Andrea Fabbri
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Montecarlo - Acqualagna
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Primo giorno. In treno fino a Ventimiglia
Il viaggio inizia alla stazione di Fano dove carico la bicicletta sul vagone di coda del treno diretto a Milano. Il treno è quasi vuoto e viaggia in orario. A Bologna salgono altri due
cicloturisti tedeschi diretti a Milano. La prima brutta sorpresa arriva a Rogoredo dove devo cambiare treno. La lunghezza del convoglio complice forse una fermata non perfetta fa si che la
carrozza in cui mi trovo si fermi ad una quindicina di metri dall'inizio del marciapiede. Solo con il tempestivo aiuto dei due tedeschi riesco a calare la bici dal treno direttamente sulla
massicciata e poi, lasciato sfilare il convoglio, posso raggiungere il marciapiede. Cambiato binario salgo sul treno per Ventimiglia. A bordo ci sono già alcuni cicloturisti diretti all'imbarco a Genova da dove salperanno per la Corsica. Il proseguo del viaggio fino a Ventimiglia
è un calvario. La carrozza dovrebbe essere dotata di aria condizionata che evidentemente non funziona ma un idiota, che scenderà solo a San Remo, litigherà con tutti gli altri
passeggeri affinchè i finestrini rimangano rigorosamente chiusi! Finalmente, dopo quasi 10 ore complessive di treno, arrivo a Ventimiglia e uscito dalla stazione non è difficile
trovare il camping Roma procedendo in direzione della Francia, anche se già dalle prime pedalate non posso non notare l'interminabile serpentone di auto perennemente incolonnate tra cui devo farmi largo. Sistemata la tenda nel
campeggio decido per una breve visita a piedi della citta. Forse sarà colpa della stanchezza per l'interminabile viaggio in treno ma tutto mi appare sporco e chiassoso. Anche seduto in un
bel parco di palme nei pressi della passerella che unisce le due parti della cittadina, riesco solo a notare il continuo carosello di tamarri che a bordo dei loro JTD a finestrini abbassati
sparano centinaia di decibel di discomusic. Neanche un torneo di sbandieratori e balestrieri riesce a risvegliare il mio interesse e, mentre faccio mestamente ritorno al campeggio, il colpo di grazia mi arriva
dall'immagine di una giovane che vicino alla passerella si sta bucando. Sopra la passerella e tutto un andirivieni di villeggianti sorridenti con bambini che leccano il gelato e signore che
portano al guinzaglio cagnolini che pisciano e scacazzano ovunque, due metri piu in basso la disperazione...
Secondo giorno. Ventimiglia-Montecarlo-San Remo (Km 85)
Parto di buon ora ansioso di lasciarmi alle spalle le brutte sensazioni
del primo giorno. Il primo impatto con i pedali non è però dei migliori, la strada infatti inizia a salire immediatamente e le gambe ancora fredde e legnose mi fanno male mentre la
bici emette dei sinistri scricchiolii. Fortunatamente tutto si risolverà strada facendo ancor prima di arrivare al confine di Stato dove due palazzine ricordano la posizione delle vecchie
frontiere doganali ormai assenti. Proseguo per Menton e superata l'asperità di Cap-Martin sono di fatto a Montecarlo. Per chi segue la formula 1 percorrere in bicicletta posti mitici come
il tornantino del casinò, il tunnel, la curva di San Devote ecc. regala una strana e piacevole sensazione. La città appare ordinata e pulita, molti incroci sono sorvegliati da gendarmi e
le auto nei parcheggi privati hanno cilindrate impressionanti. Noto con piacere che bibite e panini hanno prezzi ragionevoli mentre altrettanto non posso dire degli immobili. Leggo nella vetrina
di una agenzia immobiliare: Appartemento 5 stanze con 2 parcheggi 2.700.000 Euro!! Il ritorno in Italia segue esattamente lo stesso percorso in senso inverso. Passo nuovamente per Ventimiglia e proseguo per
Bordighera e San Remo. Il traffico sulla via Aurelia è intenso e questa sarà purtroppo una caratteristica costante di tutto il viaggio almeno fino a Genova. A San Remo mi fermo al
camping la Vesca che è poco più di un condominio opportunamente adattato, con qualche tenda piantata in giardino ed il pubblicizzato accesso al mare risulta decisamente
"avventuroso" (provare per credere...). Anche San Remo, nella successiva visita, non mi fa una grande impressione. Le vie centrali sono praticamente deserte solo qualche anziano passeggia nel
caldo pomeridiano. Più animato appare il lungo mare verso sera ed è qui che concludo la giornata.
Terzo giorno. Sanremo-Albisola (Km 110)
Dopo le parziali delusioni di Ventimiglia e San Remo mi sono convinto che la riviera di ponente non fa per me e decido di allungare il passo. Sulla via Aurelia il traffico è (come sempre)
intenso ma procedo spedito con la strada che sale leggermente in corrispondenza di ogni "capo" per poi degradare dolcemente lungo il golfo successivo. Supero Imperia senza neanche rendermene
conto e proseguo deciso verso Savona. Dal punto di vista paesaggistico il tratto più bello è quello dalle parti di Capo di Noli, dove la strada a picco sul mare offre un buon punto
panoramico. Arrivo a Savona nel primissimo pomeriggio e, dopo qualche telefonata, scelgo per proseguire ancora un po' fino al campeggio Anita di Albisola.