Alassio (2)

 

 

…….. Come vi ho raccontato nella precedente storia, ero arrivata in questo magnifico posto che è Alassio.

L’albergo era molto intimo e le persone che lo gestivano molto cordiali.

Lo staf era famigliare:  Padre, il cuoco; Madre, direttore di sala e di tutto l’hotel; Fratello maggiore, capo cameriere; Sorella di mezzo, capo operatrice di stanza; Fratello più piccolo ….. nulla facente!!

Il pomeriggio uscii per recarmi al mare e la spiaggia era a pochi passi dall’albergo.

Una spiaggia pulita e ordinata, con tutte le file di sdraio ed ombrelloni tutte al loro posto.

Io, in quanto ospite dell’albergo, avevo un posto assegnato …. Il numero 7.

Era abbastanza vicino alla battigia e soffiava un fresco vento che rinfrescava la calura estiva, mi sedetti sulla sdraio, tirai fuori l’olio abbronzante e me lo spalmai sul corpo che era bianco candido …. Beh da noi non c’è il sole che abbronza!

Mi coricai sul lettino di schiena e mi slacciai il pezzo di sopra.

Rimasi tutto il pomeriggio in spiaggia a crogiolare al sole e quando mi stufai, mi recai in albergo.

Salutai il giovinetto alla reception , sempre intento a guardare il monitor del pc, e salii le scale, girai a sinistra e mi trovai davanti la sorella, quella di mezzo, che stava mettendo gli asciugamani a posto in un armadietto.

Ci salutammo ed entrai nella stanza e mi recai subito in bagno per fare la doccia; mi tolsi la maglietta che mi stava dando fastidio e il pareo legato in vita e mi trovai in costume; aprii l’acqua per sentire quanto era fredda e la lasciai un po’ scorrere.

Mi girai verso l’attaccapanni e notai che non c’erano asciugamani e allora, ricordandomi che fuori c’era la ragazza, corsi verso la porta e la chiamai.

Lei mi rispose e venne verso la mia camera, io le feci la mia richiesta e lei gentilmente mi disse che per ospiti speciali avevano l’accappatoio, ma doveva andarlo a prendere; mi disse di andare in camera che me l’avrebbe portato lei.

Io allora socchiusi la porta e mi recai in bagno sentii la temperatura dell’acqua e mi misi sotto.

Mi accorsi subito che mi dava fastidio il passare dell’acqua nella schiena, ma non diedi molto peso a questa mia sensazione e continuai nella mia doccia liberatoria.

Sentii entrare la ragazza e mi chiamò, io le dissi di venire pure in bagno in quanto avevo ancora il costume. Lei entrò ed io ero di schiena; quando vide la mia parte posteriore del corpo, mi disse che ero rossa come un gambero e che sicuramente avrei avuto dei problemi se non mettevo una crema per le scottature.

Io risposi che non avevo messo nulla dietro, poiché non ci sarei arrivata. Le chiesi allora se avevano in albergo qualche prodotto specifico e se qualcuno avrebbe potuto, naturalmente a pagamento, praticarmi quel trattamento.

Lei mi disse che sarebbe andata a chiedere a sua madre se avessero in casa qualcosa e che per il trattamento ci avrebbe pensato lei, naturalmente non a pagamento!

Lucia, il nome della ragazza che avrà avuto qualche anno meno di me, si allontanò ed io mi liberai del costume per completare la doccia.

Mi misi l’accappatoio con molta sofferenza, poiché il bruciore a contatto della spugna era molto forte ed allora feci piano, ma velocemente mi tolsi quell’indumento e mi misi un completino di tanga e reggiseno bianco, molto sobrio ed aspettai la ragazza.

Non tardò molto e quando entrò io mi scusai per l’abbigliamento ma le dissi che non riuscivo a sopportare nulla sul mio corpo e lei mi sorrise e mi disse di non preoccuparmi, tra donne!!!!

Non era molto carina, un po’ bassina e tarchiatella, non molto curata soprattutto nei capelli che erano legati con una pinza in malo modo e non aveva un filo di trucco che avrebbe potuto migliorare quel viso un po’ sciupato nonostante l’età.

Mi disse di sdraiarmi a pancia in giù ed io lo feci; cominciò a spalmarmi una crema che a contatto con la mia pelle arrossata, era molto fredda e mi fece fare un sobbalzo.

Lei si fermò per un attimo e si scusava per l’accaduto, ma che comunque dovevo sottostare a questa tortura per poter dormire la notte.

Io strinsi i denti e le dissi di continuare, lei mi chiese se poteva slacciarmi il reggiseno, poiché si sarebbe unto nel passaggio delle mani e io le risposi di si.

Dopo alcuni secondi di disagio, il massaggio cominciò a diventare piacevole e soprattutto un sollievo per le mie pene.

Lei mi chiese se andava tutto bene e io le risposi nuovamente di si.

Finita la schiena, c’erano rimasti i glutei (famosi) e le gambe.

Avevo un po’ vergogna a chiedere se potesse continuare l’opera, ma la mia disperazione mi fece superare ogni imbarazzo e con voce mesta e ruffiana, le chiesi, siccome io non avrei potuto, se avesse continuato il massaggio anche più sotto; lei mi rispose che non c’erano problemi, in quanto si era accorta della gravità del mio stato.

Cominciò a massaggiarmi i glutei e in ricordo a quanto era successo con Simone, rimasi stupita di non sentire le stesse emozioni di quella volta, ed allora mi rilassai e ricevetti il massaggio con molta serenità.

Infatti, comunque, il tocco era diverso e molto più distaccato da quello del mio amico, che invece metteva un certo impegno e trascinamento nel compiere quell’atto.

Sentii bussare la porta e la ragazza si alzò dal bordo del letto e chiese chi fosse; era la sua mamma che voleva accertarsi delle mie condizioni.

Entrò dentro la stanza e si avvicinò al letto dove ero coricata; fece un’esclamazione in dialetto che io non capii e mi mise una mano sulla schiena con molta dolcezza, mi cominciò ad accarezzare e in quel momento ebbi un brivido; non era la sensazione provata prima, ma un piccolo piacere nel sentire quella mano appoggiarsi al mio corpo; mi passava avanti ed in dietro per tutta la schiena dal collo fino all’inizio del sedere e con le dita sfiorava il taglio di separazione delle mie chiappette.

Io chiusi gli occhi fino a quando lei mi continuò questo trattamento poi sentito finire l’azione li riaprì e mi vidi lei che si era accucciata verso di me e nel farlo potevo intravedere parte del suo rotondo seno dalla scollatura del suo vestito; io deglutii e alzai un poco lo sguardo e incrociai i suoi magnifici occhi verdi che mi sorridevano e mi suscitavano fiducia.

Mi disse di non preoccuparmi che presto sarebbe finita la pena, ma che per stasera non sarebbe stato opportuno che io mi mettessi una maglietta sopra a quel fuoco e di conseguenza sarei dovuta stare in camera.

Allora, Lucia, si offri di tenermi compagnia se io ne avessi avuto voglia e avrebbe portato il videoregistratore per vedere una cassetta.

Io per non offendere la loro cortesia, accettai e dissi loro come avrei fatto per il mangiare, ma anche per questo non ci sarebbe stato nessun problema, in quanto potevano portarmelo in camera.

Sia la madre che la figlia uscirono dalla camera salutandomi e dicendomi di riposare e di accendermi l’aria condizionata per rinfrescarmi dalla calura.

Il tempo passò velocemente e arrivò presto l’ora della cena.

Sentii bussare e siccome pensai che fosse Lucia che mi portava il mangiare dissi avanti non curante del mio abbigliamento e quando si  aprii la porta ebbi una sorpresa: era Marco, il fratello maggiore.

Rimasi voltata sul letto dando la schiena e scusandomi di come non ero vestita, ma lui rimase assolutamente composto e cercò di sdrammatizzare.

Con la coda dell’occhio notai che il ragazzo era alto, sulla mia età, ben piantato fisicamente, capelli neri e occhi cerulei, non aveva un viso che colpiva, ma tutto l’insieme faceva di lui un tipo.

Quando mi vide così, fece anche lui un’esclamazione in dialetto ligure e più precisamente: “BELIN!!!!” (se vedete canale 5, il Cabibbo lo dice sempre!!!!)

Mi disse che una schiena così rossa non l’aveva mai vista e che avrei sicuramente passato una notte poco piacevole.

L’affermazione non mi faceva certamente piacere e feci una piccola smorfia che lui vide quando appoggiò il vassoio sul comodino, ed allora per ripagare la sua frase fece un sorriso e mi disse di non preoccuparmi che probabilmente la crema spalmata, mi avrebbe fatto subito effetto.

Anche lui mi passo leggermente la mano sulla schiena in segno di incoraggiamento ed rimasi immobile e pensai che era veramente una bella famiglia.

Quando lui uscì, finalmente mi potei girare e sedermi sul letto e prendendo il piatto mangiai, per la prima volta, i famosi gnocchi al pesto alla genovese …. Veramente ottimi!!!!

Rimasi ancora un po’ sul letto così, ma poi decisi di indossare il reggiseno in attesa che venisse Lucia per passare la serata ed infatti dopo una ventina di minuti arrivò ed aveva con se un videolettore e una cassetta; Gost …. Volevamo un po’ piangere!!!!!

La bellissima Demi e l’attraente Patrick Swayze, mi hanno sempre dato forti emozioni.

Ci sedemmo sul letto e cominciammo a vedere quella cassetta che io avevo visto già molte volte ma che sicuramente rivedrò molte altre volte!!!

Ad un certo punto Lucia vedendomi spesso lamentarmi per la continua sofferenza causata soprattutto dall’elastico del reggiseno, mi disse che non le avrebbe dato fastidio se io se me lo fossi tolto che intanto non sarebbe venuto nessun’altro in camera

Ero talmente tormentata da quella pena che non me lo feci ripetere due volte e mi liberai in un lampo dell’indumento e rimasi a seno nudo.

Con la coda dell’occhio cercai di vedere come reagiva la giovane a quella situazione, e mi accorsi  che non era assolutamente turbata e che continuava a vedere il film come se niente fosse.

Allora anche io mi riaccomodai per assaporarmi quelle tristi ma stupende scene d’amore.

Dopo due ore di supplizio e strazio, il film finì e come sempre si cominciò a commentare alcune delle scene migliori.

Rimanemmo sempre nella penombra con il chiarore della televisione che era sintonizzata su un canale regionale, dove trasmettevano musica in dialetto locale.

Eravamo entrambe sdraiate sui letti, ce n’erano due in attesa di Mikela, ed io ormai ero non curante della mia nudità anche perché vedevo l’estrema tranquillità di Lucia.

Lei mi chiese un po’ di me, cosa facevo, se lavoravo e come era la vita dalle mie parti ed io le risposi con molta cura a tutte le domande che lei mi fece, ed anche io le domandai un po’ di lei e mi rispose con un tono leggermente di insoddisfazione per la sua reclusione dovuta al suo lavoro.

Infatti quando avrebbe potuto fare le ferie ormai il momento era passato, ovvero nelle stagioni di punta doveva sempre lavorare.

La guardai con un viso triste, ma consolatorio e le dissi che ci saremmo potute organizzare e sarebbe potuta venire su da noi quando c’era la neve per stare un po’ insieme.

Lei mi fece un grosso sorriso, che persino rese più grazioso il suo viso e quando si dice che alcune volte la simpatia e l’affetto rendono una persona più gradevole!

Forse la parola “gradevole” dà un aspetto un po’ troppo ingrato di Lucia  in effetti non è assolutamente una brutta ragazza, dovrebbe solo cercare di curarsi un po’ di più …. Ed allora …. Pensai di provare a cambiarla!

E questo ve lo dirò quando arriverò al momento.

Quella sera ci salutammo dopo ore passate insieme e lei mi chiese se quando fossi uscita  qualche sera poteva venire con me ed io ne ero molto contenta anche perché era una ragazza molto sensibile e simpatica e poi avrei evitato di perdermi in qualche locale sconosciuto!

La mattina mi svegliai presto e stavo meglio, mi recai in bagno e mi feci una doccia per togliermi l’unto della crema e svegliarmi; poi mi misi l’accappatoio e andai nuovamente in camera, tirai su la tapparella e potei notare che il tempo non era dei migliori e la cosa mi faceva piacere, nonostante tutto, poiché non sarei andata in spiaggia quel giorno, visto l’esperienza del giorno prima.

Sentii bussare la porta e mi avvicinai all’uscio, chiesi chi fosse: una voce soave mi annunciava di essere la madre di Lucia.

Aprii la porta e la vidi, sempre ben vestita con un altro abito anche questo notevolmente scollato; mi disse di aver sentito la finestra aprirsi e quindi supponeva che io fossi sveglia.

Mi chiese come andasse la mia schiena ed io dissi che non sapevo con precisione ma che mi bruciava molto meno.

Allora lei mi chiese di vedere personalmente la situazione ed io le dissi che sotto all’accappatoio ero nuda e di rimando lei mi rispose se io avessi avuto vergogna a mostrarmi così, infondo di essere una mamma, ed io,  allora, mi liberai dell’indumento, ma sinceramente un po’ di imbarazzo ce l’avevo!

Lei, forse, per smorzare la tensione, mi fece subito i complimenti per il mio corpo dicendo che non avevo assolutamente nulla da nascondere.

La sua voce usciva molto naturale e quando mi mise la mano sulla schiena, ricevetti nuovamente una scarica di adrenalina per tutto il corpo.

Devo dire che non era vera e propria eccitazione, non volevo pensare a questo, per quanto la donna era molto giovanile, aveva sicuramente 20 anni più di me e questo io lo sentivo psicologicamente.

Mi accarezzò per pochi attimi e io rimasi per tutto il tempo di schiena come una statua, lei mi disse che mi potevo rivestire e in quel momento mi dovetti leggermente girare verso di lei, mostrandomi un pochino frontalmente.

Presi l’accappatoio e cercando di non fare scatti, me lo misi.

Vidi il suo viso, e sembrava compiaciuto, anche un po’ rosso come se ora fosse lei in imbarazzo.

Mi disse che potevo mettermi una maglietta e che mi aspettava in sala per fare la colazione.

Così feci e scesi nella sala, dove veniva servito un buon caffè e latte e delle deliziose tortine che aveva preparato il marito cuoco.

Me le servì Marco che mi chiese come stavo e mi sorrise nel sapere che stavo meglio.

Dopo poco arrivò anche Lucia e si avvicinò, mi diede un bacino e io ne rimasi colpita, poiché tutta la famiglia mi aveva accolto molto affettuosamente.

La Signora Lara, la mamma, si avvicinò e nuovamente si piegò verso di me per offrirmi ancora un pezzetto di tortino e questa volta vidi completamente il suo seno, rotondo e sodo, con un aureola chiara e un capezzolo non troppo pronunciato.

Rimasi un attimo a godermi quel panorama e lei se ne accorse e mi sorrise, ma non fece nessun movimento sgraziato per privarmi di quella vista.

Io abbassai lo sguardo e diventai rossa, ed allora lei appoggiò il cabaret e mi prese con una mano il viso e mi tranquillizzò, dicendomi che era lusingata che qualcuno le guardasse ancora una parte del suo corpo per la quale ne andava ancora fiera.

Io abbozzai una smorfia che doveva essere un sorriso e gli replicai che era veramente molto bello, ma glielo dissi con un filo di voce.

Lei mi ringraziò e mi mise comunque ancora un pezzettino sul piatto e mi diede un bacino sopra all’attaccatura dei capelli.

Io a questo punto ero sopraffatta per l’eccitazione che stavo provando per l’effusioni di quella donna, ed ero sconsolata nel pensare che avrei dovuto solo godere di questi piccoli momenti che la Signora Lara mi avrebbe dato.

Mi alzai e andai verso Lucia, le chiesi se quando aveva finito avremmo passato un po’ di tempo insieme e lei mi rispose di si.

Andai nuovamente in camera e attesi Lucia, e verso la metà della mattinata arrivò.

Girammo un po’ per il paese, mi portò nel famoso “Budello” la via principale della località ligure, ricca di negozi ed alcuni molto famosi, e dopo passammo dove si tengono le elezioni di  Miss Muretto, facendomi  notare alcuni nomi importanti  che avevano passeggiato su quella originale passerella.

Tornammo in albergo e siccome era l’ora di pranzo, mangiai.

Al pomeriggio mi recai in stanza e mi misi un po’ in libertà per stare maggiormente a mio agio; sentii Mikela che mi disse che tutto procedeva secondo i piani e che presto sarebbe arrivata.

Allora, rinforzata per la telefonata, mi stesi un po’ a letto e cercai di assopirmi.

Verso la metà del pomeriggio, sentii bussare la porta ed io ero quasi nuda; mi accertai di chi fosse:  era la signora Lara che mi disse se potevo aprire poiché mi doveva parlare, e io le dissi che mi sarei messa qualcosa e le avrei aperto.

Infatti, messo una vestaglia, le aprii la porta.

Si era cambiata d’abito e ne indossava uno molto estivo, sobrio, ma che accentuava molto il profilo del suo corpo e naturalmente sempre con una notevole scollatura … probabilmente le piaceva mostrare il suo decolté e devo dire che non aveva tutti i torti.

Entrò con sicurezza e mi sfiorò passandomi vicino il mio corpo, non sapevo se fosse una cosa occasionale oppure voluto, ma mi accorsi con certezza di pensare troppo spesso alle situazioni che mi capitavano con lei, a dimostrazione che quella donna mi turbava.

La feci accomodare e le chiesi quale fosse il motivo della sua visita e lei con un viso dolce, mi disse che voleva farmi qualche domanda e che non ero assolutamente tenuta a rispondere e si scusava anticipatamente per eventuali miei imbarazzi.

Io non capivo e allora la invitai a continuare, e così fu.

Mi chiese senza tanti rigiri se io fossi lesbica e in quel momento rimasi senza respiro!!!!

Non mi aspettavo una domanda del genere ed infatti non fui subito diretta nella risposta, chiedendo il motivo di tale quesito …. Lei replicò che non c’era assolutamente nulla di male, anzi che anche lei aveva questa tendenza ed è per questo che le sembrava di aver accomunato la mia personalità e i miei atteggiamenti.

Mi sentivo un po’ smascherata, ma poi precisai che non lo ero completamente e che avevo attrazione anche per i ragazzi che dimostravano una certa sensibilità.

Lei mi sorrise e con estrema naturalezza si avvicinò e mi diede un piccolo bacio sul bordo della mia bocca e si soffermò un pochino in quella posizione, lasciandomi pietrificata.

Si staccò lentamente ed io ero sempre immobile, probabilmente lei si aspettava una mia piccola reazione, che, però ahimè, non uscì.

Allora lei si alzò e uscì dalla mia stanza, lasciandomi attonita e dubbiosa, poiché quando era entrata, mi aveva preannunciato che mi avrebbe fatto qualche domanda, ma in realtà me ne fece una sola e pertanto mi chiedevo come mai.

Mi sdraiai sul letto e lessi per un po’ degli appunti che mi ero portata, ma non riuscivo molto a concentrarmi ed infatti decisi di abbandonare la lettura e di accendere la televisione, sicuramente meno impegnativa.

Mi assopii per una mezz’oretta e fui risvegliata dal bussare nuovamente alla porta.

Pensai subito che fosse Lara, e mi sentii attraversa da un brivido, avevo timore, ma nello stesso tempo pensavo che forse voleva continuare quello strano interrogatorio, ma fui smentita, poiché era Lucia.

Mi chiedeva come stavo e nel vedermi un po’ assonnata si scusò di avermi disturbata e quindi cercò di allontanarsi, ma io la rassicurai dicendole che era stato meglio così, altrimenti non avrei dormito la notte.

La feci entrare e le dissi che cosa avremmo fatto quella sera e lei mi sorrise dicendomi di essere molto felice riguardo la mia decisione di uscire con lei.

Mi spiegò che poco fuori dal paese c’era un locale molto originale dove si poteva bere dell’ottima birra sempre che a me piacesse quella bevanda …. E le dissi che ne andavo matta!!!

Le chiesi anche che tipo di abbigliamento era usuale visto il mio scarso bagaglio, e lei mi rassicurò dicendomi che andava bene quello solito.

Dopo poco arrivò l’ora della cena e allora scendemmo insieme verso la sala dove all’ingresso c’era Marco che stava facendo gli onori di casa …. E forse aspettava anche un pochino me, visto che quando arrivai mi accompagnò al tavolo; mi fece accomodare e da gentiluomo mi tenne la sedia per poi accostarmela sotto il tavolo.

Lucia mi sorrise e mi fece l’occhiolino vista la scena ed io glielo ricambiai.

Arrivò Lara con un uomo, un po’ cicciotello, con un viso simpatico e sorridente, si avvicinò al mio tavolo e quando vi fu davanti mi presentò suo marito Mario, il cuoco.

Aggiunse che quella persona era il suo dolce tre quarti della sua vita ….. e sorrise!

Il marito mi salutò e si allontanò per tornare al suo da fare.

Si congedò anche la donna e io rimasi a contemplare cosa avrei mangiato la sera.

Chiesi consiglio a Marco, il quale mi rispose di optare per il minestrone alla ligure e di secondo sicuramente il tortino di spinaci, aggiunse che era sicuramente una cena leggera e un cibo tipico della regione.

Allora convinta del consiglio, diedi il mio consenso per quelle portate.

Mentre mangiavo, notai che la signora non si era avvicinata a me per tutto il periodo del pasto e nuovamente pensavo a quanto ero condizionata dal suo atteggiamento, e mi preoccupavo, poiché non mi sentivo assolutamente preparata ad una situazione del genere.

Mi alzai ringraziando Marco per l’ottimo suggerimento e mi avviai all’uscita della sala, mesta e rassegnata, ma infondo contenta perché mi stavo convincendo di aver esagerato il mio pensiero in proposito.

Salii le scale, pensierosa per cosa avrei indossato per l’uscita con Lucia e girando come al solito a sinistra, mi trovai davanti Lara; fu per me una grossa sorpresa ed infatti mi spaventai anche un poco; lei se ne accorse e con un gesto propriamente materno, mi prese per le mani e mi chiese scusa.

Io abbassai lo sguardo e risposi che non aveva nessuna colpa, ma che semmai ero io distratta.

Rimanemmo qualche attimo in silenzio e poi io mi svincolai ed entrai in camera.

Andai verso l’armadio e pensavo al fatto di quell’occasionale incontro, ma l’impegno della decisione dell’abbigliamento mi distolse momentaneamente dal dubbio.

Mi misi un top bianco e un paio di jeans, mi truccai lievemente per non mettere a disagio Lucia e mi diedi un pochino di profumo alla lavanda, il preferito di Mikela (come avrei voluto che lei fosse stata lì con me!!!)   

Arrivò Lucia e devo dire che si era un po’ cambiata, ossia era sicuramente più curata, ma mancava sempre di quel tocco femminile che l’avrebbe resa più accattivante ed allora decisi di mettere in atto quello che vi avevo preannunciato prima.

Le dissi che a me piaceva molto truccare le ragazze, insomma una sorte di hobby e che lo facevo spesso con la mia compagna di appartamento Mikela, lei non si oppose e mi disse che in effetti non era capace.

Cominciai a truccarla leggermente per farla abituare a quel nuovo look.

Si guardò allo specchio e ne fu pienamente soddisfatta ed anche io.

Uscimmo e ci recammo al Pub.

Passammo una buona serata e io le confermai che era un eccellente locale, da frequentare anche altre volte.

Arrivammo all’albergo ed entrammo.

Non era tardissimo, ma vidi per la prima volta il portiere che sostituiva il ragazzino.

Ci salutò e ci augurò gentilmente la buona notte.

Arrivammo davanti all’uscio della mia camera e ci soffermammo per qualche saluto, lei si avvicinò e mi diede un bacino sulla guancia, ma vedevo che indugiava ad allontanarsi ed allora presi l’iniziativa e le chiesi se voleva entrare e lei, dapprima rifiutò, ma dopo una mia leggera insistenza, acconsentì ed entrammo.

Io andai verso il letto e mi sedetti comoda sul mio letto e dissi di fare lo stesso a Lucia, che si mise subito a suo agio.

Mi tolsi le scarpe, dicendole che è mia usanza toglierle in quanto mi  faceva sentire più libera senza e la invitai a farlo anche lei così non mi sarei sentita in imbarazzo.

Allora lei si accinse a togliersi le calzature e mi sorrise.

Poi le dissi che solitamente in camera preferivo anche cambiarmi degli indumenti che solitamente portavo fuori, per un senso anche di pulizia e senza aspettare una sua risposta mi alzai ed andai verso l’armadio dove era riposto il mio pigiama, il solito completo di braghette  corte e maglietta.

Lei rimase immobile sul letto e mi osservava mentre mi stavo cambiando, mi tolsi il top e rimasi girata verso l’armadio a seno nudo dandole spalle, poi mi misi la maglietta e quindi mi tolsi i jeans e mi recai in tanga verso il bagno dissi che mi sarei un pochino rinfrescata ma che sarei tornata subito.

Ritornai dopo pochi minuti con i pantaloncini del pigiama e il tanga stretto nel pugno ed abbastanza velocemente mi recai verso l’armadio per riporre nel sacchetto della biancheria l’indumento.

Lei si accorse di questo mio movimento ed allora mi chiese ingenuamente se io dormissi senza mutande ed io le sorrisi e le risposi di si, che era un’abitudine sin da bambina.

Poi mi risedetti sul letto e mi sentivo a posto, serena e per giunta neppure tanto stanca.

Lucia mi guardava e così io per scherzo le dissi se anche lei voleva spogliarsi e lei mi disse che non sapeva che cosa poteva poi mettersi, sarebbe dovuta rimanere nuda ed io le dissi, sempre per scherzo e con un ghignetto di sfida, che ero una ragazza e non mi sarei imbarazzata!

Non so cosa pensava in quel momento, ma non capì che io stessi scherzando e si alzò dal letto lentamente e con dolcezza si cominciò a spogliare.

Io avrei voluto fermarla, ma avevo paura che lei si offendesse e poi la cosa mi intrigava, ero curiosa di vedere il suo corpo libero dai suoi vestiti che non le donavano troppo.

Ero convinta che senza sarebbe stata meglio e quindi la lascia fare e rimasi intenta ad ammirare quel inaspettato spogliarello, sorprendente e naturale.

Tolse la maglietta e sotto una legger canottiera bianca, come una sottoveste.

Si tolse anche quella e rimase in reggiseno, a questo punto mi chiese se avrebbe dovuto levare anche quello ed io ormai lanciata, le dissi di si e lei, con un minimo di titubanza, se lo tolse.

Si liberarono due grossi seni, con una grande e gonfia corona rosa, più scura di quella della mamma e con i capezzoli spiccati.

Non erano assolutamente cadenti, nonostante la mole, ed  erano molto attaccate a dimostrazione della giovane età.

Le feci subito i complimenti per il suo pregevole petto.

Lucia abbozzò un sorriso, quasi imbarazzata per la situazione che stava vivendo.

Io le chiesi se ci fosse stato qualcosa che non andasse e lei mi rispose che non le era mai capitato di comportarsi così e che non sapeva cosa ne stessi pensando io.

La rincuorai dicendole che mi capitava spesso anche con la mia amica Mikela di giocare in quella maniera.

Rimase  brevemente in quella posizione, con il capo basso a guardarsi il corpo sottostante e forse a criticarselo per le sue imperfezioni, fu distolta dalle mie parole, che chiedevano se fosse finito il gioco.

Lei mi chiese che cosa doveva ancora fare ed io le dissi che doveva togliersi i jeans.

Mi guardò seria e poi si accinse a togliersi anche quel indumento.                                                                                                                           Io cercavo di rimanere naturale e quando lei rimase in mutande la invitai subito ad avvicinarsi al letto a fianco al mio per coricarsi, così cercando di evitare un suo sicuro grande imbarazzo.Lo fece rapidamente, ma mi sorprese la sua domanda poco dopo che si era accomodata; mi chiese cosa facevamo io e Mikela a quel punto ed allora il mio pensiero era di dirle la verità e cioè che facevamo l’amore, ma non ce la feci.

Pensai un attimino per trovare una risposta adeguata, ma non me ne veniva nessuna ed allora decisi di avvicinarmi a lei e con una mano le accarezzai le il viso e poi scesi verso il seno e glielo sfiorai; lei mi guardava e non parlava, il suo respiro era molto più raro e quando passai proprio sopra ai capezzoli, mi accorsi che lo trattenette per un secondo.

Andai oltre e mi trovai sul suo ventre che non era perfettamente piatto, ma un pochino rotondo; mi soffermai sull’ombelico e con un dito le girai intorno e all’interno.

A quel punto mi fermai e la guardai, quasi a voler un consenso di quello che stessi facendo, ma non lo trovai dal suo viso: era molto tesa e non mi sembrava che le stesse piacendo.

Allora capii che era il momento di smettere quel gioco e mi scusai.

Non ebbi una risposta, ma lei si alzò e si mise la maglietta e i pantaloni, mi salutò e se ne andò.

Ero scioccata!

Cosa avevo combinato, mi agitai e avrei voluto spiegarmi.

Ma ormai era tardi.

Decisi di mettermi a letto, ma sinceramente quella notte dormii molto male.