Ti rendiamo grazie,
Signore, di avere, mediante Gandhi nostro padre, rinnovato l'insegnamento del
Sermone sulla montagna.
Beati i poveri, ma perché? Se non perché nessuno può attaccarsi
alle ricchezze senza privare il prossimo per conservarle, senza asservirlo per
accrescerle, senza combatterlo per difenderle, senza portare la colpa delle
violenze e delle disgrazie del mondo che ricadono su tutti. Ma beato dunque
chi si fa povero per amore dello spirito perché porta in sé il
Regno dei Cieli e la sua giustizia.
Beati i miti (nessuno lo è se prima non si è fatto povero), perché
possederanno la terra. Quando? Quando i duri che la dominano e la devastano,
essendosi spezzati gli uni contro gli altri, ricadranno dall'altezza delle loro
babeli, ricadranno per terra e sotto terra. Allora i miti rialzeranno la testa
e rifaranno un giardino della terra di cui avranno preservato le piante e le
bestie, e con l'opera delle loro mani moltiplicato i frutti e la dolcezza.
Beati quelli che piangono (poiché i miti devono piangere) ma perché?
se non perché insieme a tutto il Creato soffrono i dolori del parto e
saranno consolati con una nascita che mai non gusterà la morte.
E se piangono, è perché hanno fame e sete di giustizia in un mondo
in cui tutti hanno fame di potenza e sete di sangue. Beati dunque tra gli affamati
di piacere quelli che sanno digiunare, languire in prigione e sopportare i colpi.
Perché? se non perché la giustizia è la legge dell'essere,
e quelli che vanno contro di essa mangiano il loro annientamento, mentre quelli
che si nutrono del pane di verità vivranno.
Ma se la giustizia abita le loro viscere, si chineranno sui più deboli,
come l'Onnipotente si è chinato su di loro, perché tale è
la giustizia della grazia.
Beati i misericordiosi, poiché per misericordia il sangue della luce
scende fino a vivificarci. Quindi chi dà riceve (anche se non chiede
nulla) perché si apre per dare, e chi perde la sua anima la ritrova (anche
se non la cerca) perché si apre all'infinito, e chi muore alla propria
persona si sveglia e si apre alla vita eterna.
Puri coloro che sono così versati nell'acqua viva della misericordia,
puri dalle brame e puri dal timore. Ora, come la tempesta intorbida la faccia
delle acque, così la brama e il timore disfano lo specchio del cuore.
Beati dunque i puri di cuore, perché il cuore in pace mostra il suo fondo
che è l'anima, e l'anima in pace il suo fondo che è Dio.
Ecco perché i pacificatori saranno chiamati Figli di Dio: essi ne portano
l'immagine. Essi l'interrogano faccia a faccia e fanno la sua volontà.
Beati sono oggi che un nuovo maestro ha dato loro un'arma per far guerra alla
guerra, per abbattere l'ingiustizia senza fare ingiuria nemmeno all'ingiusto,
per resistere al male senza sottrarsi alla sofferenza, sapendo che il sacrificio
è una potenza e un segno che vince, come lo prova la Croce del Figlio
dell'Uomo.
Ecco perché, perseguitati per la giustizia, essi sono beati, perché,
entrati nella passione del Figlio, prendono parte all'opera del Padre e dunque
alla gloria dello Spirito. E il Regno dei Cieli appartiene loro. AMEN.
Noi confessiamo davanti a Te, Signore, che grazie a lui queste verità
rivelate un tempo da tuo Figlio, ma addormentate nel cuore degli uomini di oggi,
si sono risvegliate in noi, illustrate da gesta che superano la gloria di tutti
i dominatori della terra.
Ti supplichiamo dunque di annoverarlo fra i tuoi servitori, di riceverlo fra
i tuoi profeti poiché egli apre e prepara le tue vie come san Giovanni
Battista, nostro patrono.
Dagli un luogo di frescura e di pace: poiché ha sperato in Te, Dio di
Amore e di Verità, e testimoniato fino alla morte.
Dacci di seguirlo nella vita e nella morte, nell'umile lavoro e nel chiaro pensiero,
di non lasciarci mai andare, di non smarrirci mai, ma di ascoltare sempre la
piccola voce silenziosa.
AMEN
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Questa preghiera
viene recitata il 30 gennaio, giorno dell'anniversario della morte di Gandhi.