|
A fianco del Museo
Archeologico nazionale, in una piazzetta rustica, ingentilita da
un edificio (ex palazzo vescovile) che conserva ancora una fine
struttura settecentesca, vi era fino a qualche anno fa una
chiesa, una delle tante apparentemente senza storia, dall'aria
molto dimessa di cui era incerto persino il titolo.
Oggi quella chiesa ci appare, dopo i restauri operati dalla
Sovrintendenza ai Monumenti di Napoli, uno dei tanti tesori di
Paestum, che il turista e lo studioso non possono trascurare,
tanta è la suggestione che ispira.
E' la chiesa dedicata all'Annunciazione della Beata Vergine
Maria, dell'antica cattedrale della diocesi di Paestum, già
esistente all'epoca di papa San Gregorio Magno, ma abbandonata a
seguito delle incursioni saracene del IX secolo.
La Basilica ha subito numerosi rimaneggiamenti nel corso dei
secoli: nel XVI per opera del Vescovo Ludovico Podocataro, e nel
XVIII per opera del Vescovo Agostino Odoardi, che le diede forma
barocca e vi fece costruire un campanile a vela.
|
Lo schema è quello a tre navate concluse da absidi (con la
navata centrale di poco più del doppio di quelle laterali) con
archi a tutto sesto sorretti da due file di colonne antichissime
di rara eleganza, che solo oggi sono tornate alla luce, dopo
essere state incorporate per due secoli nei pilastri barocchi.
La facciata è rimasta uguale anche dopo il restauro, salvo che
per la differenza di altezza, determinata dal fatto che, per
ritrovare il suo pavimento originario si è dovuto scavare verso
il basso per circa due metri, stabilendo così un diverso
equilibrio tra il registro inferiore e quello superiore, sì che
oggi si accede alla chiesa attraverso una scala.
La parte absidale, viceversa, risulta molto trasformata poiché
è stato eliminato il campanile a vela con due fornici, che era
stato realizzato al di sopra dell'abside sinistra, cioè in
corrispondenza del "palatiolum" vescovile, mentre
nell'abside centrale è stata aperta una monofora.
L'impressione che si ricava dall'ambiente è che il restauro,
che pure ci ha restituito un monumento di rara bellezza, non
abbia consentito del tutto il recupero dello spirito di quella
che doveva essere la spazialità romanica, sia pure in una
chiesa di provincia, sì che il risultato non riesce a
coinvolgere completamente, se non per il carico di storia di
questo monumento.
|
|