10.4.6. LA FESTA DELLA MADONNA DELLE GALLINE A PAGANI

A pochi chilometri da Salerno, a ridosso di Pompei ed Ercolano, patria del pomodoro e sede di vecchi pastifici artigianali, Pagani custodisce l’antica tradizione popolare della Madonna delle Galline, che rievoca l’antica venerazione di Demetra, divinità protettrice della natura e delle messi.
Un culto del tutto originale, molto antico e collegato a quello delle “Sette Madonne Sorelle”, caratterizzato dai temi della madre, del sesso e della morte, e che si celebra la prima domenica dopo Pasqua.
La tradizione popolare racconta che nel 1503 alcune galline, razzolando nello stesso luogo ove oggi sorge il Santuario, fecero emergere dal terreno una tavoletta su cui era dipinta l’immagine di Santa Maria del Carmelo. Nel tempo la tavoletta fu poi sostituita da una tela attribuita ad Andrea Sabatini da Salerno.
Nei giorni della festa il Santuario si riempie di volatili di ogni genere: oche, anatre, colombe, tortore e soprattutto galline di ogni razza che vengono donate alla Congregazione e da questa poi vendute ai fedeli e ai visitatori del Santuario.
Il sabato sera è dedicato alla veglia tra suoni, canti e balli fino al mattino, mentre le donne anziane, come vuole la tradizione, preparano il succulento pranzo della domenica costituito da pasta di casa, condita dall’inconfondibile ragù napoletano, e dai carciofi arrostiti sulle braci.
La Madonna “esce”, in processione alle nove del mattino e rientra al tramonto; la processione, con nacchere, tammorre e putipù, attraversa le vie del paese e le stradine di campagna fra botti di petardi, petali di fiori e coperte ricamate stese a fare da cornice al passaggio della Madonna. In ogni angolo di strada, in ogni cortile, i fedeli offrono doni: pane, denaro e volatili di ogni genere.
Caratteristiche e piene di fascino le danze che esplodono in espressioni artistiche ritmiche e musicali che legano in maniera originale e spettacolare i temi della vita, della morte, della fertilità e della fecondità, con sonorità e movenze mediterranee che rivivono a Pagani nei ritmi travolgenti delle tammorriate, ove i temi sacri e quelli profani convivono con sorprendente armonia e spontaneità.