All’estremità del
Vallo di Diano, tra il fiume Calore e i primi contrafforti del
massiccio del Cervati, una splendida foresta di cerri (Quercus
cerris) estende il suo manto verde su un’aria di circa 824 ettari;
è la foresta Cerreta-Cognole, gestita dalla Regione Campania con
la collaborazione del Corpo Forestale dello Stato.
La foresta è divisa da una valle in due comprensori, quello di
Cerreta appartenente al comune di Montesano sulla Marcellana, e
quello di Cognole appartenente al comune di Sanza.
Il comprensorio di Cerreta, già di proprietà della Certosa di
Padula è, dopo l’unità d’Italia, incamerato dal Demanio dello
Stato per effetto dell’applicazione della legge per la confisca
dei beni ecclesiastici, ha un’estensione di circa 418 ettari ed è
riservato alla coltura e alla conservazione del cerro d’alto
fusto.
Il comprensorio di Cognole, con un’estensione di circa 406 ettari,
appartenente prima al feudo dei baroni di Buonabitacolo e
successivamente acquistato dall’Azienda Speciale del Demanio dello
Stato, ha la funzione di giovane fustaia ottenuta dalla
conversione ad alto fusto con il metodo della matricinatura
intensiva. L’intero complesso, dapprima vietato al pascolo e
dedito al rinnovamento naturale, al rinfoltimento e al
rimboschimento delle radure, ha completamente mutato la sua
precedente destinazione dal 1985, con il passaggio alla Regione
Campania: l’intera area è stata convertita in zona di
ripopolamento per specie animali non autoctone di varie origini e
provenienza, ed è stato perfino vietato il libero accesso al
pubblico; chi vuole visitare la foresta deve fare richiesta al
settore Tecnico Amministrativo Provinciale delle Foreste.
La foresta è attualmente recintata e, all’interno di essa, sono
stati creati scomparti metallici per introdurre cavalli, daini,
cinghiali, caprioli, capre tibetane, ecc., che, oltre a divorare
la vegetazione novella, hanno infeltrito, consolidato e
impermeabilizzato il terreno procurando non pochi danni
all’ambiente naturale.
Ci si augura che a questo grave errore venga posto urgentemente
rimedio, per evitare che un polmone verde destinato alla sicurezza
ecologica del Vallo di Diano possa essere condannato alla
desertificazione; ed anche affinché, gli abitanti della zona
possano godere di un luogo di tanta straordinaria bellezza, dove
le piante di cerro si innalzano come giganti verso il cielo, dove
nel silenzio si ode il fruscio delle chiome accarezzate dal vento,
il cinguettio degli uccelli, lo scrosciare delle acque che
sgorgano dalle sorgenti; dove nel tardo autunno la foresta rivive
di un tripudio di colori, dove in primavera sul verde dei prati
spiccano le pennellate di fiori che sbocciano e che saranno
baciati dal caldo sole dell’estate. |
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