5.27. IL MONASTERO E LA CHIESA DI S. GIORGIO A SALERNO

San Giorgio costituisce la più bella Chiesa barocca esistente a Salerno, ricca di affreschi di altissima qualità.
Essa, soppressa con decreto del 7 luglio 1866, faceva parte dell'omonimo convento di suore benedettine, oggi trasformato in caserme della Guardia di Finanza e dell'Arma dei Carabinieri.
Si tratta di uno dei più antichi insediamenti monastici di Salerno, la cui fondazione risale agli inizi del IX secolo.
A questo periodo appartengono i resti di un'abside affrescata, recentemente rinvenuti all'interno della chiesa.
Alla fine del XVI secolo in San Giorgio vengono trasferite tutte le monache degli alti conventi benedettini della città (Santa Sofia, San Michele e Santa Maria Maddalena).

Nel 1711 il monastero viene ampliato con un nuovo progetto elaborato da Ferdinando Sanfelice, il più celebre architetto napoletano della prima metà del Settecento.
La facciata esterna è molto lineare e priva di slancio; su di essa si apre un'unica grande porta che presenta un portale di marmo disadorno. Ai lati del portale sottili cornici delimitano due pannelli rettangolari in cui sono contenuti delicati fregi in stucco.
 Attraverso la porta si accede in un vestibolo di forma rettangolare, diviso in due parti da un arco, sostenuto da due pilastri sporgenti: la prima parte è coperta da una volta a botte; sulla parete destra si apre una cappella, in cui un portale di marmo, oggi murato, segnava l'accesso al vasto locale attiguo, oggi parte della caserma.
La chiesa presenta entrando un piccolo ambiente coperto con volta a crociera che introduce nell'aula originariamente a tre navate, mentre oggi si presenta ad una sola navata con quattro cappelle laterali.
L'interno della chiesa è riccamente ricoperto di dipinti murali e su tela.
Nel 1675 Angelo Solimena firmava il ciclo della Passione nella volta della cantoria, ma i lavori devono essere iniziati prima ed aver impegnato una attrezzata bottega artistica.
La decorazione presenta una serie di pannelli con storie di San Benedetto, mentre nella cupola è raffigurato il Paradiso, esemplato su quello realizzato a Napoli dal Lanfranco nel 1641 nella Cappella del Tesoro del Duomo di San Gennaro.

Figura 5. 79. San Giorgio

Nella cappella dedicata alle sante Tecla, Archelaa e Susanna, nel 1680 Francesco Solimena dipinge tre pannelli murali raffiguranti: "Le sante condotte al martirio", "La visione di suor Agnata", "Le sante in meditazione", che costituiscono alcune delle prime opere del celebre pittore.
Fra gli altri dipinti della chiesa ricoprono una notevole importanza: La Vergine con il Bambino e Santi e una suora orante di Andrea S abatini, datata 1523, Il martirio di San Giorgio a capoaltare, databile ai primi decenni del XVII secolo, tre tele raffiguranti San Gregorio Magno, La Sacra Famiglia con San Giovannino, La visione di san Nicola di Bari, datate 1669, opere di Giacinto De Populi, il San Michele Arcangelo, databile al 1690, di Francesco Solimena, alcune tele verticali raffiguranti le Virtù, di Paolo De Matteis, databili agli inizi del XVIII secolo.
Di notevole pregio è l'altare maggiore in commesso marmoreo con bassorilievi e sculture.

Figura 5. 80. F. Solimena: Sante Tecla, Archelaa e Susanna