La Tortura continuava...

 

 

…. Cari amiche e amici spero che abbiate letto “il mio primo pompino” … questa è la continuazione di una vita incestuosa da me mai condivisa!

Infatti io crescevo e mio fratello peggiorava e dovevo in continuazione “giocare” con il suo pene e naturalmente dovevo stare zitta! Non perché avevo paura delle sue minacce e neppure perché mi fosse piaciuto, ho sempre provato un grosso schifo, ma per non ferire la povera donna di mia madre che era molto affaticata per il duro lavoro e poi mio fratello diventò presto l’uomo di casa, l’uomo che mancava! ed allora era necessario che l’armonia casalinga rimanesse allegra!

Una sera, avevo 18 anni,  stavo studiando coricata e mia madre venne nella mia camera che nel frattempo avevo nuovamente riconquistato per l’intimità della mia adolescenza (mio fratello si era allestito una piccola stanza nel salottino che peraltro non veniva mai usato in quanto non si invitava mai nessuno a casa!), mi cominciò a parlare e con discorsi dapprima confusi e sconnessi mi voleva avvertire sul sesso e sulle varie ed eventuali insidie e pericoli  che comunque dovevo prima o poi conoscere!

Mi disse di non concedermi se non volevo, e un po’ ho pensato che mia madre sapesse di me e mio fratello ma che non avesse il coraggio di intervenire, mi disse che il mio corpo non era in vendita ma era una dedica per l’uomo che veramente lo meritava! Mentre parlava mi accarezzava ed era da quando ero piccola che non avevo certe attenzioni da parte di mia madre!

Mi toccava il seno sopra il pigiama, sentivo le sue mani passare sopra i mie capezzoli che si indurivano e provavo piacere, fu la prima volta che cominciai a godere del mio corpo! La prima volta che qualcuno mi toccava senza che mi facesse schifo!!!

Furono pochi attimi, ma dopo quando mia madre se ne andò, mi feci il mio primo ditalino e godetti a lungo, per la prima volta sentii la mia passerotta che si era bagnata e il mio dito che si inoltrava in quella cavità che presto fu violata dal cazzone di mio fratello!

Infatti una sera tornò a casa veramente piegato da una mega sbornia; quando entrò in casa si inciampò nelle sedie e sparlava; sempre per non svegliare la mamma corsi verso di lui e nonostante fosse il doppio di me, cercai di portarlo verso il suo letto.

Lui si appoggiava e se ne approfittava toccandomi il seno, si aggrappava alle mie povere tettine che ormai erano veramente esauste di quel continuo rude trattamento!

Tutto il mio corpo rifiutava quella violenza, ma era troppo forte il mio affetto per la mamma e quindi arrivati sul suo letto, lo scaricai, ma nella violenza del movimento, mi trascinò insieme e caddi sopra il suo corpo che puzzava di sudore, fumo, alcol e forse anche di piscio!

Mi si avvicinò alla bocca e cercò di baciarmi, ma io mi riuscì a scansare e lui si innervosiva e allora cercava di farmi male ed afferrandomi nuovamente la tetta prese a stringermi un capezzolo, provocandomi un fortissimo dolore che mi rendeva inerte e senza mollare quella presa mi infilò una mano dentro alle braghette del pigiama e siccome dormo senza mutande arrivò subito al pelo che peraltro non avevo mai aggiustato quindi molto folto.

Me lo prese e cominciò a tiralo, così avevo dolore sotto e sopra e probabilmente persi i sensi, infatti non ricordo che lui mi tolse la maglietta e le braghette!

Rimasi nuda e lui mi  guardava d’in piedi, con aria autoritaria! Sapevo che ora mi toccava il solito pompino, anche se comunque non ero mai rimasta completamente nuda davanti a lui, ma pensai che fosse perché era ubriaco e quindi più ardito!

Non ne avevo assolutamente voglia …. Ma come vi ho già detto più volte DOVEVO!

Chiusi gli occhi e aspettavo il bastone tra le labbra, ma le mie aspettative erano sbagliate!

Sentii un dito sotto nella figa e speravo che si limitasse a giocarellare un po’ con la mia patatina, ma anche qua mi ero sbagliata!

Dopo poco il dito venne sostituito dal pene che era bagnato madido!

Per fortuna mi passò un po’ la sua mano insalivata nella mia piccola fessura, che era non bagnata, altrimenti mi avrebbe sicuramente provocato forti bruciori e dolori!

Dopo poco, il suo grosso pene si appoggiò nella mia fighettina e io comincia a piangere, pensavo al discorso della mamma e pensavo che stavo perdendo la verginità per un maiale, un bastardo che non se la meritava!

Ma non riuscivo a muovermi ero come paralizzata e lui non si accorgeva sicuramente nello stato che era e del mio enorme dolore … delle mie lacrime!

Con un colpo secco mi introdusse molto del suo pene e io dovetti stringere i denti, chiudere gli occhi e pregare per il dolore che mi aveva provocato!

Sentivo caldo e la fitta mi era arrivata dritta al cuore! Ero disperata! Ero diventata donna e non volevo! Lui si fermò un attimo, ma non per rispettare il mio dolore ma per potere prendere posizione per la sua cavalcata!

Mi prese con una violenza animalesca e ogni tanto mi toccava i capezzoli, me li stringeva e mi faceva male! Mi diceva delle brutte cose: “troia …. Ti sta piacendo …. Sento come ti stai bagnando!!” ma in realtà l’umido che sentiva era il mio sangue che colava e sapevo con certezza che non mi sarei mai eccitata per lui!

Dopo dieci minuti di dura scopata, lui uscì dal mio buchetto e finendo con una sega mi sborrò in bocca e sul corpo e continuava ad insultarmi: “prendi questa sborra … troia!!!!! Ti piace vero???

Io non parlavo e sapevo che questa volta aveva superato ogni limite …. Mi alzai e mi recai stancamente in bagno, lui mi seguì ma io riuscii a chiudermi nel bagno!

Mi lavai del sangue e mentre mi passavo la mano con l’acqua fresca sentivo sollievo e purificazione ma questa volta mi sentivo veramente violata nel più profondo del mio intimo!

Andai nella mia camera e mi chiusi a chiave, non avrei sopportato che lui venisse nuovamente alla carica!

Mi faceva male la figa e pregavo, chiedevo perdono per quello che era successo!

Per lunghe settimane non mi toccai e per fortuna, forse Dio mi aveva sentito, mio fratello dovette andare in trasferta e ci rimase per alcuni mesi.

Quando tornò ci presentò una ragazza straniera, molto carina, dicendo che era la sua fidanzata e che dal momento che non aveva casa in Italia, aveva bisogno di un letto e che quindi sarebbe stata da noi.

La mamma non era contenta, ma vide lo sguardo dolce e spaurito di questa giovane che non disse di no; chiese anche a me se mi desse fastidio e voi saprete sicuramente la mia risposta: FINALMENTE!

Ma sfortunatamente le cose non cambiarono e dopo qualche settimana lui si ripresentò alla mia presenza e questa volta era riuscito a superare la scorsa, ma questo racconto ve lo dico in un’altra puntata!