Uno strumento di misura può essere visto come un dispositivo (black
box) fornito di un ingresso ed una uscita. In ingresso viene immessa
la grandezza fisica da misurare, avendo cura di non alterarne il valore
e le caratteristiche, in uscita si ha un valore che rappresenta, considerando
le varie incertezze, la grandezza misurata. Questo valore in uscita
costituisce la misura e può essere rappresentata in vari modi, ad
esempio numerico o con un indice che si muove su una scala graduata.
Figure:
Schema a blocchi di uno strumento di misura.
Al fine di effettuare una misura che abbia senso, occorre conoscere
il legame tra la grandezza d'uscita e quella d'ingresso .
Si fissano, in secondo luogo, le condizioni operative:
intervallo di misura;
condizioni ambientali.
Quando le condizioni ambientali influiscono sullo strumento e quindi
se agiscono direttamente su , rientrano tra le condizioni operative.
Se agiscono direttamente su indipendentemente da sono grandezze
d'influenza. Nel caso, ad esempio,
che uno strumento venga mal custodito per un certo tempo le sue caratteristiche
possono essere alterate dall'ambiente (eccessiva presenza di umidità,
polvere od escursione termica) si parla di caratteristiche ambientali
non operative.
Le caratteristiche degli strumenti di misura si dividono in:
statiche;
dinamiche.
Le prime descrivono il comportamento statico
di uno strumento, cioè quando il misurando subisce variazioni molto
lente, in assenza di urti, vibrazioni od accelerazioni, in condizioni
ambientali specificate e costanti. La caratteristica statica è il
rapporto tra uscita ed ingresso dello strumento. Le caratteristiche
statiche sono quelle che definiscono
l'utilizzo degli strumenti, indicano cioè quali grandezze possono
essere misurate e con quali requisiti e prestazioni. Le caratteristiche
dinamiche forniscono informazioni
sulle precauzioni e modalità d'uso degli strumenti.