5.12. LA CATTEDRALE DI SANTA MARIA MAGGIORE
A S. ANGELO A FASANELLA

Le cronache e i documenti più antichi indicano che un primo nucleo di quella che doveva essere la futura S. Angelo sorgesse a poca distanza dalla grotta dedicata all'Arcangelo Michele, che era un casale dell'antico borgo di Fasanella. L'indagine relativa alla chiesa porta alla considerazione che le strutture iniziali si possono far risalire ai primi decenni del Trecento, quando la distruzione di Fasanella, operata da Federico II nel 1246, spinse i cittadini superstiti allo sviluppo di un nuovo centro, per il desiderio e la necessità di porsi sotto la protezione della Badia della Santissima Trinità di Cava dei Tirreni.
L'impianto attuale della Cattedrale di Santa Maria Maggiore, va ricondotto alla fine del Quattrocento, quando il borgo si ampliò verso il quartiere Dentro la Terra, a monte del Fossato.
La facciata della chiesa si presenta semplice, ingentilita da un portale marmoreo con ai lati due leoni; sull'architrave sono incisi una dedica con la data del 1518 e, al centro, un tondo con il volto di Cristo. Il portone è strutturato in riquadri che contengono raffigurazioni simboliche, intervallate nell'ultimo registro da una struttura in rilievo (in cui sono raffigurati S. Paolo, S. Pietro, l'Arcangelo Michele, la Vergine con Bambino, Cristo che risorge e un santo abate) opera dello scultore Francesco da Sicignano.

Il campanile, con monofore laterali e il tribuzio ottagonale coperto da cuspide, che si eleva sul lato sinistro della chiesa, è a 5 ordini poggianti su una base massiccia e cieca che va restringendosi nei successivi piani definiti da una cornice. Nella navata sinistra sono collocati tre altari, dedicati il primo ai Santi Nicola e Domenico, il secondo all'Istituzione dell'Eucarestia e il terzo a S. Francesco di Paola; mentre in quella di destra, al centro, tra l'altare dedicato a Sant'Anna e Maria e quello dedicato alla Vergine delle anime pensanti, si apre un ampio vano che forma una grande cappella dedicata alla Madonna del Rosario, forse risultato di un ampliamento della chiesa avvenuto verso la fine del Cinquecento o nell'inoltrato Seicento, quando il culto del Rosario si andò diffondendo e imponendo anche nella nostra zona.
Sull'altare, preceduta da una balaustra e tra due coppie di colonne scalanate con capitelli, è posta la grande tavola con la Vergine del Rosario, con due angeli che le sostengono la corona sul capo e due cherubini che le porgono il Rosario, tra il re Filippo II, il papa Pio V e S. Domenico a destra, e Santa Caterina che precede un gruppo di donne a sinistra, da attribuire a Gian Vincenzo Consulmagno che aveva firmato, intorno al 1580, analoghi lavori a Laurino e Sacco.
Alle pareti laterali, nel vano dell'altare, si ammirano due belle scene del tardo Seicento, l'Ecce Homo e la Flagellazione e nelle pareti alte della navata centrale un ciclo di vita di Maria realizzato dal pittore Giuseppe Guerra della scuola di Francesco Solimena.

Figura 5. 54. Cappella del Rosario

Sulla sinistra dell'ingresso una splendida acquasantiera, il cui catino è sorretto da una prigione, e le cui colonne e capitelli presentano figure umane, probabilmente i feudatari di S. Angelo, è opera di Francesco da Sicignano.
In fondo alla navata destra, nell'angolo della parete, si trova il grande tabernacolo in pietra sorretto da quattro colonne che sorgono da quattro piedistalli quadrangolari, sulle cui facce piane si atteggiano dei fanciulli giocosi. Sui capitelli sono impostati quattro archi a tutto sesto che sorreggono una cupola emisferica con decorazioni floreali, cherubini alati, putti che giocano, e la suggestione classica dell'erma: il volto che esamina l'eternità.
All'interno del ciborio su un altare, è collocato il protettore del paese, l'Arcangelo Michele, una scultura lignea realizzata da Giacomo Colombo, a cui si deve anche la statua dell'Assunta sull'altare maggiore. In uno stipo laterale sono conservate alcune statue di santi (tra cui quelle di S. Giovanni Battista e S. Nicola di Bari) e una reliquia del dito di S. Marco. Ai lati dell'altare maggiore sono poste le statue di S. Pietro e S. Paolo del 1532.
L'attuale tabernacolo, in stile barocco, è sistemato al centro della navata, sotto l'arco trionfale, sorretto da due alte colonne, preceduto da un'elegante organo settecentesco decorato, sul cui pannello centrale è rappresentata, con elegante fattura la Vergine Maria, opera del maestro locale Marco Valitutti.
All'interno del coro, sulle pareti laterali, vi sono due grandi dipinti: l'Adorazione dei Magi a sinistra e il Battesimo di Gesù, purtroppo gravemente danneggiato, a destra.
La chiesa è completata dagli ambienti della sacrestia, sulle cui pareti, in alto, furono affrescati, alla fine del Settecento, gli abati che tennero S. Angelo in commenda. In essa sono anche conservate due tele, una dedicata ad un figlio famoso di S. Angelo a Fasanella, quel padre Luigi Lucia che fu nominato teologo di corte da Carlo di Borbone, ed un'altra dedicata all'abate Cantani Vitulani.