8.5. LA PITTURA TRA IL XIX E IL XX SECOLO PARTE I |
|
Tra i maggiori esponenti della pittura salernitana del XIX-XX secolo, anche se non allineati alle varie correnti pittoriche del periodo, un posto di primo piano spetta ai seguenti artisti: - Gaetano Esposito, tra i più importanti e tra i più ispirati ritrattisti e paesaggisti della seconda metà dell’Ottocento, seppe manifestare nei suoi dipinti contenuto poetico, qualità e composizione armoniosa e bilanciata, in contrasto con la casualità compositiva che caratterizzava l’attività di altri pittori del tempo. Tra le sue opere: il Palazzo di donna Anna a Posillipo, Tentazione, l’Attesa, lo Studio del Pittore, In Chiesa e il Profilo di donna Carmela. - Pietro Scoppetta,
vivace illustratore e tipico esponente della Bella Epoque, sia
come artista che come personaggio, seppe esprimere nelle sue opere
tutto l’affetto per la sua terra e l’entusiasmo del proprio
temperamento. - Giuseppe Avallone,
allievo prediletto di Domenico Morelli assieme a Vincenzo Gemito e
Gaetano Esposito all’Istituto delle Belle Arti di Napoli, è stato
uno dei maggiori pittori salernitani tra la fine dell’Ottocento e
il primo quarantennio del Novecento. |
|
Figura 8. 29. Gaetano Esposito: Tentazione | |
Figura 8. 30. Pietro Scoppetta: La valle dei mulini | |
- Gaetano D’Agostino,
attento e sensibile interprete dei gusti borghesi ed esegeta fedele
della committenza pubblica e privata, è un artista che abilmente
dissimula, nella fastosità del suo eclettismo affatto provinciale,
le contraddizioni storiche della sua epoca. - Eduardo Monteforte ebbe come maestro Achille Carrillo dal quale fu protetto e sostenuto specie nei primi lavori dal 1870 in poi. Egli si dedicò soprattutto al paesaggio, con quadri a olio e ad acquerello che riscossero successo presso amatori italiani e stranieri. Di lui si ricordano certi studi fatti sulle falde del Vesuvio e, durante un suo breve viaggio al Cairo, delle vedute egiziane, tra le quali “Alle tombe dei Califfi” esposto alla Promotrice del 1897. - Ulisse Caputo, studiò con Morelli e divenne amico e collaboratore di Gaetano Esposito. Visse a Parigi e debuttò con successo nel 1900 alla biennale di Venezia. La sua pittura si ispira alla vita familiare, con interni raccolti e donne caste ben vestite, ritratte nei momenti di intimità familiare. Dipinse anche bellissimi paesaggi algerini ed africani. - Vincenzo Caprile si esprime felicemente nella pittura del paesaggio, in cui si ritrovano freschezza e grazia istintive. Paesaggisticamente egli predilige la natura della Costiera Amalfitana in cui riesce a trovare i motivi elegiaci e niente affatto convenzionali di una pittura che proviene da lontano, dagli esempi di un certo vedutismo settecentesco, rivissuto dall’artista sul piano di una descrizione puntuale della vita e degli avvenimenti delle popolazioni marinare che popolano le rocce e le spiagge di Positano, di Amalfi, di Ravello e degli altri paesi che si affacciano sul golfo di Salerno. Tra le sue opere: La Fanciulla di Positano e soprattutto il ritratto dell’allora proprietario del Covo dei Saraceni, che ha la potenza espressiva e trasfigurativa delle opere del grande pittore norvegese Munch. |
|
Figura 8. 31. Giuseppe Avallone: Affresco in casa Adinolfi |
|
|
|
Figura 8. 32. Gaetano D'Agostino |
|