con
nota di volta inferiore e si porta al LA (tenore) prima battuta sempre in
funzione di tonica, qui termina il primo inciso. Si individuano tre voci: una al
canto e due alle voci inferiori (tenore
e basso, colori rosso e blu). Il
secondo inciso apre sempre in funzione di tonica, muovendo al tenore ed al basso,
I- IV-VII, cadenza sospesa. La
seconda semifrase di risposta riproduce esattamente i primi due incisi, il terzo
inciso, terminando il periodo, chiude in funzione di tonica. Questo
periodo incompleto, rappresenta il refrain del rondeau a (colore rosso nel
nostro schema). Come abbiamo accennato il refrain si mantiene sempre nel tono
principale, questo evidentemente permette di mantenere la modulazione e la forma
in uno schema ben preciso. Essendo il refrain il tema principale del rondeau, ed il punto di riferimento della composizione, le cui entrate devono essere subito percepite, dovrà, secondo me, essere diteggiato nelle prime posizioni, con l’uso di corde a vuoto, evitando di ricercare coloriture timbriche “in posizione”. Deve, in altre parole, avere una esposizione chiara e limpida. Rappresentando il primo episodio della danza viene ripetuto col segno di ritornello.
SECONDO PERIODOIl
secondo periodo (colore blu) ha un carattere di leggera vaghezza. Apre in
funzione di tonica con nota di volta inferiore, la successiva cadenza plagale
(IV-I) termina il primo inciso.Già in questo primo periodo Bach introduce il
pedale di Tonica al basso. Il
secondo inciso apre con una modulazione transitoria alla sottodominante SOLM, e
si muove su le funzioni tonali di dominante-tonica V-I cadenza (im)perfetta. Mi
pare interessante far notare come la modulazione alla sottodominante permetta a
Bach di mantenere il pedale RE (tonica della tonalità principale), dato che
questa nota appartine sia alla funzione di dominante che a quella di tonica
nella tonalità di SOLM. Col secondo inciso termina anche la prima semifrase.
La
seconda semifrase apre sulla tonalità principale in funzione di tonica RE e si
porta dall’accordo del IV° grado al VII in funzione di dominante, IV-V
cadenza sospesa. Termina sull’accordo del VII° grado con pedale RE al basso.
Una ricchezza armonica che troviamo spesso in Bach. Non considerando il basso
come pedale, e considerando il settimo grado derivato dal V° senza
fondamentale, ci troviamo davanti ad un accordo di XI°.
TERZO
PERIODO
Dopo la
riesposizione del refrain si apre il terzo periodo in una atmosfera di sana
festa contadina. Sul doppio pedale di Tonica e Dominante la voce superiore si
snoda in una festosa aria di danza. Tutto il periodo si muove su due sole
funzioni tonali di Tonica e Dominante, I-V. Le successive entrate alterneranno questi due periodi al refrain.
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