5.26. LA CATTEDRALE DI SANTA MARIA MAGGIORE A TEGGIANO

Sorta verso la fine del 1200 e divenuta cattedrale nel 1850 per lo spostamento a Diano della residenza del vescovo di Capaccio, la chiesa di Santa Maria Maggiore di Teggiano ha subito nel corso dei secoli numerose trasformazioni, soprattutto verso la metà del 1800, quando dopo il terremoto del 1858 si colse l'occasione per ingrandire la chiesa, realizzando tutta la parte del transetto del presbiterio e della sacrestia, invertendo anche l'ingresso che nel Medio Evo era posto sulla piazza preceduto da un porticato a tre archi, affiancato dal campanile e con il Battistero di S. Giovanni di fronte.
Il pulpito del 1271, scolpito da Melchiorre da Montalbano, costituisce un rarissimo esempio in Italia di scultura firmata. L'opera, realizzata in pietra di Teggiano, poggia su quattro colonne sormontate da quattro capitelli e da due archi trilobati, con in alto i simboli dei quattro evangelisti (Matteo, Marco, Giovanni e Luca), mentre la figura centrale è rappresentata dal leone che regge la colonna attorcigliata simboleggiante l'umanità, e al di sopra l'eterna lotta tra il bene e il male con il guerriero (il bene) che con sforzo difende la lepre (l'uomo) dall'aquila (il male).

La tomba del guerriero Stasio d'Heustasio, del 1472, è retta da tre statue raffiguranti le virtù teologali (fede, speranza e carità) mentre la parte centrale raffigura una Madonna con Bambino affiancata da angeli con a sinistra lo stemma dei d'Heustasio e a destra quello dei Sanseverino.
 L'opera più raffinata della cattedrale, del 1336 attribuita a Tino da Camaino, è la tomba di Enrico Sanseverino, figlio di Tommaso Sanseverino fondatore della Certosa di Padula, morto giovanissimo nella Crociata a Gerusalemme.
Poggiata su tre colonne tortili, raffigura nella parte centrale i dodici apostoli con ai bordi e sulle fasce centrali scritte in oro su fondo smaltato e sul coperchio Enrico nelle vesti da crociato. Sulla parte superiore è raffigurata la presentazione di Enrico alla Madonna con Bambino affiancata da angeli e S. Enrico di Hoistoffen con in braccio un infante che simboleggia l'anima del morto.
Nella chiesa sono inoltre custoditi due angeli in legno dipinto del '700 e due tele dei primi anni del XIII secolo raffiguranti una Madonna con S. Cono e un Miracolo di S. Cono, la tomba di Orso Malavolta, datata 1448, medico personale di Antonello Sanseverino principe di Salerno, il cero pasquale, statue e tele di età moderna che arricchiscono le cappelle e antiche lastre funerarie osche e romane murate all'esterno dell'abside. In una delle cappelle della navata laterale sono custodite le reliquie di S. Cono, patrono della città.

Figura 5. 78. Cattedrale di Teggiano