Le
cronache e i documenti più antichi indicano che un primo nucleo
di quella che doveva essere la futura S. Angelo sorgesse a poca
distanza dalla grotta dedicata all'Arcangelo Michele, che era un
casale dell'antico borgo di Fasanella. L'indagine relativa alla
chiesa porta alla considerazione che le strutture iniziali si
possono far risalire ai primi decenni del Trecento, quando la
distruzione di Fasanella, operata da Federico II nel 1246,
spinse i cittadini superstiti allo sviluppo di un nuovo centro,
per il desiderio e la necessità di porsi sotto la protezione
della Badia della Santissima Trinità di Cava dei Tirreni.
L'impianto attuale della Cattedrale di Santa Maria Maggiore, va
ricondotto alla fine del Quattrocento, quando il borgo si
ampliò verso il quartiere Dentro la Terra, a monte del Fossato.
La facciata della chiesa si presenta semplice, ingentilita da un
portale marmoreo con ai lati due leoni; sull'architrave sono
incisi una dedica con la data del 1518 e, al centro, un tondo
con il volto di Cristo. Il portone è strutturato in riquadri
che contengono raffigurazioni simboliche, intervallate
nell'ultimo registro da una struttura in rilievo (in cui sono
raffigurati S. Paolo, S. Pietro, l'Arcangelo Michele, la Vergine
con Bambino, Cristo che risorge e un santo abate) opera dello
scultore Francesco da Sicignano.
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Il campanile, con monofore laterali e il
tribuzio ottagonale coperto da cuspide, che si eleva sul lato
sinistro della chiesa, è a 5 ordini poggianti su una base
massiccia e cieca che va restringendosi nei successivi piani
definiti da una cornice. Nella navata sinistra sono collocati
tre altari, dedicati il primo ai Santi Nicola e Domenico, il
secondo all'Istituzione dell'Eucarestia e il terzo a S.
Francesco di Paola; mentre in quella di destra, al centro, tra
l'altare dedicato a Sant'Anna e Maria e quello dedicato alla
Vergine delle anime pensanti, si apre un ampio vano che forma
una grande cappella dedicata alla Madonna del Rosario, forse
risultato di un ampliamento della chiesa avvenuto verso la fine
del Cinquecento o nell'inoltrato Seicento, quando il culto del
Rosario si andò diffondendo e imponendo anche nella nostra
zona.
Sull'altare, preceduta da una balaustra e tra due coppie di
colonne scalanate con capitelli, è posta la grande tavola con
la Vergine del Rosario, con due angeli che le sostengono la
corona sul capo e due cherubini che le porgono il Rosario, tra
il re Filippo II, il papa Pio V e S. Domenico a destra, e Santa
Caterina che precede un gruppo di donne a sinistra, da
attribuire a Gian Vincenzo Consulmagno che aveva firmato,
intorno al 1580, analoghi lavori a Laurino e Sacco.
Alle pareti laterali, nel vano dell'altare, si ammirano due
belle scene del tardo Seicento, l'Ecce Homo e la Flagellazione e
nelle pareti alte della navata centrale un ciclo di vita di
Maria realizzato dal pittore Giuseppe Guerra della scuola di
Francesco Solimena.
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Sulla sinistra dell'ingresso una splendida
acquasantiera, il cui catino è sorretto da una prigione, e le
cui colonne e capitelli presentano figure umane, probabilmente i
feudatari di S. Angelo, è opera di Francesco da Sicignano.
In fondo alla navata destra, nell'angolo della parete, si trova
il grande tabernacolo in pietra sorretto da quattro colonne che
sorgono da quattro piedistalli quadrangolari, sulle cui facce
piane si atteggiano dei fanciulli giocosi. Sui capitelli sono
impostati quattro archi a tutto sesto che sorreggono una cupola
emisferica con decorazioni floreali, cherubini alati, putti che
giocano, e la suggestione classica dell'erma: il volto che
esamina l'eternità.
All'interno del ciborio su un altare, è collocato il protettore
del paese, l'Arcangelo Michele, una scultura lignea realizzata
da Giacomo Colombo, a cui si deve anche la statua dell'Assunta
sull'altare maggiore. In uno stipo laterale sono conservate
alcune statue di santi (tra cui quelle di S. Giovanni Battista e
S. Nicola di Bari) e una reliquia del dito di S. Marco. Ai lati
dell'altare maggiore sono poste le statue di S. Pietro e S.
Paolo del 1532.
L'attuale tabernacolo, in stile barocco, è sistemato al centro
della navata, sotto l'arco trionfale, sorretto da due alte
colonne, preceduto da un'elegante organo settecentesco decorato,
sul cui pannello centrale è rappresentata, con elegante fattura
la Vergine Maria, opera del maestro locale Marco Valitutti.
All'interno del coro, sulle pareti laterali, vi sono due grandi
dipinti: l'Adorazione dei Magi a sinistra e il Battesimo di
Gesù, purtroppo gravemente danneggiato, a destra.
La chiesa è completata dagli ambienti della sacrestia, sulle
cui pareti, in alto, furono affrescati, alla fine del
Settecento, gli abati che tennero S. Angelo in commenda. In essa
sono anche conservate due tele, una dedicata ad un figlio famoso
di S. Angelo a Fasanella, quel padre Luigi Lucia che fu nominato
teologo di corte da Carlo di Borbone, ed un'altra dedicata
all'abate Cantani Vitulani. |