Ad
Atena Lucana, una piccola cittadina del Vallo di Diano, rivive il
mito di Cibele, l’antica divinità preposta alla fecondità ma
adorata anche come dea delle montagne e della natura selvaggia,
figlia di Urano e di Gea, madre di Zeus e di tutti gli dei e
procreatrice di tutte le cose esistenti.
E ritorna grazie ad una manifestazione storico-mitologica,
denominata “…in Campo Atinate”, che si ispira ai culti
misterici che si celebravano ad Eleusi in onore di Demetra (Cerere)
e di sua figlia Persefone (Proserpina), avuta dal rapporto
incestuoso con il fratello Zeus.
Il mito narra che Persefone fu rapita, con il consenso del padre,
da Ade (Plutone) sovrano degli inferi e condotta nell’Averno.
Demetra, che cercò invano la figlia nel mondo dei vivi, venuta a
conoscenza della trama abbandonò l’Olimpo per riparare ad Eleusi,
nei pressi di Atene, dove scagliò la propria maledizione sulla
terra rendendola infeconda. Ad Eleusi Demetra arrivò sotto le
spoglie di un’anziana serva destinata alla cura dei figli del re
Celeo, Demofonte e Trittolemo, il primo destinato a ricevere onori
particolari tra gli uomini per essere stato oggetto di attenzioni
divine e ricordato in combattimenti rituali che si innestano nella
tradizione delle iniziazioni militari; il secondo iniziato ai
culti misterici agrari e divinamente omaggiato di semi di grano e
aratro di legno, grazie ai quali, con il supporto di un carro
tirato da un drago alato, avrebbe dovuto insegnare agli uomini
l’agricoltura.
Zeus mosse il proprio messaggero Ermes al fine di recuperare
Persefone, ma un chicco di melograno, dato da mangiare alla
fanciulla al momento dell’abbandono amoroso, finì per legarla
eternamente al mondo infero.
Essa, infatti, poté trascorrere da allora in poi solo i due terzi
dell’anno con la madre, per fare poi ritorno, per il rimanente
terzo, dallo sposo infernale.
A ciò dovrebbero riferirsi i riti eleusini, legati alla
rappresentazione mitica del ratto della vergine Persefone, del suo
ritorno sulla terra in un certo periodo dell’anno, del dono del
grano all’umanità da parte di Demetra, dopo aver ottenuto la
grazia di poter avere accanto a sé la figlia, ciclicamente nel
corso dell’anno. |
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Tutto ciò viene a coincidere con la semina in
autunno (ratto di Persefone), la stasi apparente dell’inverno
quando il seme sottoterra si prepara a rinascere (permanenza di
Persefone negli inferi) ed infine la stagione calda, quando
germoglia il grano fino al raggiungimento della sua maturità che
si sintetizza nel simbolo della spiga (ritorno di Persefone dalla
madre).
Il rituale eleusino di Atena Lucana, promosso dall’Amministrazione
comunale, dalla pro loco “Athena Nova” e dalla Provincia di
Salerno, è costituito da una rappresentazione mistica in cui viene
fatto rivivere sul sagrato della chiesa di S Ciro, nel cuore del
centro storico, il sacro dramma di Demetra e Persefone. |
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Ne sono protagonisti, in costumi d’epoca, un
gruppo di giovani sapientemente preparati dall’archeologa Elena
D’Alto che ne ha curato le ricerche storiche. Verso sera, sul sagrato della chiesa di Santa
Maria Maggiore, sarà rievocato il sogno premonitore che Cicerone
ebbe proprio ad Atina nel 58 a.C., che si avverò poi nel 57 col
ritorno in patria. A tarda sera, a Largo Borgo, si esibiranno i
ludi gladiatori e vi sarà la rappresentazione del Miles Gloriosus
di Plauto. Tutto questo mentre, per le vie del centro, avrà luogo
la manifestazione gastronomica denominata “ad libitum” dove sarà
possibile degustare pietanze tipiche d’epoca romana.
Insomma una manifestazione che ci riporta indietro di secoli,
quando l’antica Atina, l’attuale Atena Lucana, aveva nel Vallo di
Diano un ruolo così importante da dare alla vallata il nome di
Campus Atinate. |