Antonio Montanari

BIBLIOTECA MALATESTIANA DI RIMINI
Inventario 1560, Mazzatinti 1901


     L'inventario del 1560 pubblicato da
     
     Mazzantini nel 1901 [pdf].
     Ipotesi sull'autore dell'inventario del 1560.


Fila I, Pluteo 1
I volumi contenuti sono sette e non sei come si legge in Mazzatinti. Dove vedi i primi quattro:

1. "Libri Moises, Iosue, Iudicum, quatuor libri Paralipom".
[NOTA.
I libri "Paralipomenon" sono due, mentre quattro sono quelli "Regum" ("quatuor libros Regum et duos Paralipomenon"), qui non citati.
Per i "Paralipomenon" si trova un'edizione di Napoli del 1487, ma assieme ad altre parti della Bibbia, "per manus Samuelis filii Samuelis ex Roma", "cum commentario".


Esiste pure un'edizione ebraica del 1543 dei soli due libri dei "Paralipomeni", Parigi, ex officina Robert Estienne.
"Paralipomeni" dal greco significa "cose omesse". Sono considerati una specie di supplemento ai quattro libri dei Re.


Dalla pag. 44 del "Dizionario portatile della Bibbia tradotto dal francese...", tomo terzo, Bassano 1791, "a spese Remondini di Venezia":
"Paralipomeni, parola greca che significa 'la storia delle cose, che sono state omesse'. Si chiamano così i due libri Storici della Scrittura, che sono come una specie di supplemento a' libri de' Re, ed agli altri libri della Scrittura".
Il primo libro è di 29 capitoli, "e contiene il catalogo delle persone, che sono state daAdamo, colle genealogie d'Abramo, d'Isacco, di Giacobbe, e suoi figli; le guerre di Saul, e d' Filistei, ed il racconto di alcune azioni di Davidde, di cui nulla è scritto nel primo, e nel secondo libro de' Re".
Nel secondo libro dei "Paralipomeni", fatto di 36 capitoli, gli argomenti sono: i Regni di Salomone e dei suoi successori, i Re di Giuda e d'Israele, sino al tempo di Ciro re della Persia, "che diede la libertà ai Giudei, e permise loro di fabbricar Gerusalemme, ed il Tempio".]

2. "Iudith, Iob, Ester".

3. "Psalterium, Propheta, Proverbia, Sapientia, Cantica, Ecclesiasticus, Esdras, Ecclesiastes, libri Machabeorum".

4. "Testamentun novum".

Variazioni:

5. Concordantiae Bibliae et Canonum, di Johannes Nivicellensis o Nivigellensis [Johannes "de Vernone", morto nel 1461], Basilea per Nicolaum Kesler, 1487 in Bibl. Ambrosiana, Milano. Ed. Colonia, Johann Koelhoff, 1482.

6. Mammotrectus [o Mamotrectus o Mamotretus] super Bibliam, di Giovanni Marchesini [Marchesinus, Johannes], 17 edizioni attestate dal 1470 a Magonza (1478 e 1483 a Venezia) sino al 1500. [Mammotrectus = prima guida allo studio della Bibbia. Su Marchesino da Reggio, Giovanni Marchesini, francescano, v. in DBI.]

SCHEDA
Il titolo è trasformato da F. Rabelais in “Marmotretus” (o “Marmotrectus”) nell’ironica descrizione della Biblioteca di San Vittore a Parigi, visitata da Pantagruele (Gargantua e Pantagruele, l. II, cap. VII). Al testo di Paul Lacroix, 1806-1884.
All'elenco dei libri (II, VII) va affiancato il dialogo che lo precede (II, VI) tra Pantagruele e lo studente limosino alla Sorbona. Entrambi hanno la stessa tecnica, il pastiche linguistico che produce effetti di grande comicità. La quale però non deve far dimenticare il valore polemico dei testi. Con lo studente limosino, Rabelais rappresenta criticamente la cultura accademica della Sorbona, come è stato osservato da Guglielmino-Grosser (Sistema letterario, II, pp. 521-523). Lo stesso scopo è nel catalogo librario: rappresentare la cultura anacronistica agli occhi di un umanista come Rabelais, al pari del linguaggio dello studente limosino.
Infine in II, VIII, c'è il programma pedagogico (stilato dal padre Gargantua per il figlio Pantaguele), che deve mirare a far comprendere non soltanto le lingue antiche ma anche il Diritto Civile, mai disgiunto dalla Filosofia. È qui che si leggono due massime valide pure oggi: il mondo è pieno di gente dotta, di precettori preparati e di vaste biblioteche (... a proposito di II, VII); ma per ogni disciplina Pantagruele dovrà sostenere "discussioni pubbliche".
Nella Biblioteca di San Vittore a Parigi, troviamo titoli beffardi. Ne citiamo alcuni: "Il Culetto quaresimale", "I cembali delle dame", "Il Cazzodasino degli abati", "Cacatorium medicorum", "Il Tirapeti degli speziali", "Il Baciaculo di Chirugia".
Come ha osservato Lorenzo Tinti, Rabelais "si serve di uno stile pedante e sussiegoso per costruire una parodia dissacrante della vacuità dell’erudizione accademica, volta ad astratti quanto futili studi scolastici e teologici".
L'editio princeps del 1532 di Claude Nourry detto il Principe, Lione, presentata il 3 novembre 1532 alla Fiera di Lione, reca: "Marmoretus de babouynis & cingis cum commento Dorbellis".
Altra edizione (la seconda, 1533, chez Francoys Juste, Lyon), ha citazione diversa del titolo: "Mannotret: A propos des Babouins et des Singes, avec un commentaire de Des Orbeaux".
Questo "Des Orbeaux", autore di un saggio sui brontolii di babbuini e scimmie, rimanda a Nicolas Des Orbeaux (o de Orbellis), il solo dei suoi maestri ricordato da Rabelais. Era un dotto francescano che insegnava a Poitiers, scotista e commentatore di Pier Lombardo: compose una "Expositio sententiarum" (1498) in quattro libri. I teologi del catalogo della Biblioteca di San Vittore a Parigi, sono in parte veri, quelli più celebri, ed in parte immaginari.
"Marmotretus, de Babouynins et Cingis, cum commento Dorbellis", si legge nell'ed. critica curata da V. L. Saulnier nel 1965 a Ginevra, p. 37.
Sulla Biblioteca parigina di San Vittore, cfr. questo saggio di Franck Collard.


7. Vocabulista ecclesiastico, di Giovanni Bernardo Forte, 1442-1504, agostiniano. [Ed. Milano 1480.] V. in DBI.

Alla pagina speciale:
La Bibbia nell'età moderna e contemporanea
di mons. Rinaldo Fabris


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