Diario italiano
Il Rimino 164, anno XI
Agosto 2009

06.08.2009
Tutto palese
Le donne il cavalier le sozze imprese?
Ormai al mondo inter tutto è palese.

Rima baciata tace sulle cose
ma ognun conosce bene quelle rose.

Rose fresche aulentissime al potere
per aver suggerito al suo piacere

illuse velleità, verba prohibita,
sostanza di desire o carne ardita?

La Natura vi ha fatto, dame belle,
dotate di poter in vostra pelle

per cui la parte offerta al gran Signore
siede su seggio alto, con onore.

Rendete grazie alle felix Natura
vittoria fu non con cervella, ma fessura.


(Trattasi di antico testo celtico, tradotto sul finire del 1700 da fra Batocchio della Melassa, bibliotecario nel Convento di Passera Mainarda, gentilmente inviatoci da una discendente cortese ma non cortigiana.)


04.08.2009
Faccia lei
Victoria Beckham avrebbe la bellezza della propria pelle minacciata da vecchi soggiorni milanesi. Lo scrive il 'Metropolitan Post'. E soprattutto ha speso "milioni di euro in cure e creme di ogni genere", onde tener in forma la propria faccia.

La signora ignora quante declinazioni abbia nell'italiano popolare l'espressione "faccia da...". Si va dalla "faccia da schiaffi" che è molto confidenziale ed affettuosa, alla più famosa e sofisticata "faccia da culo" che è una sentenza inappellabile. Verso gli ospiti stranieri siamo tolleranti anche per pregressi secoli di servitù. A lei rivolgiamo soltanto l'invito alla Totò: "Ma ci faccia il piacere...".

04.08.2009
Padri e figlie
Le donne il cavalier le sozze imprese... Non ne trattano più soltanto la moglie schifata, le commentatrici adirate, i politici dell'opposizione. E' scesa in campo anche una figlia, quella che ha studiato filosofia e che quando parla non straparla.

Barbara Berlusconi ha dichiarato a "Vanity Fair": "Non ho mai frequentato uomini anziani. Sono legami psicologici di cui non ho esperienza". E poi: "Non credo che un uomo politico possa permettersi la distinzione tra vita pubblica e vita privata".
Ne basta e ne avanza per sigillare il discorso ed il tema.

Nel settembre scorso la signora aveva sostenuto che la finanza deve riscoprire l'etica. Con "valori comuni che contrastino atteggiamenti illegittimamente consentiti e pericolosamente individualisti".

Poi, sul conflitto di interessi, aveva detto di credere che esso "abbia bisogno di una regolamentazione, ma il voto ha dimostrato che gli italiani non lo vivono come una necessità".

Al convegno bocconiano che Barbara B. organizzò il 2 ottobre scorso, sua madre, Veronica Lario ebbe a sostenere che esistono difficoltà economiche in Italia, "si sentono e si toccano con mano". Allora il marito non credeva ancora alla crisi.

Insomma, il meglio della politica della sponda governativa è in figure femminili come Barbara Berlusconi. E' del tutto chiaro perché la signora non abbia mai avuto voce in capitolo in quella sponda. Dove la gloria è toccata soltanto alle dame care allo zerbinotto. Che, lo diciamo per loro, non è un grosso zerbino ovvero tappeto.

ARCHIVIO
1. Se Barbara B. obietta (24.09.2008)
2. Cose di casa (02.10.2008)

04.08.2009
Marmaglia
Lo stile non è acqua. Il coordinatore regionale del Pdl in Emilia Romagna, sen. Filippo Berselli, ha definito "marmaglia" quanti hanno manifestato il loro dissenso verso il ministro Bondi alla cerimonia in ricordo delle vittime della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna.

Lo stile non è acqua. Ma l'ostile (al dissenso) è anche peggio. Più tranquillo l'ergastolano plurimo (cinque condanne) che ha dichiarato di essere fuori dal carcere grazie alla Costituzione antifascista. "Trent’anni fa pensavo che la democrazia non mi garantisse il diritto di esistere, e mi sono ribellato sparando e uccidendo; oggi, ma non da oggi, so che sbagliavo, e che questa democrazia mi ha offerto la possibilità di pagare gli errori commessi e tornare a una vita normale" ha detto a Giovanni Bianconi del "CorSera"


03.08.2009
Concita, addio con Furio
Furio Colombo lascia la "sua" Unità (ne è stato direttore) e la brava Concita De Gregorio che la guida attualmente. Va a lavorare con Antonio Padellaro (altro ex direttore del quotidiano) che ha aperto una nuova testata, "Fatto Quotidiano" in edicola da settembre.

A Daria Gorodisky del "CorSera", Colombo ha detto tre cose importanti. Sceglie Franceschini quale candidato alla segreteria del Pd. Ha "molta attenzione" per Ignazio Marino e per il suo "impegno per la laicità".

E, parlando dell'informazione in Italia, ha dichiarato: "Ormai assistiamo al divieto assoluto di parlare di certe cose, ai tg che saltano le notizie..."

Circa il "divieto di parlare di certe cose", la politica (come realtà e problema che coinvolge tutti i cittadini di uno Stato) rientra nell'elenco di quelle cose.

Sono lieto di avere autorevole conferma di una mia opinione che ho concretato nel mutamento del titolo del blog sulla "Stampa": "Divieto di sosta" [29.11.2008].

Attrice_lingua


Quel giorno scrissi:


Ho cambiato il titolo del mio blog. "Divieto di sosta". Alludendo alla politica. Da sempre terreno minato. Vietato parlarne. "Qui non si fa politica", si leggeva nel ventennio.

Ma anche sotto i dc non andò meglio. Facevo il capocronaca in un settimanale, vent'anni fa. Dopo le elezioni comunali, pubblicai due righe dall'Unità nella rassegna stampa sull'argomento. Cercarono di massacrarmi.

Oggi non so se vada meglio, nonostante tutto. Più pericolosi i cortigiani. Come sempre. "Divieto di sosta", dunque. Cercheremo di parcheggiare comunque le nostre opinioni.

03.08.2009
Ciampi, allarme P2
Carlo Azeglio Ciampi ha detto a Giorgio Battistini di "Repubblica": "Anch'io mi chiedo come mai la grande, lunga complessa inchiesta della commissione parlamentare sulla loggia P2 guidata da Tina Anselmi a Palazzo San Macuto abbia avuto così poco seguito. Ricordo quei giorni, ricordo che l'onorevole Anselmi era davvero sconvolta. Mi chiamò alla Banca d'Italia (ero ancora governatore) e mi disse "lei non sa quel che sta venendo a galla". Lei, la Anselmi, il suo dovere lo compì. Non credo però che molti uomini della comunicazione siano andati a fondo a leggere quelle carte. Il procuratore Vigna sapeva quel che faceva".

Poi: "Accadevano strane cose. Io parlavo al telefono con un mio collaboratore a Roma e cadeva la linea. Poi trovarono a Palazzo Chigi il mio apparecchio manomesso, mancava una piastra. Al largo dalla mia casa di Santa Severa, a pochi chilometri da Roma incrociavano strane imbarcazioni. Mi fu detto che erano mafiosi allarmati dalla legge che istituiva per loro il carcere duro..."

Infine: "In quelle settimane davvero si temeva anche un colpo di Stato. I treni non funzionavano, i telefoni erano spesso scollegati. Lo ammetto: io temetti il peggio dopo tre o quattro ore a Palazzo Chigi col telefono isolato. Di quelle giornate, quel che ricordo ancora molto bene furono i sospetti diffusi di collegamento con la P2".


02.08.2009
Obama unisce
Obama unisce, questa volta. Alla destra fa comodo il miglioramento economico degli Usa. Per dire: abbiamo ragione ad essere ottimisti. Agli altri (la sinistra?) serve per sostenere che i programmi sociali vanno anteposti a tutto. Ma quali siano in Italia questi programmi sociali, è difficile da capire.

L'unica novità è il ritorno al concetto di scomunica. C'è chi preferisce al farmaco l'eventuale morte della donna per aborto clandestino? Vogliamo chiamarlo progresso sociale, tutto ciò? Avanti pure.

L'Italia di questa estate 2009 non è ferma come il traffico al neonato passante di Mestre, è in movimento come Vittorio Feltri. Che torna a dirigere il giornale di casa Berlusconi, "Il giornale". Che lascia "Libero", dopo l'avviso del rappresentante dell'editore il quale lo aveva invitato a lasciare la redazione entro 15 minuti.

Feltri, che su "Libero" ha difeso Berlusconi Silvio in arte "il cavaliere" per la faccenda delle donnine allegre, definendolo "impotente". In casa Berlusconi, anziché offendersi gli hanno mostrato gratitudine. Non ci sono più i capitalisti di una volta, direbbero le zie di Arbasino.

02.08.2009
Cossiga, cattivo pastore
"Se potessi tornare indietro, me ne stare zitto e buono". Francesco Cossiga si confessa a Marzio Breda ("Corriere della Sera" di oggi): "Ma [allora] ero incazzato come un belva e non potevo tacere".

Oggi fa un bilancio amaro. Lui è risultato "troppo in anticipo" sui tempi. Invece l'Italia ha sprecato tempo, vent'anni tondi tondi. Caduto il muro di Berlino (9.11.1989), dopo la cortina di ferro ci permettiamo di aggiungere (23.8.1989), Cossiga sperava di poter chiudere "la guerra fredda interna" all'Italia. Invece ci fu chi sperò di mandarlo "a casa con la camicia di forza".

Accusa Eugenio Scalfari di aver scelto la via psichiatrica per allontanarlo dal Colle. Scalfari parlò con Visentini. Questi con Altissimo che riferì a Cossiga.

"Facevo il matto per poter dire la verità, come il fool del teatro elisabettiano. Ero incazzato perché non mi capivano né i comunisti né la Dc, per la quale restavo un irregola?re". Incazzato "come il sardo che sono", con "antenati pastori, testardi e durissimi".

Alla fine il pastore della politica con buone intenzioni e cattive maniere, mette anche Berlusconi nell'elenco di chi è stato sordo al suo grido di dolore. Gli aveva chiesto di astenersi su un incarico a D'Alema. Sordo al sardo, direbbe Bartezzaghi.


01.08.2009
Processo a Badoglio
A San Mauro Pascoli il 10 agosto sarà "processato" Pietro Badoglio per la nona edizione della manifestazione che mette sotto accusa personaggi del passato.
Nel 2007 era toccato a Garibaldi. L'anno scorso a Togliatti, assolto dalla giuria di specialisti seduti sul palco. Quest'anno ad emettere il verdetto sarà la platea degli spettatori. Il dilemma è "Traditore o salvatore della patria?".

La scelta del personaggio Badoglio è stata suggerita da un ex combattente di 94 anni, Pietro Vaenti di Cesena, dove presiede un istituto storico che raccoglie documenti della deportazione dei soldati italiani dopo l'8 settembre.

Il dramma dell'8 settembre e della guerra civile che ci fu sino al 25 aprile 1945, non è un tema molto conosciuto.
Poi, non tutti hanno le idee chiare, anche se ne sono bene informati per via diretta (vicende famigliari).

Mi è capitato di scriverne qui sopra. Il testo fu ripreso dal settimanale locale che aveva pubblicato un'intervista dalla quale spuntavano opinioni strane.
Come quella secondo cui contro i soldati abbandonati a loro stessi l'8 settembre, si sarebbero dovuti celebrare processi nel dopoguerra...

Al mio testo, l'intervistato contrappose una risposta che giudicai volgare. Avevo citato il caso di un mio congiunto che come tanti altri ventenni di allora, aveva gettato le stellette alle ortiche e si era nascosto per non collaborare con i nazi-fascisti.

Uno di loro, Mario Fazio ha scritto ("La cosa giusta", «La Stampa», 14 settembre 2003): «Pur non essendo ancora informati dei campi di sterminio e di altri orrori e barbarie sentivamo l’impossibilità di aderire alla parte fascista, alleata o sottoposta ai "camerati nazisti". Un'alleanza che prometteva altri lutti e dolori, che sbarrava il cammino verso la fine della tragedia e la conquista della libertà, mai vissuta nella nostra giovinezza».

L'intervistato rispose che, se quel mio congiunto si dette alla fuga, invece il proprio padre andò in montagna...
Ecco il particolare volgare. Lo definisco tale perché ogni storia merita rispetto, ogni scelta va considerata nel contesto delle singole situazioni, e davanti a queste condizioni drammatiche nessuno ha diritto di giudicare il proprio bucato più bianco di quello altrui.

Ma sul tema voglio ritornare in futuro, pubblicando integralmente la replica che avevo preparato. E che ho lasciato nel frigo della coscienza, soltanto perché sono rimasto allibito ed avvilito dalla esibizione volgare contenuta in quella risposta alla mia domanda rimasta inevasa: perché quei ragazzi dovevano essere processati, se non lo fu il re che fuggì da Roma con Badoglio?

(Queste le parole esatte che lessi sul settimanale riminese "il Ponte" del 22.2.2009, p. 17: "Tutti i militari fascisti che dopo l'armistizio fuggirono da Istria andarono in Italia per riprendere il loro lavoro senza che si sapesse della loro condizione di fuggitivi. Nessuno fu mai processato".)

Circa il cambio di tipo di verdetto a San Mauro per Badoglio, dalla giuria di "esperti" a quella "popolare", forse ha pesato il fatto che l'anno passato per Togliatti essa fu composta da un "industrial manager" e sei giornalisti tutti di testate locali. Uno di loro è soltanto esperto di questioni economiche, due altre colleghe sono ben ferrate in storia e politica, un altro dichiarava nel suo sito tra i fatti memorabili della sua vita che è stato decorato del titolo di commendatore al merito della Repubblica da Silvio Berlusconi e di essere stato pure cantante-ballerino.

01.08.2009
Fellini nostalgico?
Se la nostalgia prende il posto della memoria, sostiene Emiliano Monreale in un recente volume, s'inventa una realtà che non è esistita. Il suo libro s'intitola appunto "L'invenzione della nostalgia".

Ne parla oggi il "Corriere della Sera" in un'intera pagina per la penna di Paolo Mereghetti. Illustrata anche con la locandina di "Amarcord" di Federico Fellini. Il film è presentato come esempio di "attrazione del passato".

Ma "Amarcord" non ha nulla di "attrazione del passato".
Infatti Tullio Kezich, nella sua monumentale biografia del regista riminese, apre il capitolo su "Amarcord" con una frase dello stesso Fellini: "Noi passiamo la seconda metà della vita a cancellare i guasti che l'educazione ha fatto nella prima".

Poi Kezich scrive: "Non si può dire che il regista sia stato tenero verso la società boccheggiante sotto il tallone della dittatura". Il film "delinea il deprimente perimetro dell'Italietta con rancore non sopito e rigore assoluto".

"Rancore non sopito", altro che "attrazione del passato".


I post precedenti.
Diario italiano, indice.


Anno XI, n. 164, Agosto 2009
Date created: 01.08.2009 - Last Update: 04.08.2009, 18:35/
All'indice delle notizie- Mail- Info: 0541.740173
"Riministoria" e' un sito amatoriale, non un prodotto editoriale. Tutto il materiale in esso contenuto, compreso "il Rimino", e' da intendersi quale "copia pro manuscripto". Quindi esso non rientra nella legge 7.3.2001, n. 62, "Nuove norme sull'editoria e sui prodotti editoriali e modifiche alla legge 5 agosto 1981, n. 416", pubblicata nella Gazzetta Ufficialen. 67 del 21 marzo 2001.
Riministoria-il Rimino-antonio montanari nozzoli