Fu in un tardo pomeriggio di Ottobre quando la vide sul ciglio di una strada silenziosa di periferia. Il forte vento dei giorni da poco passati e un pizzico di freddo avevano spazzato ogni ombra dal cielo... ogni singolo batuffolo di nuvole... illudendo che l'Estate fosse ancora là... a coprire un po' del manto d'Autunno.

Lei se ne stava là, leggendo l'orizzonte, la coda avvolta tra le zampe anteriori... con un'espressione incantata ed uno strano scintillio nello sguardo.

Lui, un piccolo folletto, le stava accanto... quasi fosse la sua ombra... seguendo il suo sguardo affascinato per poi voltarsi di nuovo a guardare il cielo.

Lei, splendida e dolcissima gatta, guardava l'orizzonte con stupore... ed il folletto con lei, quell'orizzonte che era cielo, era corolla... ed era loro stessi.

 

Il sole era svanito lontano nel mare... e insieme ad esso gli ultimi graffi d'arancio all'orizzonte. Restava un delicato turchese, trasparente... così limpido che il loro sguardo poteva quasi arrivare a vedere l'infinito. Erano il colore ed il tramonto più belli che la gatta avesse mai visto... con quella sua luce, quell'insolito danzare di tinte e suoni... sembrava quasi che una parte di esistenza, per poco, se ne fosse scappata lontano per mostrarle i colori dell'anima.

Tutto era avvolto da un alone di seducente magia... da un incanto di emozioni che vibravano, con un'estensione infinita di tonalità, in suoni armoniosi.

Il folletto sussurrò quell'attimo alla micia... suscitandole pensieri, ingigantendo le sue emozioni... avvicinandola a sé. Sfiorando dolcemente la morbida pelliccia.

Si sentì felice nell'udire le sue fusa... e, continuando a fissare quella riga di cielo che scende ad interrompere il mare, le raccontò la loro fiaba.

"In un luogo senza tempo... due creature se ne stavano abbracciate accanto ad una macchia di fiordalisi che poco distante prosperava a regalar loro un 'orizzonte vicino', un sogno d'estate... che viveva di sorrisi e di carezze. Gli sguardi intrecciati in nido complice, scendevano l'uno fino al cuore dell'altro, per diventare gioia e ... infine, amore.

Erano nuvole bizzarre, acqua e poi avvolgente fuoco.

 D'improvviso, da ognuno dei tanti piccoli fiorellini turchesi di fiordaliso si staccarono ad uno ad uno i minuscoli petali ... e, scesi a terra, si drizzarono in piedi e s'incamminarono con passo straordinariamente veloce... correndo lontano per arrampicarsi sulla fantasia dei pensieri e dipingere l'Orizzonte con i loro colori, sdraiandosi felici l'uno accanto all'altro.

Il confine del cielo rapì i pensieri delle due creature che rimasero incantante da quella visione limpida e soave. Lentamente, si persero con lo sguardo dentro quel colore... quel sottile ma impetuoso sentimento... quel luogo distante... eppur così interiore delle loro anime.

Ogni cosa si fermò per un lungo istante... intorno immobile.. in equilibrio con l'esistere.

Poi... il cinereo crepuscolo iniziò a scolorire quel turchese e i tanti piccoli petali, che si erano arrampicati sui pensieri per dipingere l'Orizzonte, tornarono a formare le corolle di quella macchia di fiordalisi.

Nell'anima delle due creature quel turchese era entrato quasi con prepotenza... e, in quel luogo senza tempo... ora restavano soltanto poca erba e i fiori che si preparavano alla notte...

Nient'altro...

Indistinguibili l'una dall'altra, le creature erano diventate esse stesse 'l'Orizzonte'... un 'unico fiore'... un 'unico colore'.

 

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Antognini Andrea - 2004 - Tutti i diritti riservati