Le
vicende storiche di Minori sono strettamente legate al culto e
alla venerazione per la Santa Martire Trofimena di Patti, di
cui, per più di un millennio, la cittadina ha conservato
gelosamente le reliquie. L'urna contenente i resti della Santa
fu rinvenuta, come riporta la tradizione, sulla spiaggia di
Minori forse tra il VI-VII secolo.
Riconosciuta subito come Santa, i cittadini di Minori
edificarono in suo onore un'imponente Basilica, ma le sue
reliquie furono trasferite ad Amalfi per timore delle incursioni
dei Longobardi che, nonostante ciò, nell'anno 839 riuscirono a
trafugarle e a trasporarle a Benevento per opera del principe
Sicario. Per intercessione del principe Radelchi e del Vescovo
di Benevento, le sacre spoglie della Santa furono riportate a
Minore dagli Amalfitani con solenne processione di clero e di
popolo il 13 luglio 840 e nascoste gelosamente nella Basilica
che nel 987, con l'elevazione di Minori a sede vescovile,
divenne la cattedrale minorese.
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Col passare dei secoli, però, si perse la
memoria riguardo alla posizione esatta in cui erano state
nascoste le reliquie. Soltanto verso la metà del Settecento,
quando per volere del Vescovo Silvestro Stanà si iniziò a
ricostruire la cattedrale, esse furono ritrovate, nella notte
del 27 novembre 1793. A partire da quella data le reliquie sono
custodita nella Cripta sotto il presbiterio della nuova
cattedrale, che dalla prima metà del sec. XIX ha assunto
l'aspetto attuale.
La facciata principale, di leggero gusto barocco, che si eleva
da un sacrato recintato da una balaustra in pietra, presenta in
una nicchia al di sopra dell'ingresso principale il busto della
Santa di fattura tardo barocco; su quelli laterali, in due
ovali, i busti dei SS. Apostoli Pietro e Paolo e tra le otto
lesene ornate con capitelli compositi in stucco, le statue degli
Evangelisti.
A lato della chiesa è l'alto campanile a pianta quadrangolare
di stile neoclassico diviso in altezza in tre ordini decorati
con lesene e ampi finestroni arcuati in cui si intravedono le
maestose campane.
L'interno della Basilica è a croce latina divisa in tre navate
da pilastri sormontati da archi che determinano quattro varchi
per lato. Sugli archi della navata centrale, più alta rispetto
a quelle laterali, corre una travatura su cui poggia la volta a
botte rivestita da eleganti stucchi barocchi, cherubini e
decorazioni tipiche del Settecento; sulla volta dell'arco
trionfale è riprodotto in stucco lo stemma della città di
Minori.
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Nella navata centrale, in alto, vi è il
quadro a contorni sagomati raffigurante S. Andrea, Santa
Trofimena e S. Matteo e ai due lati di questa antica tela due
dipinti del pittore Mario Carotenuto raffigurano episodi della
vita di Santa Trofimena. In fondo, sul lato destro, dopo
l'organo, si eleva il pulpito di pregiati marmi su due colonne
di braccatello, fatto costruire nel 1616 da Tommaso Brancolino
Vescovo di Minori.
Alle tre navate segue l'ampio transetto su cui si apre una
bellissima cupola impostata su quattro grandi archi sorretti da
altrettanti grossi pilastri, protetta all'esterno da un tiburio
ottagonale con copertura ravennate a tetto con tegole.
Sull'altare, eseguito con marmi pregiati multicolori da Tommaso
Borrelli di Napoli, vi è una maestosa tela firmata Marsi, su
cui è raffigurato l'Angelo con il piccolo Tobia. Di fronte, in
un armadio munito di porta in legno di noce è conservato il
simulacro di Santa Trofimena, un busto eseguito nei primi
decenni del Novecento, con sopravveste in argento che
apparteneva ad una precedente statua della Santa.
Superata la balaustra in marmo, si accede al presbiterio ricco
di decorazioni a stucco, nella cui zona absidale si erge il
maestoso altare di marmi policromi ed intarsiati, con al lato un
tempietto stuccato costituito da lesene, cornice e timpano.
Di rilevante valore artistico sono la tavola della
Crocifissione, attribuita a Marco Pino da Siena, il trono
vescovile in marmo con baldacchino, nonché le due cappelle che
si aprono ai lati del presbiterio.
Nella zona sottostante il presbiterio, è situata la Cripta a
cui si accede da due scale curve rivestite in marmo bianco, che
si svolgono intorno ai due pilastri che sorreggono la cupola. |