5.15. BASILICA PALEOCRISTIANA DELL'ANNUNZIATA A PAESTUM

A fianco del Museo Archeologico nazionale, in una piazzetta rustica, ingentilita da un edificio (ex palazzo vescovile) che conserva ancora una fine struttura settecentesca, vi era fino a qualche anno fa una chiesa, una delle tante apparentemente senza storia, dall'aria molto dimessa di cui era incerto persino il titolo.
Oggi quella chiesa ci appare, dopo i restauri operati dalla Sovrintendenza ai Monumenti di Napoli, uno dei tanti tesori di Paestum, che il turista e lo studioso non possono trascurare, tanta è la suggestione che ispira.
E' la chiesa dedicata all'Annunciazione della Beata Vergine Maria, dell'antica cattedrale della diocesi di Paestum, già esistente all'epoca di papa San Gregorio Magno, ma abbandonata a seguito delle incursioni saracene del IX secolo.
La Basilica ha subito numerosi rimaneggiamenti nel corso dei secoli: nel XVI per opera del Vescovo Ludovico Podocataro, e nel XVIII per opera del Vescovo Agostino Odoardi, che le diede forma barocca e vi fece costruire un campanile a vela.

Figura 5. 59. Esterno della Basilica paleocristiana di Paestum

Lo schema è quello a tre navate concluse da absidi (con la navata centrale di poco più del doppio di quelle laterali) con archi a tutto sesto sorretti da due file di colonne antichissime di rara eleganza, che solo oggi sono tornate alla luce, dopo essere state incorporate per due secoli nei pilastri barocchi.
La facciata è rimasta uguale anche dopo il restauro, salvo che per la differenza di altezza, determinata dal fatto che, per ritrovare il suo pavimento originario si è dovuto scavare verso il basso per circa due metri, stabilendo così un diverso equilibrio tra il registro inferiore e quello superiore, sì che oggi si accede alla chiesa attraverso una scala.
La parte absidale, viceversa, risulta molto trasformata poiché è stato eliminato il campanile a vela con due fornici, che era stato realizzato al di sopra dell'abside sinistra, cioè in corrispondenza del "palatiolum" vescovile, mentre nell'abside centrale è stata aperta una monofora.
L'impressione che si ricava dall'ambiente è che il restauro, che pure ci ha restituito un monumento di rara bellezza, non abbia consentito del tutto il recupero dello spirito di quella che doveva essere la spazialità romanica, sia pure in una chiesa di provincia, sì che il risultato non riesce a coinvolgere completamente, se non per il carico di storia di questo monumento.

 

Figura 5. 60. Interno della Basilica paleocristiana