Capodanno 2002 (3)

 

……. Sara rimase comunque turbata dal mio gesto e non credeva alla storia della penitenza.

Ed allora mi chiese nuovamente il motivo del mio gesto.

Aveva capito che il mio bacio aveva un trascinamento particolare ed allora la presi per mano e questa volta fui io a portarla velocemente su dalle scale.

Arrivammo nuovamente davanti alla porta della camera e l’aprii, dato la foga, mi feci male ad un dito e me lo misi in bocca e me lo succhiai.

Entrai e mi voltai, sempre con il dito in bocca, e guardai il volto di Sara che era sempre molto stupito.

Le dissi cosa aspettava ad entrare e lei, con molta esitazione, si porto dentro alla stanza.

Avevo preso la situazione in mano e cercavo di mantenerla, anche perché mi aveva dato fastidio la superiorità dimostratami in precedenza da quella ventenne.

La presi per mano e le avvicinai al viso il dito che avevo tenuto in bocca, ma lei si allontanò, con un movimento brusco.

Io mi imbronciai e non capivo il perché di questo suo atteggiamento ed infatti glielo chiesi.

Mi replicò che cosa avessi volevo da lei e che anche lei era stupida dal mio comportamento.

Io risposi quanto dovevo aspettare per averla ed a questo punto Sara mi guardò con molto sbigottimento chiedendomi se ero diventata matta.

Io le dissi che sapevo tutto poiché Simone mi aveva anticipato le sue tendenze, ma Sara smentii assolutamente di sue attitudini e che spesso Simone si divertiva a prenderla in giro.

Mi sentivo sprofondare, se avessi avuto Simone sotto i piedi l’avrei schiacciato fino all’inferno.

Mi scusai e le dissi che c’era stato un equivoco!

La invitai a ritornare in sala da ballo, anche perché ero molto desiderosa di andare a prendere quell’infamone!!!!!!!

Mentre scendevamo in silenzio, ci fermammo a metà della scala, in un pianerottolo buoio.

Fu Sara a fermarmi mettendosi davanti a me.

Era alta come me e quindi mi trovai il suo viso vicino al mio.

La guardai dritta negli occhi ed a quel punto socchiuse i suoi e prendendo la direzione si avvicinò a colpo sicuro con la sua bocca alle mie labbra.

Vi fu un contatto molto dolce ed estremamente delicato.

Chiusi anche io gli occhi e cercai di assaporarmi quel magnifico segno d’affetto.

Mi ricordava Lucia, ma era diverso, anche perché il suo bacio era ingenuo, ma ordinato, non come quello dell’altra giovane che era molto scoordinato.

Rimanemmo lunghi istanti in quella posizione e, stranamente, non ci abbracciammo.

Eravamo come paralizzati, piccoli movimenti delle nostre labbra animavano quel momento.

Ci staccammo lentamente ed io riaprii gli occhi e vidi il suo viso che si era estremamente addolcito.

Non avevo parole, ma soprattutto non sapevo che fare.

 Ora ero io sbalordita!

Non sapevo cosa fare!

Mi chiedevo cosa stava succedendo!

E non lo sapevo!

Ci sedemmo sui gradini e lei si rannicchiò sul mio corpo, come se volesse protezione!

Io cercavo di dargliela!

Stavamo sempre in silenzio, non esistevano parole per quel momento che dava sul magico!

Ci stringevamo in un grande abbraccio e l’atmosfera erotica era sicuramente scesa!

Ma che cosa stava succedendo?

Ad un tratto sentii un piccolo lamento e un tirare su di naso e capii che Sara stava piangendo, delicatamente.

Ero sempre più sconcertata di quanto stesse succedendo.

Avevo persino paura di essere stata io la causa di tutto.

Ma in quel momento ero tranquilla, e cercavo di godermi il momento …. L’anno nuovo era arrivato ed io ero abbracciata ad una bella ragazza che cercava comprensione.

Passarono lunghi attimi, quando lei si alzò ed io pensai che tutto fosse finito, invece mi porse la mano per alzarmi ed io gliela diedi e lentamente mi drizzai.

Mi disse che voleva di nuovo andare di sopra nella camera ed io le risposi con un cenno della testa.

Molto meno freneticamente delle altre volte, salimmo le scale e ci recammo in camera

Lei  mi era sempre abbracciata come se non riuscisse a camminare ed io la sostenevo con molta cura.

Entrammo e ci sedemmo su un letto.

Lei mi guardò e notai uno sguardo molto dolce, quasi spaventato.

Mi disse di non essere lesbica, ma quel bacio che le avevo dato in pista le era piaciuto molto e quindi voleva replicarlo.

Poi aggiunse se io, invece, ero lesbica  ed io le risposi che non lo ero o per lo meno completamente.

Da qui nacque un discorso, di come mi accorsi di avere certe tendenze, ed io le raccontai il mio passato, in parte, non completamente per non annoiarla.

Lei si era distesa e si era adagiata supina nel letto per poter assaporare le mie parole maggiormente.

Io le ero molto vicina e le praticavo un leggero massaggio sulle spalle ed avevo costatato che le piaceva.

Alla fine del breve ed inteso racconto, rimanemmo un po’ in silenzio e la giovane si mise ancora più comoda per ricevere i miei dolci massaggi.

Non mi rifiutai e comincia ad impegnarmi per darle il massimo delle mie capacità di neo massaggiatrice.

Faceva abbastanza caldo, poiché il riscaldamento era acceso ed allora ne approfittai per chiederle di togliersi la maglia così avrei potuto agire direttamente sulla schiena.

Lei, senza indugi, si tolse la maglietta e la gonna dicendomi che si sarebbe stropicciata, in effetti era molto bella e fine, sicuramente avrebbe potuto rovinarsi.

Ed ecco il tanga rosso, come avevo già supposto!

Si liberò un corpo stupendo, ben tornito anche se snello.

Si girò davanti e prima di coricarsi sul letto a schiena in giù, mi chiese se mi piaceva il suo seno ed io con molta naturalezza le risposi che era molto piacevole, rotondo, sodo, con un capezzolo ancora acerbo ed un areola rosa chiara, ancora un po’ gonfia, come un fiore che stava per sbocciare.

Lei mi sorrise, ed io le risposi con uno mio.

Così si sdraiò e cercò una posizione per potermi offrire il massimo del suo corpo.

Io le feci notare che sarebbe stato meglio chiudere la porta a chiave e lei mi diede ragione.

Mi sedetti vicino a lei e con dolcezza inizia il massaggio, ma mi accorsi che le mie dita non scivolavano sulla sua pelle, che per quanto giovane, era un po’ secca e quindi difficile da massaggiare.

Mi ricordai che nella borsa avevo un flaconcino di olio di mandorle, che porto sempre dietro per ogni evenienza, ed infatti stava per essermi utile.

Il massaggio divenne morbido e la sua pelle era addomesticata alle mie dita che scorrevano a volte veloci e a volte lente su quel corpo di ragazza, ancora da sbocciare.

Cercavo di ricordare gli insegnamenti di Simone e di Mikela, l’energia e la delicatezza!

Si girò con il petto in su e io rimasi affascinata dalle sue magnifiche e sode curve.

Le poggiai le mani sul ventre e comincia a rotearle in senso orario, questo movimento è molto utile per rilassare e preparare la persona ad un massaggio.

Sara era completamente in balia dei miei gesti ed io mi sentivo tranquilla, le condizioni migliori per iniziare … qualcosa!

Qualcosa di veramente grande … di unico … di speciale.

 

 

Non vi racconterò quel qualcosa …… immaginatelo voi ….. so che lo sapete fare!