Clive Carroll
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Clive Carroll  - Sixth Sense

 

Alcuni mesi or sono, dialogando con John Renbourn, recente ospite della nostra testata, il discorso cadde anche su quali fossero, a suo modo di vedere, i nomi emergenti nel campo della chitarra acustica. John non ebbe, in quell’occasione, alcuna esitazione: “Il più importante chitarrista della nuova generazione è senza ombra di dubbio Clive Carroll. Dovresti contattarlo e proporgli una recensione su Keltika del suo album di esordio, intitolato Sixth Sense. È un bellissimo album, credimi! E poi Clive è giovanissimo…

John ci aveva, in quell’occasione, fornito anche i recapiti del suo giovane collega e abbiamo così provveduto in gran fretta a contattare Clive Carroll che, stupito ma soprattutto inorgoglito di tale presentazione ad opera del chitarrista acustico forse più famoso al mondo, si è mostrato ben felice di regalarci due brani tratti dal suo CD Sixth Sense, pubblicato dalla casa discografica Old Bridge Music, gestita dal chitarrista Chris Newman.

Anche con Chris Newman fu, in un certo senso, “amore a prima vista”, o per meglio dire al primo ascolto. Leggiamo nelle note di copertina, ad opera dello stesso Newman: “Incontrai Clive Carroll una sera, prima di un mio concerto con Máire Ní Chathasaigh, in cui Clive sarebbe stato il nostro supporter. Gli chiesi di suonare qualcosa, per provare il sistema di amplificazione. Ebbene, appena cominciò a suonare, non riuscivo a credere alle mie orecchie! Io e Máire rimanemmo ad ascoltarlo per oltre mezz’ora, l’intera durata del suo set, invece di prepararci per il nostro concerto. Ero estasiato dalla sua abilità, dalla qualità delle sue composizioni – tutta la musica che suonava era originale – e dalla sua incredibile musicalità. Quella sera stessa decidemmo che Clive Carroll sarebbe stato un ottimo acquisto per la Old Bridg Music, e qualche mese dopo Clive era nei nostri studi di registrazione.”

Clive Carroll è in effetti giovanissimo: è nato infatti nel 1975 in Inghilterra da genitori irlandesi, e “respira” musica sin dalla nascita. Sua madre suona l’accordion e canta le ballad originarie dell’isola di Smeraldo, mentre suo padre è un valente suonatore di banjo e di bodhran, ed è anche un abile liutaio: il piccolo Clive riceve il suo primo banjo alla tenera età di diciotto mesi (!), e già a dieci anni di età suona, perfettamente integrato, questo strumento nella family band.

Due anni dopo Carroll inizia a studiare la chitarra, e ad undici anni di distanza (nell’estate del 1998) raggiunge la “1st Class Honours Degree in Composition and Guitar” presso il prestigioso Trinity College Of Music di Londra. Ma ancor prima di giungere a questa prestigiosa meta, la carriera di Clive Carroll è stata punteggiata, anche negli anni precedenti, da una lunga serie di premi e prestigiosi riconoscimenti: nel 1994 Carroll vince il John Halford Prize for Composition e il Gladys Puttick Memorial Prize for Extemporisation; nel 1997 si aggiudica l’Ivor Mairants Guitar Award ed è finalista al Continuum Ensemble – National Improvisation Competition; nell’anno del diploma al Trinity College of Music vince di nuovo il Gladys Puttick Memorial Prize for Extemporisation e il Montagu Cleeve Prize for Guitar, e l’anno successivo (1999) il giovane chitarrista è denominato Essex Young Musician of the Year.

Clive Carroll ha affiancato questa brillante carriera solistica con esperienze artistiche in compagnia di un buon numero di musicisti classici, jazz, blues, rock e bluegrass. Particolarmente notevoli sono le sue collaborazioni nell’ambito della Irish traditional music, sia al banjo che alla chitarra, ma il vero punto di forza del giovane chitarrista è la composizione: Carroll compone musica – ottima musica – sin dagli anni della sua adolescenza, e si cimenta in egual misura in pezzi per orchestra e per ensemble da camera, oltre che (ovviamente) per chitarra solista.

Sixth Sense è stato pubblicato dalla Old Bridge Music alla fine del 1999, e appena uscito è stato salutato da John Renbourn come “una pietra miliare nel percorso della chitarra acustica”. Ma anche gli altri recensori sono rimasti colpiti dalla musicalità di questo giovane chitarrista: il prestigioso “Acoustic Guitar Magazine” ha presentato Clive Carroll come “probabilmente il migliore e più originale chitarrista britannico”. “Guitar Magazine” a sua volta ha incluso Sixth Sense nell’elenco dei migliori album del 2000, e addirittura “Total Guitar Magazine” parla di Carroll come di uno dei migliori dieci chitarristi acustici di tutti i tempi!

Dal nostro punto di vista possiamo solo confermare l’impressione di trovarci in presenza di un album per chitarra acustica di pregevolissima fattura: considerata la giovane età di Clive Carroll, c’è da rimanere stupiti dalla sua maturità artistica, abbinata a qualità compositive di prim’ordine. È anche difficile etichettare in modo preciso la sua musica, dato il gran numero di componenti presenti in queste registrazioni: si passa con grande sicurezza dai brani di chiara ispirazione classica al jazz stile “anni ‘50” (Barney Kessell…) di “Snake Bite Boogie”, fino alla musica di evidente matrice irlandese.

Dato il “taglio” della nostra rivista ci è parso ovvio rivolgere la nostra attenzione su due track di questo disco dedicate da Clive Carroll alla terra di origine dei suoi genitori, brani che la casa discografica Old Bridge Music (raggiungibile al sito web http://www.oldbridgemusic.com) si è mostrata felice di regalare ai lettori di Keltika. I brani in questione sono la sognante “Loch Na gCaor” e il set “Castle Combe/The Rude Reel/The Fly Reel”: quest’ultima è una dinamica e briosa composizione di Clive Carroll, mentre “Loch Na gCaor” è l’unico brano tradizionale presente in Sixth Sense, preziosamente riarrangiato dal giovane chitarrista di origine irlandese.

Il sito web di Clive Carroll è raggiungibile all’url http://www.clivecarroll.co.uk.

 

                                                                                                          Testo di Alfredo De Pietra

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