8.5. LA PITTURA TRA IL XIX E IL XX SECOLO PARTE I

Tra i maggiori esponenti della pittura salernitana del XIX-XX secolo, anche se non allineati alle varie correnti pittoriche del periodo, un posto di primo piano spetta ai seguenti artisti:

- Gaetano Esposito, tra i più importanti e tra i più ispirati ritrattisti e paesaggisti della seconda metà dell’Ottocento, seppe manifestare nei suoi dipinti contenuto poetico, qualità e composizione armoniosa e bilanciata, in contrasto con la casualità compositiva che caratterizzava l’attività di altri pittori del tempo. Tra le sue opere: il Palazzo di donna Anna a Posillipo, Tentazione, l’Attesa, lo Studio del Pittore, In Chiesa e il Profilo di donna Carmela.

- Pietro Scoppetta, vivace illustratore e tipico esponente della Bella Epoque, sia come artista che come personaggio, seppe esprimere nelle sue opere tutto l’affetto per la sua terra e l’entusiasmo del proprio temperamento.
I suoi quadri più felici sono i ritratti femminili di taglio boldiniano dipinti con verve ed eleganza. Tra le sue opere: la Parigina della collezione Morelli e della collezione Sicilano a Milano; Firenze della collezione Mario Tiso; le illustrazioni dei romanzi e dei racconti di Zola; le copertine di canzoni e gli innumerevoli schizzi che costituiscono un brillante, a volte anche malizioso, commento al costume e alla vita popolare napoletana della fine del secolo.

- Giuseppe Avallone, allievo prediletto di Domenico Morelli assieme a Vincenzo Gemito e Gaetano Esposito all’Istituto delle Belle Arti di Napoli, è stato uno dei maggiori pittori salernitani tra la fine dell’Ottocento e il primo quarantennio del Novecento.
Decoratore, ritrattista, paesaggista ed acquerellista ad alto livello, fu soprattutto un disegnatore perfetto ed un abile maestro formando, presso la sua scuola, artisti di fama quali i figli Pasquale e Mario e i nipoti Arturo e Guglielmo Beraglia.
Ai facili successi mondani preferì la raccolta e serena attività di artista solitario, più conforme al suo carattere mite e bonario e ciò rese col tempo più nobile, stimata e veneranda la sua figura, rimasta sempre cara ai suoi alunni dell’Orfanotrofio Umberto I a Salerno e a tutti i suoi ammiratori.
Decorò la cattedrale di Muro Lucano, le chiese di Santa Caterina e Santa Maria dei Greci a Caggiano, la volta della chiesa di S. Nicola di Bari a Coperchia, i dipinti per la chiesa dei Santa Maria dei Greci a Polla, le tre tele allocate nella chiesa madre di Bellosguardo, le sale consiliari delle Province di Salerno e di Potenza e i numerosi palazzi e case nobiliari delle famiglie salernitane. Tra le sue opere: Figura Distesa, l’Atrio del Duomo, l’Arco di Costantino, Malinconia, la Samaritana, la Liberazione di S. Pietro, il Vade Satana, la Glorificazione di S. Alfonso, il Giubileo Sacerdotale di Leone XIII, l’Assunzione di Maria Vergine, e tantissimi ritratti e paesaggi.

Figura 8. 29. Gaetano Esposito: Tentazione
  Figura 8. 30. Pietro Scoppetta: La valle dei mulini

- Gaetano D’Agostino, attento e sensibile interprete dei gusti borghesi ed esegeta fedele della committenza pubblica e privata, è un artista che abilmente dissimula, nella fastosità del suo eclettismo affatto provinciale, le contraddizioni storiche della sua epoca.
Formatosi alle scuole dei più famosi pittori napoletani attivi della metà dell’Ottocento, apprende a padroneggiare le tecniche del mestiere e soprattutto ad acquisire una grande esperienza dei materiali d’uso, per il raggiungimento di effetti scenografici decorativi.
L’amicizia, la stima e gli scambi continui con Domenico Morelli e con Gaetano Esposito, frequentatore assiduo della sua casa,costituiscono il più solido fondamento per la maturazione del D’Agostino, che apre i suoi orizzonti artistici alla moderna produzione partenopea, alle suggestioni della macchia fiorentina, alle esperienze figurative d’oltralpe: la pittura pompier di Leon Gérome e la sontuosità di Mariano Fortuny.
Tra le sue opere: gli affreschi delle navate della cattedrale di Benevento, che danno inizio al suo apprendistato nel quale affianca suo padre Fortunato; le decorazioni del Teatro Municipale di Salerno, in collaborazione con suo padre e suo fratello Antonio, e soprattutto le decorazioni della Sala Rossa del Casino Sociale di cui fu il massimo artefice, e che rappresentano, con poche altre testimonianze, tutto quello che Salerno conserva di lui; l’affresco del Cappellone di S. Sossio nella cattedrale di Frattamaggiore; l’affresco della ricostruita cattedrale di Nola, che raffigura l’antica chiesa distrutta da un furioso incendio; la decorazione della nuova sede dell’Università di Napoli, in cui sono raffigurati due dei più significativi avvenimenti della storia accademica dei secoli XVII e XVIII: la Cavalcata Storica del 1616 e il Teatro Eroico e Politico dei Viceré del Regno di Napoli; i numerosi ritratti, nella maggior parte dei casi, dei componenti della propria famiglia.

- Eduardo Monteforte ebbe come maestro Achille Carrillo dal quale fu protetto e sostenuto specie nei primi lavori dal 1870 in poi. Egli si dedicò soprattutto al paesaggio, con quadri a olio e ad acquerello che riscossero successo presso amatori italiani e stranieri. Di lui si ricordano certi studi fatti sulle falde del Vesuvio e, durante un suo breve viaggio al Cairo, delle vedute egiziane, tra le quali “Alle tombe dei Califfi” esposto alla Promotrice del 1897.

- Ulisse Caputo, studiò con Morelli e divenne amico e collaboratore di Gaetano Esposito. Visse a Parigi e debuttò con successo nel 1900 alla biennale di Venezia. La sua pittura si ispira alla vita familiare, con interni raccolti e donne caste ben vestite, ritratte nei momenti di intimità familiare. Dipinse anche bellissimi paesaggi algerini ed africani.

- Vincenzo Caprile si esprime felicemente nella pittura del paesaggio, in cui si ritrovano freschezza e grazia istintive. Paesaggisticamente egli predilige la natura della Costiera Amalfitana in cui riesce a trovare i motivi elegiaci e niente affatto convenzionali di una pittura che proviene da lontano, dagli esempi di un certo vedutismo settecentesco, rivissuto dall’artista sul piano di una descrizione puntuale della vita e degli avvenimenti delle popolazioni marinare che popolano le rocce e le spiagge di Positano, di Amalfi, di Ravello e degli altri paesi che si affacciano sul golfo di Salerno. Tra le sue opere: La Fanciulla di Positano e soprattutto il ritratto dell’allora proprietario del Covo dei Saraceni, che ha la potenza espressiva e trasfigurativa delle opere del grande pittore norvegese Munch.

Figura 8. 31. Giuseppe Avallone: Affresco in casa Adinolfi

 

Figura 8. 32. Gaetano D'Agostino