Alassio (4)

 

…. Mi recai nel salone per cenare e come al solito Marco era alla porta ad aspettare gli ospiti dell’albergo.

Questa volta, però, non mi accompagnò al tavolo e rimase imbalsamato, ma mi sorrise e mi fece l’occhiolino.

Io mi diressi verso il mio tavolo e mi sedetti.

Trovai una rosellina dentro ad un vaso e un bigliettino con scritto “Ti aspetto dopo!”

Non era firmato, ed oltretutto era scritto al computer.

Non avevo idea di chi potesse essere, sicuramente qualcuno dello staf dell’albergo, pensai.

Forse Marco, pensando all’occhiolino, o forse Lucia, con il pensiero alla sua proposta pomeridiana.

Comunque arrivò, nel frattempo, mamma Lara e con la sua solita grazia, si piegò verso di me e come al solito, potei sbirciare il suo seno attraverso la sua scollatura.

Lei mi disse che ero insaziabile e io le sorrisi e le replicai che di fronte a tanto ben di Dio, non c’era limite.

Mi sentivo sfrontata, ma nello stesso tempo imbarazzata.

Mangiai con un certo appetito e ogni tanto pensavo alla rosa ed al biglietto, a quell’anonimato che mi aveva un pochino eccitata.

Quando finii di cenare, mi alzai e mi recai verso la mia stanza, ma non sapevo assolutamente quale fosse il futuro di quella serata e salendo le scale cercavo di pensare a chi  avrei trovato davanti alla porta della mia camera.

Ero certa di essere aspettata, e quindi quando girai l’angolo cercavo di essere preparata per non spaventarmi, ma, ahimè, non c’era nessuno ed allora dentro di me subentrò un piccolo sconforto.

Aprii la porta e ancora con la coda dell’occhio, cercai di carpire le ultime immagini … ma nulla.

Entrai e mi stesi sul letto, accesi la tv e la guardai un poco.

Mi stavo assopendo, ma fui subito risvegliata da un rumore che proveniva dal bagno.

Titubante ed un po’ impaurita, mi alzai e mi recai verso lo stanzino.

Aprii la porta ed ebbi una grossa, ma veramente grande, sorpresa ……. MIKELA!!!!!!

Ebbi un momento di grande commozione e piansi  di felicità, lei mi venne incontro e mi abbracciò.

Non avevo mai ricevuto un abbraccio così caloroso, in quanto Mikela era sempre stata molto gentile e premurosa, ma la mia vista dopo un po’ di tempo di separazione, l’aveva portata a quel gesto inconsueto.

Restammo lunghi attimi unite senza parlare, come se veramente fosse anni che non ci vedevamo.

Il suo corpo era contro il mio e sentivo tutto, ….. tutte le su curve appoggiate sulle mie e provavo un forte emozione …… ero eccitata.

La mia Mikela era arrivata e mi aveva fatto una sorpresa, in quel momento avevo dimenticato tutto, anche la rosa e le varie promesse.

Poi ci recammo in stanza e lei mi disse quanto era contenta di avermi rivista ed io non avevo parole per esprimere il mio piacere.

Mi raccontò qualcosa di casa ed io la stavo ad ascoltare come una bimba che ascolta la sua mamma.

La guardavo e fissavo le sue labbra, non c’eravamo ancora baciate, strano.

Finito di raccontare le ultime cose, mi avvicinai e le cercai le labbra.

Era un po’ timida, ma quando le fui sulla sua calda e umida bocca, lei perse l’incertezza e cominciò ad essere la mia dolce compagna.

Fu un bacio lungo ed intenso con spesso piccole pause per piccoli bacini.

Fummo interrotte dal bussare della porta e dopo l’ultimo tocco alle sue labbra mi alzai e mi recai verso l’uscio.

Era Lucia, trasformata, vestita con una maglietta bianca attillata, senza reggiseno che le risaltava molto il suo abbondante petto; pantaloni fusò neri anch’essi molto aderenti e qua devo dire che si vedeva un po’ troppo il grosso sederone, ma nel complesso, anche un po’ truccata, molto carina.

Entrò senza neppure guardare con chi fossi ed infatti appena dentro si accorse di Mikela.

Fece un sobbalzo indietro e mi chiese scusa per quella sua precipitosa intrusione.

Io le dissi che non c’era assolutamente nessun problema e le presentai subito la mia amica.

Un altro bellissimo punto a favore di Mikela, è la sua stupefacente cordialità ed infatti si alzò premurosamente e si avvicinò a Lucia con un espressione molto soave le strinse leggermente la mano presentandosi.

Lucia la guardò e rimase sorpresa per la bellezza e la dolcezza di quella ragazza e al contatto con la sua mano, si notò un lieve rigonfiamento dei suoi capezzoli.

Se ne accorse e diventò rossa, ma noi non curammo minimamente l’accaduto per non metterla in imbarazzo.

Rimanemmo un pochino in silenzio, ma la quiete fu interrotta da Mikela che  chiese cosa si sarebbe fatto quella sera e che aveva voglia di divertirsi.

Allora io e Lucia ci guardammo con complicità, ci strizzammo l’occhio e prendemmo Miky per le mani e la portammo fuori dalla stanza.

Arrivati nella hall trovammo Marco che aveva finito di lavorare ed anche lui vedendo la bella figliola in nostra compagnia ci intimò di fermarci e noi ci stoppammo.

Come dissi in precedenza, quel ragazzo non era un modello, ma il suo fisico era ben piantato e questa era una delle caratteristiche  prediletta la mia compagna.

Ci chiese dove andavamo tutte di corsa e la sorella, Lucia, con aria quasi gelosa, rispose con fretta che la serata era tutta dedicata alle donne e che quindi lui sarebbe stato un intruso.

Uscimmo e quando fummo fuori dall’albergo ricevetti un sms da Marco che mi ricordava di pensare alla mia promessa, insomma diceva “E la tetta???” ……

Non gli risposi subito, anche perché non volevo incuriosire le altre, e salimmo nella macchina di Lucia.

Io andai dietro e lasciai le due davanti e devo dire che si davano lunghe sbirciate e piacevoli sorrisi.

Mikela indossava una gonellina molto corta e fuoriuscivano delle lunghe e ben tornite gambe, pallide ma molto gradevoli.

Sopra un top, anche lei senza reggiseno e devo dire che il seno di Mikela era speciale, grande e rotondo con una grossa areola non chiara, ma nemmeno scurissima.

Si vedevano molto bene le curve ed io, che sono una grande estimatrice delle poppe, quella sera ero al settimo cielo …. Oltre quello di Mikela potevo gustare anche quelle di Lucia.

Risposi con un “vediamo” al messaggio di Marco e spensi il cellulare, per poter aggregarmi a quell’intima compagnia.

Misi il braccio destro al di là del sedile anteriore appoggiando con la mano  sulla spalla di Mikela e cercai di sfruttare della strada sconnessa per, ad ogni salto, scendere con la mano verso il balconcino.

Non avevo imbarazzo, poiché sapevo che Lucia era consapevole del rapporto tra me e Mikela e poi pensai che forse anche a lei sarebbe piaciuto un giretto su quelle stupende poppe.

Ci fermammo davanti al locale e scendemmo io e la mia compagna, mentre la guidatrice andò a cercare un posto.

Mikela mi chiese se anche Lucia fosse come loro  ed io le replicai di non esserne sicura, ma che aveva sicuramente qualche tendenza, o che forse voleva provare. Alzai leggermente le spalle e conclusi che insomma non sapevo con certezza.

Dopo poco ci raggiunse Lucia e mettendosi in mezzo a noi due,  ci spinse verso l’interno del locale che era veramente gremito di ragazze e ragazzi.

Dopo aver bevuto molta birra in allegria eravamo sodisfatte nel guardare tutti quei ragazzi che ci mangiavano con gli occhi ingordi e verso le 23 uscimmo dal pub e ritornammo all’albergo.

Quando arrivammo davanti alla porta dell’hotel, Lucia si fermò e ci fece scendere dall’auto.

Io entrai chiamata da Marco e Mikela rimase ad aspettare Lucia.

Mi avvicinai a Marco e lui mi disse con tono molto serio di essere un po’ deluso di me, io le replicai che comunque certe cose possono essere dette anche per scherzo e che quindi si poteva anche non rispettare certe promesse.

Lui si girò e senza neppure salutarmi, salì le scale per recarsi nella sua stanza.

Io ci rimasi male e con voce fioca, considerando l’ora, lo chiamai ma con scarso risultato ed allora lo seguii per fermarlo e quando gli fui vicino lo presi per un braccio e poi per la mano e con un movimento brusco gliela misi su un mio seno.

Lo feci talmente maldestramente che mi feci pure male e lui, un po’ sbigottito del mio gesto, rimase subito un po’ impietrito, ma passarono pochi attimi e si riprese.

Mi avvolse con la sua mano la poppa e con delicatezza me la strinse, poi cercò il mio capezzolo e con le dita lo prese, il quale si indurì subito.

Io non avevo espressione e lui mi guardava soddisfatto per la sua conquista.

Abbassai gli occhi e vidi che i suoi pantaloni si erano gonfiati, allora abbozzai un sorriso e lui di rimando lasciò la presa ed io notai il suo imbarazzo.

Gli ripresi le mani e questa volta gliele misi entrambi su tutte e due i seni.

Lui riprese fiducia e coraggio e continuò il suo tocco.

Non era male, delicato e nello stesso tempo energico.

Sentimmo salire le scale da Lucia e Mikela ed allora Marco con uno scatto, tolse le mani e prese dalle tasche la chiave della sua stanza, che era proprio dietro le mie spalle.

Mi scosto e aprì la porta e sempre un pochino bruscamente mi prese per un braccio e mi tirò dentro.

Chiuse la soglia piano per non farsi sentire dalle due ragazze.

Accese la luce e probabilmente si accorse della mia espressione  stupita ed allora per sdrammatizzare, si scusò per l’accaduto e mi rassicurò che non aveva nessuna intenzione di violentarmi.

Io gli sorrisi e gli replicai che ne ero certa che non mi avrebbe fatto nulla, e aggiunsi …. “di male”!

Lui si avvicinò e portò nuovamente le sue mani verso il mio petto, e mentre stava per toccare io lo fermai e gli dissi che preferivo togliermi il top, per evitare di doverlo lavare e stirare a causa della sua azione.

Stavo per sfilarmi l’indumento, mi fermai per chiedergli una conferma del mio gesto e quando tirai giù la magliettina, lui mi disse che era una buonissima idea e che l’approvava in pieno.

Allora ripresi lo strip e me lo tolsi.

Rimasi a seno nudo con i capezzoli ritti.

Lui era lì, davanti a me, e con esitazione mi rimise le mani sul mio corpo, mi tocco dapprima i fianchi e fece risalire le mani lentamente fino ad arrivare sotto alle mie tette.

Con i pollici mi massaggiava la parte inferiore del seno ed il suo gesto diventava sempre più audace con il passare dei secondi.

Io stavo in piedi davanti a lui e non reagivo, mi godevo quella pomiciatina.

Nuovamente le sue dita erano sui mie capezzoli e giravano un po’ veloci e un po’ lente intorno alla mia areola.

Feci un piccolo passo avanti e mi trovai con il suo viso a pochi millimetri dal mio.

Sentivo il suo respiro sul mio ed allora mi avvicinai alle sue labbra e lui completò appoggiando le sue alle mie.

Dapprima il bacio fu molto dolce, senza penetrazione, poi con un colpettino di lingua mi aprì la bocca e me la introdusse dentro.

Il bacio alla francese non era una mia specialità, anzi avevo molte lacune in proposito anche perché con Mikela ci limitavamo al contatto delle labbra, e quindi Marco dovette faticare un pochino per prendere il ritmo giusto.

Iniziò un bacio caloroso e passionale, un piccolo sentimento nacque tra noi, e la cosa faceva sembrare quel momento più incantevole.

Mi spinse, questa volta con molta delicatezza, verso il suo letto che era matrimoniale o quasi.

Quando con le gambe lo toccai, mi sedetti e lui sempre attaccato si chinò per mantenere la posizione.

Si staccò un attimo e si tolse la camicia; con un'altra spintina mi fece coricare ed io misi le gambe sul letto.

Lui si adagiò vicino e con la mano mi girò verso di lui per ricominciare l’effusioni.

Io non feci resistenza e mi voltai.

Presi a questo punto io l’iniziativa e mi rimisi a baciarlo.

Marco mi mise una mano sulla schiena e mi accarezzava facendo ampi cerchi sul retro del mio corpo, quando nel culmine del nostro passionale bacio, mi mise una mano dentro ai pantaloncini per conquistare il mio culetto.

Allora io mi sbottonai il bottoncino davanti per agevolare l’entrata e lui così raggiunse le mie chiappette.

Sentii un piccolo brivido e mi ricordai di Simone, riconfermai che il tocco in quella parte del corpo era a me molto gradito ….. anzi direi fortemente eccitante.

Avevo il tanga e quindi non ebbe difficoltà a prendermi prima uno e poi l’altro gluteo in mano.

Io ripresi l’iniziativa e gli sbottonai il suo bottoncino e a quel punto lui ebbe un piccolo scatto.

Non capii il motivo, ma non mi fermai e quando riuscii nel mio intento gli tirai giù la cerniera e mentre lo facevo, avevo già sfiorato il suo membro, che era duro e gonfio da scoppiare.

Divideva la mia mano al suo scettro, un piccolo strato di stoffa dei suo boxer, ma mi accorsi che avevano l’apertura davanti ed allora introdussi la mia mano e presi in mano quel bastone.

Pulsava ed era molto caldo, si muoveva.

Lo tenei un poco in mano e poi con un gesto graziato lo comincia a muovere.

Lui cercando di non farmi perdere la presa si alzò e si sfilò i pantaloni rimanendo con la sua verga fuori nella mia mano.

Non era un pene enorme, ma duro e svettava diritto come se fosse alla ricerca di qualcosa.

Ed infatti voleva qualcosa ……. Io mi feci coraggio e siccome ero entrata in quel gioco e per giunta provavo anche piacere, lo tirai verso di me e quando lo ebbi davanti al viso, mi avvicinai alzando un poco la testa e cominciai a dargli dei piccoli bacini sul glande.

Lui prese un grosso respiro e con le mani mi teneva la testa per potermi agevolare in quella operazione che non mi era di nuovo molto congeniale.

Aprii la bocca e glielo presi in bocca e piano piano scendevo per arrivare alla base.

Quando arrivai a sentire i peli che mi toccavano la mia faccia capii che ero giunta.

Sentii un gemito e questo mi diede una incoraggiamento, avevo intuito che non serviva una grande esperienza per eseguire quella operazione, ma una buona dose di erotismo.

Rimasi lì qualche attimo e poi risalii per arrivare nuovamente alla punta del pene.

La corsa era più breve di quella di altri ragazzi, ma la cosa non mi recava nessun problema, anzi pensai che era la misura giusta per i miei gusti.

Lo vidi diventare paonazzo per il piacere, ed allora mi fermai e mi tirai su, sedendomi sul letto.

Lui se lo prese in mano e se lo muoveva, ma io ruppi il silenzio e gli dissi di stare fermo che se no sarebbe venuto troppo presto e che il bello doveva ancora accadere.

Mi ubbidì immediatamente ed allora io mi alzai e mi tolsi i pantalocini e il tanga. Gli dissi che mi dovevo recare in bagno per potermi rinfrescare dopo la serata passata fuori con le altre e lui mi ci accompagnò.

Mi aprì la porta e mi disse: “a presto!”

Ero già bagnata e la cosa mi faceva molto piacere,  mi lavai sotto e mi asciugai.

Ero consapevole che tutto stava andando per il meglio e non mi accadeva spesso.

Riuscii dal bagno e vidi lui completamente nudo sul letto con il suo pene appoggiato alla sua pancia.

Gli chiesi se avevo fatto presto e lui mi rispose affermativamente.

Mi avvicinai, anch’io nuda, al letto e ci montai con le ginocchia.

Facendo piccoli ed attenti movimenti, mi misi in modo che lui potesse avere la mia passerina davanti al viso, sperando che fosse di suo gradimento.

Lui con le dita  mi prese le labbra e mi cominciò a dare colpettini con la lingua il mio clito.

Anche io feci un grosso respiro ed inarcai all’indietro la schiena per poter avvicinare il mio sesso maggiormente alla sua bocca.

Lui tolse le mani e la sua lingua cominciava a penetrarmi, dolcemente la mia vagina.

Avevo ripreso a bagnarmi e il piacere saliva dentro il mio corpo, elettrizzandomi.

Mi dimenavo e spingevo per provare maggiore piacere.

All’improvviso mi sopraggiunse un orgasmo e glielo sparai tutto in bocca e per non affogare lui scostò un poco la sua testa, così lasciandomi godere quel momento come piace a me.

Mi staccai da Marco tirando su le ginocchia e sempre cercando di non fargli del male mi mossi verso il basso mantenendo sempre le gambe a scavalcare il suo corpo.

Sentii il suo pene che mi toccava il sedere: era duro e bagnato ed allora rialzai un poco il bacino e con la mano lo presi in mano gli misi il preservativo che lui aveva messo sul comodino e me lo  puntai nella mia fessura.

Scivolò dentro, e già al primo movimento provai piacere.

Ero contenta perché finalmente avevo trovato un ragazzo che mi stava soddisfacendo.

Lui cominciò un tenue movimento di accompagnamento al mio sali e scendi.

Allora io presi la posizione ideale per entrambi  e lasciai a lui l’iniziativa.

Lo sentivo dentro e godevo.

Dopo alcuni minuti lui mi disse che stava per venire ed anche io, pur avendo avuto nel frattempo piccoli orgasmi, stavo per arrivare.

Gli supplicai di resistere un poco poiché ero prossima  e lui, mettendocela tutta, mi stava accontentando.

Strinsi un poco le gambe e scaricai il mio piacere su quel pene che venne e sputò tutto il suo orgasmo in quel palloncino che si gonfiò al limite della sicurezza.

Rimanemmo un poco in quella posizione e poi gli dissi di tenere il profilattico affinché non si sfilasse nel momento dell’estrazione.

Tutto andò per il meglio ed io baciai l’arnese del mio enorme godimento.

Lui era sfinito ed io pure, ma eravamo felici per quel momento magico ed imprevisto.

Mi alzai e mi recai in bagno; mi seguì ed entrò dentro con me dicendomi premurosamente che gli sarebbe piaciuto assistere alle mie operazioni post sesso.

Io gli dissi che avrei fatto anche un po’ di pipì e lui mi replicò che era molto curioso di vedere per la prima volta dal vivo una donna intenta in quel gesto.

Mi sedetti sul wc e in pochi attimi liberai la mia patatina da quel peso.

Notai che lui ebbe una piccola erezione e io lo rimproverai dicendogli che non mi sembrava il caso di quella sua eccitazione e lui sorrise ed alzando le spalle mi disse che non ne poteva nulla!

Mi pulii e mi alzai e siccome sapevo che anche l’uomo aveva bisogno della stessa azione, glielo imposi così saremmo stati pari.

Mi misi a fianco e lo fissai nel pene; lui mi disse che non ce la faceva se io lo guardavo così intensamente, ed allora mi allontanai un poco, ma cercando di avere sempre una buona visione.

Anche per me era la prima volta e quando vidi quel liquido trasparente uscire come una fontanella, mi accorsi di provare una piccola sensazione, non proprio eccitazione, ma qualcosa di strano.

Finì e si scrollo il pisellino, che ormai aveva ripreso le dimensioni di riposo.

Ci rivestimmo ed io lo salutai aprendo la porta mi recai verso la mia stanza e mi resi conto che non avevo detto nulla a Mikela e a Lucia, ma quando misi la mano sulla maniglia per aprire sentii dei sussurri all’interno della camera

Allora aprii piano piano l’uscio e mi trovai le due nude sui letti avvicinati per l’occasione.

Non sapevo che fare ma poi ……………………..