5.5. ABBAZIA
DI S. MARIA DE OLEARIA DI MINORI |
Sulla
Costiera Amalfitana, a pochi chilometri da Amalfi, subito dopo
il promontorio di Capo D'Orso, addossata alla roccia è
costruita all'ombra di una imponente grotta naturale si trova la
Badia di S. Maria De Olearia.
Dalla strada, all'occhio del viaggiatore, l'intero complesso
appare come un agglomerato di vecchie abitazioni private e
nessuno penserebbe mai che dietro e dentro questa massa di
costruzioni sono nascosti i resti di un ambiente monastico che
costituisce una rara e preziosa testimonianza di arte e di
architettura del primo Medio Evo nel ducato di Amalfi.
La mancanza di ricerche archeologiche e le continue
ricostruzioni, che il complesso ha subito nel corso dei secoli,
non consentono al momento di capire quali fossero le strutture
architettoniche originali e le loro fasi cronologiche.
Nemmeno una dettagliata descrizione del complesso e dei motivi
ornamentali in esso contenuti può condurre a conclusioni certe
circa la loro storia.
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Figura 5. 31. S. Maria de Olearia:
esterno
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Pare che l'insediamento ebbe origine tra la
fine del X secolo e l'inizio del XI ad opera dell'anacoreta
Pietro a cui si unì ancora fanciullo il nipote Giovanni. Dopo
la partenza di Pietro per la sua città di provenienza, e non
dopo la sua morte come affermano alcuni, a condurre vita
ascetica rimane solo Giovanni dietro le pressioni
dell'arcivescovo Leone.
Non trascorre molto tempo che altri anacoreti, richiamati dalla
fama suscitata dal nome di Giovanni e dall'aureola di santità
che circonda la sua figura, raggiungono l'eremita superstite
desiderosi di associarsi a lui e di assumerlo a modello di vita,
di penitenza e di preghiera.
L'accresciuto numero di anacoreti comportò necessariamente un
ampliamento dell'ambiente originario fino a trasformare
l'insediamento in un vero cenobio intitolato a S. Maria "De
Olearia" dagli abbondanti uliveti che coprivano l'intero
pendio fino al mare o, forse, dal grande frantoio che ivi si
trovava.
Primo abate fu Tauro e nel 1088 il monastero fu concesso dal
papa in dotazione alla Abbazia della SS. Trinità di Cava de'
Tirreni, divenendo testa di ponte nell'opera di latinizzazione
delle chiese bizantine del Meridione.
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Figura 5. 32. La Cripta: la Vergine e i
Santi
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Gli ampliamenti e gli ammodernamenti
effettuati nel corso dei secoli hanno strutturato il complesso
monastico di S. Maria De Olearia in tre ambienti sovrapposti.
A livello più basso, interamente nella roccia, è posto il
locale più antico voluto da Pietro, la cripta, comunemente
indicato in zona con il nome di "catacomba" per la
trasformazione, avvenuta nei secoli, delle celle dei monaci in
camere funerarie.
Tutti gli ambienti della cripta dovevano essere originariamente
affrescati, ma solo nella abside centrale, in quella meridionale
e lungo il muro dell'anticamera si sono conservate zone
affrescate abbastanza estese.
L'abside centrale conserva un Cristo monumentale, la cui parte
superiore è completamente distrutta, vestito di una tunica
bianca e un mantello d'oro, con la mano destra benedicente, tra
due arcangeli con tuniche color porpora e loros bizantini d'oro
con pietre preziose. L'abside meridionale conserva,
presumibilmente, un Cristo con la mano destra sollevata in gesto
oratorio tra Giovanni Battista e Giovanni Evangelista (le tre
teste sono state asportate forse nel secolo scorso). Nel muro
orientale dell'anticamera quattro figure, originariamente
cinque, si ergono da un terreno dorato contro uno sfondo blu
scuro.
Al centro la Vergine orante, a destra un santo in abito militare
con scudo e giavellotto e a sinistra un altro santo con tunica e
mantello giallo, probabilmente S. Paolo e S. Giorgio.
Un quarto personaggio senza l'aureola che regge in mano un
modello simbolico di chiesa potrebbe rappresentare il fondatore
Pietro o, presumibilmente, il committente dell'affresco.
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Figura 5. 33. La Cripta: Abside
meridionale |
Figura 5. 34. La Cappella principale: la
Visitazione |
Il secondo locale, più ampio, a due navate e
con una grande colonna al centro costituisce la cappella
principale che si apre, ad un livello superiore, direttamente
verso il mare.
La volta, la cui superficie è dipinta con un fondo blu scuro,
presenta lungo i tratti della crociera quattro angeli che
sostengono il campo centrale nel quale doveva essere dipinto il
busto di Cristo, ora del tutto perduto. Nei quattro spazi della
volta due busti di arcangeli si alternano ad evangelisti, mentre
i quattro angoli semicircolari contengono figure a mezzo busto,
probabilmente profeti del Vecchio Testamento (quella incoronata
forse rappresenta Salomone o Davide).
Scene dell'infanzia di Cristo appaiono lungo la maggior parte
dei muri. L'Annunciazione con l'Arcangelo Gabriele e la Vergine
che appaiono ben conservate e la Visitazione, con due donne che
si abbracciano affettuosamente, fiancheggiano la finestra
superiore del muro sinistro, mentre sulle pareti occidentale e
settentrionale, benché molto danneggiate, spiccano
rispettivamente una complessa versione della Natività e
l'adorazione dei Re Magi.
Chiaramente appartenente allo stesso progetto decorativo è la
Crocifissione posta sulla curvatura occidentale della volta
(Cristo sulla croce, la Vergine, Giovanni Evangelista ed altre
figure tra cui una, armata di lancia, sotto la croce.
Non vi è dubbio che la scelta del ciclo dell'infanzia come tema
principale del progetto decorativo della cappella fa pensare che
la stessa fosse dedicata alla Vergine che appare in ciascuna
scena.
Sopra la parte occidentale della cappella maggiore si trova il
terzo ambiente, costituito da una piccola cappella dedicata a S.
Nicola.
Nell'abside si trova una Vergine con bambino fiancheggiata da S.
Paolino e S. Nicola, mentre nell'arco della stessa abside sono
raffigurati S. Giovanni Battista con il suo caratteristico
indumento in pelliccia, e S. Giovanni Evangelista osannante
verso un medaglione che conteneva in origine l'agnello di Dio.
La decorazione della volta a botte e dei muri principali della
cappella si divide in tre zone: la volta che contiene un busto
di Cristo in un medaglione sostenuto da quattro angeli; la parte
superiore dei muri che contiene un ciclo narrativo della vita di
S. Nicola e due file di Santi in abiti vescovili e monastici; la
parte inferiore che comprende pannelli decorativi e inserti
marmorei simulati.
Il recente ed ultimo restauro avvenuto nel 1980 e promosso dal
Centro di Cultura e Storia Amalfitana ha finalmente restituito
il ruolo, che la storia e la cultura le assegnano, all'Abbazia
S. Maria De Olearia, fino a pochi anni fa quasi anonima e poco
conosciuta perfino dai salernitani. |
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Figura 5. 35. La Cappella principale: la
Natività |
Figura 5. 36. La Cappella principale: la
Crocifissione
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