John McCusker
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John McCusker: Goodnight Ginger

 

Avrà pure, di questi tempi, un buffo e improbabile taglio di capelli alla moicana, ma John McCusker rimane oggi, a soli 29 anni di età, uno dei musicisti scozzesi più importanti e apprezzati in assoluto.

Nato a Glasgow, il giovane violinista scozzese è stato spinto verso la musica dalla madre – irlandese – sin dalla più tenera età: “Sono cresciuto ascoltando moltissima musica irlandese: già all’età di sette anni mia madre mi regalò un violino e mi iscrisse ad una scuola di danza irlandese. Ma purtroppo non mi permetteva di andare a giocare al calcio…

Ancora ragazzino John era così una presenza costante all’interno del circuito delle ceilidh band di Glasgow, e all’età di quattordici anni formò la sua prima band, i Parcel of Rogues.

Il talento artistico di McCusker non era sfuggito all’orecchio attento di Robin Morton, che gli offrì (John aveva appena sedici anni!) di entrare stabilmente a far parte di uno dei gruppi di punta della scena folk scozzese, la Battlefield Band. Si trattava di una scelta difficile, tuttavia, per il giovanissimo fiddler: John andava infatti ancora a scuola, alla Royal Academy di Glasgow per l’esattezza, ma con la benedizione dei genitori il giovane McCusker entrò a far parte della band, e prese così a girare il mondo insieme alla mitica formazione scozzese, in un’avventura musicale di cui ha fatto parte per oltre dodici anni. Ricorda oggi McCusker: “Tutto quello che volevo fare era suonare, e quindi mi sembrava un sogno far parte di una band così importante. Certo, ero abbastanza ingenuo, ma imparai presto…”.

Alla fine del “periodo Battlefield” – due anni fa – la fama di John McCusker era andata accrescendosi di parecchio, soprattutto in qualità di compositore: alcuni dei suoi brani sono stati interpretati da grandi del folk come Sharon Shannon, i Solas, The Poozies e Natalie McMaster, e il violino di John McCusker può oggi essere ascoltato su oltre centocinquanta (!) album di artisti dei generi musicali più disparati, come i Teenage Fanclub, BMX Bandits, Danny Thompson, Eddi Reader, The Silencers, Tim O’Brien e Linda Thompson. Ma è soprattutto l’incontro con la cantante folk Kate Rusby (anch’essa ospite di questo numero di Keltika) che segnerà in modo particolare la vita del violinista scozzese, in un primo momento da un punto di vista artistico (McCusker entrò a far parte della band della Rusby e in seguito ne ha prodotto i suoi album, compreso il recentissimo 10), ma in seguito anche sentimentale: John e Kate si sono infatti sposati l’anno scorso e sono andati a vivere in un casolare di campagna nello Yorkshire (i buontemponi, richiamando la celebre coppia composta da David Beckham e dalla consorte ex-Spice Girls Victoria Adams, li chiamano i “Posh & Becks della scena folk”…). Un capannone accanto alla loro casa è stato completamente riadattato a studio di registrazione, e sono nati così i Pure Studios, diventati in breve tempo un autentico punto di riferimento per i giovani musicisti folk scozzesi.

La grande popolarità di John McCusker si è ulteriormente accresciuta in seguito alla pubblicazione, nel 2000, del suo album solistico Yella House, salutato con termini iperbolici dalla critica specializzata inglese. Lo stesso anno, in riconoscimento al suo grande contributo alla causa della musica scozzese, gli venne conferito il prestigioso Spirit of Scotland Award for Music.

Ma le attività musicali del fiddler scozzese non si fermano qui: al suo attivo è da aggiungere anche la produzione di alcuni dei migliori album di folk degli ultimi anni, per artisti che spaziano da Eliza Carthy a Linda Thompson, da Cathy Ryan ai Blazin Fiddles. E per finire, del tutto recentemente McCusker ha iniziato a occuparsi anche di colonne sonore: proprio in questi primi mesi del 2003 è in uscita, distribuito da Buena Vista, il film “Heartlands”, diretto dal regista Damien O’Donnell, la cui musica è stata composta proprio da John McCusker, che dovrebbe apparire anche in alcune scene del film in compagnia della moglie proprio nel ruolo di una coppia di musicisti.

Giungiamo così alla recentissima pubblicazione dell’ultimo album del violinista di Glasgow, quel Goodnight Ginger da cui è tratta la track omonima, offerta questo mese ai lettori della nostra testata. Per l’occasione John ha radunato “la crema” del folk britannico, in un line-up di tutto rispetto: ad accompagnare McCusker in questo disco troviamo infatti Ian Carr alla chitarra, Andy Cutting all’accordion, Michael McGoldrick (flauto, whistle, pipes e bodhrán), Kris Drever, Ewen Vernal e Andy Seward al basso, James Mackintosh alle percussioni, Iain McDonald alle pipes e al flauto, Simon Thoumire alla concertina e Ian MacFarlane al fiddle, mentre Kate Rusby è la vocalist di una strepitosa “The Bold Privateer”. Racconta ancora John McCusker: “Ho visto questo album soprattutto come la possibilità di riuscire a radunare tutti i miei amici, divertirmi e suonare in loro compagnia. Ho continuato a comporre musica durante tutto il periodo delle incisioni, per andare poi subito dopo in studio a registrare. È stato molto divertente, ma soprattutto tutto è risultato molto spontaneo. Probabilmente si è trattato anche di un fatto mentale: in tutte le collaborazioni cui partecipo, in fondo non ho molto spesso la possibilità di suonare alla mia maniera, e non vedevo l’ora di poterlo fare”.

Goodnight Ginger è un album di gran classe e che mette in mostra, se ce ne fosse ancora bisogno, la forte personalità di John McCusker, un musicista che rifugge decisamente i consueti canoni della musica folk. Chi cerca il purismo farà bene a cercare altrove, ma nel caso del disco in questione questo vuol essere solo un complimento: i brani di Goodnight Ginger sono infatti quasi tutti opera di McCusker, certo nel solco della tradizione, ma una tradizione viva e vitale, filtrata dalla forte vena compositiva del violinista scozzese. L’uso delle percussioni, così, più che alla musica celtica, rimanda per certi versi alla musica afro-americana, ma quando meno te lo aspetti ecco che su questo tappeto percussivo così atipico torna a fare capolino la familiare cadenza di una jig. Si tratta quindi di una musica abbastanza “costruita”, ma con un gusto e una scorrevolezza tali da rendere estremamente gradevoli le dodici tracce che compongono il disco. Confessiamo a tal proposito che il compito di sceglierne una in particolare per la compilation di Keltika ci ha lasciato in imbarazzo per un certo tempo, dal momento che se fosse stato possibile avremmo messo…l’album per intero!

Così la scelta è caduta sulla iniziale “Goodnight Ginger”, set composo da tre brani: “A Mile Down The Road/Johnny’s Jig/Goodnight Ginger”, esclusivamente perché è la track che dà il nome all’intero album.

Si è detto della formazione che accompagna John McCusker in questo ottimo disco: a ben vedere si tratta più o meno degli stessi musicisti presenti sull’ultimo CD di Kate Rusby, anch’esso presentato sul numero di Keltika di questo mese. Questa sottolineatura si rende a parer nostro necessaria per evidenziare la grande versatilità di questi musicisti, perfettamente a proprio agio sia nell’accompagnamento della eterea voce solistica della Rusby che nell’approccio musicale “a tutto campo” richiesto dai complessi brani musicali di Goodnight Ginger.

Anche l’ultimo album di John McCusker è prodotto dall’etichetta “di famiglia” Pure Records e anch’esso, come 10 di Kate Rusby, è regolarmente distribuito in Italia dalla IRD di Milano sotto etichetta Compass Records. Le ultime novità sull’attività musicale di John McCusker si trovano sul suo sito web ufficiale: www.johnmccusker.net 

Un consiglio spassionato: non lasciatevi sfuggire questo disco…

 

                                                                                              Testo di Alfredo De Pietra

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