7.7. FORESTA REGIONALE CERRETA-COGNOLE

All’estremità del Vallo di Diano, tra il fiume Calore e i primi contrafforti del massiccio del Cervati, una splendida foresta di cerri (Quercus cerris) estende il suo manto verde su un’aria di circa 824 ettari; è la foresta Cerreta-Cognole, gestita dalla Regione Campania con la collaborazione del Corpo Forestale dello Stato.
La foresta è divisa da una valle in due comprensori, quello di Cerreta appartenente al comune di Montesano sulla Marcellana, e quello di Cognole appartenente al comune di Sanza.
Il comprensorio di Cerreta, già di proprietà della Certosa di Padula è, dopo l’unità d’Italia, incamerato dal Demanio dello Stato per effetto dell’applicazione della legge per la confisca dei beni ecclesiastici, ha un’estensione di circa 418 ettari ed è riservato alla coltura e alla conservazione del cerro d’alto fusto.
Il comprensorio di Cognole, con un’estensione di circa 406 ettari, appartenente prima al feudo dei baroni di Buonabitacolo e successivamente acquistato dall’Azienda Speciale del Demanio dello Stato, ha la funzione di giovane fustaia ottenuta dalla conversione ad alto fusto con il metodo della matricinatura intensiva. L’intero complesso, dapprima vietato al pascolo e dedito al rinnovamento naturale, al rinfoltimento e al rimboschimento delle radure, ha completamente mutato la sua precedente destinazione dal 1985, con il passaggio alla Regione Campania: l’intera area è stata convertita in zona di ripopolamento per specie animali non autoctone di varie origini e provenienza, ed è stato perfino vietato il libero accesso al pubblico; chi vuole visitare la foresta deve fare richiesta al settore Tecnico Amministrativo Provinciale delle Foreste.
La foresta è attualmente recintata e, all’interno di essa, sono stati creati scomparti metallici per introdurre cavalli, daini, cinghiali, caprioli, capre tibetane, ecc., che, oltre a divorare la vegetazione novella, hanno infeltrito, consolidato e impermeabilizzato il terreno procurando non pochi danni all’ambiente naturale.
Ci si augura che a questo grave errore venga posto urgentemente rimedio, per evitare che un polmone verde destinato alla sicurezza ecologica del Vallo di Diano possa essere condannato alla desertificazione; ed anche affinché, gli abitanti della zona possano godere di un luogo di tanta straordinaria bellezza, dove le piante di cerro si innalzano come giganti verso il cielo, dove nel silenzio si ode il fruscio delle chiome accarezzate dal vento, il cinguettio degli uccelli, lo scrosciare delle acque che sgorgano dalle sorgenti; dove nel tardo autunno la foresta rivive di un tripudio di colori, dove in primavera sul verde dei prati spiccano le pennellate di fiori che sbocciano e che saranno baciati dal caldo sole dell’estate.

Figura 7. 19. La cerreta
Figura 7. 20. Ciuffolotto
Figura 7. 21. Allodola