5.16. LA CHIESA DI SANTA MARIA DEI LOMBARDI A NOVI VELIA

La chiesa di Santa Maria dei Lombardi fu edificata intorno all'anno Mille, fuori del borgo dei Longobardi (un popolo devoto capace di dare unità spirituale e storica alla complessa geografia religiosa e territoriale del Cilento) in contrapposizione con la liturgia latina del rito greco di Santa Maria dei Greci di Rocca Cilento.
Un ruolo ed un'importanza, quella di Santa Maria dei Lombardi, che si delinea maggiormente nei secoli XV, XVI e XVII con il succedersi, nella gestione politica e territoriale di Novi, di famiglie baronali: i Marzano, i Pignatelli, i Carafa e gli Zattera che imposero e determinarono nella vita culturale ed artistica del piccolo centro, scelte e modelli.



Figura 5. 61. Polittico di G. F. Criscuolo (part.)


Figura 5. 62. C. Faffeo: Adorazione dei pastori



Figura 5. 63. Madonna del Sacro Monte


Figura 5. 64. Statua lignea di Santa Margherita


Al principio la chiesa di Santa Maria dei Lombardi funse anche da fortilizio, come dimostra la presenza al suo interno, di due torri, la prima nell'abside della cripta e la seconda adibita a fossa cimiteriale.
La chiesa, con una facciata esterna risalente al 1700, inizialmente ad un'unica navata con pianta a croce latina, fu successivamente modificata rialzando di qualche metro il pavimento e costruendo due navate laterali.

 

Varcata la soglia ci si trova immersi in un tempio che è tutto una sorprendente rivelazione, incentrato sul grande polittico del 1540 esposto sull'altare maggiore, di Giovan Filippo Criscuolo, allievo di Andrea Sabatini, composto da nove tavole: l'Eterno Padre, Santa Lucia, La Madonna con Bambino, la Maddalena, il S. Giovanni Battista, l'Adorazione dei Magi, il S. Marco e gli Angeli oranti.
A destra dell'altare maggiore vi è una tavola raffigurante la Madonna con Bambino tra Santa Caterina d'Alessandria e Santo Vescovo, realizzata tra il terzo e quarto decennio del Cinquecento da un anonimo pittore individuato come il Maestro di Vallo della Lucania.
Al XV secolo risale la tavola che rappresenta l'Adorazione dei Pastori di Cristoforo Faffeo, artista di cui si attesta la presenza a Napoli presso la corte Aragonese tra il 1489 e il 1497.
La scultura lignea di Santa Margherita, proveniente probabil-mente dalla chiesa di Santa Margherita, è forse dello scultore Giovanni da Nola, operante nel Cilento nei primi anni del XVI secolo.
La Madonna del Sacro Monte è una scultura proveniente dalla chiesa di S. Giorgio, non più esistente, opera di un ignoto artista del primo ventennio del XVII secolo.
Il dipinto su tavola, il Matrimonio Mistico di Santa Caterina, databile intorno al quarto decennio del XVI secolo è di un pittore ignoto che tenta di caratterizzarsi attraverso le elaborazioni semplificate delle evoluzioni raffaellesche del Sabatini e del Criscuolo.
Altre opere da ammirare sono: la statua lignea di Santa Maria di Antiochia della fine del Quattrocento; la cappella barocca Carafa con la scultura lignea di S. Nicola di Bari, protettore di Novi; la cappella del Sacramento con raffigurazioni evangeliche del 1746 e uno stemma con i simboli dei Pignatelli e dei Colonna; l'imponente S. Giovanni Battista, della prima metà del XVI secolo; il Compianto su Cristo databile tra il XV-XVI secolo; la grande tela della Madonna della Purezza del 1601; la statua lignea di scuola napoletana del Cristo Risorto; il busto reliquiario di S. Giorgio del XVI secolo proveniente dal convento dei Celestini; e i pannelli lignei della via Crucis dello scultore cilentano Bruno Aloia.
La cripta, che risale a prima del Mille e nella quale si scende da una piccola rampa aperta nella navata sinistra, è dedicata allo Spirito Santo. E' composta da un'aula centrale e da alcuni ambienti affrescati. Su una parete si ammira lo straordinario affresco della Natività, databile ai primi anni del XV secolo, che si caratterizza per l'intensa religiosità popolare e per una insolita particolarità: Maria è raffigurata a letto, coperta da una coltre con grandi fiori e il Bambino in una piccola mangiatoia, riscaldato dal solo bue. Nella cripta si trova anche il gruppo scultoreo dell'Annunciazione, opera del XVIII secolo attribuibile alla bottega di Giacomo Colombo.
Tra i numerosi argenti, patrimonio della parrocchiale di Novi, meritano di essere ricordati: il vaso per l'olio santo del 1589, una pisside di scuola napoletana databile tra il XVII e il XVIII secolo, un ostensorio con un angelo scolpito del XVIII secolo e una croce in argento massiccio, anch'essa risalente allo stesso periodo.