Antonio Montanari

BIBLIOTECA MALATESTIANA DI SAN FRANCESCO A RIMINI
Notizie e documenti, nuova edizione (2012)


Scheda 1.

Alle origini delle biblioteche "pubbliche".


[Fonte: «Dictionnaire général des Lettres, des Beaux-Arts et des Scienzes Morales et Politiques», I, Paris 1862, p. 343.]

Nel XV secolo, il piacere dei libri aumenta per vari motivi: la conoscenza della cultura bizantina dopo la presa di Costantinopoli, l'invenzione della stampa, le relazioni tra le persone facilitate dall'avvio dei servizi postali.
Un altro progresso fu la "pubblicità" delle biblioteche: quelle antiche erano più o meno accessibili, comuni ad un numero più o meno grande di persone, ma non ce ne erano di pubbliche nel senso che intendiamo noi oggi.
La prima idea è di Richard de Bury (Richardi Dunelmensis, 1287 [1281?]-1345), vescovo di Durham, cancelliere inglese nel 1336, che la espone nel suo interessante testo, il «Philobiblon Sive De Amore Librorum, Et Institutione Bibliothecae» (Joseph Barnes, Oxford 1599).
La biblioteca del Capitolo di Rouen era accessibile agli stranieri, e pubblica, almeno in una certa misura, prima del 1428, anno in cui i canonici presero misure per rimediare agli inconvenienti provocati da un accesso troppo esteso.
Questo è probabilmente il primo esempio d'una pubblica biblioteca in Francia. La biblioteca che rivendica tale onore ("Biblioth¸que Mazarine" del cardinal Jules Mazarin ovvero Giulio Mazarino), fu aperta soltanto nel 1644, dopo analoghe iniziative in Italia ed Inghilterra, la Biblioteca Angelica a Roma nel 1620, quella Bodleiense di Oxford nel 1612, l'Ambrosiana di Milano nel 1608.
Già nel 1437 l'umanista fiorentino Niccolò Niccoli, possessore dei libri di Boccaccio, aveva ordinato nel testamento che gli 800 manoscritti che formavano la sua biblioteca personale fossero destinati ad uso pubblico.

Su Richard de Bury, leggiamo in Mario Praz ("Cronache letterarie anglosassoni", vol. III, Roma 1966, pp. 215-216), che ogni cosa scritta esercitava su di lui "un'attrazione irresistibile". Non si tratteneva nell'acquistare libri, ma molti ne ricevette anche dai monasteri con cui era in contatto. E dai quali essi tornavano a rivedere la luce grazie a lui che andava liberamente a frugar nei nascondigli dove giacevano indisturbati, dimenticati ed anche guastati dal passar del tempo.


Indice Biblioteca Malatestiana di Rimini.
Mappa Biblioteca Malatestiana di Rimini.

Antonio Montanari
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