Andrea Fabbri
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Da Mombaroccio a Napoli
attraversando il parco della Majella
(estate 2008)

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bbluPrimo giorno. Mombaroccio - Campofilone (145 km)
Loreto Devo dire che inizialmente avevo previsto di partire direttamente da Pescara che avrei raggiunto in treno, poi per vari motivi ho deciso di aggiungere queste prime due tappe per arrivare a Pescara in bicicletta ma le vivro' come "tappe di trasferimento" senza deviare praticamente mai dalla statale SS16 Adriatica. In effetti tra Fano e Pescara se togliamo Loreto e la zona di Ancona/Conero, la SS16 attraversa una miriade di cittadine che hanno ben poco da offrire al turista di passaggio a parte i relativi arenili e stabilimenti balneari...
Anche come note di viaggio c'e' ben poco da scrivere. Parto da Mombaroccio appena fa sufficientemente giorno e subito scendo verso Fano dove imbocco la SS16. Seguono Marotta, Senigallia, Ancona, Civitanova, ecc. ecc. A parte una breve salitella ad Ancona il resto è tutto pianeggiante mentre specie in prossimità dei centri abitati il traffico è abbastanza sostenuto.
Solo due precisazioni:
Primo, attraversando Ancona le indicazioni SS16->Pescara portano su strade a scorrimento veloce bisogna allora passare per il centro oppure seguire le indicazioni per la zona industriale "Baraccola"
Secondo, attenzione ai prezzi dei campeggi! io è la prima volta che viaggio lungo la costa adriatica ma sono rimasto davvero sorpreso quando mi sono sentito chiedere mediamente 25 euro/notte con addirittura uno che e' arrivato a 38 euro/notte !! Anche per questo la mia tappa si e' prolungata fino a Campofilone dove pernotto con "appena" 22 euro

bbluSecondo giorno. Campofilone - Francavilla (93 km)
Seconda tappa di trasferimento. Parto abbastanza presto per sfruttare il fresco della mattina e mitigare le scottature su gambe e braccia che ho rimediato con la lunga tappa di ieri. Superato Campofilone continuo sempre verso sud attraverso Cupra Marittima, Grottammare, San Benedetto, Martinsicuro Roseto degli Abruzzi, ecc. ecc. Anche in questo tratto nessuna difficoltà particolare, anche il traffico oggi è meno fastidioso.
Arrivato a Pescara vado all'ufficio informazioni turistiche nel centralissimo terminal dei bus, alla ricerca di indicazioni sui campeggi. Purtroppo, come avevo già visto su internet, mi confermano che a Pescara non ci sono campeggi e i piu' vicini sono quelli di Francavilla, così riprendo la marcia verso sud e nel giro di una decina di km arrivo al campeggio Francavilla dove mi fermo per 19 euro

bbluTerzo giorno. Francavilla - Sant'Eufemia (74 km)
San Valentino Caramanico Majella Ci siamo! ora si inizia a fare sul serio!!
La giornata inizia alle primissime luci dell'alba, ripercorrendo a ritroso la decina di km che separano Francavilla dal centro di Pescara. Arrivato in città giro intorno al nuovo palazzo di giustizia e scivolando lungo la ferrovia arrivo all'imbocco della statale Tiburtina. Finalmente mi stacco dalla costa e punto diritto verso le montagne con la Tiburtina sempre ampia e scorrevole con il traffico, forse grazie al periodo ferie, decisamente scarso. Le sensazioni sono buone. Dopo due giorni di strada piatta, tra sole a picco, traffico e gas di scarico, la vista delle cime che si alzano verso il cielo mi gasa al massimo e arrivo così a Scafa senza quasi accorgemene. Faccio sosta ad un bar nel centro del paese con i suoi curiosi arredi urbani a forma di orso che spuntano qua e la. Riparto da Scafa ed ecco le indicazioni per Sant'Eufemia e Passo San Leonardo. Fin dalla partenza pensavo a questa salita. Quanto sarà dura? In che stato sarà l'asfalto? sarà una di quelle stradine appenniniche larghe 2 metri e che salgono al 15%? Niente di tutto questo! Fin quasi Sant'Eufemia la strada è larga e sale sempre molto dolcemente, così abbastanza facilmente attraverso San Valentino con la sua bella cattedrale e poi Caramanico Terme dove affronto qualche strappo più impegnativo per aggirare alcune gallerie in salita. Dopo Caramanico la strada riprende con una serie di ampi tornanti e solo nei pressi di Sant'Eufemia aumenta un poco la pendenza. Giunto agli 870 metri di Sant'Eufemia faccio tappa all'agricampeggio Colle dei Lupi un km circa dopo il paese dove pernotto per 12 euro. Sant'Eufemia è un caratteristico borgo costruito tutto in pietra ed è presente anche un centro informativo del parco nazionale della Majella dove ci si può documentare...

bbluQuarto giorno. Sant'Eufemia - Roccaraso (48 km)
Panorama Passo San Leonardo Passo San Leonardo Oggi tappa di montagna, se si escludono i primi km, tutto il percorso si snoda in quota senza mai scendere al di sotto dei 1000 metri. Quindi ancora una partenza di buon ora per sfruttare il fresco delle prime ore della mattina... a dire il vero anche troppo fresco tanto che salirò fino al passo ed oltre indossando il giacchino impermeabile e a complicare ulteriormente le cose trovo il bar di Sant'Eufemia chiuso e ieri stupidamente non ho preso nulla per questa mattina. Ok salirò a digiuno così sarò più leggero! A mano a mano che si sale la strada inizia ad avere sembianze più severe e dopo il bivio per Roccamaranico le pendenze aumentano un po' ma a dire il vero nulla di eccezionale. Salgo così abbastanza agevolmente per la strada a tornanti, ancora completamente in ombra, con il silenzio rotto solo da lontani rumori di greggi in lento movimento, fino ai 1280 metri di Passo San Leonardo. Foto di rito e quindi inizio a scendere seguendo le indicazioni per Campo di Giove con la strada che alterna tratti di discesa a tratti in falsopiano attraverso boschi ancora addormentati e scorci molto suggestivi. Anche la mia bicicletta evidentemente si fa suggestionare e mentre la lascio scivolare placida tra i boschi la ruota libera smette di emettere il tipico tic-tic-tic-..., quasi a non volere violare quel silenzio. Io non me ne preoccupo piu' di tanto, provabilmente un po' di condensa è riuscita a entrare all'interno della ruota libera e l'ha ammutolita, sicuramente passerà tutto quando con le temperature piu' alte. Arrivato a Campo di Giove faccio finalmente colazione e scorte per il resto della giornata e dopo una breve sosta riparto in direzione Palena. La strada ricomincia a salire con una leggera ma lunga e continua ascesa verso un valico senza nome a circa 1300 metri che i locali mi indicano come Valico della Forchetta anche se sulla mia carta il valico della Forchetta è posizionato più a valle in prossimità  della stazione di Polena. Dopo questo valico comunque la strada degrada velocemente verso la stazione di Polena e poi percorro alcuni chilometri completamente pianeggianti attraverso l'altopiano delle 5 miglia fino quasi alle porte di Roccaraso. Chi ama la montagna "vergine" a questo punto farebbe bene a chiudere gli occhi, i dintorni di Pescocostanzo e Roccaraso sono devastati dalla tipica edilizia da stazione sciistica, ovvero megapalazzoni squadrati con finiture in legno adibiti a residence e hotel. Dopo un rapido passaggio in Roccaraso proseguo sulla strada per Pietransieri e dopo alcuni chilometri trovo il Camping del Sole dove mi fermo per la notte per soli 10 euro.

bbluQuinto giorno. Roccaraso - Isernia - Napoli (45 km + treno + 26 km)
Panorama Salita del Macerone Maschio Galleria La tappa di oggi è aperta a varie ipotesi. Scendendo da Roccaraso intendevo passare per Castel di Sangro, Rionero, Cerro al Volturno, Venafro, Capua ecc. con la ricerca di un Bed and Breakfast verso Teano o Capua in quanto campeggi e/o agricampeggi disponibili non ne ho scovati. In realtà  scoprirò a mie spese che la cartina che sto utilizzando non è molto aggiornata e la piccola "traversa" che passa per Cerro al Volturno ora e' una superstrada troppo pericolosa per le biciclette e anche il tratto Isernia - Venafro mi viene caldamente sconsigliato per l'alta velocità e il traffico pesante. Comunque, non conoscendo ancora l'evolversi della tappa, parto dal campeggio di Roccaraso appena giorno senza considerare l'insidia temperatura così la prima serie di discese verso Castel di Sangro saranno un vero calvario con la temperatura di 12-13°C e una umidità  micidiale. Passato Castel di Sangro risalgo verso i 1051 metri di Rionero Sannitico con qualche difficoltà per via delle gambe ancora surgelate dalla discesa di Roccaraso. A Rionero Sannitico raccolgo informazioni e giungo alla conclusione che mi conviene ripiegare su Isernia per valutare la possibilità  di utilizzare il treno. La cosa francamente mi rattrista e mi scoccia un po'. Fino ad oggi nè nubifragi o cantieri, nè frane o gallerie mi avevano mai portato a saltare una parte consistente del percorso che mi ero prefissato, ma questa è forse la soluzione più saggia quindi alla fine me ne faccio una ragione e traccio la nuova rotta direzione Isernia. La strada tra Rionero e Isernia prima scende rapidamente poi risale verso i 787 metri del valico del Macerone con pendenze impegnative. Fortunatamente la mia bicicletta è derivata da una MTB quindi i rapporti corti non mancano e così piano piano riesco ad issarla su quei pochi chilometri di salita. Passato il valico la strada e' tutta discesa fino alle porte di Isernia dove dopo una attesa di alcune ore salgo sul treno diretto a Napoli. Il campeggio che ho deciso di utilizzare come base di appoggio per la visita di Napoli è immerso nella stupenda cornice della solfatara di Pozzuoli, ad una ventina di km dalla stazione Napoli centrale. Arrivato in stazione vado subito all'ufficio informazioni turistiche e mi procuro una piantina della città  con cui orientarmi. Inizialmente la cosa non mi riesce molto bene e più volte finisco per perdermi nella ragnatela di vicoli del centro storico e nelle vie attigue. Comunque bene o male arrivo in zona piazza Plebiscito e dopo il percorso diventa molto più lineare in quanto mi limiterò a seguire la costa. Sarà merito del periodo ferie ma il temuto traffico partenopeo non è affatto intenso così mi muovo abbastanza agevolmente anche con la bici a pieno carico, qualche difficoltà in più arriva invece dalla pavimentazione stradale che alterna brevi tratti di asfalto a lunghi tratti di pavé molto deteriorato e sconnesso. Procedendo verso Pozzuoli bisogna mettere in conto anche la salita di Posillipo e per finire la salita verso la solfatara che inizia con un ripido pavé molto molto sconnesso.

bbluDue parole su Napoli
Panorama Duomo Capodimonte Bandiere Quando ho iniziato a pensare alla visita di Napoli in bicicletta ho provato a chiedere informazioni su alcuni forum pubblici. I miei thread sono stati sommersi da risposte fortemente polemiche inserite da presunti napoletani in cui venivano pronosticati nell'ordine, il mio immediato investimento ad opera dei pirati della strada, la rottura dell'osso del collo per le voragini presenti nelle strade, il furto totale della mia attrezzatura, ogni specie di malattia infettiva causata dalla "munnezza".
A parte l'amarezza provata nel sentire dei cittadini sputare senza pietà su quella che a mio avviso è una delle più belle città italiane, vorrei provare ad inserire alcune mie considerazioni su questi aspetti per essere d'aiuto a chi volesse intraprendere lo stesso viaggio.
Premetto comunque che la mia visita a Napoli è avvenuta nel periodo ferie, quindi con traffico ridotto, al termine della "emergenza rifiuti" (almeno così come ci è stata presentata dai mass-media) e che a parte il tragitto Napoli-Pozzuoli non mi sono mai avventurato in quartieri piu' periferici e sicuramente piu' "difficili" per noi turisti.
Capitolo traffico: Il traffico e' molto veloce e a volte poco rispettoso delle regole (vedi i sensi unici di alcuni vicoli) ma sinceramente mi sono trovato meglio a Napoli che in altre città italiane, l'importante è non dare mai nulla per scontato quindi occhi e orecchie ben aperte! Utilizzando la consueta buona dose di attenzione che SEMPRE si deve avere viaggiando in bicicletta si riesce a procedere agevolmente e in sicurezza.
Capitolo buche: Come già  detto alcune strade, specie nel lungo mare e intorno al porto, presentano una pavimentazione al limite della percorribilità , non ci sono delle vere e proprie buche da schivare ma è l'intera pavimentazione ad essere fortemente dissestata quindi non rimane che procedere lentamente specie con la bici a pieno carico magari sfruttando quando possibile gli ampi marciapiedi.
Capitolo sicurezza: Questo aspetto non l'ho voluto "sperimentare" in prima persona quindi bicicletta e marsupio non sono mai stati mollati per un attimo, quindi no problem!
Sempre legato a questo tema è invece il discorso del "campeggio libero" a mio avviso da evitare ASSOLUTAMENTE in prossimità di TUTTE le grandi città italiane. E' di questi giorni la notizia dell'aggressione ai turisti tedeschi sulla spiaggia di Castellamare di Stabia e dei due cicloturisti Olandesi aggrediti alle porte di Roma. Quindi in prossimità  delle principali città sempre campeggio organizzato e nell'area partenopea quello della solfatara di Pozzuoli mi è stato indicato da piu' parti come eccellente sotto il profilo della sicurezza.
Capitolo "munnezza": Come già  detto il mio viaggio e' avvenuto ad emergenza finita e problemi di spazzatura così come l'abbiamo vista in TV non li ho trovati. In alcune vie più periferiche e in alcuni vicoli secondari escrementi di cane e puzzo di urina non possono non essere notati, ma nelle zone piu' turistiche la situazione è sicuramente migliore che in altre città .
In conclusione aggiungo solo che se è vero che viaggiare in bicicletta a Napoli presenta sicuramente alcuni problemi, a mio avviso e' anche vero che solo utilizzando una bicicletta si puo' vedere "molto" di Napoli con solo un paio giorni a disposizione, dai vicoli del centro storico allo splendido parco di capodimonte, dalle mete più classiche come Piazza Plebiscito, Duomo, ecc, agli affascinanti e intimi cortili interni di alcuni vecchi caseggiati.


by Andrea Fabbri

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