Andrea Fabbri
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Da Trapani all'Etna
(Parte 3)

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Parte 3. Da Calatabiano all'Etna

bbluSettimo giorno. Sosta a Calatabiano
Gola dellAlcantara Gola dellAlcantara Decido di sfruttare al meglio la posizione del campeggio di Calatabiano, per concedermi una giornata di sosta per visitare la vicina Taormina e le gole dell'Alcantara. Così verso metà mattinata affronto le ripide rampe che salgono a tornanti fino al centro storico di Taormina. Francamente rimango un po' deluso, a parte qualche bella vista della costa sottostante, Taormina appare come un enorme ammasso di alberghi a 5 stelle, ristoranti e negozi di souvenir. La tipica città spremi-turista, la tipica città da cui preferisco girare al largo, così ben presto sono di nuovo sui tornanti ma questa volta in discesa diretto alle gole dell'Alcantara. Per arrivare alle famose gole bisogna risalire per 10/15 chilometri la strada per il valico Mandrazzi che segue il corso dell'Alcantara. La salita non è troppo impegnativa e raggiungo le gole velocemente. Mi aspettavo di arrivare in un posto relativamente "selvaggio" e invece mi trovo di fronte ad un parcheggio custodito, un paio di ristoranti, altrettanti ascensori ed escursioni guidate per tutti i gusti, Scopro inoltre che l'unico modo per entrare all'interno delle gole è affrontare l'escursione "C" che a fronte di un esborso di una trentina di Euro prevede di indossare muta, giubbino salvagente e caschetto per nuotare fin dentro la gola. Considerato che tra me e le acque profonde non c'è un buon rapporto e che gli accompagnatori sembrano tutti degli iron-men, propendo per la più tranquilla escursione "B" che prevede la visita ad un piccolo museo, il passaggio nell'orto botanico a razziare fichi e la risalita del torrente fino all'imbocco della gola muniti di stivaloni da pescatore facendosi largo goffamente tra le decine di persone intente a sguazzare seminude nelle gelide acque dell''Alcantara che raggiungono a malapena i 6-7 gradi! Riconsegnati gli stivali mi attardo ancora un po' lungo il corso del torrente e poi faccio ritorno al campeggio giusto in tempo per accorgermi che ho la tenda letteralmente invasa da formiche microscopiche che passano attraverso le maglie della zanzariera. La battaglia con le formiche mi impegnerà a lungo e da quel giorno un penetrante odore di acido formico impregnerà tutti i miei vestiti. Verso sera c'è ancora il tempo per assistere ad una rissa che scoppia violenta tra i gestori del campeggio. A stento alcuni ragazzi dello staff riescono a separarli mentre noi campeggiatori assistiamo a distanza. Fortunatamente ho come vicino di tenda un simpaticissimo Polacco in vacanza con la famiglia. Con il suo italiano incerto riesce a sdrammatizzare tutto e anche l'increscioso episodio diventa occasione per bere una birra in compagnia.

bbluOttavo giorno. Calatabiano - Nicolosi (39 km)
Trecastagni? Santa Venerina Parto all'alba dopo una notte quasi insonne a causa di una nuova invasione di formiche e di due rumorosi saccopelisti giunti nella notte. Mi fermo per una abbondante colazione a Giarre, e già alzando gli occhi posso ammirare l'enorme sagoma fumante dell'Etna. Inizio a salire verso Nicolosi passando per Santa Venerina dove le puntellature della facciata della chiesa e i muri scoppiati delle case testimoniano l'ultimo devastante terremoto. Proseguo attraversando Fleri, Trecastagni e Pedara con la strada che a tratti richiede un certo impegno e nonostante qualche sosta arrivo abbastanza velocemente a Nicolosi. Attraverso completamente la cittadina per arrivare al campeggio Etna che si trova un paio di chilometri oltre l'abitato, sulla strada che sale verso il rifugio Sapienza. Sistemata la tenda scendo in paese per cercare informazioni ma il locale ufficio turistico è aperto solo la mattina. Trovo invece aperto l'interessante museo vulcanologico ricco di fotografie e reperti del vulcano.

bbluNono giorno. Escursione sull'Etna
Etna Etna Il grande giorno è arrivato! C'è un autobus che arriva da Catania e sale fino al rifugio Sapienza che si ferma nei pressi del campeggio alle 9.10. Io per non sbagliare sono alla fermata già alle 8.30 ma l'autobus arriverà solo attorno alle 10.15, così non posso non ripensare a quante volte ho sentito dire che "in Sicilia non bisogna avere fretta!". L'autobus è strapieno e si inerpica lentamente sulla strada a tornanti raggiunta in più punti dalle colate degli ultimi anni così, a bordo, è un susseguirsi di esclamazioni e scatti fotografici. Più la meta si avvicina , più l'eccitazione e il vociare dei turisti aumentano, quando finalmente arriviamo al rifugio il clima è ormai quello di una scolaresca in gita. Sceso dall'autobus vado subito alla biglietteria della funivia che è rientrata in funzione appena una decina di giorni fa dopo essere andata distrutta nella disastrosa l'eruzione del 2002. Etna Etna Il biglietto è molto caro, per salire fino a quota 2900 con funivia e fuoristrada si sborsano oltre 40 euro a testa così molte piccole comitive e famiglie arrivate alla cassa sono costrette a rinunciare. Salgo con la comoda cabinovia fino a quota 2500 e poi ci imbarchiamo a gruppi 10/15 persone sui fuoristrada con cui si sale lungo una strada appena segnata, fino al poggio del filosofo a quota 2900. A bordo del rumoroso mezzo in stile Overland manca completamente la percezione del tempo che c'è fuori così appena scesi veniamo tutti sorpresi dal fortissimo vento che soffia senza tregua. E' tutto un volare di berretti e occhiali mentre ci stringiamo gli uni agli altri mimando inconsciamente il comportamento dei pinguini sulla banchisa polare. Mi guardo intorno. Il paesaggio che mi circonda e' insieme bello e ostile, eccitante e desolato, monotono e particolare. E' come sbarcare all'improvviso su un'altro pianeta, un altro mondo, dove né gli occhi né tantomeno la macchina fotografica riescono a catturare in un sol colpo l'enormità degli spazi, i dislivelli, le sfumature e i mille particolari. A poche decine di metri un altro gruppo di escursionisti-pinguini si protegge dal vento addossandosi ad un minuscolo rifugio.Etna EtnaAccompagnati da una guida, facciamo una lunga camminata lungo i bordi di uno dei crateri più recenti con frequenti soste in cui l'accompagnatore urla nel vento le spegazioni dei vari aspetti del vulcano. Alla fine del percorso guidato è possibile proseguire l'escursione in proprio ma il forte vento scoraggia i più. Io, insieme ad una famiglia Francese, mi dirigo verso due piccoli crateri che, ad occhio, sembrano lì a due passi ma per andare e tornare impiegheremo quasi una ora!
Ridisceso al rifugio Sapienza ho ancora il tempo per camminare fino ai crateri Silvestri e alla casa cantoniera da cui si può meglio ammirare l'imponente mole della colata cha ha sfiorato il rifugio Sapienza.

bbluDecimo giorno. Il ritorno...
Sono arrivato alla meta appena ieri e già devo mettermi sulla via del ritorno a causa di improrogabili impegni familiari, così di prima mattina mi avvio verso la stazione ferroviaria di Catania dove inzierò l'interminabile viaggio verso casa fatto di interminabili attese alle stazioni e altrettanto interminabili viaggi su treni regionali. Per risalire l'Italia fino a casa, nelle Marche, impiegherò praticamente 3 giorni con soste intermedie a Paola e Roma.

bredParte 2. Da Castel di Tusa a Calatabiano
bredParte 1. Da Trapani a Castel di Tusa

by Andrea Fabbri

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