Capodanno 2002 (2)

 

 

…. Come dicevo nel precedente racconto, mi trovai con quel cubetto a pochi millimetri dalla mia bocca e la tentazione di mangiarlo era tanta.

Ma in quel momento arrivò nuovamente Simone, che aveva notato la scena da lontano.

Ci chiese se andava tutto bene e consigliò a Sara di farmi salire nelle camere soprastanti allestite per i ragazzi che abitavano troppo lontano e quindi non sarebbero tornati in nottata a casa.

Sara mi guardò e senza neppure aspettare una mia reazione, mi prese per mano e mi portò di sopra, attraversando tutta la sala con decisione.

Salimmo le scale sempre per mano, e velocemente ci trovammo davanti alla porta della camera.

La aprì e all’interno c’era un po’ di confusione, borse sparse sui letti, 5 singoli per la precisione, giacche e scarpe.

Aprì una piccola valigia e tirò fuori una maglietta di lana di colore crema.

Mi disse di metterla, non era un granché, ma per lo meno era asciutta e pulita.

Io stavo pensando al fatto che mi sarei dovuta denudare il petto davanti a lei e pensavo al fatto che Simone mi aveva detto che lei era lesbica, insomma quei pochi istanti mi bloccai nel cercare di fare la cosa più naturale senza far capire che io sapevo e poi comunque non ero sicura di avere una storia con lei, non la conoscevo per niente ed era la prima volta che avrei avuto un rapporto veramente lesbo.

Un suo cenno mi fece capire che dovevo agire, e lei molto dolcemente mi chiese “mi devo girare?”

Io le risposi di no e per sdrammatizzare aggiunsi che non era la prima volta che mi cambiavo davanti ad una persona.

Comincia a sbottonarmi la camicia lentamente, era veramente un paciugo e in quel momento pensavo anche come l’avrei potuta lavare.

Piano piano avevo sbottonato tutti i bottoni e stavo per aprire la camicia per sfilarmela dalle braccia.

Sara era seduta sul letto e stava leggendo un foglio che aveva preso dalla scrivania.

Forse aveva capito il mio imbarazzo e quindi tergiversava per mettermi più a mio agio.

Apprezzai molto quel gesto ed infatti  potei sbrigare l’operazione con molta più serenità.

Rimasi a petto nudo e il fresco della stanza mi fece indurire un capezzolo, che comunque avevo notato anche altre volte era più sensibile a dell’altro.

Presi la maglietta che era vicino a dove era seduta Sara e lei, sicuramente molto incuriosita, mi guardò e capii che i suoi occhi si erano posati sui miei seni.

Feci un piccolo respiro e preso l’indumento me lo infilai velocemente anche perché faceva freddo.

Capii che la giovane amica era rimasta un po’ delusa della mia fretta ed io per scusarmi le dissi che faceva freschino e che non volevo ammalarmi proprio nelle feste.

Lei mi sorrise, forse anche un po’ rassicurata dalla mia pronta spiegazione.

Mi sedetti vicino a lei e le chiesi che cosa stesse leggendo e prontamente mi rispose di aver trovato quel volantino sul quale erano scritte degli appunti di biologia, probabilmente caduti a qualcuno dalla borsa.

Pensai chi poteva essere quel pazzo che avrebbe studiato in quella serata.

Ma la riflessione passò subito ed allora chiesi alla ragazza di recarci nuovamente in sala, per poter ballare un poco e quindi cercare di riscaldarsi.

Sara mi rispose che avrebbe saputo come fare, ma alzandosi di scatto mi prese di nuovo per mano, e mi trascinò, anche un po’ nervosamente, di sotto.

Mi lasciò vicino ad un ragazzo e con aria ironica mi disse di divertirmi e che sicuramente mi sarei riscaldata.

Si allontanò ed andò a ballare più lontano.

Ci rimasi malissimo, pensai che la giovane ragazza mi avesse trattato molto ingiustamente, infondo non le avevo dato assolutamente adito a pensare qualcosa tra noi e quello sgarbo lo presi come una punizione del mio rifiuto.

Ballai per un po’ con questi nuovi amici, ma poi presa da molta rabbia e delusione, mi recai decisa verso di lei, la presi con uno strattone e la voltai verso di me.

Le diedi, anche forse con un po’ troppo entusiasmo, un bacio sulle labbra.

Sara rimase sbigottita di questa mia iniziativa e non solo lei, ma anche molte persone vicine a noi, ebbero un attimo di stupore.

Io cercai di sdrammatizzare dicendo che dovevo fare una penitenza e quindi ho dovuto sottostare a quella decisione.

Molti ci credettero, eravamo talmente tanti che non potevano sapere che cosa si stava facendo tra un capo e l’altro della sala.

 

…. Voglio tenervi ancora sulle spine … la notte era ancora giovane  …. e sicuramente ancora tante cose potevano succedere …. Voi che dite??????????