Alassio (3)

 

 

Verso la mattina ebbi un attimo di tranquillità e mi assopii leggermente, ma essendomi dimenticata di aver tirato giù la tapparella il sole fece capolino e illuminò la stanza.

Dovetti alzarmi, per recarmi subito in bagno e mentre mi facevo la doccia sentii bussare.

Mi misi l’accappatoio e feci la solita domanda.

Sentii la voce della mamma, allora aprii la porta ed ebbi un istante di paura al pensiero che  lei fosse stata a conoscenza di quanto era successo nella notte.

Entrò velocemente, e mi chiese come andasse considerando il fatto che aveva sentito più volte durante la notte la mia tv accesa e le risposi che probabilmente mi ero troppo riposata durante il giorno, ma lei, come se sapesse qualcosa, insistette chiedendomi se avevo qualche turbamento, ed io le risposi di no, che tutto andava bene. 

Allora mi accarezzò i capelli bagnati e proseguì la sua carezza verso il basso, fino al mio ventre, passando leggermente sul seno che era coperto dalla spugna dell’accappatoio.

Forse ancora il fresco dell’acqua o quella sfiorata, mi aveva fatto rizzare i miei capezzoli, ma fortunatamente non si vedevano spuntare e come al solito rimasi immobile.

Si allontanò e si chiuse la porta dietro di sé ed io mi sentii nuovamente impacciata ed amareggiata di non saper reagire a quelle piccole effusioni che mi venivano date da quella strana donna.

Anche se mi aveva lei stessa confessato di avere certe attitudine, non riuscivo ad esserne certa di una sua attrazione nei miei confronti e neppure io ero sicura delle mie sensazioni.

 Finii la doccia e mi asciugai e mi vestii da mare, scesi per recarmi nella sala da pranzo dove Marco stava servendo una colazione ad una signora anziana.

Non vidi subito Lucia e temevo comunque questo incontro; quando fui quasi vicino al mio tavolo la intravidi, ma lei intenta ad emettere ordini alle sue collaboratrici, non si accorse di me.

Scomparse nuovamente ed io mi accinsi a bere il mio solito caffè e latte come tutte le mattine.

Devo dire che quella mattina era un po’ più amaro e sapevo perché.

Avevo  il volto coperto dalla tazza e quando la levai mi ritrovai davanti Lucia che mi guardava in silenzio; io rimasi un poco immobile e poi mi asciugai la bocca con il tovagliolo.

Speravo in una sua mossa che però tardava a venire, ma finalmente si ruppe quel momento con l’arrivo della Mamma, che ci chiese come fosse andata la serata.

Lucia prontamente disse che tutto era andato per il meglio e che io mi ero divertita, ed io confermai con un sorriso.

La signora sorrise e si allontanò.

Lucia mi chiese se andavo in spiaggia e io le risposi affermativamente.

Lei replicò dicendomi che sarebbe venuta anche lei più tardi ed io non capivo cosa stesse pensando, e ne ero preoccupata.

Mi alzai e mi recai ad abbrustolirmi, sperando di non bruciarmi di nuovo.

Decisi di stare girata davanti visto che dietro non ero di nuovo riuscita a mettermi la crema.

Andai al numero 7 e mi sdraiai.

Ero indecisa se togliermi il costume sopra, non c’erano molte persone in quel atteggiamento ed invece c’erano molti bambini, ma poi presi coraggio e me lo tolsi, spalmandomi molta crema per evitare di scottarmele.

Dopo una mezz’oretta, una voce conosciuta mi distolse dal mio relax.

Era Lucia.

Si sedette vicino a me e si spogliò, rimanendo in costume a due pezzi.

Si sdraiò, ma ad un certo punto quando io ero nuovamente a prendere il sole, lei mi disse che era pericoloso prendere il sole al seno e che era opportuno mettere molta crema per proteggere quella parte molto delicata.

Io stavo per dirle che avevo già provveduto a quella preoccupazione, che mi sentii le sue mani sulle mie poppe che spalmavano la crema fredda.

Io spalancai gli occhi a tal punto che lei se ne accorse, ed allora mi disse come mai ero meravigliata, in fondo io l’avevo fatto la sera prima senza problemi.

Io abbassai gli occhi ed incassai la battuta, che suonava acida e di rimprovero.

Lucia, comunque, non accennava a finire quel massaggio, ed oltretutto vicino c’erano anche persone che ci conoscevano.

Io ero imbarazzata, e non vedevo l’ora che terminasse, ma ad un tratto, il continuo sollecitare delle sue dita sui miei capezzoli me li indurì ed allora lei sbotto con voce strana dicendomi se fossi stata lesbica. Era un tono diverso da quello della madre.

Un tono anche un po’ offensivo.

Imperterrito continuava la sua operazione, ma quel punto non era più gradito da me ed infatti le tolsi le mani.

Non le diedi nessuna risposta a quella sua affermazione e mi alzai, mi misi il pezzo di sopra e mi recai verso il mare per fare una nuotata.

Mi allontanai anche dalla riva e quando ero a largo pensavo a quello che mi era successo, e mi colpevolizzavo per il mio errore ingenuo di aver cercato di giocare con i sentimenti di una ragazza che non conoscevo neppure.

Rimasi a lungo in mare e poi tornai e trovai ancora Lucia sdraiata sul lettino a fianco del mio.

Aprì gli occhi e mi guardò, ma non mi rivolse parola.

Quasi a mezzogiorno decidemmo di recarci in albergo per mangiare.

Io mi recai in camera per rassettarmi e  mi feci una doccia, l’acqua fredda questa volta mi faceva piacere, e quando mi girai, mi trovai davanti Lucia.

Mi guardava ed io non sapevo cosa fare e dire.

L’acqua scendeva sui miei capelli e il mio corpo nudo, lei si avvicinò e non curante del fatto che si sarebbe bagnata, venne sotto la doccia mettendomi con le spalle al muro.

Presi  un sospiro lungo ma interrotto dalla sua bocca che si attaccò alla mia.

Anche il suo corpo era in contatto con il mio e mi schiacciava.

Avevo le braccia lungo il corpo e non reagivo, ero attonita, sbigottita.

Chiusi gli occhi e lei allora mi cominciò a toccare con le mani il corpo.

Non ero eccitata ed ad un tratto io ebbi una reazione; allontanai la ragazza con forza e le chiesi con decisione, cosa stesse facendo.

Lei mi guardò ed aveva rabbia nei suoi occhi.

Pochi attimi e prese un asciugamano e se lo mise attorno al corpo e si allontanò velocemente.

Mi misi a piangere, dentro me saliva la rabbia per la mia ingordigia e stavo capendo che la mia sfida con Lucia aveva provocato un enorme problema.

Uscii dalla doccia nuda e mi misi l’accappatoio.

Mi sdraiai sul letto sempre piangendo.

Decisi di non scendere a mangiare, non ne avevo più voglia.

Rimasi immobile sul letto per molto tempo e cercavo di non pensare, anche perché non sapevo che pensare, quando sentii bussare la porta.

Non volevo aprire, avevo paura che fosse ancora Lucia, ma poi mi resi conto che forse sarebbe stato meglio se avessi chiarito subito la situazione.

Aprii la porta e mi vidi davanti Marco.

Ero ancora tutta distrutta dal pianto e lui mi chiese che cosa fosse successo, visto che non mi aveva visto scendere a pranzo.

Io non volevo dirgli la verità, ed allora inventai una scusa, dicendogli che ero un pochino in crisi.

Lui sempre con molta delicatezza, mi chiese se mi stava mancando qualcuno ed io le sorrisi e gli dissi che mi mancavano tante cose ….. la mia casa e le mie amiche!

Lui insistette nel voler sapere se c’era un ragazzo in queste mancanze ed io risposi di no, che non c’era un lui da qualche parte che mi aspettava.

Ebbe una espressione come di sollievo e sempre dolcemente ricominciò a parlare mentre io mi ero nuovamente riportata sul letto e lui era al seduto vicino.

Da una parte ero contenta di avere qualcuno che mi distraesse, dall’altra non ero molta attenta ai suo discorsi e quindi quando si fermava per una mia risposta a volte ero assente.

Se ne accorse e si scusò per la sua prepotenza, ma io gli dissi che non doveva scusarsi poiché era lei la colpevole di quel momentaccio.

Presi la palla al balzo del fatto che ci fosse quella sosta e chiesi a Marco se doveva lavorare in quel momento e lui mi rispose di no, allora gli domandai se ne avesse avuto voglia di accompagnarla in qualche tipico paesino dell’entroterra.

Mi rispose con un ammirevole entusiasmo, di si e che ne era veramente molto felice.

Allora gli dissi che mi sarei vestita in un baleno e che saremmo partiti.

Lui rimase in camera ed io dovevo togliermi l’accappatoio e mettermi i vestiti, ma visto che non se ne andava, decisi di portare tutto in bagno e di cambiarmi lì.

Mi vestii con una top fucsia e un paio di pantaloncini di jeans, senza indossare il reggiseno, poiché d’estate mi dava fastidio.

Uscii dal bagno e mi presentai e quando lui mi vide rimase estasiato dalla mia visione.

Osservai i suoi occhi che erano rimasti incollati al mio seno, che con quel top risaltava particolarmente ed allora io, per romper un po’ l’atmosfera, sorrisi e gli dissi che se faceva il bravo gli prestavo  un tettino.

Lui, subito diventò rosso e poi mi promise, visto cosa c’era in palio, di stare buonissimo!!!!!

Uscimmo dalla stanza e nel corridoio c’era Lucia, la quale quando mi vide si avvicinò a me.

Rimasi un poco titubante e soprattutto impaurita, ma fu lei a sboccare la situazione.

Mentre Marco ormai aveva preso le scale per scendere io e lei eravamo rimaste sole e Lucia mi stupì, poiché mi prese una mano, mi avvicinò a lei e mi diede un bacio …. Sulla bocca!!!!!!!!!

Mi disse con voce bassa, se la sera ci fossi stata che mi avrebbe voluto vedere ed io le risposi di si, ipnotizzata da quel bacino molto spontaneo e dolce.

Mi sorrise e si allontanò e quando mi lasciò la mano ebbi una strana sensazione.

Scesi di corsa le scale per raggiungere Marco e arrivata infondo, mi scontrai con la signora Lara, la quale con un sorriso mi chiese scusa per essere sbucata così di sorpresa.

Nell’impatto, cercando di proteggermi dallo scontro, misi le mani sul corpo della mamma e capitarono proprio sui suoi seni, che erano liberi e coperti solo da quel poco e sottile tessuto.

Rimasi un attimo in quella posizione, ma riuscii a sentire tutta le bellezza di quelle curve e con il mio tocco gli si indurirono i capezzoli che in quel momento facevano un bozzetto sotto il vestito.

Abbassai istintivamente gli occhi e tra la scollatura vidi il sopra del suo seno nudo.

Avrei avuto voglia di dargli un bacino, come faccio spesso con Mikela e probabilmente mi accuccia un pochino verso il basso ed allora la signora se ne accorse e mi si avvicinò all’orecchio e mi disse che se avessi voluto farlo, potevo e che lei ne sarebbe stata molto contenta.

Ma io, come al solito non ce la feci, e mi scostai ed uscii dall’albergo, ed in strada c’era Marco con l’auto che mi aspettava.

Partimmo, ma voi potrete immaginare quale fosse il mio pensiero in quel momento: Lucia e la serata, e le proposte del signora.

Mi misi la cintura, le quali mi aderirono ulteriormente l’indumento e siccome ero ancora un po’ eccitata dalle precedenti situazioni, mi si era indurito i miei capezzoli che spuntavano come due ciliegie.

Lui allora per vendicarsi della mia battuta precedente, mi chiese se quando io gli avrei prestato un mio seno, avrebbe potuto prendere anche il bottoncino sopra.

Io gli rispose di guidare e di guardare davanti per non andare a sbattere, ma lui prontamente mi replicò che lui conosceva benissimo la strada e il panorama e quindi lo lasciava me, ma che invece gli era sconosciuto quello stupendo paesaggio collinare che era il mio petto.

Gli sorrisi e gli ricordai che doveva fare il bravino se no ……. Nulla!!!!

Ed allora mi rispose con un affermazione militare: “comandi!!”.

Ogni tanto comunque notavo che Marco  cercava di guardare il mio seno e le mie gambe, ed a me tutto sommato non dispiaceva, infondo un po’ di vanità femminile non guastava.

Arrivammo in questo stupendo paesino che svettava sulle alture della Liguria: eravamo a Cervo.

Una località molto antica con case molto vecchie, ma tutto era curato e mi dava una sensazione di fiabesco.

Posteggiammo la macchina e facemmo un giro a piedi nel paese, ci fermammo ad un bar per bere qualcosa e poi riprendemmo la macchina e riprendemmo la strada del ritorno.

Arrivati al hotel, lui andò verso il parcheggio ed io entrai aspettandolo nella hall  per ringraziarlo del buon pomeriggio.

Arrivò quasi subito e con aria di sfida mi chiese se allora avessi fatto il bravo e se si era meritata la ricompensa.

Rimasi sconcertata e gli dissi che avrei valutato con calma …. Ma gli sorrisi e scappai in camera per andarmi a fare una doccia.

Mi feci quella rinfrescante doccia e mi misi l’accappatoio, che era profumato di pulito e capii che Lucia me l’aveva cambiato.

Mi strinsi l’indumento a me e mi coccolai, contenta che le cose forse si erano risolte.

Ma ecco che bussarono la porta ed io ancora con i capelli bagnati andai ad aprire.

Era Lara, la signora, che mi chiese se poteva entrare.

Io la feci entrare.

Chiudemmo la porta e ci recammo verso i letti per non stare impalati vicino all’uscio.

Lei era vestita con un altro abito da quello dello scontro del pomeriggio.

Erano circa le diciotto e la cena veniva servita alle 20.

Mi mise una mano sulla scollatura del mio accappatoio e con molta dolcezza mi aprì l’indumento.

Si apriva nonostante fosse legato in vita dalla cintura.

A poco a poco si stava sempre più scoprendo il mio corpo ed io rimanevo attonita guardando il viso della signora che era intenta a guardare la sua opera.

Stavo cominciando a sentire le sue dita che si intrufolavano dentro.

Con l’altra mano mi slegò la cinta, ed allora si aprì completamente la spugna.

Non riuscivo a fare e dire niente, ma devo ammettere che provavo molto piacere ed ero molto eccitata.

Le sue mani mi presero i seni ancora umidi e i miei capezzoli si indurirono subito.

Lei mi accarezzava con una dolcezza, ma con un altissimo erotismo, come se quel gesto fosse da lei molto conosciuto.

Io lascia un piccolo gemito e questo probabilmente, le diede un incoraggiamento e scese con una mano verso il mio ciuffetto.

Io volevo reagire, ma in quel momento mi stavo godendo tutto quell’azione poiché ero anche un po’ in astinenza.

Con una sua lieve spinta mi trovai supina sul letto con il corpo ormai tutto nudo.

La signora non aveva perso il contatto con me e quando vide che io ero comoda sul letto si avvicinò e con la bocca mi prese una ciliegina e con i denti me la mordicchiava provocandomi brividi di libidine; per assaporarmi ulteriormente questa dolce tortura, socchiusi gli occhi.

Ma ad un tratto non sentii più nulla ed allora aprii gli occhi e vidi la signora che si era alzata e stava davanti a me.

Fissai i suoi seni e vedevo che era eccitata.

Mi misi seduta sul letto, le presi una mano e la feci sedere accanto a me.

Le misi le mani dietro la schiena e le sbottonai il vestito leggero e glielo feci cadere in avanti, scoprendo quel seno che tanto avevo desiderato.

Era leggermente cadente, abbondante, con un areola non grossa e di color rosa chiaro; il capezzolo a punta tipico di una donna che ha allattato i bambini.

Mi avvicinai al suo petto e le presi in bocca il ciucciotto come una bimba che cerca il latte materno; dapprima lo tenni un po’ tra la lingua e le labbra e succhiavo leggermente per assaporarmi quella emozione; poi comincia a mordicchiarlo e lo sentivo crescere ed indurisi come mai mi era successo.

Ero eccitatissima ed anche lei lo era, in quanto sentivo il suo respiro più veloce ed ogni tanto un piccolo e contenuto gemito fuorisciova dalla sua bocca.

Non si muoveva, ora era lei che si godeva le mie coccole.

Ed allora la stesi sul letto ed io l’accompagnai non lasciando la mia conquista.

Avevo preso decisamente confidenza e la stavo dimostrando.

Quando lei fu adagiata ed io appoggiata sopra di lei, ripresi a succhiare e con la mano le toccavo l’altro seno per pareggiare il piacere.

Lei aveva il viso molto teso dato l’intenso piacere che stava provando, ma era molto piacevole poiché mi sentivo soddisfatta di essere riuscita a sbloccarmi.

Scesi con la lingua lungo il suo corpo e mi ritrovai sull’ombelico, rotondo e profondo.

Girai per qualche volta all’interno e poi scesi per il centro del suo ventre, che non era piatto e ansimava sotto la mia lingua.

Arrivai al limite del suo pelo e profumava, un profumo dolce, molto intenso.

Con la mano la passai su quel tappetino morbido e sentivo i fremiti della donna come una gatta intenta nelle sue fusa.

Sfiorai leggermente la sua gattina e lei ebbe uno scatto ….. un gemito più lungo accompagnò questo momento.

Ma tutto un tratto lei mi prese la testa che era ormai a pochi millimetri dal suo sesso e me la spostò dicendomi un secco ma gentile “no!”

Io la guardai con aria sconcertata e lei mi sorrise e mi disse di non preoccuparmi ma che non era giusto tutto quello che stavamo facendo!!!!

Si rialzo sempre con il seno nudo e si girò verso lo specchio per rivestirsi.

Io mi alzai e le diedi una mano ad allacciare i bottoni.

La presi dal di dietro e l’abbraccia in vita appoggiando la faccia su di una spalla.

La guardavo nello specchio e lei mi prese le mani dal davanti dicendomi che ero veramente brava e che la mia amica era fortunata!

Poi si girò, e mi guardò negli occhi.

Mi chiese di essere sincera e io ebbi uno sguardo serio in quel momento; mi chiese se avevo attrazioni per qualche altro componente della sua famiglia.

Io rimasi un pochino in silenzio, ma poi mi liberai dei peso e dissi di si.

Lei mi chiese per chi in particolare, ed io le risposi con franchezza per tutte e due i figli.

Lei rimase con una espressione neutra per qualche attimo e poi mi replicò di essere onesta e di non fare del male alle sue creature, poi aggiunse di essere lusingata delle mie scelte e corresse la sua frase precedente dicendo che se avessi avuto dei rapporti con loro, e la cosa non le dispiaceva, avrei dovuto non farlo tanto per farlo, ma con il sentimento che avevo dimostrato per lei.

Io le risposi che sicuramente avrei usato, anzi, maggior  affetto in quanto con loro ero meno in sogezione.

Ci salutammo e dopo una doccia mi recai a mangiare!!!!

 IMPORTANTE: per poter capire questi miei racconti vi consiglio di leggere tutte le mie storie pubblicate su questo sito e sotto il nick di Daniela 2002.