Ultima di copertina:
Lanza del Vasto
è italiano, ma quasi sconosciuto tra noi. Questo suo libro, del quale
egli stesso ha curato la traduzione, è un primo sommesso invito a conoscere
più da vicino la sua complessa personalità, nota soprattutto in
Francia. Egli non è soltanto un "fondatore", che ha dato vita
nella Chiesa all'"Ordine laborioso dell'Arca"; e neppure soltanto
un "personaggio politico", rivelatosi più volte scomodo per
i suoi celebri digiuni di protesta, importatore tra i più sensibili e
coraggiosi in Occidente della dottrina gandhiana della nonviolenza. È
un "autore spirituale" nel senso più antico del termine: asceta
vigoroso, attento conoscitore dell'uomo; testimone umile e lieto del trascendente
mistero di Dio. Questo libro è appunto un significativo documento del
suo messaggio spirituale.
Scritto negli anni dell'incontro di Lanza del Vasto con la persona e la dottrina
di Gandhi, il libro rappresenta un singolare amalgama delle due tradizioni,
la cristiana e l'indù: ove l' "evidenza" è lo sperato
traguardo di un itinerario di spogliazione, ai semplificazione, di liberazione
- che è "ritorno" e rinascita e del quale l'autore descrive
gli ostacoli, i mezzi, i momenti.
Per il suo valore letterario, questo libro è anche testimonianza della
versatilità artistica di Lanza del Vasto, che si è più
volte espressa nella sua multiforme opera di poeta, di scultore e di musico.
"il vagabondo
che, per purificare il suo amore o per disfarsene, percorre la terra, non sa
che è atteso dappertutto! (Elie Wiesel).
Dappertutto e sempre c'è bisogno di uomini che abbiano il coraggio
di percorrere un cammino di semplificazione esteriore e di liberazione profonda.
Lanza del Vasto è uno di questi e i suoi "Princìpi"
ne sono la testimonianza più alta. Un libro-di-vita di uno dei pochi
grandi Saggi del nostro tempo. Adatto a chi cerca, ha sete di verità
e di bellezza, di dignità e di speranza, di conoscersi e di conoscere.
Attraverso queste pagine può nascere un uomo.