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PARTITO IN PROVETTA
Questa fecondazione artificiale non riesce
proprio, al centro-sinistra. Non parliamo del
ddl sugli embrioni - che ha separato le cellule
laiche da quelle ortodosse, facendo nascere un
aborto di legge - ma del progetto per la nascita
di una lista unica, ovvero di un partito in provetta.
L'esperimento era già a buon punto, con
l'impianto di tre embrioni politici nello stesso
simbolo, quando sono cominciati i dubbi, le polemiche,
gli scontri. Così oggi ci si pone alcuni
interrogativi laceranti. E' giusto, è legittimo,
è ammissibile che vangano utilizzati anche
partiti - come quello di Di Pietro - estranei
alla coppia Ds-Margherita? Può valere per
lo Sdi l'eccezione per le liste sterili? In quali
casi è ammesso il ricorso alle cellule
di partito nate fuori dal matrimonio ulivista,
per esempio quelle di Rifondazione?
Come al solito - siamo in Italia - prevale il
compromesso. Non sarà permesso a Prodi
di creare più di tre liste uniche per volta,
ma i partiti che da più di cinque anni
non riescono ad avere il quorum potranno adottare
i candidati eccedenti e impiantarli nel proprio
simbolo. Resta il problema più delicato:
cosa fare con i leader creati in laboratorio ma
non impiantati in una coalizione vincente. Si
fa strada, sia pure in mezzo a un conflitto di
coscienze, l'ipotesi di consentirne il congelamento.
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