10.2.6. IL MITO DI CIBELE AD ATENA LUCANA

Ad Atena Lucana, una piccola cittadina del Vallo di Diano, rivive il mito di Cibele, l’antica divinità preposta alla fecondità ma adorata anche come dea delle montagne e della natura selvaggia, figlia di Urano e di Gea, madre di Zeus e di tutti gli dei e procreatrice di tutte le cose esistenti.
E ritorna grazie ad una manifestazione storico-mitologica, denominata “…in Campo Atinate”, che si ispira ai culti misterici che si celebravano ad Eleusi in onore di Demetra (Cerere) e di sua figlia Persefone (Proserpina), avuta dal rapporto incestuoso con il fratello Zeus.
Il mito narra che Persefone fu rapita, con il consenso del padre, da Ade (Plutone) sovrano degli inferi e condotta nell’Averno. Demetra, che cercò invano la figlia nel mondo dei vivi, venuta a conoscenza della trama abbandonò l’Olimpo per riparare ad Eleusi, nei pressi di Atene, dove scagliò la propria maledizione sulla terra rendendola infeconda. Ad Eleusi Demetra arrivò sotto le spoglie di un’anziana serva destinata alla cura dei figli del re Celeo, Demofonte e Trittolemo, il primo destinato a ricevere onori particolari tra gli uomini per essere stato oggetto di attenzioni divine e ricordato in combattimenti rituali che si innestano nella tradizione delle iniziazioni militari; il secondo iniziato ai culti misterici agrari e divinamente omaggiato di semi di grano e aratro di legno, grazie ai quali, con il supporto di un carro tirato da un drago alato, avrebbe dovuto insegnare agli uomini l’agricoltura.
Zeus mosse il proprio messaggero Ermes al fine di recuperare Persefone, ma un chicco di melograno, dato da mangiare alla fanciulla al momento dell’abbandono amoroso, finì per legarla eternamente al mondo infero.
Essa, infatti, poté trascorrere da allora in poi solo i due terzi dell’anno con la madre, per fare poi ritorno, per il rimanente terzo, dallo sposo infernale.
A ciò dovrebbero riferirsi i riti eleusini, legati alla rappresentazione mitica del ratto della vergine Persefone, del suo ritorno sulla terra in un certo periodo dell’anno, del dono del grano all’umanità da parte di Demetra, dopo aver ottenuto la grazia di poter avere accanto a sé la figlia, ciclicamente nel corso dell’anno.

Tutto ciò viene a coincidere con la semina in autunno (ratto di Persefone), la stasi apparente dell’inverno quando il seme sottoterra si prepara a rinascere (permanenza di Persefone negli inferi) ed infine la stagione calda, quando germoglia il grano fino al raggiungimento della sua maturità che si sintetizza nel simbolo della spiga (ritorno di Persefone dalla madre).
Il rituale eleusino di Atena Lucana, promosso dall’Amministrazione comunale, dalla pro loco “Athena Nova” e dalla Provincia di Salerno, è costituito da una rappresentazione mistica in cui viene fatto rivivere sul sagrato della chiesa di S Ciro, nel cuore del centro storico, il sacro dramma di Demetra e Persefone.

Figura 10. 12. Cibele Figura 10. 13. Marco Tullio Cicerone

Ne sono protagonisti, in costumi d’epoca, un gruppo di giovani sapientemente preparati dall’archeologa Elena D’Alto che ne ha curato le ricerche storiche. Verso sera, sul sagrato della chiesa di Santa Maria Maggiore, sarà rievocato il sogno premonitore che Cicerone ebbe proprio ad Atina nel 58 a.C., che si avverò poi nel 57 col ritorno in patria. A tarda sera, a Largo Borgo, si esibiranno i ludi gladiatori e vi sarà la rappresentazione del Miles Gloriosus di Plauto. Tutto questo mentre, per le vie del centro, avrà luogo la manifestazione gastronomica denominata “ad libitum” dove sarà possibile degustare pietanze tipiche d’epoca romana.
Insomma una manifestazione che ci riporta indietro di secoli, quando l’antica Atina, l’attuale Atena Lucana, aveva nel Vallo di Diano un ruolo così importante da dare alla vallata il nome di Campus Atinate.