Il Giardino e la Rosa

(da: Shadow's Tales)

 

 

Ricordo che era primavera, quando per la prima volta vidi il mio giardino. Le aiole incolte, qualche vaso rotto... e tanta erba piena di spavento, guardare supplichevole il bagliore della falce. Dietro ai miei occhi il disegno era già determinato... poca terra, qualche timido fiore ed una siepe ad abbracciare quello spazio. Sul lato rivolto verso il mare... una finestra si apriva sconfinata per liberare pensieri; su quello opposto, un discreto riparo, su cui il fluire del mio esistere avrebbe trovato un rifugio sicuro, dove nascondere frammenti del mio tempo, celandoli sotto fiumi azzurri di parole.

Quando venne l'estate, ogni sogno... ogni progetto d'infinito erano già là ad aspettarmi al loro posto... in una attesa impaziente, quasi febbrile. Fu allora che quel giardino emise, con lo sbocciare dei primi fiori, il suo primo vagito. E mai suono fu più delicato e melodioso di quel mormorare di vita. Fu allora che aprii gli occhi per ammirare ciò che fino a quel momento era stato soltanto un desiderio, nascosto fra le pieghe di una speranza tutta interiore... di un tempo ancora tutto da inventare.

Prigioniero del lato d'ombra, seduto in un angolo di quel nido ancora vuoto di parole... attesi di sbocciare anch'io... per divenire parte indissolubile di quel tutto, camminandogli accanto, così che desiderio e immagine divenissero una cosa sola, un solo ed unico respiro dell'anima. Le notti e i giorni s'inseguirono spensierati, rincorrendosi per quasi tutta la stagione degli amori, senza mai raggiungersi davvero... e, spesso, si concessero delle brevi ed intense pause sul far della sera... per preparare nuove pagine di cielo... finché una notte, accadde qualcosa di straordinario.

Al centro di quel giardino, un bocciolo di rosa, ancora avvolto dalle verdi vesti del suo calice, indugiava nel mostrare il suo cuore... Attesi paziente una notte di luna e mi sedetti affascinato accanto al suo regale stelo... Restai ad ascoltare il battito leggero del suo esistere, così simile al mio... a guardare da vicino le minute perle di brina, addensarsi sul volto coperto di quel fiore bambino, riflettersi sui miei pensieri in delicati raggi d'argento e d'opale... lasciando che mi scendessero profondamente dentro. Provai paura e gioia assieme... e, rapito da quel silenzio, fatto di richiami d'anima, vidi quella rosa aprirsi a poco a poco... come in un sorriso... e in un istante capii che quel sorriso era per me... D'improvviso, i grilli cominciarono a saltellare fra i nostri pensieri... e paure e solitudine svanirono lontano, per smarrirsi per sempre nel buio oltre le stelle.

Del colore di un immenso amore erano i suoi petali, simili ad un cuore... di un velluto carezzevole... e così il suo essere... Al mattino, tutto il giardino si chiuse dentro la sua corolla. Aprimmo assieme quella finestra rivolta verso il mare e liberammo tutti i nostri pensieri... in un eterno fiume azzurro di parole, solo a noi comprensibili... E quel giardino divenne la sorgente delle nostre vite...

Da allora, quel luogo, dipinto dei mille colori dell'infinito, divenne il rifugio di un'anima immensa... avvolgendo un poeta e il suo fiore... di essi, nell'aria, un fresco profumo... un lieve rumore.

 

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Antognini Andrea - 1998 - Tutti i diritti riservati