Diario di Bordo '99

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8 AGOSTO

Quando intorno a mezzogiorno, col paraspruzzi indossato ed il capellino ben piantato, spingo in mare la mia pesantissima canoa, mi viene da guardare compiaciuto gli altri che, fatta eccezione di Alessandro, come me abituale presenza dei mari della Sardegna, si alternano di volta in volta accompagnandoci in questo nostro peregrinare intorno all'Isola. Quest'anno sono dei nostri : Filippo (un motore) e Antonella (incosciente geologa Foghesina).

Lasciamo PALAU sotto il sole cocente, il mare è appena increspato da una debole ma costante brezza di Grecale che sembra volerci appiccicare alla costa.

Dopo poco più di 3 km, data l'ora, ci fermiamo a CALA DI TRANA e infilatici dentro un' ombrosa siepe, pranziamo.

Alle 16,30 ricomposti gli equipaggi (Filippo e Antonella montano un biposto prestatoci per l'occasione dal grande Stefano Diana) ci dirigiamo verso L'ISULEDDA, tagliando in corrispondenza delle sue estremità il golfo di PORTO PUDDU.

Il vento, che nel frattempo si è rafforzato (fenomeno consueto in prossimità delle BOCCHE) ci lavora ora di poppa fin dentro al golfo di PORTO LISCIA (paradiso dei surfisti) i quali ci sfrecciano di fianco saltellando, facendoci balenare l'idea di mettere di taglio le pagaie per vedere l'effetto che fa.

Una volta in spiaggia scopro che il gavone di prua è semiallagato e che la sacca di plastica contenente il sacco a pelo presenta un curiosissimo forellino rotondo. Merda !

Il tentativo di farlo asciugare dal vento si rivela assolutamente infruttuoso per cui ripartiamo alla volta di un posticino tranquillo, dove poterci accampare.

Sono le 19, una piccolissima baietta del promontorio di CULUCCIA DI DENTRO ci sembra il posto più adatto.

Abbiamo percorso circa 12 km e, nonostante il sacco a pelo sia inutilizzabile, il morale è alto. Un po' di Mirto dopo cena mi farà comunque dormire beatamente.

9 AGOSTO

Lasciamo la minuscola spiaggietta intorno alle 9,30, le condizioni del mare sono pressoché le stesse di ieri anche se il vento sembra essere calato.

Tagliato PORTO POZZO (interessante fiordo di 4 km di lunghezza, largo appena 400 mt) facciamo una breve sosta nei pressi dello SCOGLIO DELLA COLOMBAIA.

Da là in poi, passando per PUNTA FALCONE (estremità settentrionale della Sardegna) facciamo un' unica tirata fino al porto di S. TERESA DI GALLURA dove ci fermiamo solo il tempo necessario per renderci conto che il posto non è adatto per sostare comodamente.
Decidiamo così di raggiungere la vicina spiaggia di RENA BIANCA, nei pressi della quale Filippo e Alessandro, ora a bordo del biposto, rischiano di inabissarsi per aver scordato che la canoa senza i “palloni” lasciati a terra a vantaggio di più spazio a bordo, ed il canoista senza il paraspruzzi, fanno normalmente un brutto affare.

Approdiamo per primi io e Antonella mentre Ale e Filippo, fermi su uno scoglio, vuotano la canoa ormai al limite del galleggiamento.

Qui, intorno alle 14, per la modica somma di tremila lire abbiamo la possibilità di usufruire di un Bagno Pubblico con doccia calda, situato in prossimità della spiaggia. Alessandro, che ne approfitta per liberarsi delle cose superflue, ci confida che allo scopo sarebbe stato disposto a pagare molto ma molto di più.

Pranziamo dopo due ore di attesa in una trattoria che di sicuro perderà quattro clienti ed alle 18 lasciamo S. TERESA.

Pagaiamo per 3 km su un mare plumbeo, ed un ora più tardi, nei pressi di PUNTA ACUTA (vecchia cava di granito che delimita a Nord la baia di SANTA REPARATA e che testimonia come si può far scempio delle bellezza naturali) allestiamo il nostro secondo accampamento.

- Il sacco a pelo è ancora bagnato -

Fino a questo punto (33° km ) la nostra media chilometrica giornaliera è di 21 km/g, non male, tutto considerato.

10 AGOSTO

Ore 7,30, su quel fazzoletto di sabbia fervono i preparativi per la partenza. Le operazioni di carico delle nostre canoe si svolgono ormai con estrema semplicità.

Vado dietro agli scogli per cambiarmi e... “SALUTE !” A pochi metri da me si sta consumando una ardita performance che farebbe impallidire l'autore de “Il Kamasutra”. Piuttosto perplesso, mi accorgo che passa qualche minuto prima che io distolga lo sguardo da tanto accanimento. Poi, vergognandomi un po', avverto Ale e Filippo che si fiondano dietro agli scogli senza una benchè minima esitazione. Antonella, da me informata di quel che sta accadendo, esordirà con un secco "vergognatevi guardoni!"

Lasciamo PUNTA ACUTA inebriati da quella visione mattutina fra lo stupore e la manifesta indignazione della nostra compagna di viaggio. Il mare immobile ci consente di apprezzare gli spettacolari graniti di CAPO TESTA che visti da quà assumono le forme di personaggi fiabeschi. L'atmosfera è davvero incantata.

Quando siamo in vista di RENA DI PONENTE decidiamo di attraversare a largo l'ampio Golfo (4 km, a circa 2 dalla costa) delimitato a Nord da CAPO TESTA ed a Sud dalla scogliera di MONTE CINTU. Qui il paesaggio è aspro e la costa poverissima di vegetazione, segno che la zona è battuta da un forte vento.

Più avanti, nei pressi di PUNTA DELL' ACULA, facciamo una breve sosta per poi ripartire alla volta del suggestivo promontorio rotondo di MONTE RUSSU, nei pressi del quale, dopo oltre 16 km ci fermiamo per divorare una sbobba a base di tonno, mais e formaggio fresco.

Mentre riposiamo, una improvvisa brezza si rivela ben presto per ciò che, seppur messo in conto, non stavamo di certo desiderando. Maestrale!

Volano dapprima cartacce e capellini, poi ombrelloni e bambini piccoli ; non ci resta che guardare le onde, contrariati.

Alle 17,30, indossate le giacche impermeabili, ci infiliamo fra le onde e pagaiamo energicamente per 5 km, con gli occhi che bruciano per il sale sputatoci in faccia dal mare agitato. Raggiungiamo un Camping sulla spiaggia, nei pressi di VIGNOLA MARE dove passeremo la notte.

11 AGOSTO

Ore 8,30, il Maestrale che ha soffiato per tutta la notte agitando il mare, ci presenta uno scenario poco simpatico. I primi cento metri, per chi guarda il mare dalla spiaggia, sono un vero e proprio ribollire di schiuma ; le grosse onde generate da un fondale presumibilmente poco profondo, hanno uno spiccato potere dissuasivo.

Nessun problema ! La pazienza è propria del canoista, oltre che del pescatore, per cui tenteremo di non annoiarci troppo stando a terra. L'eclissi di sole prevista per oggi ci darà una grossa mano d'aiuto in questo, e poi ci sono Filippo ed Antonella che fanno sfoggio della loro sapienza in materia di geologia.

Ci permettiamo il piacere di mangiare presso il ristorante del Camping ma non quello di dormire per la seconda notte al suo interno. Per cui passiamo la notte in spiaggia con il mare che ci romba a pochi metri.

Antonella si accuccia tra Alessandro e Filippo per paura di esser portata via dalle onde, la conversazione scarseggia, io che ho il sacco a pelo ancora umido dal giorno della partenza mi infilo dentro una rumorosissima sacca di plastica e guardo le stelle che rimangono accese per tutta la notte.

12 AGOSTO

Alle 7,30, nonostante le condizioni del mare siano le stesse di ieri, ci infiliamo a turno fra le onde, aspettando il momento propizio ed aiutandoci a vicenda. Ale, ultimo a lasciare la spiaggia, verrà spinto in acqua da una signora gentile, unica persona ad accorgersi di noi, e forse unica ad accennare il segno della croce.

A qualche centinaio di metri dalla costa, fintanto che pagaiamo a ridosso di PUNTA DI LI FRANCESI, le onde sono abbordabili (Ale aveva visto bene) ma quando decidiamo di oltrepassarla, il MARE ci impone una ritirata strategica.

Torniamo indietro “surfando” e ci fermiamo nei pressi della Chiesetta campestre di San Silvestro (o Silverio) a ridosso di PUNTA DI LI FRANCESI, per fare il punto della situazione.

Filippo e Alessandro raggiungono a piedi un punto panoramico per sincerarsi delle condizioni del mare. Sulla via del ritorno, incuriositi, fanno un saltino in chiesa. Al suo interno scoprono che posati su un piccolissimo altare disadorno, giacciono diversi quadernetti recanti un' infinità di richieste di grazia rivolte al Santo.

La curiosità mi spinge a rendermi conto di persona, di cosa la gente abbia di che lamentarsi, ma dopo aver letto una straziante supplica di una ragazza che prega per una amica ammalata, capisco che il dolore può portare a tanto. Firmo accodando il mio nome a quelli di Filippo e Alessandro e disegno un canoista fra le onde.

Nonostante le constatate avversità, un ora più tardi, riproviamo a doppiare PUNTA DI LI FRANCESI nell'intento di raggiungere l'unica spiaggia presente, distante da qua non più di 3 km.

Una volta in mare aperto, quando cambiare idea non è più cosa facile, scopriamo le effettive condizioni di un mare FORZA CAGLIARI.

E' subito stress ma non panico, la spiaggia si intravede appena fra gli scogli, gli altri spariscono continuamente dalla mia vista. Sento il frizzante dell'adrenalina che sembra schizzare a fiotti dal palato, le prue delle nostre canoe si impennano di continuo per poi inabissarsi nuovamente in un tonfo.

Sugli scogli, le onde si infrangono con violenza, il fragore è davvero assordante.

Nel canale che dobbiamo percorrere per poter approdare, siamo letteralmente in balia delle onde che creano improvvisi sollevamenti e paurosi svuotamenti. Il timore è che ci siano scogli affioranti. Dobbiamo soltanto mantenere la calma e l'equilibrio, il resto lo fa il mare che ci scaraventa sulla riva, dove alcune persone versano in evidente stato di preoccupazione.

Sappiamo di trovarci a PORTOBELLO DI GALLURA, nei pressi della cosiddetta COSTA PARADISO e, nonostante il disappunto di qualche villeggiante cretino, montiamo le tende che si gonfiano per il forte vento.

Ceniamo sotto un alberello a ridosso delle tende, dove ripercorriamo le emozionanti vicissitudini di qualche ora fa.

Andiamo a dormire con l'idea di concludere qui la nostra avventura, non possiamo riprendere il viaggio con questo mare, eppoi siamo qui per pagaiare non per stare in spiaggia.

13 AGOSTO (6° Giorno - 57° km)

Senza neanche uscire dalla tenda, il frastuono delle onde sempre più grosse, ci conferma che il nostro viaggio è appena terminato, Stintino è lontano ma da lì non si muove. Alla prossima !

Marco Congiu

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